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L'avvelenata - pagine web di libera controinformazione

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da "il manifesto" del 13 Marzo 2001

Radiazioni vaticane
Le mega-antenne di Radio Vaticana finiscono sotto processo. Cinquantasette tralicci alti cento metri, un tasso di leucemie sei volte superiore alla media. Succede a Santa Maria in Galeria, nella campagna romana. Ma l'elettrosmog stavolta extraterritoriale: anzi extraterreno, visto che le radiazioni vengono dagli impianti che trasmettono la voce della chiesa cattolica romana nel mondo. La Santa Sede non riconosce la giurisdizione italiana e si rifiuta di consegnare le citazioni ai tre responsabili dell'emittente. Il processo slitta a settembre, ma si far.

di ELLA BAFFONI Il cancello sulla Braccianense sembra uno dei tanti cancelli delle tenute agricole fuori Roma, a Santa Maria in Galeria. Ma le enormi antenne che s'intravedono dietro le sbarre, tra le colline verdi, smentiscono ogni speranza bucolica: 57 tralicci alti 100 metri. Sono loro, quelle antenne e i loro festoni di fili, che il tribunale di Roma sta mettendo sotto giudizio: ieri, alla prima udienza il giudice Andrea Calabria ha dichiarato nulla per vizio di notifica la citazione in giudizio di padre Roberto Borgomeo (direttore generale di Radio Vaticana), padre Roberto Tucci (presidente del comitato di gestione dell'emittente), e l'ingegner Costantino Pacifici (vicedirettore tecnico), fissando le prossime udienze tra sei mesi. In discussione, un'antica discussione, c' la forza delle emissioni di quelle antenne, che da Santa Maria in Galeria irradiano tutto il mondo. E le conseguenze dirette che quelle emissioni hanno su chi ci abita vicino. Nel raggio di tre chilometri da quell'impianto - sostengono gli abitanti - le luci si accendono improvvisamente (come del resto radio, tv e gli altri impianti elettrici) anche se il contatore staccato, e i citofoni trasmettono pezzi di trasmissioni impazzite. Un poltergeist maligno, se percentualmente molto pi alto il numero degli ammalati di leucemia nella zona. "Abbiamo un figlio leucemico, e un livello altissimo di elettrosmog in casa. Non siamo noi a dover stabilire il nesso di causa-effetto - dice Maria Angelone, del comitato "Bambini senza onde" di Cesano - Abbiamo fiducia nella giustizia, vogliamo che qualcosa si muova: con questi livelli di elettrosmog, come se vivessimo in un forno a microonde". L'azienda epidemiologica del Lazio ha accertato un tasso di leucemia 6,6 volte superiore alla media di Roma, 40 morti nel raggio di 10 chilometri. Ma in zona ci sono anche i radar dell'Aeronautica militare. Gli impianti extraterritoriali Per il principio di precauzione, dunque, sarebbe giusto che le antenne di Radio Vaticana venissero spostate, o depotenziate. Ma il tribunale di Roma - che pure intervenuto per ordinare lo spostamento di altri ripetitori pericolosi, non pu farlo: una legge dell'8 ottobre del '51, raccogliendo un accordo bilaterale tra Italia e Vaticano,
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ha esteso agli impianti di Santa Maria in Galeria la stessa extraterritorialit di cui gode Citt del Vaticano. Per ridiscuterla, c' bisogno di un tavolo bilaterale, di una sede diplomatica che se ne faccia carico. Tempi lentissimi. E allora? Per poter istruire la causa, i giudici hanno trovato un escamotage. E i tre responsabili vaticani dovranno rispondere del reato previsto dall'articolo 674, "getto pericoloso di cose", intendendo per "cose" anche l'invisibile emissione elettromagnetica. Un escamotage, certo: gli uomini del Vaticano non rischiano pi di una multa salata. E' un po' come se da un'ambasciata (extraterritoriale) un funzionario buttasse dalla finestra una cassaforte: in casa sua pu far quel che vuole, ma non mettere a rischio la vita e la salute altrui. E se il soglio di Pietro venisse riconosciuto colpevole di aver creato danni, qualcosa dovrebbe pur fare, a quegli impianti. Un "qualcosa" di difficile: sei mesi fa, a detta di esperti, le emissioni delle antenne sono state abbassate del 65%, e nonostante ci le emissioni nelle case sono restate altissime, intollerabili. Dunque, bisognerebbe radicalmente ripensare tutto il sistema di ripetitori della propaganda cattolica. L'ostinata sordit oltretevere Tutto bizzarro, in questa storia. All'escamotage del tribunale il Vaticano ha risposto con un trucco. Le citazioni per i tre imputati - cittadini italiani, residenti in Italia, ma in quanto responsabili della radio Vaticana lavoratori all'estero - hanno seguito la via diplomatica. Ma il Vaticano, non riconoscendo la giurisdizione italiana in merito, si ben guardato dall'inoltrare le citazioni ai tre responsabili. Di qui lo slittamento del processo a settembre. "Un buon risultato - dice il pm Gianfranco Amendola - innanzitutto perch il giudice ha accettato la competenza: il processo si far, si pu fare, in Italia. E poi perch ha indicato la strada corretta: inoltreremo le citazioni come se gli imputati fossero residenti all'estero, tramite cancelleria. E andremo avanti". Il ministro sar parte civile Il ministro dell'ambiente Willer Bordon si costituir parte civile perch, ha detto, "ritengo che in questo modo si affermi al massimo livello il ruolo del ministro dell'ambiente, vigilante e difensore dell'interesse pubblico in materia di elettrosmog e delle possibili conseguenze sulla salute umana e sull'ambiente". La Santa Sede non commenta. Ma, ricorda il direttore dei programmi della radio incriminata, Federico Lombardi, "la questione rientra tra gli argomenti di interesse bilaterale, oggetto di negoziato tra i due stati. Riteniamo debba essere affrontata a questo livello". Se il processo prosegue, i comitati che riuniscono i cittadini di Cesano, Santa Maria delle Mole, Osteria nuova, La Storta, non nascondono la loro delusione, n intendono aspettare altri sei mesi. Fanno fatica a capire perch gli uomini del signore rifiutino di occuparsi delle loro pecorelle pi vicine. Affiancati dalle associazioni ambientaliste e dai verdi, hanno organizzato recentemente fiaccolate e sit-in sulla Braccianese, davanti a quel cancello. Il Codacons ha presentato un esposto contro la santa Sede per "favoreggiamento", Cittadinanzattiva si costituir parte civile. Ma "per non incunearsi nei meandri dei cavilli formali - dice il consigliere regionale verde Angelo Bonelli porteremo la questione, insieme alle associazioni a Bruxelles, davanti al commissario europeo per l'ambiente Wallstrm. E' grave che il Vaticano si nasconda dietro l'extraterritorialit, come se in gioco non ci fosse la tutela della salute dei cittadini".

da "il manifesto" del 14 Marzo 2001

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Ascoltaci o Signore
Ascoltaci, chiedono anche i cittadini che abitano a fianco degli impianti di trasmissione di Radio vaticana, a trenta chilometri da Roma. "Quelle cinquantotto antenne sono un pericolo per la salute pubblica" sostiene il ministro dell'ambiente Bordon.

di FRANCESCA COLESANTI Si sono rivolti anche al Santo padre, con una lettera umile, accorata, da fedeli. Genitori, alunni, cittadini di Cesano hanno chiesto al rappresentante di Dio in terra perch il Signore avesse bisogno di far morire i loro figli per evangelizzare i popoli della terra. Dal Vaticano stato risposto alla "gentile Signora" (madre di una bimba malata di leucemia), in data 4 luglio 2000, che "la situazione di codesta localit (Cesano), in cui sono collocate le antenne della Radio Vaticana, ... allo studio delle Autorit competenti. Cordiali saluti". Un muro di gomma, un muro vaticano, come quello che per chilometri segna il perimetro delle antenne alle porte di Cesano. Con quelle antenne gli abitanti convivono forzosamente ormai da decenni, sempre pi consapevoli della loro ingombrante presenza. Se ne parla tra i genitori della scuola materna ed elementare Leonardo Angeletti, si formano comitati, si organizzano giornate di mobilitazione: "Sto pensando di andar via da qui", ci dice una mamma col pancione, all'uscita di scuola, con il primogenito per mano. E una maestra racconta dell'ultimo teatrino organizzato coi bambini per spiegar loro la situazione: "Si faceva un gioco dei ruoli, da una parte bambini-antenne, dall'altra bambini-abitanti". Il problema chiarissimo, dice il ministro dell'ambiente Willer Bordon che si costituir parte civile a fianco degli abitanti di Cesano, Osteria nuova, Santa Maria di Galeria. Chiarissimo: "le antenne di Radio vaticana sono una palese violazione a una legge della repubblica, un pericolo per la salute pubblica. E' mio dovere fare il possibile perch la violazione sia rimossa". La legge sull'elettrosmog va applicata, continua il ministro: a Pescara il colpevole era un ripetore Rai, alla periferia di Roma la Radio vaticana. Le cifre sono preoccupanti, i casi di leucemia tra i bambini sono sei volte superiori alla media. "Perch il Vaticano chiude occhi e orecchie? La sacralit della vita, di cui il papa innalza continuamente la bandiera, non vale anche a Cesano? Fosse in pericolo anche solo un bambino, quelle antenne andrebbero rimosse".

Il tumore di Dio
di RICCARDO BARENGHI Uno non ci crede quando gliela racconti, bisogna ripetergliela, giurare che vera. E' la storia delle antenne del Vaticano, quelle che trasmettono il messaggio di Dio nel mondo e che in quel piccolo mondo che vive l sotto, a due passi da Roma, lo trasformano, quel messaggio, in leucemie e tumori. Soprattutto per i bambini, Dio pensa agli innocenti. Nel silenzio generale, della politica come dei giornali (anche del nostro). Forse perch di fronte a Dio uno si sente impotente, forse perch quel muro protegge uno stato estero ma spirituale al quale non gentile dichiarare guerra, forse perch abbiamo altro a cui pensare, il risanamento, l'Europa, Berlusconi e D'Alema, Amato o Rutelli. E poi il papa ha sempre ragione anche quando ha torto. Il papa, che fa il papa? Lo sa, il papa, che le sue antenne sono accusate di uccidere esseri umani? Non si vergogna, il papa, di tuonare contro l'aborto, di predicare la vita mentre le sue antenne seminano morte? Perch non le fa abbattere lui, quelle antenne? Perch se ne frega, il papa? Ma lasciamolo stare, il papa fa il suo mestiere come quasi tutti i suoi simili hanno fatto prima di lui. Quanti papi, nella secolare storia della Chiesa romana, si sono sul serio preoccupati di salvare vite umane? Pensiamo a noi altri, cittadini italiani e laici, moderni e intelligenti, addirittura ambientalisti (come Chicco Testa, che marciava contro le antenne e oggi seduto in cima all'antenna pi alta del reame), noi che non sopportiamo le ingerenze del Vaticano nella nostra vita, noi che usiamo il preservativo e prendiamo la pillola del giorno prima e anche di quello dopo, che non arriviamo illibati al matrimonio, che non andiamo a messa o anche se ci andiamo poi viviamo come pi ci piace, noi democratici di sinistra e di destra, che facciamo? Finta di niente, tanto che ci frega: mica viviamo a Cesano o a Santa Maria di Galeria. Forse un'esagerazione, in fondo non "provato" che le leucemie dei bambini siano frutto delle antenne di Dio,

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magari tutta una coincidenza, un problema genetico dei cesanesi, gente con scarse difese immunitarie. E poi, diciamocelo, di quanti morti parliamo, cinque, dieci, cinquanta? Non scherziamo, ragazzi, occupiamoci di cose serie, questo un problema che si risolver con "i parametri europei" (lo ha detto Rutelli in persona, proprio ieri). Eppure, chiss perch, questa storia delle antenne che diffondono la parola di Dio ma che sono ormai un flagello (forse non di Dio) che semina morte e distruzione una storia che grida vendetta (a Dio o a chi per lui). Se mandassimo le ruspe a buttare gi quei tralicci, cosa accadrebbe? il Vaticano ci farebbe la guerra? ma quante divisioni ha il papa?

I dannati della radio


A trenta chilometri da Roma e dalla Santa sede, sotto i tralicci che irradiano la voce della chiesa cattolica nel mondo, la vita (e la morte) in un campo elettrico fuori legge.

di FRANCESCA COLESANTI - MARA GUALERZI A Cesano persino le insegne pubblicitarie dei ristoranti e delle autofficine hanno come supporto dei tralicci. Ce ne sono ovunque, alternati alle antenne, disseminati nei campi, sui marciapiedi, tra le case. Nel cielo, i cavi disegnano figure geometriche di ogni tipo, poi lo sguardo si abbassa e compaiono le antenne: una, due, dieci, 58. Sono quelle di Radio vaticana. Se si ha un po' di pazienza si pu assistere anche allo spettacolo della loro rotazione. Raggiungono tutto il mondo, anche l'angolo pi remoto dell'Africa o dell'Indonesia, e proprio perch vogliono arrivare ovunque, "coprire" tutto il creato, non possono usufruire dei satelliti, ma solo delle onde radio. Potentissime. Lo si capisce dalla dimensione delle antenne, dalla loro altezza. Dal fatto che percorrendo in macchina il perimetro esterno delle mura vaticane di Cesano l'autoradio disturbata, il cellulare anche. Pazienza. In macchina si va oltre. Ma a Cesano, trenta chilometri da Roma e dalla Santa sede, vi chi risiede. Magari per propria scelta, per vivere in campagna, all'aria aperta. Peccato che le case, le villette (per lo pi abusive, poi condonate, come quasi tutto a Cesano) e i loro abitanti, siano immersi in un "ambiente" poco rurale, poco autoctono, molto degradato. Tra le caserme (scuole di fanteria e di artiglieria), il centro radio Santa Rosa dell'aeronautica, i tralicci della centrale Enel sulla strada principale, la nuova stazione ferroviaria (utilissima quanto devastante, dal punto di vista dell'impatto ambientale), il Centro ricerche dell'Enea (ente nazionale energie alternative) a qualche centinaio di metri, anch'esso con i suoi tralicci, reti di delimitazione e fili spinati. Ma su tutto e su tutti si stagliano e irradiano le antenne di Radio Vaticana. Non sono una novit per Cesano, non sono l da ieri. Hanno imparato a conviverci. Ma ogni giorno che passa, tutti, sono sempre pi convinti che di l devono andarsene. I loro citofoni cantano l'Alleluja, i loro telefoni captano le liturgie, i loro mal di testa aumentano. I loro bambini muoiono, di leucemia. Quasi ogni famiglia piange un morto di tumore. E' la radio, non la radio? Arduo dimostrarlo. Ma dimostrato , dati alla mano e in base ai rilevamenti condotti nel '99 in alcune aree contigue alle antenne, che i valori di campo elettrico oltrepassavano di gran lunga i 6 volt/metro previsti dalla normativa. Ugualmente, stato verificato dallo studio epidemiologico condotto dall'Agenzia di sanit pubblica del Lazio, che nella zona compresa tra Cesano, Olgiata, Anguillara il tasso di leucemia infantile 6,6 volte superiore a quello medio di Roma. Fin qui cifre, documenti, carte. Altro trovarsi di fronte agli occhi di una madre con una bimba malata di leucemia. Che sta combattendo per salvarla e che riceve dalla Segreteria di Stato della Santa sede la seguente missiva: "Ben comprendendo lo stato d'animo da Lei esposto e ringraziandoLa per la segnalazione, desidero InformarLa che la questione allo studio delle Autorit competenti. Profitto della circostanza per porgerle cordiali saluti". E' cos, il Santo padre profitta della circostanza per salutarla. La figlia di Maria Angeloni, grazie ad una diagnosi precoce, peraltro del tutto casuale, in via di guarigione, tornata all'asilo. "Un suo coetaneo, malato di leucemia da quando aveva meno di un anno - ci racconta - scomparso nel maggio 2000. Un'altra bambina, che abitava a La Storta, morta a dieci anni, e un altro bambino se ne andato nell'autunno scorso". Maria Angeloni parla prima degli altri, che di sua figlia e della sua famiglia. E' esausta dal ritmo e dagli avvenimenti di questi ultimi giorni, dall'apertura del processo, dall'attenzione dei media, dal continuo squillo del telefono di casa e del cellulare. Ci nonostante ci accoglie, racconta, fa uno sforzo enorme per "tenere", cosciente che la battaglia contro l'indifferenza e la sopraffazione divina va combattuta fino all'ultimo proprio adesso. Mentre parliamo, i bambini suoi e di alcuni vicini giocano nel giardino della casa, con vista sulle antenne. "Penso di farla schermare - ci spiega - cos almeno

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quando siamo dentro casa, la notte, saremo protetti. E' soprattutto durante la notte che le antenne irradiano la propria potenza, per raggiungere l'altro emisfero, dove giorno". Non intende lasciare quella casa - come invece prevedono di fare i suoi vicini - comprata e sistemata quando erano ignari di tutto, quando anche il numero e la potenza delle antenne era inferiore. "E poi a chi venderla? a una famiglia, con dei figli? magari senza dir loro a cosa vanno incontro?". Forse potrebbe avvisarli il Santo padre, per citofono.

"Un veleno invisibile e silenzioso. Le antenne"


Intervista al ministro Willer Bordon, che si costituir parte civile a fianco dei cittadini contro Radio Vaticana

di DARIA LUCCA "Non vero che il problema complicato, io direi viceversa che il problema chiarissimo: le antenne di Radio Vaticana sono una palese violazione a una legge della repubblica ed mio dovere, poich il reato contestato tocca l'ambiente e la salute, fare il possibile perch la violazione sia rimossa". Il ministro Willer Bordon si costituir parte civile al processo che vede (anzi vedr, poich il vizio riscontrato nelle citazioni lo ha fatto rinviare a settembre) imputati tre dirigenti: padre Roberto Borromeo, padre Roberto Tucci e l'ingegnere Costantino Pacifici. In attesa che gli eventi legali facciano il loro corso, non concede per attenuanti. Metaforicamente parlando. Ministro, c' molta confusione nell'etere: giusto usare due pesi e due misure processuali per lo stesso tipo di reati? Non ho alcuna intenzione di mettere in discussione o di dubitare della extraterritorialit avanzata dagli imputati. Nessuno dubita che certi manufatti del Vaticano in Italia godano di questo privilegio, n vogliamo mettere in discussione i trattati. Non sono mosso da furori ideologici, interpreto laicamente il mio ruolo di governo facendo applicare le leggi. E qui il problema semplicissimo. E cio? Un impianto di propriet vaticana diventato un pericolo per la salute pubblica. Vedete, il pericolo non si evidenzia semplicemente perch le onde elettromagnetiche non sono verdi e rosse, non puzzano e non bruciano. Se invece di questo si stesse parlando di pallottole o di liquami, sono sicuro che il problema sarebbe molto pi chiaro a tutti. Dimenticando per un attimo che la questione riguarda la Chiesa. Se un ambasciatore degli Stati Uniti d'America comincia a buttare dalla finestra i suoi frigoriferi, colpendo magari un cittadino italiano, commette o no un reato? E se invece del frigo, l'ambasciatore di San Marino spara dalla finestra, il suo gesto sarebbe considerato pericoloso e perseguibile giudiziariamente o no? Qui per vi si obietta che il reato non certo. So bene che molti hanno cominciato a far notare che forse la nostra legislazione eccessiva, che a ben vedere la pi restrittiva di Europa e via discorrendo. Ma non ci sto. La legge stata discussa e approvata dal parlamento della repubblica e come ministro del governo non posso che farla applicare. Non posso certo essere accusato di essere stato tenero con altri e duro in questa occasione. Basta ricordarsi di Pescara. L il ripetitore giudicato pericoloso apparteneva alla Rai. Un ente pubblico. Posso io, come ministro, consentire che un ente pubblico prosegua nella commissione di un reato, che peraltro coinvolge la salute delle persone? Ecco un altro punto dolente: chi resiste alla legge sostiene che il danno alla salute non provato. Benissimo, allora bisogna ripetere agli increduli i dati oggettivi. Nella zona dei ripetitori di Radio Vaticana le cifre sono preoccupanti: i casi di leucemia tra i bambini sono sei volte superiori alla media. Ora, io sono tenuto a proteggere la salute di queste persone e se il dubbio riguardasse la sorte anche di un solo bambino, agirei e mi impegnerei per evitare altri danni. Ma a questo proposito vorrei introdurre un ulteriore elemento.

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Una aggravante? Vorrei fermarmi a ragionare sul soggetto di questa discussione. Non mi piace che il rifiuto ad applicare una norma di tutela della salute venga da un privato, non mi piace che sia venuto dalla Rai (la quale ha tentato di resistere facendo ricorso), ma sono ancora pi perplesso se viene da un'istituzione come la Chiesa: non ho forse sentito mille volte dal Papa parole sulla sacralit della vita? Lo dico con convinzione. Negli ultimi tempi, stato il pontefice a riflettere sui modelli di sviluppo ponendo grande attenzione alla vita delle persone e alla difesa dell'ambiente. Qui l'unica che pare non averlo sentito proprio Radio Vaticana. Non so quale danno esattamente provochino queste antenne, ma ritengo che, per rispetto delle persone, chi lo provoca dovrebbe correre a rimuoverne le cause anche se si trattasse soltanto di stress diffuso causato dai disturbi elettromagnetici sui citofoni. Come si pu rimediare, concretamente? Non nascondo che la soluzione sar complessa, ma vorrei fosse chiaro che nessuno intende sottrarre al Vaticano la sua voce nel mondo. Il punto che, per riadattare gli impianti a norma di legge, occorrono grandi investimenti. Molto denaro. Ma io credo che non ci sia altra strada, citazioni degli imputati a parte, poich l'alternativa sarebbe una danno ancora pi grave: la perdita di credibilit dei messaggi del Papa.

da "il manifesto" del 16 Marzo 2001

Via Cesano. O le antenne


Le "ragioni" del Vaticano: modificare o spostare le antenne costa. Ecco perch i vertici della chiesa si ostinano a minimizzare i rischi dell'elettrosmog per chi abita attorno agli impianti di trasmissione

di ELLA BAFFONI

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Se la vita sacra all'inizio e alla fine, perch non anche durante? la domanda provocatoria del ministro Bordon ai vertici della chiesa. E perch dunque Radio Vaticana non sposta il centro trasmissioni di Santa Maria di Galeria, di fronte alle dolorose e circostanziate proteste degli abitanti? Perch, nonostante abbia pi che dimezzato le emissioni da febbraio, non sceglie - nell'era delle comunicazioni - un'altra tecnologia di trasmissioni? Qualche ragione c'. Innanzitutto la Radio Vaticana trasmette in onde corte, le uniche che possono fare il giro del mondo: da Cesano la voce del papa raggiunge l'atollo pi sperduto, la duna deserta pi desolata, i ghiacciai del polo e le savane dell'Africa, la giungla del Borneo e la foresta amazzonica. Tutti quei paesi con tecnologie precarie, senza infrastrutture avanzate, insomma dove c' povert. Ma per arrivare anche all'ultima radiolina a pile, la potenza di quelle onde corte deve essere fortissima: deve appunto fare il giro del mondo. Dunque, accanto alla selva di tralicci dell'impianto radio di Santa Maria di Galeria, svettano le due maledette antenne rotanti su coppie di tralicci alti fino a 130 metri, uniti tra loro da una rete di cavi metallici. Abbassare la potenza si pu: gi dieci anni fa, davanti alle richieste dei propri dipendenti, Radio Vaticana abbass le frequenze. Lo ha fatto anche a febbraio scorso, grazie alla ferma sollecitazione dei cittadini e della commissione bilaterale Italia-Vaticano. Bisogner ancora siglare un protocollo per definire i rilevamenti e controllare che davvero le emissioni non superino quelle consentite dalle leggi italiane. Difficile che l'autoriduzione vaticana sia conforme alla legge italiana. Che fare allora? Nel '99, dopo una campagna di misurazioni delle emissioni durata da marzo a ottobre, la relazione conclusiva del dipartimento ambiente e protezione civile della Regione Lazio ha avanzato tre ipotesi: "Lo spostamento in altro luogo della stazione radio. Lo spostamento degli insediamenti abitativi. La modifica delle caratteristiche emissive degli impianti". Difficile trovare un'altra area analoga nel Lazio, 400 ettari di terreno libero e lontano da insediamenti umani. La localizzazione delle antenne malvista ormai dovunque, e il piano di coordinamento territoriale che prevede diciannove siti per impianti di trasmissione fermo, bloccato da questa o da quella protesta. "Certo, quegli impianti potrebbero stare dovunque - dice un tecnico del ministero dell'ambiente - basta un collegamento a fibre ottiche, o via satellite, o un ponte radio tra la redazione di Citt del Vaticano e il nuovo centro trasmissioni. Se padre Lombardi, il responsabile dei programmi della radio, cos sicuro che gli impianti rispettino le norme europee, perch non li trasferisce in Francia o in Germania, dove sarebbero a norma di legge? Potrebbero restare a Cesano, invece, se il Vaticano rinunciasse ad alcune aree di servizio, e diminuisse drasticamente la potenza delle emissioni. L'unica altra alternativa, altrimenti, trasferire Cesano". Trasferire Cesano, Osteria nuova, Olgiata, Formello, La Storta, Isola Farnese, Santa Maria di Galeria? Non sarebbe pi semplice trovare un luogo deserto, dove quelle emissioni facciano il minor danno possibile? O ancora, non sarebbe meglio rinunciare a qualche area, creando l impianti di trasmissione a breve gittata? Gi. Ma chi paga? Il motivo "tecnico" per cui attorno alle antenne vaticane il 60% degli abitanti muore per cancro, e i bambini si ammalano di leucemia, sembra proprio questo. Gli impianti di trasmissione di Santa Maria in Galeria ci sono gi, e vanno ammortati. Difficile che uno stato governato dal piglio temporale di un Camillo Ruini investa in altri impianti, "superflui" dal punto di vista aziendale; non dissimile, in questo, dagli imprenditori dell'Acna di Cengio, l'Agip di Falconara, il Petrolchimico di Porto Marghera. Fine ultimo, di qua, il profitto. Di l la propaganda fidae che male non pu fare, fidatevi bambini di Cesano.

da "la Repubblica" del 14 Marzo 2001

Nel paese dove l'elettrosmog uccide


di GABRIELE ROMAGNOLI CESANO - L'appuntato Pantanella Riccardo mont la guardia per ventitremila ore, poi mor. Carabiniere dello Stato italiano, era stato assegnato in servizio a Cesano, alle porte di Roma, campagna e villette, un posto tranquillo. Tutto quello che doveva controllare erano tre antenne, la pi grande, gialla, a forma di croce. Una stazione di Radio Vaticana: 430 ettari cintati da un muro grigio. Intorno, un paese di poche migliaia di abitanti, che crebbero fino a diecimila perch la gente veniva a viverci volentieri, lontano dallo smog della capitale, ma a quaranta minuti di auto. Un buon posto per allevarci i bambini. Crescevano anche le antenne, per.

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Quando l'appuntato Pantanella smise, dopo otto anni, di fare il piantone alla porta carraia e fu comandato, per altri tre, al giro di ronda del muro grigio, le ricont ed erano diventate pi di cinquanta. Oltre non and. Lo uccise un cancro. Accanto al suo letto, per stilare il certificato di morte, venne il medico condotto del paese, il dottor Santi. A Cesano tutti lo conoscevano e lui conosceva tutti. Aveva visto nascere molti bambini e molti uomini aveva veduto morire. Con scansione che nulla aveva di regolare, sugli atti richiesti dalla legge scriveva, alla voce causa della morte: cancro. L'appuntato Pantanella lasciava una moglie, una figlia ancor giovane e un sospetto antico. Il dottor Santi lo port via con s nella borsa che custodiva ricettario, stetoscopio e una statistica che aggiornava continuamente. Aveva riguardato tutte le cartelle nel suo studio, controllato i dati, confrontato la media nazionale, era sicuro di non sbagliare: le morti per cancro a Cesano erano di gran lunga superiori, l'inquinamento atmosferico molto pi basso. Leucemia, neoplasia tiroidea, d'altro non si moriva. Perch? Tornando all'ambulatorio con l'auto costeggi il muro grigio, guard i quattro totem rotanti che irradiavano la parola del Signore in Paesi lontani. Ripens. A Lorenzo Perla, coltivatore, che apriva il frigorifero e ci sentiva la radio, come anche al telefono e lungo la grondaia. Alle disposizioni della locale scuola militare di fanteria che consigliavano di non restare in terrazza per pi mezz'ora. Ai casolari che sorgevano sul terreno della stazione, un tempo abitati da coloni e ora evacuati, senza che si sapesse il perch. Gente, consapevole, andava; altra, ignara, veniva. Il dottor Santi aveva lasciato le consegne al figlio quando Flavia Rossi, di anni quattro, si ammal. La sua famiglia si era trasferita da poco. Erano fuggiti dal caos e dallo smog della citt. Avevano scelto una villetta a due piani, messo in giardino una casetta di plastica colorata e un'altalena, comprato un'auto gialla. Dalle finestre vedevano campi e alberi a perdita d'occhio. Pi, un bosco di antenne. Quella con la croce gialla svettava nella selva. Maria, la mamma di Flavia, torturava un crocefisso quando il medico le comunic la diagnosi per la bambina: leucemia. Si sentirono, lei e il marito, colpiti da un destino imprevedibile. Flavia fu ricoverata al Policlinico di Roma, ematologia, una cameretta con altre bambine della sua et. Soffriva, ma trov un'amica, Giulia, nel letto accanto. Vittime della stessa sventura, i genitori si misero a parlare nel corridoio. E scoprirono di abitare nello stesso paese: Cesano, e di avere, alle finestre, un identico panorama. Nessuno di loro aveva fatto ricerche, prima; nessuno sentito voci. Erano persone semplici, avevano cercato un posto tranquillo, l'avevano trovato e ci avevano portato la loro esistenza: lavoro, la sera in casa, saluti cortesi ai vicini, messa la domenica, amen. Nessuno conosceva le statistiche del dottor Santi. In quel corridoio, la coincidenza si fece indizio. Non pass molto e Federico, il fratello di Flavia, torn a casa da scuola e raccont: "C' sempre un banco vuoto, in classe nostra". Nessuno ci bad, sulle prime. Federico aggiunse: "E' di un bambino che non viene mai, malato". I genitori si guardarono e avevano la stessa domanda negli occhi. La risposta era: leucemia. Augusto Rossi, il padre, usc e and dal panettiere. Poteva sembrare una reazione insensata, ma lui non era un organizzatore politico, n un agitatore, solo un padre con l'angoscia. Cos and dall'uomo che faceva il pane e domand se poteva fargli, anche, un favore. Voleva organizzare una raccolta di firme, e di informazioni. Il pane lo compravano tutti, di l sarebbero passati tutti, prima o poi. Se era successo ad altri, si sarebbe saputo. Se si fosse saputo, ci sarebbe stata una reazione. Il fornaio disse s, le sue commesse dissero s. Un foglio fu esposto sulla bacheca delle rosette. Venne a comprarle una donna che abitava in via Senio 25. Firm e annot: nel mio palazzo ci sono stati nove morti di cancro, tre nella stessa famiglia. Venne un uomo che stava in via Borgo di Sotto. Firm e fece sapere: due ragazzi nella mia strada hanno avuto la leucemia, uno l'ha salvato un trapianto, l'altro no. Poi arrivarono quelli che portavano le cartelle cliniche e le lasciavano al fornaio. Una, due, tre, quaranta. Neoplasia tiroidea, leucemia, neoplasia tiroidea, leucemia. Quaranta cartelle, sette di bambini. Due recavano date recenti, successive al giorno in cui Augusto Rossi era andato dal fornaio. Nacque un comitato in difesa dei bambini di Cesano, cambi la vita nelle case del paese. La figlia dell'appuntato Pantanella era diventata madre di due bambini. Aveva dato loro la camera pi bella della casa, luminosa, due finestre esposte a sud, vista sulle antenne. Con suo marito Walter comprarono un misuratore delle radiazioni elettromagnetiche: erano sei volte la soglia di rischio. Spostarono i figli in una cameretta pi angusta, l ci fecero un ripostiglio, luminoso. Lui fece mettere i doppi vetri a tutte le finestre e impose di abbassare le tapparelle sigillando la casa di notte, anche d'estate. Sarebbe bastato? Se lo chiedevano spesso, alle riunioni del comitato, che si svolgevano nella tavernetta dei Rossi: un grande tavolo rotondo, una macchina per cucire Singer nell'angolo. Chiamarono i giornalisti. Venne Oliviero Beha. Il suo collegamento in diretta fu annunciato con largo anticipo, per le dodici in punto. Quando gli diedero la linea aveva il misuratore di radiazioni in mano. Disse: "Fino a due minuti fa segnava sessanta, vi giuro. Ora: zero". Chiesero di parlare con esponenti del Vaticano: mandarono tre radiotecnici. Dissero: "Se lo Stato italiano paga le spese della rimozione degli impianti se ne pu parlare". E salutarono. La mamma di Flavia sugger: "Scriviamo al Papa in persona, lui ci tiene ai bambini". Impost la lettera il 23 giugno 2000. Concludeva: "Come pellegrini che intraprendono un lungo viaggio, ma pieni di fede e speranza, rivolgiamo la

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nostra preghiera al Santo Padre, affinch ci porti serenit e pace". La risposta non si fece attendere molto, arriv dopo soli dieci giorni. Quando trov nella cassetta della posta la busta con le insegne pontificie, l'apr con emozione. Non le scriveva il Papa ma la Segreteria di Stato, nella persona di Monsignor Pedro Lopez Quintana. Le diceva: "Gentile Signora, con lettera del 23 giugno scorso e relativo allegato, Ella, unitamente a un gruppo di concittadini, si rivolta al Santo Padre presentandoGli la situazione di codesta localit, in cui sono collocate le antenne di Radio Vaticana. Ben comprendendo lo stato d'animo da Lei espresso e ringraziandoLa per la segnalazione, desidero informarLa che la questione allo studio delle autorit competenti e approfitto per porgerLe cordiali saluti". Una lettera fotocopia ricevette la coordinatrice dei Verdi, Grazia Francescato. Anche l Monsignor Quintana ben comprendeva, ringraziava e porgeva. Il Comitato non si arrese. Nessuna rilevazione scientifica dimostrava in modo ineluttabile il rapporto di causaeffetto tra le antenne e le malattie, questo lo sapevano. Ma sapevano anche che nessun altro posto del mondo era un tale forno a micro-onde, n aveva le stesse statistiche rilevate dal dottor Santi. Solo il sospetto sarebbe dovuto, secondo loro, bastare a far spostare i ripetitori. Part una causa giudiziaria, avessero avuto fondi avrebbero fatto ricorso alla Corte Europea per i diritti dell'uomo. Due giorni fa si presentarono in aula. Gli imputati non c'erano. Il processo fu rinviato di sei mesi per difetto di citazione. Adesso stanno qui, nella tavernetta con il tavolo rotondo e la Singer. Si domandano che cosa fare. Sanno di combattere una battaglia pi grande di loro, ma la figlia dell'appuntato dice: "I dati dimostrano che il rischio di leucemia qui per un bambino sei volte superiore a Roma e allora come pu un genitore dormire tranquillo? Come pu arrendersi?". Che cosa altro pu fare? Una risposta sarebbe: vendere la casa e andarsene altrove, dove non ci siano totem d'acciaio nei prati e i frigoriferi non trasmettano preghiere. Perch no? La risposta la d la mamma di Flavia: "Nessuno di noi ha miliardi in banca, per andare via dovremmo vendere queste case. Noi ci avevamo gi pensato, avevamo messo un annuncio, qualcuno era venuto a vedere la villetta. Era una famiglia, sembravano bene impressionati: i due piani sopra, la tavernetta, tutto pareva di loro gradimento. Io e mio marito ci sentivamo alla fine di un incubo. Poi sono uscita in giardino, ho visto i loro figli che giocavano, ridevano e sullo sfondo c'erano quelle cinquantotto antenne. Non siamo ricchi, ma abbiamo una coscienza. Lei gliela venderebbe, a una famiglia serena, questa casa?".

da "il manifesto" del 30 Marzo 2001

Le antenne possono attendere


Il ministro Bordon: "Via la luce al Vaticano. Ma non ora"

di MASSIMO GIANNETTI La notizia tanto attesa non arrivata. Il ministro dell'ambiente, Willer Bordon, ieri in visita alla scuola "Giacomo Leopardi" nel quartiere romano di Monte Mario, ha ribadito che l'emittente del papa "deve rispettare la legge italiana". Ma quanto all'ultimatum di "due settimane" - solennemente proclamato il 16 marzo davanti ai cittadini di Cesano - secondo cui avrebbe staccato l'energia elettrica agli inquinantissimi impianti di Radio vaticana di Ponte Galeria, il ministro ora glissa. Prende tempo. "S, vero che avevo parlato di due settimane, ma le intendevo come periodo tecnico, meglio: in senso tecnico", dice negando che tra governo italiano e santa sede, come riferiva ieri un quotidiano, sia in corso una trattativa di pace. "La novit - spiega - che il Vaticano si reso disponibile a fare una valutazione congiunta delle emissioni, il che consente ai nostri tecnici di entrare per la prima volta nel suo impianto, che in zona extraterritoriale, per effettuare maggiori controlli. Detto questo vorrei per chiarire un equivoco - aggiunge il ministro - le leggi non le fanno rispettare i tavoli bilaterali. La mia decisione di ordinare all'Enel di staccare la corrente non dipender da questi controlli, che comunque bene farli per avere ulteriori elementi di valutazione. Non aspetter il mese di maggio. Far il provvedimento di distacco della corrente entro aprile. Anche perch vorrei farlo in tempo utile per poterlo difendere". La scandeza elettorale, infatti, incombe. Passata questa, dio solo sa cosa ne sar della tempesta scatenata dal ministro dell'ambiente contro le emissioni elettromagnetiche vaticane, superiori ai limiti di legge del 300%,
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secondo le pi recenti misurazioni. Ma evidentemente i gravi danni alla salute subti dagli abitanti di Cesano l'Osservatorio epidemilogico del Lazio ha accertato un tasso di leucemie sei volte superiore alla media romana non sono ancora sufficienti per mettere in riga sua emittenza radio vaticana.

Periodo tecnico
Il voltafaccia del ministro

di RICCARDO BARENGHI Domani o forse domenica scade l'ultimatum che lo stato italiano ha dato allo stato vaticano. Ma domani o dopodomani o l'anno venturo lo stato italiano non taglier la sua corrente allo stato vaticano, il quale continuer a inviare nell'etere i programmi della sua radio unitamente alle radiazioni cancerogene o leucemiche. Il ministro Bordon, rappresentante ufficiale dell'Italia in questa guerra etero-diplomatica col papa, giustamente non ha rispettato il suo ultimatum, del resto chi ha mai seriamente creduto che uno come lui avrebbe lasciato al buio il Vaticano? Forse solo quei disgraziati che vivono e muoiono a Cesano, tanto che per domenica hanno organizzato una manifestazione per vedere le antenne che si spengono. Resteranno delusi. Per giustificare la sua mancata promessa, ora Bordon ci spiega che quei 15 giorni, cio il tempo dell'ultimatum, andavano considerati come un "periodo tecnico". Non significa nulla ovviamente, ma comunque una risposta che fa riflettere. In politica e nella vita, lascia aperte mille possibilit: d'ora in poi, baster invocare il periodo tecnico per giustificare qualsiasi bugia, da un programma di governo non attuato a una promessa di matrimonio non mantenuta. E' naturalmente un periodo prorogabile, per le antenne di radio vaticana infatti diventato il prossimo mese. Entro aprile, o il papa abbassa la potenza o resta senza radio, garantisce Bordon. Povero Bordon, non mica tutta colpa sua: anche lui ha da fare la campagna elettorale, non ha neanche molti soldi da spendere per manifesti e spot, come volete che li rimedi i voti se non spara a salve di qua e di l in cambio di qualche titolo sui giornali? Ieri ne ha sparata un'altra: salito fin sulla cima di Monte Mario, noto quartiere romano, dove c' una scuola infestata dalle antenne. E che ha detto? Che una vergogna (parola ripetuta tre volte), e che "quelle antenne le butteremo gi". Ci sa indicare all'incirca una data? Periodo tecnico. Un periodo che dura da anni e anni, bisogna infatti tornare con la memoria alla giovinezza per ricordarsi la collina di monte Mario senza quelle antenne. E' vero, la burocrazia impedisce di rimuoverle (ma non ha impedito di costruirle), la giustizia amministrativa deve ancora completare il suo corso, il ministero dell'ambiente concordemente con quello delle poste e telecomunicazione si sta adoperando per risolvere il problema una volta per tutte. Anche a Milano si sta lavorando, l c' un ospedale pediatrico dove non funzionano le apparecchiature per colpa dell'antenna della Rai, o a Napoli dove le antenne della Nato (quella dell'uranio) sono fuorilegge, o naturalmente a Cesano dove il problema ancora pi complesso visto che qui non siamo pi in Italia ma all'estero. Insomma ci sarebbe da preocuparsi eccome ma meglio non farlo, perch prima o poi i valori delle radiazioni torneranno per amore o per forza sotto la soglia di rischio (ma chi la stabilisce la soglia di rischio?), e se nel frattempo qualcun altro si ammaler e morir non detto che la colpa sar stata delle antenne. Magari quello l era geneticamente predisposto, o forse si era ammalato all'estero (ma non in Vaticano), comunque si dovr nominare una commissione scientifica come per i proiettili impoveriti. Nel frattempo godiamoci la campagna elettorale, c' chi promette milioni di posti di lavoro, chi garantisce che si pagheranno poche tasse, chi pronto a demolire le antenne che uccidono e chi dice che sar festa tutto l'anno. La raccolta di materiale sulle radiazioni vaticane segue a pagina 2...
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da "il manifesto" del 10 Aprile 2001

Sfondano i limiti di legge le emissioni elettromagnetiche di Radio Vaticana a Cesano. I tecnici dell'Agenzia nazionale per la protezione ambientale hanno rilevato carichi di irradiazioni tripli rispetto a quelli massimi previsti.

di FRANCESCA COLESANTI I dati ci sono, la contromossa del Vaticano anche, manca solo la "mossa" del ministro Willer Bordon. Che si conoscer oggi pomeriggio. Il ministro dell'ambiente ordiner davvero la sospensione dell'erogazione di energia elettrica a Radio vaticana, per impedire l'ulteriore sforamento dei limiti fissati dalla legge italiana a tutela dei cittadini dalle esposizioni elettromagnetiche? I risultati - tanto attesi dagli abitanti di Cesano quanto gi tacciati di poco significativi dal Vaticano - delle rilevazioni eseguite dai tecnici dell'Anpa (agenzie nazionale protezione ambientale), dell'Enea (ente nazionale energie alternative) e del ministero delle comunicazioni hanno evidenziato il superamento dei limiti imposti dalle norme italiane sulle emissioni di radiofrequenze. I valori registrati hanno raggiunto punte fino a tre volte superiori ai limiti, di 20 volt/metro, contro la soglia di 6 volt/metro fissata dal decreto 381/98. Secondo i tecnici, le misurazioni eseguite in due giorni, 3 e 4 aprile, in diversi orari, sono pi che sufficienti per accertare il superamento dei limiti di legge. Questi sono stati oltrepassati nelle abitazioni e nelle pertinenze, cio balconi, giardini e zone limitrofe alle case, in pratica nelle zone dove la permanenza degli abitanti supera le quattro ore giornaliere. Nonostante Radio vaticana fosse pienamente consapevole di essere sotto controllo, evidentemente non poteva abbassare il volume delle sue antenne, per non perdere la copertura. Neppure in quei due giorni. Spalle al muro, Radio vaticana ha risposto, annunciandola nel pomeriggio di ieri, l'intenzione di "spegnere" per sette ore al giorno le trasmissioni in onde medie sulla frequenza di 1530 khz, dal prossimo 16 aprile, giorno di Pasquetta. Una riduzione che si aggiunge a quella attuata lo scorso primo febbraio, quando la radio aveva gi avviato una riduzione di potenza del 50 per cento. Il che d un'idea di quali valori raggiungessero allora le emissioni, pur in presenza di un decreto in vigore gi da tre anni. Ma non sposta il problema: anche se per intervalli di tempo minori, comunque i limiti saranno superati dalle antenne della Santa sede.

Fuori legge
di ROBERTA CARLINI

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Oggi scade l'"ultimatum" del governo italiano alla Radio Vaticana. Ieri si appreso che le emissioni elettromagnetiche degli impianti di quella radio, extraterritoriale per legge ma territorialissima per i suoi vicini di casa, superano i limiti consentiti dalla legge. Ergo, oggi il governo italiano dovrebbe staccare la corrente alla Radio Vaticana. La storia potrebbe finire qui, se negli ultimi giorni non fossero successe cose curiose e interessanti. La prima che un ministro della repubblica - oncologo di fama mondiale - ha detto che non ci sono prove scientifiche del fatto che quelle radiazioni provochino il cancro. La seconda che un gruppo di scienziati ha preso la voce per esprimere lo stesso concetto. La terza che i dirigenti della Radio Vaticana si sono accorti del fatto che i loro impianti non sono ben accettati dalla popolazione locale e hanno proposto una leggera riduzione, per sette ore al giorno, delle emissioni "che non fanno male". Lo scontro con la Citt del Vaticano, in un paese come l'Italia, non cosa da prendere a cuor leggero mentre fervono le consultazioni di Sodano e Ruini. Ponderati i passi, il governo avrebbe dovuto parlare con una sola voce e un solo imperativo: il rispetto della legge, niente di pi e niente di meno che un atto d'ufficio. Se Veronesi e alcuni grandi scienziati pensavano che quella legge fosse sbagliata, meglio avrebbero fatto a dirlo a voce alta quando stata approvata (nel febbraio di quest'anno), non alla vigilia della sua prima clamorosa applicazione. L'avvicinarsi della quale ha riaperto il dibattito sulla pericolosit dell'elettrosmog, risolto da quella legge (approvata all'unanimit) con l'applicazione - rigorosa, per una volta - del "principio di precauzione". Per quanto la si voglia e possa ridiscutere, non c' dubbio che finch vige, quella legge va applicata. Lo ha capito persino il Vaticano, che ieri per la prima volta ha ammesso che un problema c'. E ha annunciato la sua volont di ridurre del 50% (dopo la settimana santa e la pasquetta, per carit) le sue trasmissioni in onde medie. Un gesto politico, non tecnico: tecnicamente, le emissioni erano fuorilegge e fuorilegge restano, dato che non si misurano sulla media giornaliera o mensile. Politicamente, il Vaticano manda a dire al governo italiano: veniamoci incontro. Si pu trattare. Ma quanti e quali cittadini italiani hanno il potere di "trattare" sull'osservanza delle leggi? Alla decisione del governo italiano - attesa per oggi - l'ardua risposta.

Veronesi, una parola su Cesano


di GIUSEPPE MARINI * Onorevole ministro, le dichiarazioni da lei rilasciate al quotidiano la Repubblica il 7 aprile scorso in tema di inquinamento elettromagnetico mi hanno colto di sorpresa e per un momento sono rimasto come stordito da una sensazione di disagio e indignazione; ho 40 anni, tutti vissuti a Cesano, a circa 1 km dalle famose antenne della Radio vaticana, sono sposato, padre di due splendidi bambini, laureato in medicina e faccio parte del comitato "Bambini senza onde" di Cesano. Come cittadino italiano ho provato, nel leggere le sue dichiarazioni, lo stordimento nel rilevare che mentre un ministro dell'ambiente ribadiva la sua ferma intenzione a far rispettare una legge dello stato ispirata al principio di precauzione e quindi a tutela del diritto alla salute di ognuno di noi, un ministro della sanit non spendeva una sola parola relativamente a tale atto di coraggio dovuto. Come padre di famiglia ho provato come non mai la paura di non essere all'altezza del mio ruolo, per la prima volta ho seriamente temuto per la salute dei miei figli, nati sotto queste antenne, e che potrebbero diventare un giorno quei due casi l'anno cos insignificanti dal punto di vista statistico epidemiologico che Lei, signor ministro definisce, un aumento minimo di leucemie infantili . Ma il disagio e l'indignazione sono diventati pi intensi quando ho letto le sue dichiarazioni con l'occhio del medico. Seguo la vicenda della Radio vaticana e dell'inquinamento elettromagnetico da essa prodotto da ormai sei anni e nell'ambito del "Comitato bambini senza onde" il mio atteggiamento nei confronti di questa possibile fonte di rischio per la salute sempre stato ispirato al rigore scientifico appreso sui banchi universitari, gli stessi banchi sui quali ho consolidato la convinzione che quella abusata frase "prevenire meglio che curare" sarebbe stata la mia vera sfida professionale. Egregio ministro, nelle dichiarazioni da lei rilasciate alla stampa non esiste alcun riferimento specifico al caso della Radio vaticana. Questa cosa abbastanza singolare considerando il fatto che se la questione dell'elettrosmog finita per diventare il tema del giorno, lo si deve in grande misura al clamore sollevato dalla stampa intorno agli elevati valori di emissioni di campo elettromagnetico prodotto da queste antenne e alla diffusione dei risultati dello studio epidemiologico dell'Agenzia di sanit pubblica della Regione Lazio riguardante la mortalit per leucemia nella popolazione adulta ed incidenza di leucemia infantile in un'area caratterizzata dalla presenza di un sito di
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emissioni di radiofrequenze. Egregio ministro La invito a nome personale e del Comitato, a rispondere a questa lettera aperta sul caso specifico , sottolineando che molte volte nella storia della medicina si pagato con il caro prezzo della perdita di vite umane l'aver assunto un atteggiamento generalista e poco rigoroso di fronte ai segnali che la natura spesso ci lancia in modo non univoco (vedi amianto-talidomide-cvm-benzene) e ribadendo che nella incertezza della scienza di fronte ad alcuni fattori di rischio l'unico principio valido rimane quello della precauzione . * Medico del lavoro e membro del Comitato bambini senza onde di Cesano

Via le antenne
I CITTADINI "Veronesi? Venga qui a Cesano"

di FRANCESCA COLESANTI Ricorda bene quando suo padre port le sue sorelle maggiori all'inaugurazione del centro di trasmissione di Radio vaticana. Paolo Aquilanti, portavoce del comitato "Bambini senza onde", abitava gi allora a Cesano, nato l, e continua a risiedervi con i suoi tre figli. Altro che "le antenne sono arrivate prima delle case". Cesano vanta anche un borgo medievale, cos come altri due comuni limitrofi, Anguillara e Isola Farnese. E la caserma di Cesano l dagli anni '40, con numerose famiglie di militari che risiedono nelle vicinanze. Oggi a Cesano vivono 12 mila persone e sono circa 60 mila gli abitanti nel raggio di 10 chilometri dal perimetro delle mura che delimitano i 425 ettari di questa enclave della Santa sede. Perch questa battaglia, siete davvero convinti di essere in pericolo? Non solo temiamo per la nostra salute e soprattutto per quella dei nostri figli. Lo studio ormai pi volte citato dell'Agenzia di sanit pubblica della regione Lazio - che documenta un eccesso di incidenza di leucemia e un decremento del rischio all'aumentare della distanza dagli impianti di Radio vaticana - costituisce gi di per s un allarme per la popolazione. E inoltre ancora nulla si sa sugli effetti dell'esposizione a lunga durata a campi elettromagnetici. Perch tutte queste firme di eminenti scienziati, da Veronesi a Regge, che tanto parlano in questi giorni sui giornali, non vengono qui a Cesano a verificare la situazione? Si riferisce alle "leggende metropolitane" di cui parla Tullio Regge su "Repubblica"? Altro che leggende metropolitane. E' la realt quotidiana: un telefono che trasmette i programmi di Radio vaticana, cos come il citofono e le grondaie. Allarmi di sicurezza che scattano senza apparente ragione. Schermi televisivi perennemente disturbati, anche i segnali delle trasmissioni digitali. Un elettricista di Cesano si specializzato nella costruzione di filtri per eliminare questo tipo di disturbi. E lo sa cosa ha detto Padre Borgomeo (il direttore della radio, ndr), che colpa della gente di qua, che acquista prodotti di scarsa qualit, non schermati, non a norma di legge. Pensi che perfino la nuova linea ferroviaria (Roma-Viterbo, che passa per Cesano) subisce delle interferenze. Le apparecchiature elettroniche delle motrici dei treni hanno dovuto essere schermate, perch a rischio. E passi quando si tratta di elettrodomestici, ma anche tutte le strumentazioni medico-diagnostiche subiscono interferenze, dai macchinari per le ecografie a quelli di radiologia o per la risonanza magnetica. Qual il vostro obiettivo finale? Se Radio vaticana dovesse accettare di rispettare i limiti imposti dalla legge italiana, sarete soddisfatti? Chiediamo innanzitutto che la legge italiana sia rispettata. Ma siccome Radio vaticana finora non lo ha fatto, sono tre anni che non lo fa - perch la legge stata approvata nel febbraio 2001, ma esiste un decreto gi dal 1998 - e non abbiamo ragione di credere che li rispetti nel futuro, chiediamo la delocalizzazione degli impianti che anche solo potenzialmente possano determinare il superamento dei limiti imposti dalla legge. Non ci basta che questi funzionino a regime ridotto, devono essere spostati in luoghi non abitati. Su questo punto, anche in occasione dell'incontro con i responsabili di Radio vaticana la settimana scorsa, non abbiamo verificato alcun tipo di

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disponibilit da parte della Santa sede, mentre per noi si tratta dell'unica vera soluzione, al di l di provvedimenti eccezionali e quindi temporanei che possono essere decisi in questo momento.

da "il manifesto" dell'11 Aprile 2001

I valori del Vaticano


di ROBERTA CARLINI Le vie del signore saranno pure infinite, ma a volte seguono strani percorsi. C' voluta l'ostinazione di un gruppo di cittadini italiani e il puntiglio di un ministro che ha ritenuto di dover rispettare il giuramento fatto al rispetto delle leggi italiane (contro pressioni formidabili di ogni ordine e grado) per arrivare, in inizio di millennio e chiusura di legislatura, al pi forte scontro tra stato italiano e stato vaticano che la storia recente ricordi. Uno scontro forte, su un principio minimo: in Italia si applicano le leggi italiane. Questo ha detto il ministro dell'ambiente Willer Bordon, tenuto per dovere d'ufficio a far rispettare le regole a tutela dell'ambiente e della salute in Italia. Questo hanno negato fino all'ultimo le gerarchie vaticane (ampiamente spalleggiate da settori del governo italiano), chiedendo che la questione si perdesse nelle vie diplomatiche bilaterali. Visto dalla politica italiana, il braccio di ferro in atto ci consegna una notizia buona e qualche segnale cattivo: come quelli lanciati dai pesi massimi del governo scesi in campo contro la strana ostinazione di quel Bordon che vuole far rispettare la legge nientemeno che al Vaticano. Si mobilitata la Farnesina, si speso Lamberto Dini. Si prodigato il ministro Veronesi, che ha messo la sua scienza contro i tetti fissati dalla legge, salvo poi disertare una riunione convocata d'urgenza per rimettere in riga Bordon ma nominare seduta stante una nuova commissione di esperti per dimostrare che forse l'elettrosmog non fa cos male. Lo ripetiamo: ogni dibattito lecito, ma finch una legge c' dovere dei ministri (come dei giudici e dei carabinieri) farla rispettare. Anche se pu costare qualcosa al Vaticano o all'Enel. Visto dal Vaticano, il braccio di ferro non meno inquietante. Pochi giorni dopo aver detto che misureranno i politici italiani sulla base del rispetto dei valori fissati dalla chiesa romana, poche settimane dopo aver avviato consultazioni con i candidati premier sulla base del grado di rispetto degli stessi valori, quale immagine, quali

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valori i responsabili massimi della voce della chiesa cattolica nel mondo consegnano alla cronaca e alla storia? "Nessuno ci pu giudicare", n un pretore n un ministro. E poco importa se quel giudizio rinvia appunto a valori come il rispetto dalla vita, la salute della persone, dei bambini. I valori, manda a dire il Vaticano, li decidiamo noi: anche quelli dell'elettrosmog.

da "il manifesto" del 12 Aprile 2001

Radio Vaticana, Amato spegne Bordon


"Il governo italiano regala ai nostri figli un uovo di Pasqua. La sorpresa un'altra carezza elettronica del papa". E' l'amarissimo commento del comitato "bambini senza onde" di Cesano, alle conclusioni raggiunte dal consiglio dei ministri, in merito a Radio vaticana: niente oscuramento (nonostante l'accertata violazione di legge), nuove trattative in commissione bilaterale, un'ulteriore proroga per raggiungere un'intesa, "conseguibile" entro aprile. Alla domanda se gli abitanti di Cesano possano ritenersi soddisfatti il ministro Bordon risponde: "Penso di s, perch c' l'impegno a far rientrare Radio Vaticana entro i limiti stabiliti dalla legge. Solo qualche settimana fa questa questione veniva giudicata irrisolvibile". Chi contento, guarda caso, proprio la Santa sede che "prende atto con soddisfazione della decisione del consiglio dei ministri che riporta il problema del Centro di Santa Maria di Galeria nel binario corretto del rapporto bilaterale fra Italia e Santa sede e nella sede appropriata della commissione bilaterale. Ormai tutto chiaro: il consiglio dei ministri condivide e sostiene le "finalit" del ministro dell'ambiente, ma lo "spegne". Radio vaticana ha ancora venti giorni di tempo per tentare una soluzione concordata alle emissioni inquinanti delle sue antenne. Nel frattempo gli abitanti di Cesano "dovranno preoccuparsi in piena solitudine del possibile rischio per la propria salute, determinato dalla quotidiana e impunita violazione di legge".

L'Amato del Signore


Il consiglio dei ministri si arrende di fronte alle pressioni del Vaticano e sconfessa il ministro dell'ambiente Willer Bordon: rinviato di quindici giorni l'ultimatum sulla riduzione delle emissioni.

di MICAELA BONGI Il ceffone di quelli sonori e il presidente del consiglio Giuliano Amato lascia al ministro dell'ambiente appena il tempo di annunciare pubblicamente la sua iniziativa per stamparglielo in faccia. L'ordinanza firmata da Willer Bordon perch l'Enel, alla mezzanotte del 16 aprile, smettesse di erogare energia elettrica a Radio vaticana nel caso quest'ultima non si fosse ancora adeguata alla legge sull'elettrosmog sospesa ai sensi dell'articolo 400 sui poteri della presidenza del consiglio e rimandata alle decisioni del consiglio dei ministri. Con lo stato pontificio non si scherza. Un membro del governo pu invece tranquillamente essere esautorato da palazzo Chigi se osa sfidare la legge divina di fronte alla quale quella dello stato vale senz'altro meno. Palazzo Chigi si inginocchia al compromesso che fa cantare vittoria all'emittente dello stato pontificio. Quello deciso ieri potrebbe essere un semplice rinvio di due settimane, dal 16 al 30 aprile, rispetto ai tempi indicati da Bordon che si era pure premurato di spiegare di aver dato un giorno di tempo in pi all'emittente per rispetto della santa Pasqua. E aveva anche proposto un fondo spese per permettere a Radio vaticana di adeguarsi alle norme, dicendosi pronto a sborsare il primo milione di tasca sua. Ma, come spiega il comunicato di palazzo Chigi con il quale il contenzioso viene riportato interamente all'interno della commissione bilaterale Italia-santa sede, integrata dai responsabili del ministero della sanit, "dovr essere raggiunta un'intesa fondata su un programma concreto che porti in tempi definiti all'integrale rispetto delle soglie di emissione". Il consiglio dei ministri "ritiene che tale intesa sia conseguibile entro il corrente mese". Il Vaticano "ritiene" altrettanto? Si vedr, anche perch per la sua radio rientrare nei limiti di legge vorrebbe dire rinunciare a trasmettere il Verbo in molte parti del mondo.

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Se non altro nella forma il comunicato non una sconfessione di Bordon, graziosamente blandito nelle prime battute: "Il consiglio ha sostenuto e condiviso le finalit perseguite dal ministro dell'ambiente al fine del rispetto delle soglie di emissione consentite dalla normativa vigente". La commissione bilaterale dovr anche acquisire le misurazioni effettuate dal ministero. Ci mancherebbe altro. Del resto il portavoce dello stato pontificio, Joaquin Navarro-Valls, aveva lamentato nel pomeriggio il fatto che quei dati non fossero stati forniti alla santa sede, salvo sottolineare che comunque i numeri illustrati dal ministro dell'Asinello non corrispondono a quelli della radio. Anche il ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio, che pure quando si parla di Ogm non c' scienziato che tenga, in questo caso soddisfatto del "punto di equilibrio raggiunto" e si affida al buon senso che "credo porter a contemperare le esigenze di Radio vaticana con quelle del rispetto delle leggi italiane". Quando c' la fede... Ovviamente tutti vogliono dare l'impressione di un governo ricompattato, mettendo in evidenza l'obiettivo condiviso: mettere a norma le onde di Maria. Del resto il leader della Casa delle libert, Silvio Berlusconi, aveva avuto gioco fin troppo facile a commentare il balletto degli ultimi giorni: "Non mi pare ci sia molto da dire. C' solo da stare a guardare la situazione e godersi lo spettacolo di un governo in una tale confusione". Ecumenico invece il suo rivale, Francesco Rutelli: nessuno al di sopra della legge, n la Rai, n Mediaset n Radio vaticana, per Amato ha ragione a dire che la questione va risolta nell'ambito del consiglio dei ministri e ha ragione anche Umberto Veronesi. Tuttavia Willer Bordon, che nel pomeriggio entrando nella riunione aveva tenuto il punto ("mi sembrerebbe singolare se il governo italiano non fosse unito nel far rispettare una legge dello stato italiano"), all'uscita non sembra per niente soddisfatto. Il suo commento, se non lo si vuole attribuire allo stordimento provocato dal ceffone mattutino di Giuliano Amato, si direbbe senz'altro polemico: "Non slittato nessun termine. Il 30 aprile il 30 aprile, non abbiamo ancora il calendario gregoriano". Mancava solo che aggiungesse che Palazzo Chigi ha il calendario Giuliano, nel senso di Amato. Tuttavia anche Bordon vuole sottolineare che l'impegno a far rispettare i limiti di legge. Che ci, in assenza di una soluzione condivisa dal Vaticano, possa avvenire a meno di due settimane dalle elezioni non sta n in cielo n in terra. Nell'iperuranio sembra invece trovarsi attualmente il presidente della camera Luciano Violante, che osserva: "Il ministro Bordon aveva detto che qualora non ci fosse stata la riduzione avrebbe tagliato l'energia elettrica. La riduzione c' stata". Quando? In effetti c' chi gioca con i dati, rimandando alla promessa di Radio vaticana di ridurre, da luned, le ore delle trasmissioni in onde medie. Il che non significher certo riportare le emissioni nei limiti di legge. Il Comitato bambini senza onde di Cesano alle rassicurazioni non ha mai creduto e continua a non credere: "Non possiamo avere alcuna fiducia in una soluzione negoziata perch l'esperienza ha gi dimostrato che si tratta di strumenti inconcludenti. Nel frattempo la legge italiana continuer ad essere quotidianamente e impunemente violata, e del possibile rischio per la salute che ne deriva dovranno preoccuparsi in piena solitudine i cittadini interessati". In effetti la loro unica richiesta sempre stata quella di una delocalizzazione delle antenne pi potenti, poich anche una volta ridotte le emissioni nessuno dar loro l'assicurazione che i limiti saranno effettivamente e definitivamente rispettati.

"Bordon applica la legge"


Intervista a Edo Ronchi, che difende la validit dei limiti all'elettrosmog

di FRANCESCA COLESANTI Sull'inquinamento elettromagnetico, l'ex ministro dell'ambiente Edo Ronchi si dice d'accordo, nel merito, con la politica seguita dal suo successore al discastero Willer Bordon. Oltre a essere direttamente parte in causa, in quanto firmatario del decreto 381/98, quello cio che fissa gli ormai famosi tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana, l'ex ministro stato chiamato in causa, assieme ai suoi colleghi "verdi", dall'attuale presidente dell'Enel Chicco Testa, in un'intervista nella quale la politica ambientale dell'attuale governo viene considerata indegna di un paese industriale, poich guidata dall'emotivit e nella quale si accusano alcuni esponenti verdi di "un'intollerabile arroganza". Edo Ronchi, intanto una prima valutazione complessiva sulla vicenda di Radio vaticana.

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Sulla base della normativa vigente, ci sono stati degli accertamenti ripetuti che non hanno avuto esito, cio non sono stati presi in considerazione e quindi, come azione di secondo livello, intervenuto il ministero dell'ambiente. Bordon sta semplicemte applicando la legge. Il ministro secondo lei rimasto nei limiti delle sue competenze rispetto all'applicazione della normativa, tanto della legge quadro che del decreto 381? S, senz'altro. Ma bisogna far attenzione: la legge quadro appena approvata non c'entra niente con il decreto, che quello dei limiti alle alte frequenze, cio quello di cui si chiede l'applicazione a Radio vaticana. Il decreto riguarda le frequenze radiotelevisive, da non confondere con le basse frequenze industriali, cio gli elettrodotti, gli elettrodomestici, per le quali devono essere invece ancora approvati i decreti attuativi della legge quadro del 2001. L'accusa, rivolta da pi parti, che questo decreto imponga dei limiti assolutamente eccessivi, fondata? I limiti di esposizione fissati dall'Inirc (International non-ionizing radiation committee) sono da 86 a 60 volt/metro; i nostri sono pi bassi, da 40 a 60 v/m, ma come ulteriore specificazione viene previsto che in corrispondenza di edifici abitati e luoghi ove la permanenza non sia inferiore alle quattro ore, i limiti siano di 6 v/m. Questo perch se sul corpo umano si misurano 6 v/m, si tratta gi di un'esposizione molto alta. Nel documento dell'Inirc si spiega che ci sono due tipi di conseguenze dell'inquinamento elettromagnetico. Conseguenze acute, accertate, di tipo sanitario nel breve termine, ed effetti di esposizione prolungata. Tra le prime, vi sono il surriscaldamento dei tessuti e del corpo, un'anomala stimolazione dei muscoli e dei nervi periferici e poi l'induzione di correnti elettriche vere e proprie, con scosse e scariche. Queste cause determinano dei disturbi, i pi frequenti dei quali sono insonnia, irritabilit, disturbi neurovegetativi, alterazioni ormonali, disturbi alla vista e all'udito. Questi effetti sono collegabili a quei valori compresi nei 6v/m, quindi direi che ci sono indicazioni sufficienti per rientrare in questi limiti. Non c'entra niente il rischio, anche solo possibile, di cancro e di leucemie. Si tratta invece di effetti acuti accertati. E sulle accuse di psicosi, di attuare una politica guidata dall'emotivit, che sono state rivolte ai verdi? Qualche aspetto di psicosi c', inutile negarlo. Stati d'ansia e di preoccupazione per sono del tutto comprensibili, come anche vero che vi sono altre sostanze inquinanti sicuramente pi pericolose, di accertata cancerogenicit, l'esempio tipico sono il benzene o l'amianto. Ma questo non pu essere utilizzato per sottovalutare le conseguenze di questa forma di inquinamento. Ovviamente si pu decidere una scala di priorit, con quali risorse e con quali strategie. Per non si pu dire che l'elettrosmog allora non fa male o innocuo, perch questo non vero. Cosa prevede invece sullo scontro che si profila sui decreti attuativi della legge quadro, che riguardano pi da vicino le basse frequenze, gli elettrodotti. A me non interessano le grida manzoniane, piuttosto le conseguenze delle misure. Sarebbe importante avviare un risanamento pi incisivo della rete enel, sia pure scaglionata nel tempo. E la legge prevede dieci anni. Pi che indicare limiti di qualit, cominciamo a individuare quei chilometri della rete Enel che hanno livelli di esposizione pi elevati. Individuiamo i soggetti sensibili pi esposti a partire dai bambini, e quelli mettiamoli tutti al sicuro subito.

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da "il manifesto" del 13 Aprile 2001

"Era la nostra ultima sponda"


Colloquio con Paolo Aquilanti sulle antenne del papa che il governo per ora ha salvato

di FRANCESCA COLESANTI Cari abitanti di Cesano, abbiamo scherzato. Avete avuto il vostro momento di notoriet, vi abbiamo dato ascolto, fotografato e intervistato. Avete avuto l'onore di ricevere nel vostro paesino ministri e sottosegretari, tecnici, giornalisti e cameramen. Ora tutto rientrato, o quasi, la commissione bilaterale Italia Santa sede presto annegher ogni vostro ulteriore grido, se altri protagonismi ministeriali non torneranno ad amplificare i vostri sussulti. Le antenne sono l e l resteranno. Le vostre insonnie, nervosismi, emicranie, non ci interessano pi. E per favore non veniteci a disturbare ancora con storie di leucemie infantili e tumori senili. Tutto frutto di una straripante fantasia e di un insano protagonismo. Quello che poi davvero ingiustificabile l'orgoglio che vi ha spinto, ieri, a tacere a tutti, proprio a tutti, della celebrazione in memoria di G., dieci anni, morta esattamente un anno fa, di leucemia. Avreste potuto avere decine di telecamere, avreste potuto utilizzare questa occasione come uno schiaffo al Governo, al Vaticano, ai detrattori della vostra causa. Non lo avete fatto, e questo dice tutto sui vostri sentimenti. Gli stessi che non vi consentono di gettare la spugna. Prima di decidere i prossimi passi, opportuna una riflessione sugli ultimi sviluppi. "La nostra interpretazione che non c' un impegno concreto da parte della Santa sede, n del governo italiano a far rispettare la legge, ma solo il rinvio di comune accordo a una sede negoziale che per ha gi dimostrato il suo fallimento", spiega amareggiato Paolo Aquilanti, portavoce del comitato Bambini senza onde di Cesano. Il perch di questa diffidenza davanti gli occhi di tutti, trattandosi del Vaticano: "E' il preludio a un altro rinvio, siamo tornati alla sede negoziale che gi di per s impropria, e nel caso concreto ha dimostrato di non produrre risultati, se non vaghe campagne di misurazione, dichiarazioni di buona volont. Anzi gi solo negli impegni verbali si verificato un arretramento, perch non si parla pi nemmeno della riduzione delle emissioni di sette ore annunciata in un primo tempo dal Vaticano. La Santa sede prima ha contestato la legge italiana, poi ha concesso di riconoscerla ma contesta il modo in cui applicata, il tutto con un arbitrio che non corrisponde a normali relazioni con un altro stato sovrano". Quanto al ministro Bordon "resta la nostra unica sponda. Speriamo che faccia qualcosa per noi, oltre quello che ha fatto. Interpretiamo e giudichiamo la sua azione, sotto il profilo istituzionale, come una condotta esemplare; poi il governo lo ha sconfessato. Se ci sono dei secondi fini, propagandistici o elettorali, a noi non interessa".

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Il vero nodo della trattativa, secondo Aquilanti, che tecnicamente le trasmissioni della Radio vaticana e il rispetto delle norme italiane sono due condizioni incompatibili, "questo un nodo che nessuna trattativa potr sciogliere se non con la delocalizzazione degli impianti. Altrimenti avremmo motivo di temere che di fronte a soluzioni apparenti, si nasconda la volont di mantenere il problema nei termini in cui sempre stato". Per quanto riguarda infine la posizione di verdi e ambientalisti, "le dichiarazioni di Mattioli e Francescato (quest'ultima ha definito equilibrata la posizione del governo), non corrispondono assolutamente a quanto detto quando vennero a Cesano. Da un atto di solidariet che allora apprezzammo molto, ci saremmo aspettati un'azione pi risoluta". Il Comitato adesso chieder di essere ricevuto da Ciampi, invitandolo a farsi garante di una soluzione definita e certa.

da "il manifesto" del 3 Maggio 2001

E cos sia
Il governo si fida di Radio vaticana e sconfessa Bordon. Il Vaticano adeguer i suoi impianti radio alla legge italiana. Se e quando lo vorr. Il consiglio dei ministri regala alla Santa sede l'ennesimo rinvio. I limiti all'elettrosmog restano sulla carta. La rabbia degli abitanti di Cesano.

di FRANCESCA COLESANTI I bersaglieri possono tornare nelle caserme, l'assalto a Radio vaticana stato rinviato. Cos come il rispetto della legge italiana. A spuntarla l'arma dilatoria della trattativa diplomatica con la Santa sede. Il ministro Bordon che intendeva far rispettare la normativa sull'elettrosmog si fatto sbeffeggiare una seconda volta dai suoi colleghi di governo. Si detto "insoddisfatto" e ha scritto al premier: oggi, non c' due senza tre, prender il terzo ceffone e allora, forse, rassegner le dimissioni. Giuliano Amato ha pi fiducia nei lavori della commisssione bilaterale Italia Vaticano che negli scarni risultati dei controlli sulle emissioni elettromagnetiche, che confermano l'inquinamento prodotto dal centro di Santa Maria di Galeria. "In questa prospettiva - ha detto in tarda serata il presidente del consiglio - confido che la loro riunione prevista per il 18 maggio, sia quella conclusiva". Dopo le elezioni, quindi. Molto soddisfatta la Santa sede che si compiace della fiducia accordata dal governo italiano alla seriet e credibilit della commissione bilaterale. Scampato il pericolo di una sospensione dell'energia elettrica (ve lo ricordate il black out minacciato da Bordon?), il Vaticano ha tutto da guadagnare sullo slittamento dell'attenzione sui dissidi interni al governo. E ne approfitta per sbandierare come una significativa dimostrazione di buona volont e di graduale adeguamento alla normativa italiana, l'immediata delocalizzazione di un'antenna (che rester sempre all'interno del centro di Cesano) e la riduzione dei tempi di trasmissione per le onde medie in tempi non meglio definiti. I verdi, dalla Francescato a Pecoraro Scanio a Mattioli, si dicono solidali con il ministro dell'ambiente ma lo pregano di non dimettersi, poich "indebolirebbe la lotta sull'approvazione dei decreti attuativi della legge sull'elettrosmog". Legambiente e Wwf, anch'essi impegnati in questa ulteriore battaglia, definiscono "farsesca" la vicenda Radio vaticana e accusano il governo di "non saper decidere". Riaffiora dalle profondit persino la voce di Giulio

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Andreotti, secondo il quale il governo "non ci fa una buona figura nel suo insieme": avrebbe dovuto lavare i panni sporchi in casa propria, un'arte di cui stato maestro, e Bordon un cattivo discepolo.

I ministri di Dio
di FRANCESCA COLESANTI Non c' davvero limite all'inganno e alla cialtroneria e la vicenda di Radio vaticana ne una conferma esemplare. L'emittente pontificia fuorilegge? S, dati alla mano lo . Deve, o anche solo dovr, rispettare la normativa italiana? No, il governo l'ha esentata. Non solo: il ministro che si era fatto paladino dei diritti violati degli abitanti di Cesano, si limita, per ora, a dichiararsi "insoddisfatto" e a scrivere una lettera di tre pagine a Giuliano Amato. Willer Bordon, infatti, sconfessato una prima e una seconda volta dal gabinetto di cui fa parte, non rassegna le dimissioni. Porge l'altra guancia al presidente del consiglio e, prima di decidere, aspetta una sua risposta. La suspence prorogata di un giorno. Con estrema disinvoltura, il consiglio dei ministri di ieri ha deciso di "soprassedere" all'applicazione della legge. Con altrettanta sfacciataggine l'emittente della Santa sede si detta soddisfatta, guarda caso, delle decisioni del governo. Entrambi considerano seri e credibili i lavori in corso della commissione bilaterale Italia-Vaticano e quindi non vogliono intralciarli, anzi, avranno tutto il tempo a loro disposizione. Ad libitum. Poco importa se le disposizioni di legge sui limiti alle emissioni elettromagnetiche sono state dribblate, anzi violate, poco importa se la popolazione di Cesano si sente beffata, suddita di un altro stato e di un altro re. Il consiglio dei ministri di ieri, si legge in una nota, "visti i lavori sin qui svolti dalla commissione bilaterale ha preso atto degli intendimenti che ne sono emersi sia riguardo alle onde corte che alle onde medie. Per quanto riguarda le prime ne prevede la immediata delocalizzazione. Per quanta riguarda le seconde si prevede che ci debba accadere in tempi pi lunghi, ma emerso l'intendimento di portare al piu presto le emissioni sotto la soglia di legge. Il governo - continua la nota - sottolinea che nel breve periodo la riconduzione sotto le soglie di legge delle emissioni ad onde medie pu (non deve, ndr) avvenire in modo equivalente, attraverso corrispondenti riduzioni della loro durata". Tradotto, una fregatura sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto, perch per "immediata delocalizzazione", termine ad effetto, non si intende affatto lo spostamento della fonte di emissione, in parole povere mettere le antenne da un'altra parte, ma semplicemente spostare il segnale di una delle 31 antenne ad onde corte (quella incriminata) su un'altra antenna situata pi all'interno, sempre nel centro di Santa Maria di Galeria. In secondo luogo, per quanto riguarda le onde medie, non si fissa alcun termine per ottemperare al disposto della legge italiana, e si contempla come "equivalente" l'eventuale riduzione delle ore di trasmissione piuttosto che la riduzione effettiva della potenza delle emissioni. Non c' da stupirsi che la reazione di Cesano sia molto dura, di fronte a questo ennesimo schiaffo del governo, amplificato dall'eco della soddisfazione vaticana. "Nei riguardi della Radio vaticana e della Santa sede il governo abdica alla sua funzione essenziale - commenta Paolo Aquilanti, del comitato Bambini senza onde - quella di esigere il rispetto di una legge dello stato, accettando anche un'equivoca promessa di delocalizzazione che dissimula un proposito assai meno impegnativo, senza indicazioni certe sui tempi e sull'eventuale sito alternativo, sia per le onde corte che per le onde medie". Anche sul secondo fronte aperto dell'elettrosmog, cio l'approvazione dei decreti attuativi della legge quadro 36/2001 (sulla tutela dei campi elettromagnetici, in particolare le basse frequenze, cio gli elettrodotti) tutto stato rinviato al consiglio dei ministri del 9 maggio. Per la loro approvazione manca il concerto del ministero della sanit, il ministro Veronesi ha in pi occasioni sostenuto l'opinione secondo la quale i limiti previsti nelle bozze dei decreti sono troppo bassi (0,5 microtesla per i luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore e 0,2 microtesla come obiettivo di qualit da raggiungere in dieci anni). Una normativa che ha messo l'Italia all'avanguardia tra i paesi europei in materia di tutela ambientale e sanitaria per aver introdotto il principio di precauzione in merito all'elettrosmog. Ma che, per passare alla bonifica dei siti a rischio, sarebbe troppo impegnativa e onerosa, secondo L'Enel e Veronesi. La raccolta di materiale sulle radiazioni vaticane segue a pagina 3...
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da "il manifesto" del 20 Febbraio 2002

Una radio sopra la legge


Nessun processo a Radio Vaticana. Lo ha deciso il tribunale di Roma che ha riconosciuto all'emittente della Santa Sede l'esenzione da ogni "ingerenza" da parte dello Stato italiano. Una sentenza criticata duramente dalle vittime dell'inquinamento elettromagnetico.

di TIZIANA BARRUCCI Eppure quando venne il momento, persino Ges accett di farsi giudicare dai comuni mortali. Ma Radio Vaticana no, in quanto "ente centrale della chiesa", non pu essere imputata in un processo della Repubblica italiana. O almeno non possono subre l'affronto i suoi funzionari. Altri tempi, altre scelte. E ieri in aula si consumato l'ultimo - o presunto tale - atto di questa vicenda dei nostri tempi, quella di un processo impossibile, che rispolvera anche vecchi principi quasi a beffa di nuove esigenze. Niente giurisdizione italiana, quindiniente processo per presunto inquinamento elettromagnetico. Questo il verdetto del giudice. E in quell'aula in cui mancavano ministri e autorit la disperata rabbia dei cittadini di Cesano e dei rappresentanti delle associazioni di parte civile non si pi trattenuta: "E' una vergogna. Delinquenti, mafiosi". Urla disperate di cattolici delusi dalle loro guide, di chi non sente di poter pi essere cittadino di uno stato che lo ignora. "Ci hanno lasciati soli", dicono, mentre qualche rappresentante del coordinamento di Roma Nord propone un referendum nelle circoscrizioni XVIII, XIX e XX per chiedere l'autonomia dallo Stato italiano. "Vogliamo cancellare dai nostri passaporti il nome della Repubblica italiana perch uno stato che non ci tutela". Prima che quelle urla di protesta inducessero il magistrato a invitare gli offesi fuori dall'aula pena l'arresto per oltraggio, lo stesso giudice del tribunale romano, Andrea Calabria, aveva decretato il non luogo a procedere nei confronti dei tre rappresentanti dell'emittente vaticana. Gli imputati, padre Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione di Radio Vaticana, padre Pasquale Borgomeo, direttore generale dell'emittente e Costantino Pacifici, capo della direzione tecnica, accusati di "getto pericoloso di cose" non potranno essere processati grazie al'articolo 11 dei Patti Lateranensi che assicurano agli enti centrali della santa sede l'esenzione da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano. Assieme agli avvocati difensori Marcello Melandri e Eugenio Pacelli, nipote di papa Pacelli, soddisfatto anche il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, che si detto "lieto" per la conclusione della vicenda, "anche se le misurazioni e i controlli proseguiranno". Concetto ripreso ovviamente dalla stessa emittente per la quale la conclusione della causa penale "non significa in alcun modo che la radio cesser di adottare le misure precauzionali intese a venire incontro alle preoccupazioni della popolazione in campo sanitario e ambientale, misure attuate in accordo con le autorit italiane". Parole che nella mente dei cittadini sovrastati dalla grande antenna a forma di croce pesano come macigni nei ricordi e nella certezza che i citofoni continueranno a trasmettere l'Ave Maria, che gli elettrodomestici proseguiranno a non accendersi e rester in vigore anche la circolare dell'esercito che chiede ai militari della vicina caserma di non sostare pi di 60 minuti sulla terrazza dell'edificio per la pericolosit del campo elettromagnetico. Passata la rabbia per, nessuno demorde: "Cercheremo comunque di proseguire la battaglia, ci rivolgeremo alla corte europea dei diritti dell'uomo" promettono da Cesano. Anche i pm assicurano un appello: "Aspettiamo di conoscere le motivazioni per decidere se istruirlo alla corte d'Appello o alla Cassazione". Sentenza con "forzatura", secondo Guido Santonocito del Wwf, per i quale il ricorso "ha buone probabilit di vittoria". "Dal punto di vista giuridico - dice Santonocito, che parla di assoluzione medievale - la sentenza crea di fatto un'immunit per i responsabili dell'emittente che da oggi potranno commettere in Italia qualunque altro reato senza venir giudicati". Nonostante l'occasione tragica strappa comunque un sorriso, se pur amaro, la battuta con cui commenta una "sentenza molto pericolosa" l'ex ministro delle politiche comunitarie Gianni Mattioli che al giudice Calabria vorrebbe chiedere "se non ritiene che a questo punto Gheddafi possa legittimamente lanciare un missile in Italia con

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il pretesto che l'Italia non ha giurisdizione sul suo Stato".

"E ora la Santa Sede rinunci al privilegio"


di PAOLO AQUILANTI (Portavoce del comitato "Bambini senza onde") La questione dell'inquinamento elettromagnetico provocato dagli impianti della Radio Vaticana nel territorio di Cesano e dintorni, nei pressi di Roma, si impose all'attenzione generale nella primavera dello scorso anno, quando fu pubblicata una ricerca condotta dall'Agenzia di sanit pubblica della Regione Lazio. In quello studio si rendeva evidente una concentrazione anomala di malattie degenerative, in particolare leucemia infantile, nelle popolazioni residenti in quella zona, dislocate in misura crescente in prossimit degli impianti. Il comitato Bambini senza onde, costituito a Cesano da un gruppo di genitori preoccupati per la salute dei propri figli, intraprese una serie di azioni di lotta, organizzando anche una manifestazione popolare di protesta, il primo aprile 2001, davanti alla sede della Radio Vaticana, in San Pietro. Vi parteciparono molte centinaia di persone e una delegazione dei manifestanti incontr i responsabili dell'emittente pontificia, ricevendone vaghe promesse e rassicurazioni sulla riduzione della potenza di emissione. Al riguardo, infatti, va ricordato che gi da alcuni anni le rilevazioni ufficiali compiute da enti pubblici qualificati come l'Anpa, l'Enea e il Cnr dimostravano la sistematica violazione, ad opera della Radio Vaticana, dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, fissati nella misura di 6 volt/metro da un decreto del Ministro dell'ambiente del 1988. In quelle settimane della primavera 2001, il ministro dell'ambiente Willer Bordon annunciava l'intenzione di assumere una ordinanza d'urgenza per ripristinare la legalit, ingiungendo all'Enel di sospendere la fornitura di energia elettrica agli impianti della radio, in mancanza di iniziative unilaterali equivalenti quanto alla riduzione della capacit inquinante. L'ordinanza sarebbe stata effettivamente adottata, ma subito sospesa dal Presidente del consiglio Amato, con l'impegno di richiedere alla commissione bilaterale Stato-Santa Sede, costituita da tempo per risolvere la questione, una definizione certa e rapida della vicenda. Si rimetteva dunque la soluzione a una sede negoziale, la sola riconosciuta dalla Radio Vaticana e dalla Santa Sede, contestata invece dai cittadini interessati perch dimostratasi inconcludente e incline ad accomodamenti in favore della controparte vaticana. Nelle stesse settimane, si manifestava in forma pubblica e clamorosa l'avversione del ministro della Sanit Veronesi alla legge sull'inquinamento elettromagnetico appena entrata in vigore, ma discussa in Parlamento anche quando il titolare del dicastero della sanit era proprio il professor Veronesi. La commissione bilaterale concludeva un'intesa il 18 maggio 2001: si prevedeva il rientro nei limiti della legge italiana a decorrere dal primo settembre, mediante il trasferimento di una parte delle trasmissioni su un impianto preso in affitto nella Francia meridionale, a spese dello Stato italiano. Dopo il 31 agosto, nessuna istituzione pubblica ha effettuato misurazioni per verificare il rispetto dell'accordo, ma il comitato di Cesano svolgeva invece le proprie verifiche, con tecnologie le pi sofisticate, avvalendosi dell'offerta di un'impresa privata: il campo elettromagnetico era pari al doppio di quello tollerato dalle norme italiane. Nel frattempo, concludeva i suoi lavori un gruppo di studio nominato dal ministro Veronesi, affermando che non vi erano evidenze di correlazione tra l'esposizione ai campi elettromagnetici registrati a Cesano e le malattie che vi si succedevano: conclusioni quantomeno superficiali e non argomentate, come sostengono gli stessi autori della ricerca, ben pi accurata, condotta a suo tempo per conto della Regione Lazio. Intanto si avvicinava la data di un appuntamento dinanzi al giudice penale, che si risolto nella beffa di ieri: processare i responsabili della Radio Vaticana sarebbe un'ingerenza indebita sulla Santa Sede, proibita dal Trattato del Laterano. In effetti, le sole ingerenze conosciute in proposito sono quelle della Radio Vaticana nella vita quotidiana degli abitanti di Cesano: molestie agli apparati elettrici, disturbi delle conversazioni telefoniche, inibizione dei collegamenti Internet, ma soprattutto il mancato rispetto del principio di precauzione in una vicenda che suscita le pi vive preoccupazioni per la salute dei residenti. Dall'amara esperienza il comitato di Cesano si conferma nella convinzione che la sola soluzione efficace quella del trasferimento dell'impianto in un'area non abitata, perch non compatibile la prossimit tra un impianto di quelle dimensioni e di quella potenza e gli insediamenti abitativi, tanto pi se i responsabili di quell'impianto sono per definizione irresponsabili. D'altra parte, si propone anche una questione di legalit sostanziale, che si potrebbe risolvere con una dimostrazione di effettiva disponibilit, da parte della Santa Sede, a osservare le norme poste a tutela dell'ambiente e della salute in territorio italiano: sia concordata una deroga ai Trattati, affermando che il privilegio in questi casi non si applica.
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