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N. 8 ANN embre O II // sett 2010
PENSIERI DI
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Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Brescia - contiene I.P.
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I Cinesi sbarcano a Brescia
GIOVANI E LAVORO
sbocciata la generazione P
IN QUESTO NUmERO
Editoriale I nodi vengono al pettine Prodotto & mercato Giancarlo Dallera: una classe dirigente a prova di futuro Giuseppe romele: la legislatura durer ernesto Fasoli: una storia preziosa Luca belpietro: da Brescia alla savana roberta Pompa: Maya, la cantante che sogna le stelle www.dodicimesi.com: la libert di casa esa: diffondere la cultura della prevenzione A.F.b: Brescia ha il pollice verde strategia dimpresa tu e il fisco ripresa e/o crescita? Inchiesta: i Cinesi a brescia
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Giovani: un futuro da barboni? Inchiesta: giovani e lavoro Professione: organizzatori di eventi Hinterland: Gussago Viaggio in Provincia: Odolo, Vestone, Idro, Bagolino Pelo e contropelo Qui e l Quello che le donne vogliono Ci sentiamo su Facebook sudafrica 2010: quando il calcio lascia il segno La 100 miglia vespistica Gentile Farmacista specchio delle mie brame Videoteca successo
Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal mondo. Settembre 2010 anno II - Numero 8 Rivista mensile - 1,00 VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 e-mail:redazione@dodicimesi.com Direttore Responsabile RobertoBarucco e-mail:direzione@dodicimesi.com Editore SalesSolutionssrl VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia RegistrazioneTribunalediBrescian.52del24/11/2008 PosteItalianeSpASpedizionein AbbonamentoPostale-70%-DCBBrescia hanno collaborato AliceAimo,EvaAlessandri,GiovanniAltuni,RobertoBarucco, LuceBellori,NicolaBendinelli,LivioBenassi,EsterinoBenatti, ElizabethBertoli,SilvioBettini,PaoloemilioBonzio,Donatella Car,AlessandraCascio,LodovicoCherubini,AlessandroCheula, PaoloCittadini,MarioConserva,EnricoFilippini,Rolando Giambelli,RobertoGiulietti,ViolaLadi,LucreziaLombardi, RiccardoMaffei,FerdinandoMagnino,SergioMasini,Enrico Mattinzoli,CristinaMinini,GiorgioOlla,AntonioPanigalli, LucianoPonzi,MassimoPortolani,FrancescoRastrelli,Emanuele Salvi,SilviaSardi,SalvatoreScandurra,AlessandraTonizzo.
DODICI MESI
MESI
Impaginazione WaveCommunicationSrl Fotografie ArchivioSalesSolutions,UmbertoFavretto AgenziaReporter,RolandoGiambelli IlFotogramma,PatrickMerighiBresciain Vetrina,CristinaMinini Stampa MediagrafSpa-Padova Pubblicit
www.ubileasing.it
Per le condizioni contrattuali si rinvia a quanto indicato nei fogli informativi disponibili presso le agenzie UBI Leasing e le filiali del Gruppo UBI Banca
E
di ROBERTO BARUCCO
DItoRIalE
trano settembre, questo. Settembre stimolante, con laria fresca del mattino che sa di nuovo e le contorsioni politiche in ossequio allarte del possibile che rimbalzano da Roma fino alle vecchie mura di Brescia. Francamente volevamo parlare di riforma universitaria, passata al Senato nellultimo scorcio di luglio (con 152 s, 94 no, 1 astenuto e con i voti dellApi di Francesco Rutelli e della Svp, esvaup, come dicono dalle parti di Bolzano), e degli effetti del Ddl Gelmini. Del nuovo rettore bresciano, del futuro degli Atenei, locali e nazionali, mentre cambiano i criteri di assegnazione dei fondi, arrivano le pagelle dei docenti. Temi caldi in fase di ripresa di scuole e impegni accademici. Ma non sappiamo se alla Camera si concretizzer, dopo il dibattito, lapprovazione definitiva della riforma, visto lincalzare di strappi e divorzi. E di variazioni nei numeri della politica, quelli che nella conseguenza diretta della pluridescritta vicenda Fini Berlusconi, ora non esistono pi, almeno sulla carta. Appoggi esterni al Governo? Nuove alleanze? Crisi? Non dato saperlo, nelle ultime ore di luglio, mentre impaginiamo e andiamo in stampa, non abbiamo certezze. Ne avrete sicuramente pi voi quando ci leggerete in settembre, riposti pinne, fucile ed occhiali negli armadi e nei garage, a vacanza conclusa. I numeri, intanto, oggi, giorno terso e azzurro di piena estate, alla Camera non ci sono pi, escludendo ovviamente le mille variabili della politica e i cambi di rotta dellultima ora, e il ricorso alla fiducia, non nuovo a nessun governo, una roulette russa. Oggi, mentre gli italiani sulle spiagge e in montagna riposano, i numeri ipotizzati dai media sarebbero questi: 34 deputati
finiani guarderebbero a Futuro e Libert ( di 27 lo scarto a favore del Pdl per mantenere la maggioranza alla Camera), pronti ad andarsene, e 14 senatori (a Palazzo Madama il governo conta su 13 voti di vantaggio) nelle stesse condizioni. Tempo di gruppi autonomi e conteggioni, per dirla con Fantozzi, mentre i laboratori della politica, anche locali, si attivano e chi pratica il mestiere della cosa pubblica guarda a chi sta con chi e perch e perch no e perch forse. In questa Brescia che non esente da sperimentazioni partitiche e attende con antica, gattopardesca pazienza gli eventi (e spesso li precorre), intanto sfogliamo il nostro Dodici, spostandoci nellarcipelago cinese casereccio, tra massaggi veri e prestazioni pi calde e meno terapeutiche, tenendo lo sguardo ai lanci dagenzia dedicati alla risoluzione delle Nazioni Unite, che almeno ci riporta con i piedi sulla terra, anzi sullacqua, dopo le alchimie politiche estive, il gossip, le chiappe dei vip al vento, lapologia dei parvenue e le notizie thai-oleose raccolte nei centri esotico-nostrani. Dalla dittatura del futile al respiro lento della storia, ecco: Lacqua un diritto umano fondamentale titolano le agenzie di mezzo mondo. Reiteriamo: laccesso allacqua potabile e ad uso igienico un diritto umano fondamentale. Registriamo il voto storico, la risoluzione passata nella notte del 29 luglio con il voto a favore di 122 nazioni, nessun contrario e 41 astensioni (interessante notare come si siano astenuti gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito e lAustralia). Linserimento della risoluzione nella Dichiarazione dei diritti umani un passo decisivo. E su questo fatto, che pone finalmente le basi per un diverso approccio alle pulsioni imprenditoriali pi sfrenate e ripropone la centralit delluomo e la necessit di un possibile, migliore, futuro comune, andiamo verso la nuova stagione. E, lasciateci sognare, verso unItalia che sappia essere al passo con i tempi mutati, orgogliosa di se stessa.
MESI 12SETTEmBRE 2010
O
di ANTONIO PANIGALLI
PINIoNI
I NODI
VENGONO AL PETTINE
no dei comparti che fanno da cartina di tornasole del nostro stato di salute e della capacit (in questo esempio dei singoli) e della volont (dei tanti e quindi pi della politica) di farcela quello delle tecnologie e dellIct (information and communication technology). Anche in questo settore primeggiamo con le contraddizioni, come al solito tutte italiane, che emergono vistosamente nella lettura di alcuni dati tratti da un recente studio della Autority Britannica delle comunicazioni: lItalia ha la pi alta densit di linee mobili rispetto ai paesi che fanno parte del G7 (pare quindi che il virtuosismo tecnologico del singolo individuo sia incontenibile e che la collettivit ne possa beneficiare). In compenso, siamo il paese, sempre tra i grandi della terra, che nel G7 allultimo posto per quanto riguarda la digitalizzazione con connettivit in banda larga e di pi, tra il 2003 ed il 2008, le connessioni ogni 100 abitanti anzich incrementare, come accaduto in tutto il mondo, sono addirittura calate da circa il 52% a circa il 40%. Quindi, vero che nonostante i nostri primati nella diffusione delle linee mobile (155 linee mobili ogni 100 abitanti, con un aumento del 58% rispetto al 2003, quando le linee erano 97,66), esiste un problema di digital divide (il divario tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e a nuovi servizi, come quel-
li erogati in internet, e chi invece, per scelta o per questioni di infrastrutture assenti e/o poco efficienti, non pu farlo). Solo un italiano su due utilizza il web (cio circa il 47% delle persone comprese nella fascia di et compresa tra i 15 ed i 74 anni) e pu quindi trarre vantaggio dalla galassia informativa e di servizi che internet fornisce. Stesso discorso anche per quanto riguarda le imprese, in particolare le Pmi che nel complesso hanno un indice di connettivit che non arriva al 50%. Lesigenza di cambiare registro sicuramente lampante e lapproccio al problema dovrebbe essere assolutamente pragmatico. Una prima ricetta di miglioramento ed implementazione dei servizi per i cittadini, forniti da istituzioni, sanit, comparto scolastico, imprese, ecc. potrebbe essere linizio del cambio di tendenza. Servono poi progetti di formazione ed informazione, qui il driver potrebbe essere la scuola, a patto che sia essa stessa la prima nel rinnovarsi digitalmente. Ed in ultimo, il tasto dolente degli investimenti in infrastrutture, che, in un contesto di mercato decisamente difficile, rischiano di divenire miraggi. Infatti, la contrazione, nel settore It (il quarto maggiore settore industriale del paese, con circa 400.000 addetti e 97.000 imprese) stata pari all8,1%, nettamente superiore alla media mondiale (-5,4%) e, tra i paesi avanzati, lItalia quello che lo scorso anno ha re-
gistrato il maggiore aumento del divario tra Pil (-5%) e investimenti It (-8,1%). In sofferenza appunto il settore delle Tlc che ha segnato un calo complessivo del 2,3% principalmente a causa del trend negativo del segmento mobile, che negli ultimi 15 anni stato traino dellintero mercato, ma ora pare ormai giunto alla saturazione, con una penetrazione superiore al 150% (per la prima volta in 15 anni si registrato un calo, seppur nellordine solo del -1,5%, nella attivazione di linee Sim mobile). Ma forse le vere principali motivazioni di questo stato di cose deve essere ricercato nella dissennata grande stagione delle privatizzazioni, nella quale stata ceduta per essere in pi step depredata una grande compagnia pubblica di telecomunicazioni (e fino qui potrebbe solo essere un problema etico/morale), con la svista di cedere, insieme a Telecom anche la rete infrastrutturale. Questa piccola svista costata a tutti molto pi di quanto non sia possibile immaginare, perch, nella vera sostanza delle cose, non ha consentito la crescita di un libero mercato, n tantomeno il doveroso sviluppo di una vera e propria infrastruttura tecnologica indipendente, per limplementazione delle reti a larga banda. ovvio che, se il principale player del mercato anche il proprietario dellautostrada informatica, non far nulla per facilitare la crescita degli altri competitors, quindi il danno maggiore sar come al solito per gli utenti.
MESI 12SETTEmBRE 2010
OTTOBRE
AUSTRALIA Mosaico Tour NEPAL e le sue culture VIETNAM e CAMBOGIA CILE AUTENTICO Gran Tour NAMIBIA Mosaico Tour INDIA Passaggio del Nord BRASILE dAutore CUBA Gran Tour SUDAFRICA per tutti Tour BIRMANIA e le Pagode
OMAN: la Terra del Sultano INDIA le Perle del Nord con Calcutta EGITTO Ramses Programma Crociera e Tour MAROCCO Gran Tour EGITTO le Oasi occidentali e il Mare di sabbia
DICEMBRE
MESSICO Maya Mosaico Tour BRASILE OVERLAND ltra dune e lagune
NOVEMBRE
YEMEN un sogno color ocra Tour LIBIA Tour: le Meraviglie del Sahara
EGITTO le Oasi del Nord PATAGONIA OVERLAND Explorer ROVANIEMI per piccoli Viaggiatori
www.amerigoviaggi.it
BRESCIA SEDE: Piazza Cesare Battisti, 2 - Tel. 030.396161 BRESCIA - BORGO WHRER: Viale Bornata, 45 - Tel. 030.360580 BRESCIA: Via Pusterla, 6/c - Tel. 030.3753765 CONCESIO c/o EMMEBIESSE TRAVEL: Viale Europa, 337 - Tel. 030.2186083 GARDONE V.T. c/o EMMEBIESSE TRAVEL: Via G. Matteotti, 288 - Tel. 030.8913845 REZZATO c/o VOYAGER 125: Via G. Matteotti, 125 - Tel. 030.2596141 TRAVAGLIATO c/o VOYAGER 125: Via G. Marconi, 37 - Tel. 030.6864641 PONTEVICO c/o VOYAGER 125: Via XX Settembre, 15 - Tel. 030.9306135 PONTOGLIO c/o SUB MARINE VIAGGI: Viale G.B. Orizio, 6 - Tel. 030.7471080 COLOGNE c/o SUB MARINE VIAGGI: Via Roma, 27 - Tel. 030.7157325
R
di SILVIO BETTINI
UBRIca
o trovato davvero curioso un articolo pubblicato sul Corriere della Sera di qualche settimana fa in tema di nuovo redditometro: nellarticolo si narrava la vicenda di un anonimo contribuente, con nome e cognome ben noto allAgenzia delle entrate, per non pubblicato, il quale dopo aver dichiarato circa 15.000 lordi lanno, si visto accertare nello stesso anno spese per oltre 140.000 euro. Nella sua lista della spesa trovavano spazio 6.500 euro per abbonamento alla beauty farm, 2-3mila a quello della palestra, altri 15.000 per viaggi allestero oltre ad una nuova automobile per 70.000 e cos via. Ammetto che mi sono un po impietosito: con cosa avr potuto nutrire i suoi bambini (ammesso che ne abbia)? Speriamo si sia rifatto nei ristoranti degli alberghi 5 stelle in cui ha soggiornato! A parte gli scherzi, siamo un popolo straordinario: c chi ride come un folle allannuncio di una catastrofe pensando agli appalti che potr ottenere per la ricostruzione, c il direttore finanziario di una Asl che miracolosamente si insinua tra i fornitori della stessa Asl e si liquida 395.000 euro dopo che la sua azienda li ha definiti reali ed esigibili (!), c uno che conosco io che ha fondato la terza societ nello stesso settore di attivit dopo essersi finanziato facendo artificiosamente fallire le due identiche precedenti e un altro che, quando lo paghi, se chiedi la ricevuta fiscale aumenta a posteriori il prezzo dellintervento. Speriamo che le continue esortazioni alla sobriet del nostro Presidente delle Repubblica siano sufficienti. Sempre in tema di imposte, sapevate che quando ci viene comunicata leffettiva pressione fiscale, la stessa viene calcolata tenendo conto di una quota di economia sommersa, stimata, pari a 250 miliardi di euro? Ma voi avete mai sentito qualcuno che paghi le tasse sul sommerso? Io mai.
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ENSIERI DI
A PrOVA DI fUTUrO
iancarlo Dallera alla guida dellAssociazione Industriale Bresciana dal maggio 2009, dopo aver ricoperto la carica di vicepresidente per cinque anni. Comproprietario della Cromodora Wheels (produzione di ruote in lega leggera), anche il numero due di Federmeccanica a livello nazionale. Presidente, la sfiducia nei confronti della politica oggi altissima. Non pensa che le associazioni degli imprenditori e in particolare Confindustria dovrebbero schierarsi in modo pi deciso? Indubbiamente la lentezza della politica nellintervenire sui problemi reali ha determinato un forte distacco dal sentire comune, specialmente in tempi come questi in cui non abbiamo pi bisogno di cerotti ma di riforme strutturali. Limprenditore quotidianamente resiste ma sta continuando a pagare lo scotto di tante lentezze accumulate negli ultimi 20 anni. Detto questo, non credo che un bravo imprenditore possa essere necessariamente anche un valido uomo politico. Auspico allora che la classe imprenditoriale faccia bene il proprio mestiere, questo sarebbe gi un grande beneficio per il Paese. Non sono in pochi a pensare che lattuale maggioranza di governo, nonostante lampio consenso elettorale, rischi di non arrivare a fine legislatura
Giancarlo Dallera.
di SERGIO mASINI
Mai come con questo governo cera la possibilit di ristrutturare il Paese in profondit, dunque se si dovesse verificare leventualit di una caduta dellesecutivo sarebbe davvero grave. Ci che mi preoccupa davvero che in Italia non riusciamo ad immaginarci un futuro, continuando a pensare al passato, dando la sensazione di non aver ancora preso atto degli sconvolgimenti che sono avvenuti negli ultimi 15-20 anni. E poi c il pessimismo dei giovani (un terzo di loro disoccupato dopo la fine degli studi) che hanno perso la speranza che avevamo noi alla loro et. E qui la classe dirigente che dovrebbe aiutarli a non avere pi motivi per essere cos disillusi. Ventanni fa forse i problemi dei giovani erano altri. Oggi il lavoro il problema. Condivide? Condivido e dico che bisogna avere il coraggio di ammettere gli errori commessi in passato. Molti laureati hanno seguito percorsi di studio che non offrono sbocchi occupazionali e il numero chiuso era una soluzione efficace, anche se per qualcuno era inconcepibile. inutile avere un numero di laureati in legge quattro volte superiore ai reali bisogni del mercato del lavoro, quando invece mancano i profili di cui le aziende hanno necessit, come ad esempio manutentori, operai specializzati, ecc.. Oggi da un lato bisogna investire in percorsi di formazione internazionali e di alto livello, in grado di preparare la classe dirigente futura, dallaltro occorre far crescere le scuole tecnico-professionali che servono alle imprese per competere. A proposito di formazione, voi siete
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promotori di un ambizioso progetto per un liceo internazionale. Aib da anni che sta discutendo al suo interno listituzione di un liceo in grado di preparare la classe dirigente del domani, con insegnamenti in lingua straniera, unimpronta fortemente meritocratica e un considerevole numero di borse di studio. I contenuti praticamente sono gi definiti: lobiettivo quello di preparare i futuri studenti ad accedere alle migliori universit del mondo. Pomigliano dArco: se Fiat dovesse cominciare a trattare con Cgil, pensa che si possano ribaltare gli equilibri con gli altri sindacati, mettendo Cgil stessa nelle condizioni di diventare lunico rappresentante dei lavoratori? C stata una negoziazione e una parte del sindacato ha detto di s, mentre laltra parte (Fiom) si arroccata nel passato. Il punto che se non dovesse andare in porto questo investimento sarebbe la fine dellindustria automobilistica italiana, ma non credo che la Fiat si sposti dalle proprie posizioni ed accetti la trattativa con Fiom, se non per dettagli non sostanziali. Ma si deve trattare con Cgil o no? Il concetto questo: la porta sempre aperta ma bisogna andare avanti per forza con quel progetto. E in una situazione come questa bisogner anche verificare se Marchionne intende andare fino in fondo. Teniamo conto che la Panda, oggi costruita in Polonia in uno stabilimento super efficiente, registra livelli di assenteismo 3 o 4 volte inferiori a quelli di Pomigliano; a Ticky inoltre il costo del lavoro e quello di investimento per cambiare la piattaforma produttiva sono nettamente pi bassi. Sorge spontaneo chiedersi, quindi, perch un imprenditore dovrebbe tenere la produzione a Pomigliano quando la stessa auto gli costa 600 euro in meno in un altro paese. Ben venga allora questo investimento, ma nella speranza che possa portare un cambio di mentalit in termini di flessibilit, diminuzione dellassenteismo e cultura del lavoro che, obiettivamente, in quel contesto mancano. Come procede lattivit del Centro servizi multisettoriale e tecnologico
(Csmt)? Non crede sia poco conosciuto e sfruttato dalle aziende bresciane? Il Csmt (societ consortile a partecipazione pubblica, ndr.) ha avuto uno start-up difficile ma le cose ora sono migliorate e c pi collaborazione inter-istituzionale nel dare un supporto al mondo dellimpresa e sostenerlo nello sviluppo dei processi di innovazione di cui ha bisogno. La sensazione che se le aziende conoscessero i servizi che il Csmt in grado di offrire, si rivolgerebbero al centro molto di pi. Bisogna dunque far conoscere la sua mission al territorio. Il progetto del Musil (Museo dellindustria e del lavoro) preoccupa per i futuri costi di gestione. Secondo lei unopera che potrebbe avere anche una valenza economica o solo culturale? Solo culturale. Siamo un territorio con una storia industriale importante e il fatto di disporre di un museo che consenta ai giovani di poter comprendere meglio il nostro passato e di far vedere agli altri quali sono le nostre radici pu essere una scelta positiva. Ad oggi ci sono disponibili i capitali per realizzare il museo ma necessario che, una volta effettuato linvestimento, si disponga di un piano di gestione che sia almeno in pareggio. Sar importante dunque affidare la gestione a qualcuno in grado di portare ricavi. Gli industriali sono sempre ben disposti verso le iniziative in favore del territorio ma senza dispersione di denaro pubblico. Il direttore della Cdo Zanolini recentemente si rammaricato della non disponibilit da parte di Aib a collaborare allorganizzazione di Matching, (levento promosso da Cdo per le relazioni di business). Come sono i rapporti con le altre associazioni di categoria? Il rapporto con Cdo civile ma le nostre associazioni sono due cose distinte. Aib se vogliamo la laicit del mondo industriale bresciano. Diversi colleghi comunque mi hanno parlato della validit di Matching, ma per quanto ci riguarda stiamo cercando di migliorare i nostri servizi di assistenza verso alcuni mercati, per esempio previsto per ot-
tobre un viaggio in Russia di 21 aziende bresciane della meccanica per sviluppare possibili partnership e joint venture con una serie di meeting prefissati. Il fatto che Cdo si sia detta disponibile a rinunciare alla paternit di Matching per affidare lorganizzazione alla Camera di Commercio mi fa pensare che ci sia qualche cambiamento interno alla Cdo stessa. Noi comunque siamo partner della Camera di Commercio, quindi se questo evento finir sotto la sua egida potremmo anche collaborare. Aeroporto di Brescia-Montichiari, qual la posizione di Aib? Per laeroporto, a differenza di quanto si possa pensare, Aib ha sempre lavorato molto mettendoci i quattrini e le risorse umane e finanziarie. Il tempo dei campanili finito, ora serve un progetto industriale per una soluzione condivisa con gli aeroporti vicini che porti benefici per il territorio. Lobiettivo primario insomma che il DAnnunzio entri a regime, senza la dispersione di denaro pubblico che ha caratterizzato la gestione degli anni precedenti. A questo proposito, come si possono ricomporre le fratture che si sono create fra il sistema Brescia e Verona? Sono stati anni di belligeranza con falchi e colombe da entrambe le parti. I tempi sono maturi per interrompere questo percorso anche se ormai ci pu essere qualcuno che vive in modo personale la vicenda. Verona non pu pensare di far partire questo aeroporto senza una condivisione col nostro territorio e la stessa cosa deve fare Brescia, smettendola di pensare di poter ottenere ci che ottenibile non . I fatti degli ultimi giorni farebbero pensare che la strada intrapresa possa essere diversa da quella del passato. Brescia, seconda citt della Lombardia, forse sta un po perdendo il suo peso nei confronti di Milano. Non siamo riusciti ad aver un assessore regionale, a parte Monica Rizzi, e anche per lexpo 2015 abbiamo un ruolo marginale Che Brescia abbia perso importanza negli ultimi tempi un dato di fatto. Bisogna recuperarla: e questo pu avvenire solo lavorando.
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Intervista a Giuseppe Romele, assessore provinciale e coordinatore vicario del PdL provinciale.
di ROBERTO GIUILETTI
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LA LEGISLATUrA
DUrEr
iuseppe Romele, parlamentare, assessore provinciale e coordinatore vicario del PdL provinciale ne sicuro: Non ci saranno elezioni anticipate, la legislatura arriva a scadenza anche perch non ci sono alternative a questa maggioranza. Le posizioni del presidente della Camera e cofondatore del Popolo delle Libert, Gianfranco Fini, non preoccupano e i rapporti di forza allinterno del partito sono chiari: Il PdL un partito fondamentalmente popolare con un capo carismatico e voluto dai cittadini che Berlusconi. Fini ha tradito il patto elettorale e gli accordi fondativi del PdL. Tutto chiarito anche nei rapporti, a livello provinciale, con la Lega Nord: Dopo un inizio difficile dove prevalsa unincomprensione reciproca, le recenti occasioni di confronto diretto hanno favorito il dialogo e dissipato tanti piccoli fraintendimenti. La sostituzione perch eletto in Regione dellex assessore provinciale Mauro Parolini con Maria Teresa Vivaldini ne lesempio. Se a questo si aggiunge una buona amministrazione del territorio, i rapporti con gli alleati della Lega Nord li definirei buoni. E la delega al Turismo ancora nelle mani del presidente Molgora? Arriveremo ad una soluzione condivisa vista anche limportanza di questo assessorato per la nostra Provincia. Per ora tutti gli assessori stanno dando il loro contributo per farlo funzionare e i risultati mi sembrano comunque sufficienti.
Giuseppe Romele.
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Come assessore provinciale al territorio ha sul tavolo il Piano darea per laeroporto di Montichiari, che cosa ci dobbiamo attendere per il futuro di questa essenziale infrastruttura? Primum fatturare deinde filosofare. Da imprenditore credo che sia essenziale che laeroporto finisca di essere in perdita. Aumentando la lunghezza della pista si potrebbero ospitare i voli cargo intercontinentali, uno sbocco dalle enormi potenzialit visto le peculiarit delleconomia bresciana che nella capacit di esportare trova uno dei suoi punti di forza, ma a questa prospettiva potrebbero essere interessate province come la stessa Milano e Lodi, ma anche Reggio Emilia o Bologna. La via per raggiungere queste mete quella che tutto il territorio lavori affinch gli
La Provincia, da qualche anno, ha ricevuto dalla Regione Lombardia la delega riguardante la materia urbanistica e lassetto del territorio provinciale. I comuni, infatti, per quanto concerne la pianificazione territoriale sono tenuti a confrontarsi con la Provincia e non pi con la Regione. Alla luce di questo nuovo incarico la Provincia ha assunto un ruolo di reale coordinamento finalizzato alla pianificazione del territorio. Questa delega la conseguenza diretta della Legge Regionale 12/2005, la nuova normativa regionale in campo di gestione del territorio, che ha introdotto nuovi concetti come urbanistica contrattata, perequazione e compensazione, tutti sinonimi di marketing territoriale, e che ha rivoluzionato il sistema di gestione del territorio stesso. A livello locale cambia lo strumento di pianificazione territoriale: si passati infatti dal Piano Regolatore Generale (Prg) al Piano di Governo del Territorio (Pgt). Inoltre oggi i Comuni hanno assunto un ruolo di maggiore responsabilit visto che ogni amministrazione non solo studia e redige il proprio strumento urbanistico ma chiamata anche ad approvarlo dopo averlo sottoposto a una verifica affidata alla Provincia che deve attestarne la compatibilit con gli obiettivi di sviluppo definiti alla scala provinciale. ruolo, coinvolgendo le banche locali, non escludendo nessuno ma al contrario allargando il pi possibile i partecipanti a questo grande progetto. In che modo? Penso, tra le varie ipotesi, alla possibilit di costituire unassociazione temporanea di imprese che posso gestire il progetto. Se riusciamo a fare quadrato saremo pi forti e in grado di portare avanti e realizzare le infrastrutture utili al nostro territorio. Noto che in questa fase, la Provincia di Brescia sta facendo un grande sforzo di sintesi per coagulare le diverse realt presenti sul territorio, sta facendo da polo catalizzatore quasi a sostituirsi a un mondo imprenditoriale nel quale, al contrario, sembra prevalere una sorta di egoismo, di individualismo poco funzionale alle sfide che ci attendono. Da poco pi di un anno Lei assessore provinciale al Territorio, parchi e Via (Valutazione impatto ambientale); possibile tracciare un quadro del lavoro sin qui svolto? Di certo un lavoro impegnativo che grazie anche alla preziosa collaborazione di Anna Rivadossi e di tutti i dipendenti, sta dando ottimi risultati. I nostri obiettivi nella gestione del territorio provinciale sono quelli di rispondere alle nuove esigenze delle amministrazioni locali, favorendo quegli insediamenti e quelle infrastrutture che abbiano un senso economico o sociale e non esclusivamente immobiliare. Siamo contrari alle speculazioni edilizie ma vogliamo soddisfare le esigenze insediative senza compromettere il territorio, riutilizzando quello gi compromesso o sottoutilizzato anche
Quello della cittadella dello sport un ottimo progetto che deve essere condiviso da tutti.
attraverso il recupero e la sua riqualificazione. Il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) pu e deve continuare a rendere possibile ed efficace lo sviluppo di tutte le realt che caratterizzano un territorio complesso e ricco come quello bresciano, che pu vantare forti radici culturali, una storia importante, aspetti geografici e paesaggistici di grande valore e bellezza che vanno tutelati e preservati. In questi mesi abbiamo avuto la pi ampia collaborazione da parte dei Comuni e un grande consenso, segno evidente che quella intrapresa la strada giusta.
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PrEZIOSA
Artigianato e commercio si sono da sempre intrecciati nella storia di questa famiglia di gioiellieri-imprenditori, con alle spalle circa 160 anni di attivit. Ernesto fasoli, presidente del gruppo di famiglia, ci racconta un pezzo di questa storia.
ioielleria, oreficeria, alta orologeria, argenti antichi e moderni, pelletteria, porcellane e cristalli. Dalliniziale vetrina con ingresso del 1938, il negozio Fasoli di Piazza della Loggia oggi conta 14 vetrine espositive fronte strada e 4 piani di esposizione interna, per un totale di 800 mq, in cui trovano spazio anche un laboratorio orologiaio e un laboratorio gemmologico. Unevoluzione, segnata da una crescita continua, che ha origini lontane e che ripercorriamo brevemente. Lattivit della famiglia Fasoli ha inizio a Oggiono, in provincia di Lecco, nel 1853 (data delliscrizione alla Camera di Commercio di Como), quando lantenato Ernesto Fasoli intraprende la produzione artigianale di ornamenti-gioiello in argento del tutto simili a quello che nelle raffigurazioni dellepoca indossava Lucia Mondella nei Promessi Sposi per acconciare i capelli delle giovani spose. Gli succede Giuseppe, cui fa seguito il figlio Ernesto, un orafo abile e pieno di iniziativa che realizzava personalmente oggetti preziosi per le famiglie pi abbienti (anelli per gli sposi, spille, orologi da taschino, ecc.), vendendoli nei mercati della Brianza. Mio nonno Ernesto era diventato un personaggio importante a Oggiono racconta Ernesto Fasoli, lomonimo nipote oggi alla guida del gruppo di famiglia . Inoltre, aveva creato una prima piccola catena di negozietti nei paesi vicini, che apriva solo nei giorni di mercato. Fino alla seconda guerra
UNA STOrIA
di DONATELLA CAR
Ernesto fasoli.
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mondiale, infatti, le occasioni di vendita erano legate essenzialmente ai matrimoni, tutto loccorrente veniva acquistato al mercato, quindi anche le fedi nuziali e, se si poteva, qualche altro piccolo oggetto in oro o argento. La piccola attivit artigianale continua a svilupparsi fino a quando, nel 1938, il figlio Giuseppe si trasferisce a lavorare a Brescia. Prima della grande guerra, mio pap cerc di ampliare lattivit artigianale, ma non bastava produrre, bisognava anche vendere racconta Ernesto Fasoli . Decise quindi di trasferirsi a Brescia, dove i vecchi proprietari dellOrologeria Svizzera, i De Marmels, si erano impegnati a dilazionare il pagamento in 24 mesi e a rimanere al suo fianco per fargli conoscere la clientela, che gi allora aveva come bacino preferenziale Lumezzane. A quellepoca risale linvenzione della prima fede in oro a tre colori, con la quale la famiglia Fasoli si fa conoscere nella nostra citt. Negli anni 50 lattivit si amplia e comincia la produzione di gioielleria. Quindi, negli anni 60, Ernesto Fasoli, una laurea in Economia e Commercio in tasca, entra a far parte dellazienda, che dal 1990 gestisce insieme ai figli, Massimo e Fabio, esperti gemmologi che hanno condotto il loro studi presso il prestigioso Hoge Raad Vpoor Diamant di Anversa. Con lui inizia un nuovo periodo di espansione, che porta al progressivo ingrandimento dellattivit. Viene creata unarea interamente dedicata alloggettistica in argento e inizia la collaborazione con prestigiose manifatture di porcellane e cristalli Meissen, Wedgwood, Herend, Baccarat e Lalique , per la prima volta inseriti nelle liste nozze. Sono introdotte le grandi firme (tra cui Bulgari e Damiani per i gioielli, Patek Fhilippe per gli orologi), articoli da regalo, penne e accendini (Mont Blanc). Nasce il catalogo Fasoli (1968), il primo del settore, che in breve tempo diventa un punto di riferimento per gli appassionati degli oggetti di lusso. inaugurato il laboratorio di gemmologia (1974), fiore allocchiello dellazienda in cui vengono realizzati gioielli in esclusiva. In via Cavallotti apre il primo Swatch Store di Brescia e, tra il 1988 e il 2001, sono aperti tre punti di vendita a Sirmione, Verona e Crema. Unascesa inarrestabile, in cui molto hanno contato la lunga esperienza e la capacit di innovazione. Qual la vostra clientela di riferimento e quali cambiamenti hanno caratteriz-
zato la vostra attivit negli ultimi tempi? Brescia vive sulla provincia, e questo significa che il nostro giro daffari ha come bacino di riferimento circa 1 milione di abitanti. La crisi ha toccato un po tutti. Negli anni passati lavoravamo molto bene con le liste nozze, che oltre a rappresentare una parte importante del nostro business, erano unancora di salvezza anche per i produttori. Oggi, i bravi artigiani, gli argentieri, veri maestri che facevano il lavoro con passione, non ci sono pi, rimasta solo la produzione industriale. Anche il fenomeno delle liste nozze si ridotto di dimensioni. Sono cambiate le abitudini o sono venuti meno i soldi? Non solo una questione di soldi. Oggi, invece del servizio completo di posate dargento o di porcellane, si vende il posto tavola, quindi il problema prezzo stato superato. In realt, si fanno meno liste soprattutto perch la gente si sposa di meno e poi ormai sono molti i negozi di vario livello che se ne occupano. Ceramiche e porcellane di pregio vanno ancora? S, anche se in condizioni diverse. Oggi si vendono servizi con numero ridotto di pezzi, lo stesso accade con i bicchieri, la gente ne acquista 24 invece di 36. Gioielli, oro, diamanti: sono stati pi colpiti dalla crisi? Il gradimento del pubblico andato crescendo con alti e bassi fino allultima crisi, che per noi stata a settembre 2008. Nei primi sei mesi del 2010, i risultati sono stati ancora pi bassi rispetto al 2009, gi di per s disastroso rispetto lanno prima. Inoltre, il prezzo delloro balzato improvvisamente alle stelle, basti pensare che da gennaio aumentato del 35-36%. Di conseguenza, anche gli oggetti, per il contenuto di oro che hanno, escono dalla base di prezzo che uno disposto a spendere. E gli orologi? Il settore degli orologi inizialmente ha sentito un po meno la crisi rispetto al gioiello, anche perch gli orologi prestigiosi, come Patek Philippe o Cartier, vengono prenotati un anno o due prima, quindi sono stati consegnati anche durante la crisi. Quali sono gli oggetti preziosi pi venduti oggi? Va sempre lanello di fidanzamento, una volta lo comprava la famiglia, oggi normalmente il ragazzo lo acquista con soldi suoi, investendo al massimo due mesi di stipen-
dio. Il diamante pi importante riservato alle occasioni speciali, come matrimoni e anniversari. Si fanno ancora regali legati a feste o ricorrenze? Le occasioni di vendita oggi sono legate al Natale, anniversari di nozze, laurea, compleanno rotondo. Mentre sono sparite le occasioni un po pi costruite, come la festa della mamma, la promozione scolastica, la Pasqua. Sopravvive S. Valentino. E ovviamente i regali di matrimonio, che oggi si fanno con la lista nozze in internet. A proposito di evoluzione dei gusti e degli stili di vita, quali mutamenti avete osservato nella vostra attivit? La prima trasformazione avvenuta nelle case, dove, ad esempio, i pezzi di argenteria, che abbellivano le tavole delle famiglie pi agiate, sono sempre meno numerosi. Largento un metallo che non ha pi lappeal di prima. cambiato il concetto di lusso? Come? Il lusso non pi ostentativo, alla collana importante oggi si preferisce il punto luce o la catenina. Mentre lorologio da donna diventato pi grande, credo anche per una questione di praticit. Tuttavia, se da un lato c meno ostentazione dallaltro c pi imitazione. Quindi anche le grandi firme, che hanno sofferto la crisi pi della media, cercano di andare incontro alle esigenze della moda creando gioielli meno costosi. Questanno, ad esempio, vanno di moda gli anelli di Bulgari, in oro e ceramica bianca e nera, costano meno. Pomellato s inventato mama non mama, una collezione di anelli con pietre colorate, una scelta veramente minimalista. I giovani frequentano la gioielleria? Qual il loro atteggiamento verso questo mondo particolare? I ragazzi che entrano nel negozio hanno un bagaglio culturale molto pi ricco rispetto al passato, grazie anche a internet. pi difficile far cambiare loro idea, mentre una volta si facevano consigliare sul regalo da fare alla fidanzata, oggi si fanno consigliare sulla qualit di un gioiello. Un ricordo legato alla sua professione? 1966: sul libretto della stagione lirica del Grande il nostro marchio abbinato, come concessionario esclusivo per la citt di Brescia, alle perle coltivate Kumoki. Quando facevo luniversit, Campodonico, il proprietario di questo marchio, mi ha insegnato tutto quello che sapeva sulle perle coltivate.
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DA BrESCIA
Luca Belpietro ha realizzato un sogno: vivere in Kenya, cercando di essere di aiuto alla popolazione locale.
15.000 ettari di natura sul confine tra Kenya e Tanzania, un corridoio paradisiaco tra i parchi di Tsavo e Amboseli. Qui sorge Campi ya Kanzi (Campo del tesoro nascosto in lingua kiswahili). Questo luogo rappresenta lincarnazione del sogno di Luca Belpietro, laureato in economia e commercio con una tesi insolita: La fauna come risorsa rinnovabile in Kenya. Un destino gi scritto, dunque, che ha iniziato a prendere forma 15 anni fa. Dopo i sei mesi trascorsi in Kenya a lavorare sulla mia tesi di laurea ho gestito unazienda di gestione del credito che mi ha permesso di guadagnare ci che serviva per dare il via al progetto di una vita.
ALLA SAVANA
Quali fattori minacciano questi luoghi? La popolazione del Kenya triplicata negli ultimi 40 anni. C una strenua lotta per le risorse disponibili, innanzitutto la terra, visto che il 70% del territorio arido o semiarido. Le zone dei Maasai sono richiestissime e il rischio che vengano sfruttate in maniera non sostenibile elevato. Come si sviluppato il suo progetto? Prima abbiamo costruito il campo, ma ben presto ci siamo resi conto che non aveva limpatto necessario per aiutare lintera popolazione locale, cos abbiamo dato vita a una fondazione che, a dieci anni dalla costituzione, investe nel territorio 800.000 dollari lanno. Ogni persona che pernotta Campi ya Kanzi contribuisce 100 dollari al giorno di conservation fee che vanno nelle casse della fondazione, la quale impiega 170 maasai in tre programmi deMESI 12SETTEmBRE 2010
di ESTERINO BENATTI
Giunto in Kenya come ti sei mosso? Potevo ricevere in concessione un lodCarlo mazzone. ge per 30 anni oppure acquistare terre, ma mi sembravano scenari colonialisti e anacronistici, cos ho preferito inventare qualcosa di nuovo costruendo un lodge che pu accogliere 16 visitatori. Tutto si basa sulla cooperazione con una comunit di 7mila Maasai. Loro sono proprietari della terra, io investo su di loro. In che modo? Non si tratta di unoperazione di stampo capitalistico unicamente finalizzata al ritorno economico. ovvio che deve essere a profitto, ma il vero fine quello di creare un valore aggiunto perch i Maasai abbiano un interesse economico a proteggere la loro terra, unarea cruciale per la sopravvivenza dellintero ecosistema. In un certo senso si tratta di turismo equo e solidale.
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dicati alla protezione ambientale, allistruzione e alla sanit. Del budget annuale un terzo deriva dai visitatori di Campi ya Kanzi, mentre i due terzi rimanenti dalla promozione di iniziative di vario genere. Lobiettivo concretizzare il cosiddetto triangolo della conservazione. Cio? La base il territorio, i due lati sono il patrimonio faunistico e la cultura maasai. Se il territorio protetto, animali e cultura ne giovano di conseguenza. Al vertice della fondazione c una stella del cinema S, il presidente Edward Norton (American History X, Fight club, The illusionist, Lincredibile Hulk, ecc. ndr.). lanima, il corpo e la mente della fondazione allestero, mentre in Kenya il presidente un maasai. Diciamo che io mi occupo dei programmi sul territorio, mentre Edward il portavoce nel mondo. Chi viene a Campi ya Kanzi? Da noi non vengono turisti, ma viaggiatori. L80% sono americani. Vogliono vivere momenti unici, come ad esempio il safari, la visita al villaggio maasai o le passeggiate a piedi con un tracciatore maasai. Cosa differenzia un turista da un viaggiatore? Non c un turismo negativo per definizione, ma purtroppo c un modo di viaggiare in cui la curiosit del conoscere soppiantata dal voler trovare altrove ci che abbiamo gi a casa nostra con il rischio di vivere in contesti che non ci arricchiscono. Cosa significa metter su famiglia nella savana? Ho tre figli e la savana un contesto unico per dare insegnamenti che oggi sono difficili da trasmettere. Vivono in armonia con la natura e non sono monoculturali. La mia primogenita ha otto anni e parla quattro lingue: kiswahili, italiano, inglese e la lingua maasai. Quando torno in Italia il solo pensiero che attraversi la strada mi mette i brividi. Dove studia? Va a scuola con quattro bambini e quattro bambine Maasai che sono stati scelti tra i migliori delle quindici scuole che la fondazione ha attivato nella riserva. Listruzione un mezzo fondamentale per salvaguarda-
re la cultura Maasai. Non si tratta di occidentalizzarli, ma attraverso il confronto che puoi crescere e valorizzare ancor di pi la tua cultura. Loro ne sono contenti, ci sono adulti che hanno imparato a fare gli autisti, i meccanici, i muratori e le guide. A tal proposito qual il suo punto di vista sulle problematiche riguardanti limmigrazione e lintegrazione a Brescia? Difficile per me rispondere, manco da pi di 15 anni. Credo che forse il problema stia nellavere chiesto alle culture entranti di abbracciare la nostra. Limmigrazione positiva e potenzialmente arricchente, ma in Italia e a Brescia mi pare non ci sia stato un vero confronto e gli stranieri sono ancora visti come dei diversi. Mia figlia keniota a tutti gli effetti, perch il figlio di un senegalese nato a Botticino non pu sentirsi italiano? Lerrore mi sembra essere stato trasformare casa nostra in casa loro. C perfino chi mette in discussione che nella scuola pubblica si celebri il Natale. Io non mi sento cattolico, ma chi qui deve accettare i nostri valori e la nostra cultura, cos come io accetto i valori del Kenya. Come vedi Brescia con i tuoi nuovi occhi? Brescia mi pare morta. Non pi lei perch ha perso la sua identit culturale.
Le scelte di urbanistica e viabilit lhanno distrutta. Il centro, poi, diventato una kasbah, e lo dico da keniota (il Kenya non ammette la doppia cittadinanza, ndr.). Esiste il mal dAfrica? Io ne sono lincarnazione. La cosa curiosa che quando qualcuno raggiunge quei luoghi sente di essere tornato a casa. Il mal dAfrica questo, trovarsi nel posto in cui hai sempre desiderato essere. Un viaggio a Campi ya Kanzi unesperienza unica, ma non per tutte le tasche. Non c soluzione alternativa. Se avessi costruito un lodge per 300 persone, limpatto sarebbe stato devastante e la cooperazione con i Maasai impossibile, poi i costi che dobbiamo affrontare sono elevati, non dobbiamo dimenticare che siamo nel mezzo della savana. Il mio consiglio quello di badare alla qualit e non alla quantit. Costiamo tanto, vero, ma costiamo poi cos tanto? Magari sarebbe meglio fare un vero viaggio ogni tanto, ma che resti nel cuore. Chi sogna unAfrica libera dal giogo della povert deve rassegnarsi? Rassegnarsi non fa parte del mio vocabolario. Credo che attraverso listruzione possano nascere nuove generazioni di africani in grado di costruire un futuro di speranza.
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MAYA
otto un sole tropicale, con il traffico in tilt, penso a come sar il mio incontro con Roberta Pompa, in arte Maya, cantante bresciana in piena ascesa. Cerco spunti di conversazione che non suonino triti per una ragazza che, a soli 19 anni, ha gi rilasciato pi di unintervista, calcato palchi del calibro di Sanremo Lab e, da quanto sto ascoltando allautoradio, ha energia de vendere. il 2009 il suo anno fortunato: il diploma di interprete alla Hope Music School di Roma, il 2 posto nel Festival Show (carovana musicale itinerante), la presentazione in anteprima mondiale della canzone ufficiale della Notte Bianca bresciana (Nella Notte Bianca del Mondo, di cui interprete), e il primo EP, Lezioni di volo. Arrivata, ci pensa lei a togliermi ogni pensiero, vendendomi incontro con un enorme sorriso e tanta voglia di parlare. Domanda di rito: perch, Roberta, lo pseudonimo di Maya? Roberta Pompa poco mediatico, lho dovuto cambiare. C stato il periodo del toto nome, ma io sono una patita dellastrologia, di tutto ci che ha a che fare con il cielo e luniverso, quindi non potevo che scegliere il nome di una stella! Maya proprio questo, un astro, una realt in cui si rispecchiano i miei sogni. Il Festival di Ghedi, la manifestazione benefica Smile, il Festival Show e la Notte Bianca: il bresciano stato con te generoso e provvidenziale. Che rapRoberta Pompa, in arte maya.
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porto hai con la tua terra? Dovunque mi porter la mia strada, sar sempre grata a Brescia per le opportunit che mi ha dato. Sono innamorata della mia citt: qui iniziato tutto. A novembre uscito il tuo primo album, Lezioni di volo. In Oro e argento, lunica canzone scritta di tuo pugno, insieme a Beppe Donadio. Canti siamo luce e lacrime siamo legno giovane, pigati se vuoi, ma non bruciare mai. Ce lo spieghi? Questa frase legata agli ostacoli e alle fatiche che ognuno incontra nella vita. Io ne ho passate tante, e la paura di piegarsi, di sacrificarsi c. Per non bisogna mai bruciare, arrendersi. Io credo in quello che faccio, e di sicuro non mi arrender. Nellalbum canti anche in francese e in inglese. La pronuncia perfetta viene dallo studio alla Hope Music School di Roma, alla quale ti sei diplomata come interprete? Quella della Hope stata unesperienza intensa, di crescita totale. Ma a dire il vero linglese deriva dallo studio scolastico, mentre di francese non so nulla! Durante la registrazione dellEP ho riso un sacco... il buon risultato, dicono, deriva dal fatto che parlo molto il dialetto. Non so se sia vero, ma mi ricorder quei momenti. Il titolo dellalbum, la farfalla che campeggia in copertina, il tuo tatuaggio sul braccio destro: che valore ha per te la libert? Io mi sento uno spirito libero, selvaggio. La libert un pregio enorme, qualcosa da conquistare e mantenere perch sacra. Essere liberi di dire, liberi di fare non ha prezzo. Per questo ringrazio la produzione Musica e... che ha dato voce alla mia libert. In concerto esegui delle personalissime cover. Il tuo artista italiano ed estero preferito? Adoro tutta la musica, dal classico al metal! Per amo soprattutto quella italiana, dalla Pausini, a Vasco, fino a Nina Zilli. Dinternazionale ascolto molto i Pearl Jam e i Linkin Park, ma faccio fatica ad essere una fan fedele perch sono troppo curiosa, non potrei scegliere... anche gli astisti di strada mi attraggono. Come gestisci lemozione sul palco?
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Succede tutto prima. Sono tesa, emozionata, irascibile. Devo prendermi il mio spazio, sentirmi pronta, altrimenti so che non andr al massimo. Faccio anche degli esercizi con i pesi, per il diaframma: mi concentro molto. Suoni qualche strumento? Mi piacciono tantissimo i fiati, ma per ora strimpello un po di piano e di chitarra. Finita la maturit scolastica, voglio imparare sul serio: troppo importante, per un artista, sapersi esprimere attraverso parole e musica. Sei stata tra gli otto vincitori di SanremoLab 2009 e, grazie a questo successo, hai cantato al Capodanno dei Fiori al Casin di S. Remo. Ci racconti la tua emozione? A Sanremo Lab si creato un gruppo affiatato che mi ha regalato delle bellissime sensazioni. stata dura: da 400 candidati, a 40, fino agli ultimi 8... non potevo crederci. Cantare al Capodanno dei Fiori, poi, stato come nuotare nella musica, con il sorriso stampato in faccia, completamente libera. 19 anni e gi cos tante esperienze. Che ruolo ha avuto la tua famiglia in questo cammino?
La mia famiglia fenomenale, mi sempre stata vicina, specialmente mia mamma. Anche se ho un carattere ribelle e le mie scelte sono ferree, i miei sono sempre stati daccordo con me, sostenendomi nei momenti di stanchezza. Canti da quando avevi 11 anni, a 14 i primi concorsi. Mai pensato ad una carriera pi sicura e tradizionale per il tuo futuro? Sarei pronta a rinunciare a tutto purch la musica faccia parte del mio futuro. Due cose in cui sei cambiata. Beh, non canto pi sotto la doccia, solo fuori! E poi sto pi attenta al mio look, che cambio spesso senza pensare alle ricadute dimmagine. Alla serata della Notte Bianca bresciana, prima di salire sul palco, mi hanno fatto lavare i capelli e modificare la piega...!. Da due anni canti in maniera professionale: come concilii scuola e altri impegni? Nel week end mi sposto tra Genova e Milano, per raggiungere Elena Vivaldi, la mia insegnante di canto, mentre durante la settimana studio al Liceo Artistico Foppa e mi esercito autonomamente. impegnativo, ma si pu fare.
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Come registrarsi su www.dodicimesi.com Il percorso semplice: basta entrare nella sezione registrati, inserire il proprio nome utente, lasciare un indirizzo mail ed accettare le condizioni di utilizzo. Il sistema invier alla vostra casella di posta elettronica una password utile per effettuare il login e interagire con noi.
iamo liberi di scrivere, siete liberi di leggere. Lo slogan principe di 12 Mesi diventa il filo conduttore che collega la rivista al neonato sito internet. A poco pi di un anno dalla nascita del mensile, dunque, sboccia una nuova creatura, il cui scopo primario tendere la mano e le orecchie ai lettori, invitandoli a diventare protagonisti. Ma andiamo con ordine. Liberi di leggere la sezione allinterno della quale potrete visionare editoriali, opinioni, rubriche, inchieste e articoli tratti dalla rivista. Ogni pezzo commentabile.
mente, avrete voce in capitolo, con form di commento a vostra disposizione. Pensieri di, invece, una raccolta delle interviste pubblicate sul 12. Sarete liberi di dire la vostra replicando ai punti di vista dei personaggi. Attualit una finestra su Brescia, lItalia e il mondo, utile per mettere in luce fatti di stretta attualit e di interesse collettivo, ma anche quelle notizie che, spesso, passano ingiustamente in secondo piano. Il dibattito aperto. Ad impreziosire il men servito da www. dodicimesi.com ci saranno larea sondaggi e larchivio, contenente gli ultimi numeri del 12 sfogliabili online. Inizia unaltra avvincente avventura. Un nuovo e moderno capitolo che ravviva il panorama dellinformazione locale. Viviamolo insieme.
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Liberi di scrivere la principale area di scambio tra la redazione e il mondo esterno. Una sorta di piazza in cui interagire diventando veri e propri corrispondenti. Dalle vostre segnalazioni nasceranno gli articoli del futuro. Sarete voi, dunque,
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Le socie fondatrici di Esa. Al centro la presidente, mariangela ferrari.
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ra giugno e ottobre circa duecento donne, tra i 30 e i 49 anni, appartenenti ai corpi della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Carceraria e dellEsercito che lavorano e vivono a Brescia e provincia, faranno gratuitamente una visita e unecografia al seno.
Questo solo lultimo dei progetti voluti e realizzati da Esa, acronimo di Educazione alla salute attiva, lassociazione bresciana, nata nel marzo del 2007 grazie allimpegno di nove professioniste, che ha come obiettivo quello di contribuire a creare una cultura della prevenzione, soprattutto per quanto riguarda il tumore al seno. Abbiamo trovato una grande sensibilit e disponibilit tra i responsabili di
queste donne in divisa che hanno subito dato il loro assenso al progetto sottolinea con soddisfazione la presidente di Esa, Mariangela Ferrari . Grazie al contributo della Fondazione Comunit Bresciana e alla disponibilit della casa di cura Poliambulanza siamo riuscite a concretizzare un altro piccolo passo in avanti verso quello che resta il nostro scopo: diffondere informazioni e far crescere tra le donne anche sotto
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i cinquanta anni, una cultura della prevenzione del tumore al seno che rimane una delle principali cause di morte tra le giovani donne. Il lavoro di Esa e delle oltre 400 socie dellAssociazione , infatti, finalizzato a sensibilizzare le donne dai 30 ai 49 anni: soprattutto a loro che serve una diagnosi precoce perch, se vero che si muore ancora di tumore al seno, altrettanto vero che si pu guarire e continuare a vivere bene. Sono i numeri a rafforzare questo impegno. Dopo lintroduzione dieci anni fa dello screening mammografico gratuito per le donne che hanno compiuto i 50 anni ricorda la presidente di Esa lindice di mortalit per tumore al seno calato del 40%. Oggi chiediamo di fare due ulteriori passi in avanti riducendo a 45 anni let per la mammografia gratuita e di ripeterla ogni anno, e non ogni due, come invece avviene oggi. Resta il problema che si abbassata let delle donne che presentano i segni della malattia. Per questo ci rivolgiamo soprattutto alle giovani. Ci siamo accorte che sono ancora troppe le giovani donne che allontanano da loro lidea di poter incontrare questa malattia, in molte hanno ancora paura di avvicinarsi anche solo ai controlli sottolinea Ferrari . Per questo abbiamo focalizzato il nostro impegno sulla maggiore diffusione possibile delle informazioni che riguardano la malattia. Con le iniziative pi disparate. Ecco allora lorganizzazione di manifestazioni sportive in collaborazione con la Uisp (la corsa rosa) o ladesione a iniziative divulgative sul tema o le feste della solidariet. Con lultima siamo riuscite a raccogliere 25mila euro che sono stati destinati al reparto di oncologia medica dellospedale Civile e che sono serviti ad istituire una borsa di studio con la quale una dottoressa lavorer alla costituzione di un data base sui controlli periodici delle donne in cui stata fatta una diagnosi precoce e in base ad un efficace follow up si verifica la minore incidenza della recidiva. Risorse che purtroppo continuano a mancare per ladeguamento del Registro Tumori. In questi tre anni di attivit, molti sono
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stati anche gli incontri organizzati dallEsa nelle scuole con tavole rotonde che hanno cercato di coinvolgere le alunne, non sufficiente aggiunge la presidente molto pi utile sarebbe inserire nei programmi scolastici corsi di prevenzione alla salute e in questo la Lombardia potrebbe e dovrebbe diventare capofila per unesperienza pilota. Se, infatti, lo screening mammografico stato uno strumento di democrazia sanitaria fondamentale per le donne che hanno compiuto i 50 anni, per il futuro si dovranno creare le condizioni culturali affinch la prevenzione diventi anche un impegno personale non solo delle donne ma di tutti i cittadini. Prevenire meglio che curare. Quante volte abbiamo sentito dire queste parole e con quanta poca attenzione, per, le abbiamo ascoltate. Eppure i costi umani ed economici di una mancata prevenzione sono l a ricordarci quanto ancora poco stiamo facendo. importante che si sappia come il 40% dei nostri comportamenti incide sul nostro stato di sa-
Sono ancora troppe le giovani donne che allontanano lidea di poter incontrare questa malattia, in molte hanno ancora paura di avvicinarsi anche solo ai controlli.
lute generale ribadisce Ferrari , per questo bisogna far sapere alle donne pi giovani che non sempre una mammografia sufficiente per una corretta e sicura prevenzione e che serve anche una ecografia. A questo proposito pu essere utile ricordare che, come associazione, abbiamo stipulato convenzioni con strutture sanitarie pubbliche e private che, in tempi rapidi e a costi contenuti,
effettuano visite e controlli ecografici e mammografie. Alcuni mesi fa si molto discusso della possibilit di mettere delle regole al proliferare degli interventi di chirurgia estetica al seno per le donne con meno di 18 anni. Cosa pensa di questo dibattito Mariangela Ferrari alla luce delle difficolt ricordate? il risultato di modelli dominanti, di una societ che sembra voler dare spazio alle donne solo se belle. Mi difficile pensare che giovani donne non abbiano timori ad avvicinarsi a questi interventi e che invece ne abbiano a fare delle semplici ecografie. Per quanto riguarda invece gli interventi di chirurgia estetica ricostruttiva dopo la mastectomia, sono fondamentali. Per una donna, recuperare la propria integrit fisica molto importante anche da un punto di vista psicologico ed aiuta ad affrontare il difficile percorso terapeutico. Non tutte le donne riescono a trasformare in positivit dolore e sofferenza, ma Esa la dimostrazione che ci si pu anche riuscire.
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he Brescia fosse una citt modaiola lo sapevamo, che poi maneggiasse anche, di buon grado, calzari di gomma e rastrello, beh, tutta una sorpresa. Ce lo spiegano Alberto Codeglia e Giulio Beschi, rispettivamente direttore e presidente dellAssociazione Florovivaisti Bresciani (A.F.B.), dal 1975 sul territorio. Certo, passi la metafora, non sono tutte rose e fiori. Forse il bresciano, che pur ama il verde, dovrebbe capire che oltre al decoro e allhobbistica c di pi: in gioco il benessere collettivo che, tra una vasca cittadina e laltra, potrebbe davvero fare la differenza. Ben 160 aziende associate, pi di 1.200 impiegati, 400mila metri quadrati di serre: qual il comune denominatore di questi numeri, il punto di
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A fianco, Alberto Codeglia e Giulio Beschi, direttore e presidente dellAssociazione florovivaisti Bresciani.
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sia nel pubblico che nel privato. In che ottica, oggi, si guarda alla creazione e alla valorizzazione del patrimonio verde della comunit? Le sembra che esista una dicotomia di fondo tra pubblico e privato, al riguardo? Brescia molto sensibile al tema del verde, curiosa, sperimenta sul campo. Ma di questi tempi nel privato spesso si cimenta lautodidatta perch limperativo il risparmio, ignorando i danni del fai-da-te. Anche nel settore pubblico c la tendenza a uneconomia infruttifera: spesso, in rotatorie e spazi aperti, allestiamo aiuole nelle quali non esiste limpianto dirrigazione. Ecco, quel verde destinato a morire. Florivivaisti Bresciani organizza e aderisce a molteplici mostre e fiere, come Euroflora, Mostra Brescia Verde, Fiorinsieme, sempre molto partecipate. Quale attenzione riserva la cittadinanza a questi eventi? La gente stessa reclama queste manifestazioni, accostandosi con stupore a quelli che sono dei veri e propri spettacoli, allestimenti che trasformano la citt. La nostra anche una provocazione ambientalista, facciamo vedere come sarebbero le nostre piazze, i luoghi comuni invasi dal verde. Ma pur sempre un allestimento che, anche se gradito e agognato, viene poi smontato. Brescia investe nelle innovazioni del verde? Penso, ad esempio, alla catambra, pianta scaccia-zanzare, e alle Tillandsie, che voi producete: biorivelatori di inquinanti atmosferici. S, ma sono le aziende, gli imprenditori che investono in prima persona, scommettendo e rischiando. Esistono miriadi di piante benefiche per luomo e lambiente, come laloe, il geranio o il basilico, alle quali il florovivaismo guarda da una quarantina danni. Infatti, si passati dalla produzione di fiori a stelo a una diversa attenzione al verde a partire dagli anni 80, puntando sulla specializzazione delle singole aziende, oggi circa 320 sul territorio. C, da parte dei giovani, un interesse verso la vostra professione? Il discorso complesso. Da un lato c una cultura di base deviante, che svaluta di principio le professioni artigianali:
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un nostro censimento al femminile, nel 2007, rileva che tra le ragazze che frequentano istituti rivolti allagricoltura, il 90% orientato allUniversit, con indirizzi che spaziano da Lingue a Letteratura. Dallaltro, la burocrazia, con una serie di norme e procedure, rende oggi il nostro lavoro una corsa ad ostacoli forse
Brescia molto sensibile al tema del verde, curiosa, sperimenta sul campo.
poco allettante, anche se la manodopera serve. Diverse piante come la betulla, lulivo o il pioppo sono la concausa di allergie stagionali, oggi in notevole aumento. Non sarebbe auspicabile un ripensamento del verde? Penso che lecosistema non ne abbia colpa e che quindi non vada alterato. Comunque, oggi, si pensa a queste piante, come ad esempio il pioppo, limitandone ove possibile la inflorescenza. Credo che spetti alle case farmaceutiche un vero investimento in proposito, anche se sar pure il nostro modo di vivere odierno, praticamente sotto una campana di vetro, a renderci meno immuni.... Esistono mode nel vostro settore? Certo. Innanzitutto dovremmo abbandonare la mentalit esotica, tralasciare ulivi e banani e concentrarci sulla flora autoctona, pi longeva e appropriata al nostro territorio. Anche se oggi c un discreto ritorno alle tendenze anni 90, dobbiamo ricordare che ci sono delle aziende a fare scuola, delle firme loca-
li. Pi in generale, poi, lOlanda a dettare legge, acquistando a livello mondiale i prodotti, analizzandoli, testandoli e lanciandoli sul mercato. Questo possibile grazie ai fondi destinati alla ricerca, che in Italia sono un miraggio. Godete di qualche incentivo per la spesa energetica che dovete sostenere? Le nostre tre azioni primarie, quali riscaldamento, irrigazione ed energia elettrica, non godono pi di nessuna agevolazione dallo scorso novembre. La produzione ne risente, e giocare al ribasso non giova a nessuno. Non si pensa mai che, in realt, il nostro star bene dipende dal contesto ambiente e che la natura ha un ruolo preponderante: pi parchi vivibili e pi verde di fatto si traducono in una migliore qualit di vita per tutti.
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di mARIO CONSERVA
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STRATEGIA DI IMPRESA
LA fILIErA INDUSTrIALE DEI TrASPOrTI
IL fUTUrO L
a filiera dei trasporti fondamentale per lindustria manifatturiera italiana e lombarda, pur con le perdite di importanti insediamenti produttivi di auto degli ultimi anni. In questo contesto, la provincia di Brescia il secondo polo in Italia, dopo Torino, come stato evidenziato da un recente studio della Associazione Industriale di Brescia: circa 300 unit produttive locali con oltre 20.500 addetti diretti e indiretti, che rappresentano il 5,5% del sistema produttivo nazionale. Dopo le pesanti contrazioni dei volumi nel mercato mondiale dei mezzi di trasporto, oggi si guarda con nuovo interesse al rilancio del settore, con il parere favorevole di numerosi analisti che indicano per la componentistica buone prospettive di tornare in crescita nel prossimo futuro. Limprenditoria e le istituzioni bresciane seguono attivamente la situazione, come testimoniano gli investimenti che le imprese stanno facendo e le importanti iniziative di sostegno conoscitivo, attraverso il Centro Servizi Multisettoriale Tecnologico per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico verso le imprese e i programmi di innovazione, come il Progetto Driade Automotive, Aerospaziale, Navale, interessanti occasioni di integrazione tra istituzioni, industria e associazioni di settore. Stiamo parlando di uno spaccato di attivit industriale nel territorio che significa in primo luogo la cultura dei materiali, guardando con particolare interesse agli acciai speciali, alle leghe di alluminio da fonderia, presso colata e trasformazione, ai materiali plastici speciali; non dobbiamo mai dimenticare che la millenaria tradizione bresciana
sui materiali uneccezionale chiave di ingresso per i pezzi ad alti requisiti prestazionali, come quelli impiegati nei mezzi di trasporto; dalla metallurgia di base alla manifattura meccanica il passo relativamente breve, ed infatti il territorio pu vantare una forte concentrazione di imprese dedicate allo sviluppo e produzione delle parti meccaniche, motoristiche e strutturali che costituiscono la componentistica allinterno di tutte le tipologie di mezzi di trasporto; ed in collegamento a queste, vi sono i produttori di tecnologie applicate, aziende che curano lo sviluppo dei nuovi materiali, lengineering, la progettazione. C tanta materia prima di valore, rappresentata da centinaia di piccole e medie aziende di subfornitura dotate di tradizione produttiva ed esperienza consolidata, in compagnia di committenti eccellenti, come Iveco per la produzione di veicoli industriali, i principali fornitori di Ferrari, cio le Officine Meccaniche Rezzatesi Omr, che recentemente hanno rilevato la prestigiosa fabbrica di telai di alluminio Alcoa Ferrari di Modena, aziende e gruppi che operano nel settore della nautica, aziende leader nella progettazione e produzione di componente pneumatici come Camozzi, insieme a tante altre realt specializzate, troppo numerose per poterle citare singolarmente; e per chiudere lanello, vanno citate alcune carte vincenti capaci per la competitivit internazionale, e cio la conoscenza
tecnica dellUniversit di Ingegneria; i servizi alle imprese del gi citato Centro Servizi Multisettoriale costituito da Camera di Commercio, Provincia, Comune, Universit degli studi di Brescia ed Eulo; una organizzazione come Isfor 2000, nata nel 1989 per iniziativa della Associazione Industriali Bresciana per presidiare la formazione permanente a tutto campo; ed infine unorganizzazione di ricerca, prove e controlli come l Aqm cresciuta strategicamente in questi ultimi anni per adeguarsi alle esigenze di un sistema cos ricco e dinamico. Tutto questo per concludere che non manca nulla a questo territorio per porsi come soggetto di primaria importanza in termini di competenza, cultura industriale e valore imprenditoriale nella filiera della costruzione veicoli. Le condizioni di base ci sono, occorre coraggio e creativit per uscire dal guscio, costruire istituzionalmente un progetto unico di visibilit globale per farsi riconoscere ed apprezzare a livello internazionale, comunicare i propri prodotti e la propria tecnologia, contattare e discutere con i nuovi buyers mondiali, facendo sapere che in questo business Brescia c.
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TU E IL FISCO
di fERDINANDO mAGNINO
rIfOrMA TrIBUTArIA
NE VALE LA PENA?
utti pare vogliano la riforma tributaria. La proclama il governo, la chiede lopposizione, la vogliono i sindacati. un ritornello periodico, ora di attualit. Qualcuno ha pensato di chiedere: la vogliono anche i contribuenti? Potrebbero esserci risposte inattese. Berlusconi a gennaio di questanno ha rilanciato la sua riforma: due sole aliquote Irpef (23% e 33%). Lo scorso anno aveva lanciato il tema dellabbandono dellIrap (ottobre 2009, in occasione dellassemblea di Confcommercio). Tremonti intervenuto brutalmente ma realisticamente: non c spazio per tagli di imposte non coerenti con una riforma tributaria organica e strutturale del sistema, non c spazio per nuovi deficit. In effetti quello che abbiamo ci basta In poche parole, se si taglia da una parte, bisogner riscuotere da qualche altra parte. Bersani ha dichiarato al Tg1, sempre a gennaio di questanno (mese freddo, idee congelate?), che la proposta porta troppi soldi verso i ricchi. Se vogliamo discutere di Irpef per lavoro e famiglia, di superamento degli studi di settore, di rendita finanziaria e lotta allevasione si venga in Parlamento, noi le nostre proposte le abbiamo. Meglio tenerle segrete, se a chi vota piacessero magari gli toccherebbe governare. Tremonti e Bersani hanno ora riconfermato che la riforma tributaria necessaria, in occasione del recente incontro organizzato dalla Uil. Cosa possiamo aspettarci? Riduzione dellIrpef, aumento dellIva, uniformit di
tributi per i redditi di capitale, poco altro. Il deficit dello Stato italiano non permette molto di pi. Ma ne varr la pena? A mio avviso assolutamente no. Ricordiamo, perch pare che tutti se ne siano dimenticati, cosa successo con lultima riforma tributaria, fine 2001 - inizio 2003. Siamo nel periodo del governo Berlusconi, il governo pi longevo della storia della Repubblica Italiana, con ministro dellEconomia e delle Finanze il Prof. Tremonti (poi sostituito, nel 2004, da Siniscalco, accipicchia). Ma quella riforma a moduli stata una grande incompiuta. Doveva essere approvata per moduli, il primo relativo allIres, al trattamento dei dividendi e dei capital gain (questo primo modulo stato attuato), con riforma dellIre rinviata al 2005. Salvo che poi tutti si sono poi dimenticati del secondo modulo. Tanto rumore per nulla, o quasi nulla. Gli unici cambiamenti rilevanti sono stati la Pex, lesenzione (allora) dei dividendi, il consolidato e la trasparenza fiscale. Tutto il resto, il nulla. Sistema favorevole per le imprese, e basta. Non sono passati molti anni, dalla riforma del 2001-2003, se si vuole cambiare: staremo a vedere. Pu essere di stimolo, per tutti, qualche pensiero del tempo andato. Pi presto ci persuaderemo che la giustizia tributaria non materia di alta scienza ma di accurati modesti ragionamenti intorno agli effetti concreti dei diversi tipi possibili di imposta sulla condotta umana
e meglio sar (Luigi Einaudi, Miti e paradossi della giustizia tributaria). Io non sono certo un fautore di mutamenti frequenti e improvvisati nelle leggi e nelle Costituzioni. Ritengo anzi che sia meglio sopportare eventuali imperfezioni non troppo gravi: in quanto, una volta che vengono alla luce, ci adattiamo ad esse e troviamo dei rimedi pratici per correggere le perniciose conseguenze (Thomas Jefferson, simbolo delle istituzioni repubblicane in Usa, circa due secoli fa). Limposta che ognuno deve pagare dovrebbe essere certa e non arbitraria. Il tempo del pagamento, il modo del pagamento, lammontare dovuto, tutto dovrebbe essere chiaro e semplice sia per ogni contribuente, come per qualsiasi altra persona. L dove cos non si opera, ognuno il quale sia soggetto allimposta posto nella bala pi o meno stretta dellesattore, il quale pu gravar la mano sui contribuenti sgraditi ovvero estorcere, colla minaccia allaggravio, qualche regalo o mancia a proprio vantaggio. La incertezza dellimposta incoraggia la insolenza e favorisce la corruzione di una categoria di uomini, la quale impopolare per se medesima, anche quando i suoi membri non siano n insolenti n corrotti. La certezza dellammontare che ognuno chiamato a pagare affare di cos grande importanza in materia di imposta che un grado assai considerevole di disuguaglianza sembra essere, ove si giudichi secondo lesperienza universale dei popoli, un danno di pochissimo conto in confronto ad un piccolissimo grado di incertezza (Adam Smith, Wealth of Nations V, II, II, II).
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E/O CrESCITA?
Non confondere la prima con la seconda significa non confondere la congiuntura (la ripresa) con la struttura (la crescita). Per la congiuntura basta la ripresa del mercato, per la struttura occorre la ripresa della politica.
rIPrESA
on confondere lalbero con la foresta, la brezza con il vento, la rondine con la primavera. E sopratutto non confondere la ripresa con la crescita. vero che la prima condizione necessaria della seconda, ma non sufficiente. Per una crescita reale occorrono indici di sviluppo superiori a quelli della semplice ripresa. Che per ora non si vedono allorizzonte pur registrandosi positivi segnali di recupero della domanda perch la crescita richiede scelte strategiche conseguenti sia a livello locale che nazionale. BUONE NOTIZIE mA NON BASTA Buone notizie dal fronte imprenditoriale. Aumenta lexport e cresce a un ritmo medio del 30% la domanda nella meccanica, settore portante e maggioritario dellindustria bresciana. Ma continua la serie negativa dei fallimenti e delle chiusure aziendali, con la cassa integrazione sempre ai massimi storici e lespulsione dal
di ALESSANDRO ChEULA
processo produttivo di lavoratori non pi giovani n giovanissimi ma in et adulta o matura, ossia quelli che non troveranno pi unoccupazione. Espulsione causata non da innovazione tecnologica che nellimmediato elimina pi posti di quanti ne crei ma nel medio-lungo periodo in parte li riassorbe a un livello pi alto , ma disoccupazione generata da una crisi che in molte situazioni divenuta recessione. E tuttavia la parola dordine non pu pi essere solo quella mirata al resistere, resistere, resistere ma deve tornare ad essere quella finalizzata al cresce-
re, crescere, crescere. Superata la fase della resistenza non passiva, come stato negli ultimi due anni, occorre passare alla fase successiva, quella della crescita attiva. Certo occorrono condizioni esogene lambiente esterno ossia il sistema-Paese coerenti e conseguenti alle volont endogene, quelle interne alle imprese. Ma i segnali di ripresa provenienti da pi parti, sia pure ancora deboli e incerti, ci dicono che anche un refolo di brezza pu anticipare il vento della rinascita e che una rondine, nella attuale situazione, pu far primavera.
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IL mUST DEGLI ANNI 2000 Se lindustria italiana tiene significa che lindustria bresciana, che della prima da sempre pars magna e rappresentativa, tiene a sua volta. Se vero che Brescia uno spaccato fedele quanto attendibile della composizione dellindustria italiana una prevalenza delle filiere dei comparti maturi ma tuttora competitivi della siderurgia, metallurgia, meccanica e tessile la cui efficienza si fonda sul mix virtuoso tra maturit dei prodotti e modernit dei processi altrettanto vero che alla situazione bresciana si pu attagliare perfettamente quanto Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha detto recentemente a proposito dello scenario italiano: Anche dopo la peggiore recessione degli ultimi sessantanni, lindustria italiana mantiene
Il perverso paradosso contro il quale tutti saremo chiamati a combattere con tutti i mezzi: la crescita senza occupazione.
la sua forza; nonostante la crisi e nonostante il sistema-Paese che non aiuta, la manifattura italiana rimasta competitiva. Siamo il quinto Paese industrializzato del mondo e vogliamo rimanerlo, pur con i noti limiti strutturali, pur essendo mediamente ancora troppo piccoli e pur facendo poca ricerca. Ma il 45% del nostro export non dato dalla pizza o dalle mozzarelle, dal fashion o dalla pasta di grano duro con tutto il rispetto per questi prodotti e i loro produttori ma dalla meccanica, dalle macchine utensili, dai metalli e dallelettronica. LA LUCE IN fONDO AL TUNNEL Ecco perch si pu intravvedere la luce in fondo al tunnel della crisi. Per ora una fiammella ancor flebile, un lumicino ancora debole, ma in molti comparti ha
cominciato ad ardere. O quantomeno ad accendersi. Lambiguit della ripresa che sar pi lenta del previsto, come ha ricordato recentemente Achille Fornasini, a.d. di Isfor 2000, allultimo outlook sulla congiuntura tenuto in Aib suggerisce per ora una risposta che non pu che essere interlocutoria. Ma non pi dubitativa. La Cassa integrazione, pur ancora alta rispetto al passato, comincia a frenare e la disoccupazione non pi unemorragia inarrestabile (anche se purtroppo in troppi casi ancora irreversibile). Lo si potuto verificare in tutti gli appuntamenti tenuti nei primi mesi del 2010 nelle sedi delle istituzioni economiche e imprenditoriali bresciane, dallAib alla Camera di Commercio, dallApi a Siderweb, dal Csmt (Centro servizi tecnologici multisettoriale) al Csq. I fallimenti hanno raggiunto lacme nel 2009 e nei primi mesi del 2010, e cos pure i concordati, ma anche qui si comincia a registrare una frenata confortante. Ottimismo gratuito? No, semplicemente si vuole dire che ha ragione la signora Marcegaglia: lindustria bresciana ha tenuto come quella italiana, la sua vocazione produttiva e il suo Dna manifatturiero resistono e guardano alla crescita. Se la politica far la sua parte, passando dal mero controllo della spesa pubblica a una manovra pi convintamente antirecessiva ed espansiva, il peggio sar alle spalle. RIPRESA O CRESCITA? Ma riprendersi non vuol dire ancora crescere. La ripresa non va confusa con la crescita, essendo due cose distinte. Ripresa, infatti, non vuole dire ancora crescita, essendone una condizione necessaria ma non sufficiente. La crescita si potr dare solo quando saremo ritornati ai livelli dei tassi di incremento pre-crisi. Occorre una ripresa in grado di agganciare la crescita. Tra i due momenti non c solo un salto cronologico, di quantit, ma anche logico, di qualit. Poich la crescita richiede condizioni aggiuntive rispetto alla semplice ripresa. In sintesi: per lottimismo politico di Giulio Tremonti il bicchiere gi mezzo pieno; per il realismo economico di Emma Marcegaglia e Gianfranco Dalle-
A Brescia devono aumentare laggregazione tra imprese, la qualit del capitale umano, linnovazione.
ra, presidendete dellAib, il bicchiere ancora mezzo vuoto. La ripresa, di cui si odono i primi timidi vagiti, sar senza occupazione e non far pi posto a tutti, mentre la domanda di consumo dei Paesi sviluppati rimarr debole e crescer quella dei Paesi emergenti (il Bric, ossia Brasile, Russia, India e Cina) ma con caratteristiche ben diverse da quelle dei Paesi avanzati. E sar questo, a ripresa innescata, il perverso paradosso contro il quale tutti saremo chiamati a combattere con tutti i mezzi: la crescita senza occupazione. Perch in Italia un giovane su tre disoccupato. Il che significa, come dice Giuseppe Pasini della Feralpi, che tra ventanni avremo un vuoto non solo occupazionale ma di professionalit aziendale. BRESCIA COmE IL BADEN? vero che a Brescia nascono ancora pi aziende di quante ne muoiono come risulta dallultima rilevazione di Unioncamere e questo un dato confortante. Ma non basta ancora a farci dormire sonni tranquilli. Di che tipo di aziende si tratta? Il saldo positivo 2009 dellindustria bresciana dato, infatti, come risulta dai dati della Camera di Commercio, da aziende non classificate ossia indistinte e generiche, cio non appartenenti ai settori tipici (agrario, terziario o manifatturiero). Nascono nuove aziende, ma ci non significa che nascano automaticamente nuovi prodotti. Certo si assiste a positivi sforzi nei comparti innovativi come le energie rinnovabili o il biomedicale. Ma non si tratta ancora di realt distrettuali o sistemiche come quelle tradizionali fordiste. Riuscir Brescia a inserirsi positivamente nel prossimo ciclo di sviluppo mondiale? S, ce la pu fare. Ma ad alcune conMESI 12SETTEmBRE 2010
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dizioni. Una maggiore aggregazione tra imprese (le reti possono aiutare tali processi, come giustamente sostiene Aldo Bonomi, vicepresidente della Confindustria), una maggiore capitalizzazione delle imprese familiari, linnalzamento della qualit del capitale umano, una maggiore innovazione radicale e non solo incrementale. Ossia di prodotto, non solo di processo. Fermo restando, detto per inciso, che si tratta di una distinzione accademica poich il segreto bresciano resta quello citato in premessa: il mix virtuoso tra prodotti maturi e processi moderni. Nellinsieme la situazione economica bresciana sta migliorando, il tessuto produttivo locale ha retto bene allimpatto della prima grande crisi della globalizzazione. Ma leconomia nostrana ecco il punto, anche se pu apparire velleitario non pu accontentarsi di crescere
tinente allora non tra prodotto maturo o avanzato, tradizionale o innovativo, ma tra competitivo e non competitivo. Se quasi met della meccanica bresciana pur essendo conto-terzista, cio orientata non al mercato o al cliente ma al committente, ha tenuto, significa che lingegneria di processo ha salvato la gestione industriale e con essa il conto economico, e che sta consentendo di bypassare la crisi per la ripresa. Ma sar solo il primo passo. Perch dopo la ripresa bisogner agganciare la crescita. QUALI INfRASTRUTTURE PER BRESCIA? Ma per crescere non bastano le oggettive condizioni delleconomia (del mercato), occorrono anche le soggettive volont della politica (dello Stato). Occorrono insomma scelte che possano aiutare a riprendersi e a crescere sia il sistemaPaese che il sistema-Brescia. Tralasciamo il primo e concentriamoci sul secondo. Parlare di volont politiche non facile, anzi lo fin troppo quando lo si fa a tavolino, al davanzale delle finestra e dalla comoda tribuna degli osservatori economici o congiunturali. Tuttavia opportuno adombrare alcune ipotesi non estemporanee. Parliamo di scelte, non di non scelte. Tra queste ultime possiamo annoverare le molteplici omissioni a favore della vocazione produttiva e manifatturiera delleconomia bresciana. Si vuol dire che le scelte di fondo, quelle strategiche e di lungo termine, sono state fatte nel terziario pi che nel secondario. Il che non guasta, poich uneconomia senza servizi allaltezza delle propria industria non pu dirsi uneconomia avanzata. Il problema decidere quali sono le reali necessit, ossia le priorit e le specificit, per la situazione bresciana. Se infrastrutture direttamente funzionali, e quindi indispensabili e insostituibili, allapparato industriale locale o i servizi che, per quanto utili e necessari, possono essere reperiti utilmente anche altrove. Lultimo caso in proposito laeroporto di Montichiari. Uno scalo che una recente documentata e dettagliata indagine del Sole 24 Ore propone tout court di chiudere per evidenti e oggettive ragioni geo-economiche. A parte il benemerito
sforzo dellAbem, presieduta dal neopresidente Giuliano Campana, lultima scelte della Provincia circa la creazione di un comitato consultivo composto da avvocati e commercialisti appare come una opzione bizzarra quanto estemporanea, per non dire un diversivo sorprendente quanto superfluo. A parte il fatto che un comitato consultivo degno di tal nome deve essere composto da addetti ai lavori, cio tour operator e imprendi-
come il resto del Paese, per quanto ci sarebbe comunque auspicabile. Bisogna pretendere di crescere come le locomotive europee, il Baden-Wuttenberg o il Rhone-Alpes, come dice Franco Bettoni, presidente della Camera di Commercio. Cosa non facile, se guardiamo ai raffronti con le altre province lombarde, dove Brescia si colloca a met classifica. E dove nel 2010, diversamente da Varese o Milano, la produzione cresciuta pi dei fatturati (come nel 2009 i fatturati sono calati mediamente pi delle produzioni). Segno che si produce di pi ma si guadagna di meno. Si fa concorrenza al ribasso sui prezzi. Perch c ancora prevalenza di prodotti poveri. Il che non vuol dire obsoleti, poich si pu essere maturi e nel contempo competitivi. Unazienda avanzata non solo per quello che fa ma anche per come lo fa. La distinzione per-
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cinesi a Brescia
I CINESI
ono proprio questi quattro ambiti bazar, bar, parrucchiere e massaggi ad essere oggetto di concorrenza al limite della slealt sul nostro territorio, anche se con le relative differenze. Infatti, mentre la competizione creata dai bazar orientali intacca di poco la routine dei commercianti bresciani, orientati su tuttaltro genere di compravendita, i servizi di parrucchieri e massaggiatrici dagli occhi a mandorla creano qualche imbarazzo e non poche arrabbiature. E mentre queste scemano presto davanti a un lucido confronto sulla professionalit, totalmente impari, si alzano i mugugni dei barman perch, a dirla tutta, restano i caff i veri baluardi del made in China nostrano: qui, difatti, che si pu giocare fino in fondo la partita di chi ha sottratto il costo del
personale dal proprio bilancio. E in un settore in cui il costo della merce non trattabile, e il servizio discrezionalmente marginale, la differenza si sente tutta, a partire da orari no-stop e chiusure inesistenti. Aprono per primi, chiudono le serrande per ultimi. Verrebbe da dire che siamo alle prese con un popolo di sonnambuli, ma il discorso ovviamente diverso, e ben pi serio. Corso Mameli, Corso Garibaldi, Pallata. Se esiste anche a Brescia una China Town, ebbene si trova in pieno centro. Sotto il bilocale in vendita o il trilocale in affitto ormai non c spazio se non per il minimarket o per il bazar orientale. Finiti i tempi dei ristoranti cinesi, che resistono ma di fatto sono ormai soppiantati dalla nuova moda del sushi restaurant o take away giapponese, il popolo dagli occhi a mandorla
si buttato su una fascia di mercato dalle proporzioni di crescita illimitate, diversificando la propria offerta quasi in maniera, passateci il termine, bocconiana. Perch chiaro che dietro il centro massaggi, il bazar o il bar di nuova gestione, esiste un piano marketing perfetto, lucido, efficace. Il popolo cinese si muove come fosse un solo uomo, una sola mente, basandosi per su una forza lavoro illimitata e su una predisposizione al sacrificio e al lavoro che in Occidente ricordano solo i nostri nonni. I turni massacranti non li spaventano, anzi, sono venuti in Italia proprio per lavorare molto pi delle canoniche otto ore che Pechino concedeva loro con stipendi da fame. Fino a pochissimi anni fa eravamo abituati a immaginarli come degli uomini ombra: mai ricoverati in nessun ospedale, mai finiti al campo santo, mai un saluto, mai un cenno bench minimo di integrazione. Su di loro aleggiava una
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SITI INTERNET
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vera e propria cappa di mistero. Adesso non pi cos, adesso al caff sono tanti gli occhi a mandorla dietro al bancone: salutano, sorridono, si danno da fare, e si vestono sempre pi alloccidentale. Insomma, partita una nuova era, quella dellintegrazione sotto la luce del sole, che per certi versi fa piacere, per altri spaventa. Mai un problema con le forze dellordine. Fra tutte le etnie presenti a Brescia e provincia, i cinesi sono quelli pi silenziosi, pi tranquilli, pi sobri. Di fatto, inutile girarci attorno, rappresentano una vera minaccia, e il discorso non assolutamente razziale, badiamo bene, bens economico. Quattro, a parere nostro, sono gli ambiti, sul nostro territorio, ad essere oggetto di una concorrenza al limite della slealt: bar, bazar, parrucchieri e centro massaggi, pur con marcate differenze. difatti, che si pu giocare fino in fondo la partita di chi ha sottratto il costo del personale dal proprio bilancio. E in un settore in cui il costo della merce non trattabile, ed il servizio discrezionalmente marginale, la differenza si sente tutta, a partire da orari no-stop e chiusure inesistenti. Ben vengano, nella Brescia globalizzata di oggi, nuove forme imprenditoriali, nuove opportunit anche per chi viene da fuori. Lunica cosa che vorremmo per, da cittadini, che tutti gli attori venissero messi in grado di operare nel mercato con le stesse garanzie e le pari opportunit necessarie per lo sviluppo armonico delleconomia in un contesto di crisi gi difficilissimo di per s. Ma facciamoli due passi, nella muraglia cinese della Leonessa, per capire, e per stupirci.
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cinesi a Brescia
ad ideogrammi, per la merce di dubbio gusto sparpagliata qua e l. Ne visitiamo una decina, di questi empori, capiamo che limpostazione grosso modo la stessa, giusto qualche piccola differenza, che lascia ben sperare. Come Chen Jingjing, solerte e sorridente al nostro ingresso, che chiede con partecipazione
Corso mameli, Corso Garibaldi, Pallata: sotto il bilocale in vendita o il trilocale in affitto ormai non c spazio se non per il minimarket o per il bazar orientale.
come va, tuto beneee?, lasciandoci poi curiosare sfacciatamente. Orologi plastificati, accendini os, unghie finte e parrucche. Ma anche trolley, detersivi, biancheria intima sintetica e articoli da bagno. Tutto provvisorio, senza peso, costa poco, anzi, pochissimo. Entriamo ed usciamo da questi china markets travestiti da boutiques, ci gira la testa per lodore di canfora, per gli spazi claustrofobici in cui viene stipata a chili la merce, a volte senza una parvenza dordine logico. Quasi tutti i negozi rispecchiano la struttura delle vecchie case bresciane: piccole stanze comunicanti tramite scalinate strette, si sale e si scende senza accorgersene, dentro locali sempre pi angusti dove la luce non filtra e i neon scaldano le pareti basse. Ci ritroviamo in un tinello, per qualche secondo sembra di assistere a uninstallazione di Maurizio Cattelan: decine di tutine da neonato sono appese al soffitto, dal quale penzolano in tutta la loro inconsistenza. Siamo seguiti a vista da donne la cui et ci sfugge, sempre in gruppo o assistite da un uomo che potrebbe esserne il fratello, il marito o il padre, comunque
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Infatti, mentre la competizione creata dai bazar orientali intacca di poco la routine dei commercianti bresciani, orientati su tuttaltro genere di compravendita, i servizi di parrucchieri e massaggiatrici dagli occhi a mandorla creano qualche imbarazzo e non poche arrabbiature. E mentre queste scemano presto davanti a un lucido confronto sulla professionalit, totalmente impari, si alzano i mugugni dei barman perch, a dirla tutta, restano i caff i veri baluardi del made in China nostrano: qui,
UN GIRO AL ChINA mARKET Inizio estate. Di buonora, facciamo un tour negli empori orientali che costellano i vicoli di Brescia, entriamo in quelle botteghe che solitamente non lasciano memoria nello shopping nostrano. Mentre le altre etnie fanno capolino dai loro piccoli spacci, vociano a crocchi sul pav, attirando lattenzione con profumi speziati e salmastri, i cinesi restano allombra di vetrine anonime, dietro banconi posticci. Ci accorgiamo dei loro esercizi per qualche vetrofania
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sia, mai sole. Il loro tono anonimo cos come il portamento, stridono con laccozzaglia kitsch esposta, inosservate ci osservano. Non conoscono litaliano, se chiediamo loro qualcosa piegano di lato la testa, la bocca socchiusa, ripetendo tuto 1 euro, tuto 5 euro!, come a convincerci di un indiscutibile affare. Tra scaffali e appendini, incrociamo due ragazze del sud Italia, una coppia islamica, unafricana, due giovani dellEst, nessun bresciano. Latmosfera diversa da quella di citt come Verona, o Milano, in cui capannelli di studenti provano infradito, ciabattine ed orecchini nei camerini orientali foderati di moquette. Qui si respira una cordialit tesa, un silenzio ostinato. Agli sgoccioli del tour, decidiamo di acquistare qualcosa. Tralasciato il reparto fetish, con succinti completi alla marinaretta, travestimenti da poliziotta e guaine retate i body stocking di cui ignoravamo lesistenza, ci spostiamo verso scarpe e borse. Sacche di Haloochiti, versione cinese della famosa micia che spopola tra giovani e non, fanno da pendant a ballerine similpelle: insieme a t-shirt e mini abiti, su quattro capi almeno uno porta la scritta made in Italy. Quando siamo ormai sicuri dandarcene a mani vuote, il leit motiv di tutti questi negozi ad illuminarci: accanto ad ogni cassa, infatti, c un Maneki neko, letteralmente il gatto che ti chiama. Questo gattino dorato, di plastica, coperto da ideogrammi, alza ed abbassa la zampa sinistra per attirare simbolicamente la fortuna e i clienti. Ci piace, lo paghiamo in sconto 5 euro, ed usciamo con il nostro souvenir dOriente muniti di scontrino. ShAmPOO E PIEGA Sar laccattivante shampoo + piega 6 ad attirare la clientela, o la manicure al ribasso (solo 7), ma i parrucchieri cinesi, rigorosamente rivolti allindiscriminato pubblico di uomini, donne e bambini, restano gremiti. Ci avviciniamo a una vetrina che inneggia al tricolore, leggiamo che sono aperti al pubblico dal marted alla domenica, dalle 8.30 alle 21 (anche se passandoci di luned, alle 23.00 passate, stoici, i phon continuano ad essere accesi!) e, pensando di farci sistemare cuticole e screpolature, entriamo. Lambiente spoglio e monocromo ravvivato da grandi specchi a parete che incorniciano sei postazioni di taglio. Pi oltre, dopo un paio di scalini, si accede a una stanza con i classici caschi per la messa in piega e qualche tavolino basso per manicure e pedicure. Le finiture provvisorie, la scarsa luce e un indefinibile odore di chiuso non invogliano a sostare, ma prendiamo ugualmente posto in quella che sembra essere una coda alla chi tardi arriva, male alloggia. Qui, scopriamo, non si accettano appuntamenti, e forse questo spiega la relativa calca. A lavorare, un ragazzo tinto di biondo e una giovane, decisi a proseguire il proprio mestiere in tutta calma, rigorosamente in silen-
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erba, non c voga n passione. Dopo dieci minuti dattesa, senza che nessuno ci abbia chiesto cosa vogliamo, ci avviciniamo alla ragazza con in mano spazzola e phon, chiediamo quando potremo fare una semplice manicure. No tempo adesso, ci viene detto, nessuna indicazione aggiuntiva, non sembra curarsi del fatto che potremmo andarcene e non ripassare. Anche il bambino, adesso, sembra spazientirsi, si divincola e corre fuori, inseguito dal padre. Usciamo da questo stanzone, scialbo ma pulito, con la convinzione che, se non pu contare sulla celerit del servizio, a chi viene qui resta davvero poco: un ambiente muto senza nemmeno una melodia di sottofondo o una rivista di gossip con cui distrarsi , una sedia neanche troppo comoda e dei lavoranti senza grinta. E PER fINIRE UN BAR CINESE Stessi prezzi, stessa merce, uguale disposizione e medesimo servizio. Cosa distingue un bar cinese da un caff italiano? Niente, se non fosse per gli occhi a mandorla di chi sta dietro al bancone. Abituati ad un rapporto con la clientela di necessit vivo, questi gestori orientali mostrano pi spesso il loro sorriso solitamente latitante. Beviamo un espresso al bancone e, dopo essere stati accolti in maniera gioviale, ci viene regalata una presenza discreta. Allaperto, diversi anziani prendono posto e si godono la brezza, vengono serviti subito. un cinese di mezzet che si occupa di tutto, a fianco a lui una ragazzina che rassetta e dimostra di non capire la nostra lingua. Per scoprire come se la cavano con qualcosa di pi elaborato, chiediamo un caff shakerato, suscitando qualche secondo di smarrimento prima di ricevere un dubbioso assenso. Lasciamo il barista alle prese con i cubetti di ghiaccio e visitiamo la toilette, per trovarci di fronte ad uno scenario igienico che non ha nulla da invidiare ai servizi di mezza Italia: porta anti-disabile, turca sporca, niente carta. Due sorsi di bevanda per capire che i barman orientali sapranno anche versare succhi di frutta, crodini e spremere le cialde dellespresso, ma no, il caff shakerato non lo sanno proprio fare. Ma fino a quando?
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finiti i tempi dei ristoranti cinesi, il popolo dagli occhi a mandorla si buttato su una fascia di mercato dalle proporzioni di crescita illimitate.
zio. Le altre sedute sono occupate da chi aspetta il proprio turno, un pubblico tutto italiano che ci tiene compagnia, composto da due signore sulla quarantina, una ragazza e un pap con suo figlio in braccio. Ci sono anche due giovani cinesi, appollaiati in un angolo con i-pod alle orecchie e computer portatile sulle ginocchia, ma non si capisce se debbano davvero rinfrescarsi il taglio o aspettino la nostra dipartita per scambiare quattro chiacchiere con i parrucchieri, ad occhio loro coetanei. Capiamo che le donne sono qui per una piega-lampo, cos la chiamano, anche senza passare dal lavaggio. Sembrano essere di fretta, con le borse della spesa poggiate precariamente sui piedi, ma nessuno si lamenta. I gesti lenti dei coiffeurs tradiscono lesperienza di chi ancora in
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MASSAGGI
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LOW-COST
In citt sono spuntati numerosi centri per massaggi orientali. Una realt dietro la quale si celano esperienze di vita spesso dure e difficili.
di fEDERICO ROSSI
etrine oscurate con poster coloratissimi, grandi immagini di giovani visi orientali, insegna a led che avvisa open, aperto. Uno, due, tre, quattro. In pochi mesi il ring di Brescia si costellato improvvisamente di centri per massaggi orientali. Attraenti, misteriosi e vagamente ammiccanti. Il listino tariffe esposto in bella mostra incuriosisce e attrae, solo massaggi e nessun altro servizio di estetica a circa la met dei prezzi medi dei centri italiani: unora 30 euro, unora e mezza 50 (strano non 45) massaggi a quattro mani, massaggio in vasca, telefono cellulare per prenotazioni. Dentro luce soffusa, musica occidentale di sottofondo; una donna orientale ti riceve con un sorriso e ti chiede gentilmente massgio?, parte subito un ordine imperioso condito da veloci frasi in cinese; da un separ appare una giovane che si avvicina con
un sorriso di circostanza, mentre altre ragazze si affacciano incuriosite per vedere il nuovo cliente. Tutte relativamente giovani, niente camice bianco ma jeans e maglietta elasticizzata, qualcuna in short, niente gonne o vestiti. La donna capo le apostrofa con nomi italiani: Laura, Lina, Alice, Monica. I loro nomi veri Tsukiyama, Sakiko, Hatsuyo, Fujiko sono rimasti in Cina, non certo per voglia di integrazione, ma per farsi ricordare meglio dai clienti (principalmente maschi). Mentre mi guidano verso linterno, lancio unocchiata alle altre ragazze avvinghiate allo stesso Pc portatile: et presunta dai 25 ai 35 anni, alcune carine altre meno, tratti somatici molto diversi. Nel passare oltre sbircio le cabine: in alcune il classico lettino massaggio, in altre un lettino pi basso e largo sovrastato da due sbarre di legno longitudinali per il massaggio tailandese con i piedi, in altre ancora una piccola vasca da bagno in legno ricoperta, per igiene, da una pellicola trasparente usa e getta.
fUJIKO, UNA STORIA PER TUTTE Mentre Fujiko (non voglio chiamarla Laura) mi passa lo slip in carta da indossare, sullarmadietto, con olio e vasetti di crema, noto un dizionario italianocinese. Dopo dieci minuti di massaggio la curiosit vince il sonno: la ragazza non professionista e si capisce che relativamente nuova del mestiere; provo a farla parlare e capisco che, nonostante le difficolt della lingua, di cui spiccica tre parole in croce, accetta con entusiasmo. Un po con i gesti, un po con laiuto del dizionario, mi racconta qualcosa della sua vita. Fujiko in Italia da otto mesi, ha ventinove anni, un figlio di dieci anni che vive con la mamma, il marito (o ex marito) in Cina, ma lei non sa dove, faceva limpiegata in una grande citt a unora di treno da Pechino; una sua amica che vive a Firenze le ha detto
Per poter tornare in Cina, devono restituire quindicimila euro richiesti per il viaggio, le pratiche e il permesso di soggiorno.
che in Italia si sta bene e lha convinta a partire. Non piange ma la voce si incrina, pensava di trovare ben altro qui. Chiedo vorresti tornare in Cina?, S, ma prima devo restituire i quindicimila euro che mi hanno anticipato per il
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viaggio, le pratiche e il permesso di soggiorno. Non sa quanto tempo ci vorr perch deve mandare soldi anche a casa, lavora sette giorni su sette, dalle dieci a mezzanotte, mangia nel centro estetico quando il capo porta i pasti gi pronti dal ristorante cinese ma non sono buoni, mi dice , vive (dorme) in un appartamento vicino alla stazione con le colleghe, due ragazze per camera. Il massaggio finisce e, pi che rilassato, mi sento depresso. Fujiko riprende tono, mi accompagna alla cassa e mi saluta con un ci vediamo ancora?. La rassicuro mentre la donna-capo mi chiede tuto beneee?. Pago i trenta euro, senza accenno allo scontrino, ed esco alla luce. Quaranta euro (ne avevo lasciato dieci di mancia alla ragazza) per unora di mal di stomaco.
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Tra gli immigrati i cinesi sono i pi temibili, hanno forte disponibilit liquida con cui acquistano attivit e immobili, non danno nellocchio e assimilano rapidamente le abitudini occidentali.
DI SfRUTTAmENTO E DI SEmI-SChIAVIT Nei giorni a seguire provo tutti i nuovi centri estetici cinesi della citt. Stesso quadro, stessi prezzi, stesse tecniche (provo anche limbarazzante bagno in vasca, anche se questa era in plastica finto legno ma sempre con la protezione igienica) e penso che le analogie sono troppe e probabilmente la mano (o la mente) che sta dietro la stessa. Altre ragazze, stesse storie; alcune operaie, altre contadine, solo poche facevano massaggi anche in Cina (e si capisce subito dalla scarsa perizia), tutte con figli, tutte separate da mariti
violenti, tutte che hanno pagato quindicimila euro da restituire, tutte che si aspettavano un altro tipo di lavoro, tutte che vengono prelevate dal capo negli appartamenti alla stazione alle dieci di mattina e riaccompagnate a mezzanotte. Tutte storie di sfruttamento e di semi-schiavit, senza diritto a ferie, pause o giorni di riposo (quantomeno fino a che il centro non viene chiuso dalla Guardia di finanza per immigrazione clandestina, o mancanza di autorizzazioni), ma dopo qualche settimana il centro riapre e tutto continua come prima; nel frattempo le ragazze erano state utilizzate in altri centri a rotazione per non perdere unora di business. Non si fermano mai, stanche o malate; cercano disperatamente di imparare litaliano e passano i pochi momenti di pausa tra un massaggio e laltro attaccate al computer per fare corsi di lingua e documentarsi su internet. I clienti sono di tutte le et e classe sociale, per una media di sei/sette al giorno per ragazza (dai trenta ai cinquanta massaggi per ogni centro) che, a trenta euro lora danno circa millecinquecento euro al giorno, per la maggior parte in nero, con costi irrisori, pochi o inesistenti i contributi e una tangente di quindicimila euro a ragazza. Mica male! Meno bene per le lavoratrici che ricevono dai trenta ai cinquanta euro al giorno di mance (salvo quelle un po pi trasgressive). Molto meno bene per
gli imprenditori italiani che, pur in una categoria non propriamente tra le pi regolari in termini di scontrini e contributi, si trovano a combattere una lotta sleale ed impari. Il popolo cinese, dopo il comparto tessile, sta attaccando varie categorie del commercio e del terziario come parrucchieri, bar, negozi e quanto pi con personale che, pur lavorando in patria con turni di otto ore al giorno, a una media di due euro lora, non solo disposto, ma entusiasta di lavorare anche sedici ore al giorno per cinque o sei euro allora portando la remunerazione dai circa duecentocinquanta euro mensili cinesi ai duemila italiani. Tra gli immigrati i cinesi sono sicuramente i pi temibili, organizzati e strutturati quasi feudalmente, hanno gerarchie riconosciute e temute, hanno forte disponibilit liquida con cui acquistano attivit e immobili, sono riservati e non danno nellocchio, assimilano rapidamente le abitudini occidentali nellabbigliamento, nel look, e nella capacit silente, se non di evadere, di eludere norme e burocrazia, portando a una rapida erosione della nostra economia, prima, dallesterno, con lesportazione di prodotti a basso costo, ora, dallinterno, con la competizione su commercio e servizi. E come ciliegina sulla torta, fra qualche anno Tsukiyama, Sakiko, Hatsuyo, Fujiko riusciranno ad emanciparsi dai loro padroni ed andranno alla conquista di ragazzi e uomini italiani
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I VECCHI E I NUOVI
La filosofia chiara e il modello di business dei cinesi molto semplice: parti dal basso e arrivi in alto. Puoi iniziare dalla cucina, dalla fabbrica o dal negozio, limportante non fermarsi.
di ROBERTO GIULIETTI
LAO BAN
sono stati costretti a chiudere e licenziare i propri dipendenti. un mondo illegale, senza regole, difficilmente identificabile ma le cui conseguenze si sono fatte e si fanno sentire in modo pesante. Il fenomeno invece che le statistiche non hanno ancora evidenziato quellemersione dal sommerso degli scantinati che sembra essere la nuova via imprenditoriale dei cinesi. Una strada che dai laboratori clandestini passa alle bancarelle degli ambulanti, che dalla sola produzione arriva alla commercializzazione di un prodotto. Un percorso che sembra essere andato di pari passo con lintegrazione dei cinesi nelle diverse realt in cui si sono trovati ad operare. Chiariamo: i luoghi comuni dipingono i cinesi come quelli che non si integrano e non si impegnano nella conoscenza reciproca; quelli che vivono sempre tra loro e si rifugiano come testuggini allinterno delle loro impenetrabili Chinatown. Tutto falso? Non proprio e non sempre. Di certo, il legame di comunit forte anche perch si sono accorti che difficile cavarsela da soli senza laiuto della comunit quando si arriva in un paese lontano e diverso, senza conoscerne la lingua, la consuetudini e le leggi. Il sostegno di quelli che gi vivono in una citt, diventa fondamentale. Almeno agli inizi, poi si vedr. Per, attenzione alle apparenze. Per quanto compatti, gli immigrati cinesi sono molto pi curiosi della realt che li circonda di quanto non vorrebbe lo sguardo presbite del luogo comune. A confermarlo sono i dati sulla scolarizzazione dei cinesi adulti: sono proprio loro i pi assidui frequentatori dei corsi serali di lingua italiana perch la conoscenza di un popolo, di una citt, di una realt economica passa, prima di tutto, dallapprendimento della sua lingua.
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iventare Lao Ban, ovvero padroni, lobiettivo di tutti i cinesi che in questi anni hanno cercato e spesso trovato, fortuna in terra bresciana. Ma quello che conosciamo degli imprenditori del Dragone che operano a Brescia sono sostanzialmente due cose: i numeri ufficiali e quello che si legge sulle pagine di cronaca dei quotidiani. I primi ci dicono che prendendo in considerazione solo i titolari di impresa, al primo posto ci sono proprio gli imprenditori cinesi che rappresentano il 14,1% degli stranieri titolari di aziende; il secondo dato che investono quasi esclusivamente nel settore manifatturiero (36,2%) o nel commercio, alberghi e ristorazione (54,5%) e che non fanno che aumentare con un tasso di crescita che negli ultimi cinque anni stato superiore al 6%. Lidentikit dellimprenditore cinese a Brescia fa emergere che, in oltre due casi su cinque, chi fa impresa una donna e soprattutto giovane, oltre l86% ha in-
fatti meno di cinquantanni. La filosofia chiara e il modello di business dei cinesi molto semplice: parti dal basso e arrivi in alto. Puoi iniziare dalla cucina, dalla fabbrica o dal negozio, limportante non fermarsi. Qualche volta anche non rispettando le regole. I laboratori clandestini che periodicamente scoprono le forze dellordine , infatti, laltra faccia della medaglia. Pseudo officine dove si lavora in modo irregolare nellambito della contraffazione o in regime di subappalto per aziende italiane che producono marchi pi o meno prestigiosi, nella maggior parte dei casi nei settori dellabbigliamento e in quello calzaturiero. Si tratta di laboratori ovviamente privi del rispetto di qualsiasi normativa in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro, che producono capi a prezzi bassissimi sfruttando la manodopera che costretta a turni massacranti e ad operare in condizioni igienico sanitarie talmente precarie da mettere a repentaglio la salute degli stessi operai. Il risultato un mercato drogato da questa concorrenza sleale che ha messo in ginocchio molti laboratori locali che
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di ALESSANDRO ChEULA
i giovani, che non avendo lavoro n prospettive non possono coniugarsi poich non sono in grado di mettere su n casa n famiglia, non rester che incontrarsi e dirsi addio, come recitava il titolo di un noto film degli anni Cinquanta. A Sud del Paese due giovani su tre sono disoccupati, a Nord uno su tre. Significa che il 40% dei giovani in et da lavoro sono senza lavoro. Si tratta della percentuale pi alta dEuropa, pi della stessa Spagna che ha un tasso di disoccupazione generale doppio del nostro. Significa anche che tra venti o trentanni questi giovani, divenuti anziani, saranno senza pensione o bene che vada avranno una pensione di sussistenza. Saranno insomma dei barboni. Significa che, sempre tra venti o trentanni, vi sar un vuoto di figure professionali nella forza lavoro, vuoto che non potr essere colmato in tempi brevi e che porr alle aziende enormi problemi di produttivit. C un solo modo per rispondere a un dramma che potrebbe diventare cronico e irreversibile: rendere anche la disoccupazione precaria come
loccupazione, il non lavoro precario e reversibile come il lavoro attraverso meccanismi di osmosi (passaggio) tra mondo del lavoro e del non lavoro. Una bestemmia per il sindacato, ma non per quei milioni di giovani destinati e rimanere precari a vita e quindi esclusi per sempre dalla cittadella del privilegio. Cio del lavoro, poich il lavoro sta diventando sempre pi un privilegio: da condanna e maledizione per molti come era una volta, il lavoro sta diventando una benedizione per pochi. GIOVANI: ALLEATEVI E VENGO ANChIO Se tutti fossimo flessibili, nessuno sarebbe precario. Ma flessibilizzare la maggioranza dei posti di lavoro impresa impossibile in Italia. E poi sarebbe tardiva, poich la crisi in atto rischia di rendere inutile e inservibile anche la flessibilizzazione. Insomma, flessibilizzare non basta pi. Per ridistribuire il lavoro in modo equo tra i milioni di giovani disoccupati occorre abolire il posto fisso precarizzando loccupazione. Certo sarebbe meglio flessibilizzare, ma la crisi che stiamo vivendo rischia di rendere vana anche una flessibilizzazione diffusa. In un mercato del lavoro, dove l80%
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ha il posto fisso e il 20% precario a vita, necessario ribaltare lequazione con un 20% di dipendenti stabili e 80% flessibili. Giova ripeterlo: se non fossimo in crisi sarebbe forse sufficiente una maggiore flessibilit del lavoro, ma poich la recessione ha fatto giustizia di tutti i parametri consolidati in uso nella seconda met del Novecento basti pensare al perverso paradosso della crescita senza occupazione occorre pensare a rimedi radicali e strutturali. Non sar facile, anzi, sar quasi impossibile. Ma tocca ai giovani prendere in mano il proprio destino con azioni incisive. Ricordate quando Mario Monti, allepoca commissario della Ue per la concorrenza, invitava i giovani non allo sciopero generale ma allo sciopero generazionale, cio contro la generazione dei padri? Monti aveva ragione: noi padri ci siamo mangiati tutto quello che cera nel piatto lasciando ai giovani una montagna di debiti. Quel po di benessere che ancora sussiste rischia di essere azzerato negli anni a venire da una crisi sempre pi pervasiva. La nostra generazione (quella di chi scrive, vale a dire i sessantenni) stata la pi fortunata nella storia dellumanit per due ragioni. La prima che, a differenza di tutte le altre generazioni precedenti, non morta in guerra; la seconda che diventata pi ricca dei propri genitori. Cosa che non potr accadere ai nostri figli, che nella quasi totalit dei casi saranno pi poveri dei loro padri. Ebbene, pur essendo stati i pi fortunati della storia, cosa lasciamo ai nostri figli in cambio di quel poco benessere che gli abbiamo dato ma che sta scomparendo? Debiti, crisi, disoccupazione. Non una bella eredit, e soprattutto uneredit cui non concesso il beneficio di inventario, dal momento che i nostri figli non potranno rifiutarla. AZIENDE: AGGREGARSI E mAI DIRSI ADDIO Veniamo ora ai risvolti bresciani dei problemi economici e sociali che si aggiungono, aggravandoli, ai proMESI 12SETTEmBRE 2010
blemi giovanili. Due sono le derive da evitare se si vuole bypassare la crisi. La prima la sindrome del bonsai, cio il rifiuto del competere come rifiuto di crescere; la seconda la presunzione di autosufficienza ossia leccesso di autoreferenza che diventa anticamera dellisolamento. Ecco perch la nuova parola dordine aggregazione. Non la ricetta taumaturgica, ma non pi unipotesi tanto remota poich sta entrando nel senso comune e nel linguaggio corrente degli imprenditori. Dopo il tempo dellindividualismo spinto, che stato comunque per mezzo secolo un potente fattore di crescita dellindustria bresciana, sembra ormai maturo, sia a livello di coscienza soggettiva che di realt oggettiva, il tempo dellaggregazione. Ma quale aggregazione? Aldo Bonomi, imprenditore bresciano vicepresidente della Confindustria con delega alle reti e ai distretti industriali, insiste da tempo sulla interazione tra due momenti (due strumenti). Da una parte le reti territoriali, realt funzionali orizzontali, dallaltra le filiere aziendali, realt produttive verticali. Grazie a questi due fattori, il fare squadra diventa qualcosa di pi di una semplice ipotesi. A patto che vengano superati sia i distretti, storicamente benemeriti ma ormai inadeguati, sia i meta-distretti, oggi assorbiti nella pi ampia latitudine dei sistemi a rete. I CONTENUTI DI UNA POSSIBILE AGGREGAZIONE Una politica di aggregazione non pu essere solo unipotesi astratta o un appello progettuale. Deve sostanziarsi di contenuti programmatici concreti, realistici e fattibili. Alcuni di questi sono da tempo allordine del giorno delle imprese bresciane. Per ci opportuno ricordarli. La priorit, se vogliamo conservare e rafforzare la vocazione manifatturiera delleconomia bresciana evitando gli eccessi di finanziarizzazione di cui Bipop e Hopa sono stati due esempi deteriori e deleteri per la nostra provincia, va data alle infrastrutture direttamente
funzionali allapparato produttivo. Tra queste, prime fra tutte, polo logistico intermodale (Piccola velocit) e centrali termoelettriche. Ma non una mega-centrale da 800 Mw come si parlava fino a ieri ipotesi peraltro bocciata dalla Regione Lombardia anche nella versione dimezzata da 400 Mw ma due o tre centrali turbogas di minore potenza e pi modesto impatto ambientale, come insegna la saggia esperienza svizzera al cui esempio potremmo utilmente attingere. In secondo luogo strumenti operativi, quali le alleanze verticali di filiera al posto delle alleanze orizzontali di prodotto. Un esempio per tutti, modesto ed emblematico ma non ancora emulato o clonato come si potrebbe e dovrebbe, lItalian Technology Group, un consorzio tra quattro aziende della tipica filiera bresciana forno-pressa-transfer-robot: la Maestri di Calcinato (forni riscaldo), la Hydromec di Gussago (presse stampaggio), la Btb di Bovezzo (transfer) e la Abl Automazione di Gussago (impiantistica automatizzata). In terzo luogo strumenti finanziari reali e non virtuali, come la cartolarizzazione del credito rieditando, aggiornandoli, mezzi gi collaudati quali i bond di area emessi da banche convenzionate e garantiti dai Confidi regionali, secondo lesempio applicato anni fa in altre situazioni. In quarto luogo innovazioni strumentali come le reti la cui funzione pu essere rilanciata oltre i distretti, della cui personalit giuridica, abbozzata dalla dimenticata Legge Finanziaria 2006, non si parla pi essendo caduta in totale desuetudine (sarebbe dovuto essere il primo passo verso una possibile configurazione territoriale del distretto quale cellula di un assetto istituzionale federale, ma si tratta di una ipotesi totalmente rimossa dal novero dellagenda politica). Al quinto posto comprensori territoriali allargati come le aree metropolitane (in una prospettiva di medio termine poich per ora non hanno valenza istituzionale) nel cui ambito Brescia pu interfacciarsi a Ovest con
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Bergamo e Milano (interazione di servizi con Milano non ancora compiutamente attuata nella fusione tra Asm e Aem trattandosi di una operazione perdente per Brescia, integrazione finanziaria con Bergamo gi realizzata con la fusione delle due maggiori banche locali) a Est con Verona (integrazione commerciale e aeroportuale gi sperimentata, sia pure con risultati finora deludenti, con la cogestione nellaeroporto DAnnunzio di Montichiari). Al sesto posto programmi di innovazione grazie a una rinnovata osmosi tra universit e imprese tramite il Cstm (Centro servizi tecnologici multisettoriale): al proposito, come ha ricordato recentemente il presidente dellAib Gianfranco Dallera, non basta parlare della necessit di implementare il rapporto tra ricerca e industria poich, nelle condizioni attuali, il trasferimento tecnologico dalla ricerca universitaria allimpresa pressoch inesistente, salvo rarissimi casi dovuti pi a buone volont soggettive che a strumenti oggettivi. Infine, settimo ed ultimo tassello, crescita della delocalizzazione estera ma nel contempo attuazione, nella prospettiva di una compiuta internazionalizzazione, di una maggiore cooperazione tra Universit, Camera di Commercio, istituti di formazione, istituti di credito e associazioni imprenditoriali (il famoso sistema Brescia) non solo per lucrare su salari minori (delocalizzazione) ma per puntare su risorse migliori (internazionalizzazione). STRUTTURE fORTI, STRATEGIE DEBOLI Lo scenario bresciano chiamiamolo cos per convenzione e comodit di linguaggio, trattandosi di un robusto tassello locale dentro una crisi globale simile ad altre aree industriali ma nel contempo, pur versando in una crisi analoga ad altre situazioni, presenta specificit peculiari seppur non esclusive. Siamo strutturalmente forti ma strategicamente deboli. Anzi, proprio loggettiva
solidit strutturale a contenere e coltivare in s il rischio di una soggettiva e progressiva fragilit strategica. Strutturalmente forte perch al vecchio modello di impresa fordista del Nord Ovest orientato al magazzino si affiancato nellultimo trentennio un nuovo modello di azienda mercatista del Nord Est orientata al mercato (in tale senso si pu dire che Brescia cerniera geoecono-
nemmeno a creare sinergie. Neppure la realt distrettuale, che per definizione un esempio di sistema produttivo corale in quanto plurale, coesa non essendo mai andata al di l del connotato meramente geografico e territoriale. Il Club dei Distretti, lorganismo di rappresentanza funzionale delle unit distrettuali oggi superato per non dire obsoleto, non ha mai saputo
mica, provincia bifronte e bivalve in quanto periferia del Nord Ovest e anticamera del Nord Est). Strategicamente debole perch la composizione dellindustria locale fatta per quattro quinti di comparti maturi (siderurgia-metallurgia-meccanicatessile) ma competitivi, a tecnologia prevalentemente media o medio bassa con scarso valore aggiunto e alta intensit di manodopera (allinterno di tale scenario vi sono ovviamente eccellenze meccaniche e sidermetallurgiche che hanno saputo restare molto efficienti). In secondo luogo perch lindividualismo dinamico delle sue imprese non diventato pluralismo sistemico, non essendo riuscito non solo a fare sistema ma
declinare una politica tale da collegare la forza della filiera produttiva alla flessibilit della singola impresa. Vale a dire i due fattori dai quali pu scaturire una nuova coesione coalizionale, ci si perdoni il bisticcio, della molecolare realt industriale dei nostri distretti. Ecco perch laggregazione tra reti orizzontali e filiere verticali una prospettiva matura, realistica e fattibile, oltre che necessaria e ineludibile. Matura, come dice Bonomi, perch ormai nelle cose; realistica perch si pu avvalere delle reti e dei nuovi strumenti di interazione e informazione; fattibile, infine, come ricorda Dallera, perch avvertita come tale nella sensibilit individuale degli imprenditori.
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Dovrebbero volare, invece zoppicano: sono i giovani alle prese con la precariet.
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LAVOrO: SBOCCIATA LA
GENErAZIONE P
el numero di aprile avevamo preso le mosse dalla fase di ricerca del lavoro indagando metodologie e aspettative degli under 30 per poi sondare i terreni del mercato con i consigli dispensati dalle agenzie del lavoro. Ora chiudiamo il cerchio dando voce alle esperienze dei giovani: appaganti, insolite o intricate che siano, non possiamo esimerci dal dipingere un quadro piuttosto cupo della realt. I ragazzi del terzo millennio, infatti, sono sempre pi schiavi di una lettera ed esponenti di una nuova era, quella che li identifica come generazione P (ovvero generazione della precariet).
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Cercano di affermarsi nel mondo del lavoro arrancando come moscerini in una ragnatela in cui il ragno della disoccupazione sempre pi minaccioso, come certificano i dati dellIstat, che annunciano linquietante record del 29,2% di senza lavoro tra i 15 e i 24 anni. Circa uno su tre, dunque, a caccia di un impiego e vive in un limbo capace di ingiallire ogni curriculum anche in ottica futura. Ma i veri protagonisti della generazione P hanno gi un lavoro e compongono quellesercito di precari legati a contratti a progetto o a prestazione, favorendo una concezione del mondo del lavoro finalizzata solamente a dare linfa ai progetti delle aziende, mentre i cosiddetti bamboccioni faticano a recidere il cordone ombelicale, visto che la loro economia si basa su una solidariet famigliare che, in certi casi, vitale. Per qualcuno, tuttavia, dovrebbero andare a
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vivere da soli, a convivere o a metter su famiglia. Pi facile a dirsi che a farsi, con quelle quattro palanche garantite per 6, 12 o 18 mesi, poi chiss Della serie: come farsi ridere in faccia da banche e istituti di credito. Il problema serio, perch spesso nemmeno il sudato pezzo di carta evita ai nostri gnari di fare salti mortali tra un ufficio e laltro inventandosi, nella migliore delle ipotesi, impiegati di giorno e camerieri di sera. Sempre pi laureati non trovano il posto, e molti di loro si accontentano di guadagnare poco o, ancora peggio, di rinunciare al sogno di una vita pur di garantirsi un avvenire stabile, quello che la nostra societ offre su un vassoio dargento ai soliti figli di pap o agli amici degli amici, negando laffermazione di una meritocrazia sempre pi rara, alla faccia delle tanto sbandierate pari opportunit.
Chi ha talento e due palle cos, se ha fortuna, riesce ad emergere, ma deve sudare sette camicie per recuperare il gap dai raccomandati. La corsa allobiettivo professionale, insomma, una gara truccata. Unico lato positivo i lavori manuali in cui i ragazzi, che hanno in tasca la terza media o al massimo tre anni di scuola professionale, sudano parecchie ore ma alla fine portano a casa la pagnotta. Laltra faccia della luna sono quei ragazzi un po spaesati che cercano la loro strada ricchi di teoria e poveri di pratica grazie agli insuccessi di un sistema scolastico da rifondare. Qualcuno prende il coraggio a due mani e diventa imprenditore di s stesso, altri volano altrove per migliorare linglese e cercare nuove opportunit. Intanto, tra un sacrificio e laltro, c chi accantona cento euro al mese. Torneranno utili quando i nipoti chiederanno: Nonno, ma cos una pensione?. Viola Ladi
rAGAZZI
rESTATE GIOVANI
Antonio moro, responsabile Settore Giovani, Sport e Innovazione Informagiovani.
uanti giovani si rivolgono a voi mediamente nel corso dellanno, per quali temi soprattutto? Sul nostro portale, consultato soprattutto per il bollettino Informalavoro, si connettono circa 200mila ragazzi lanno. Lo sportello, invece, conta unutenza minore ma offre quel di pi che solo loperatore in grado di fornire, personalizzando linformazione. Uno dei vostri servizi consiste nellorientamento scolastico: tra le aspirazioni personali del ragazzo, le aspettative per il futuro e le ambizioni genitoriali, quale fattore ha maggior rilevanza nel delicato momento della scelta? Questo un tema sentito sia nei passaggi da un ciclo di studi allaltro, sia per il ri-orientamento dedicato a chi ha sbagliato scuola. Noi puntiamo soprattutto sui desiderata dei ragazzi,
sapendo che le attitudini non bastano ma serve un plus personale forte in una societ costretta a reinventare la propria professionalit. Il profilo del giovane tipo che si rivolge a voi per la ricerca di occupazione? Con laumento dellet media di chi cerca lavoro, a fianco ai ventenni ci sono giovani di 30-35 anni. Capiscono che necessario arricchire il c.v., che non sufficiente la formazione standard: noi li sproniamo in questa direzione, proponendo soprattutto lo studio delle lingue. La richiesta di stage allestero, di percorsi formativi in genere, alta? Che risultati produce? I bresciani, rispetto ai loro coetanei di altre citt, sono meno portati allesperienza estera. LInformagiovani propone progetti che spingano i ragazzi a muoversi. C sempre congruenza tra il titolo di studio, il c.v., lesperienza dei giova-
ni in cerca di lavoro e le possibilit reali presenti sul territorio? Domanda e offerta non dialogano pi in maniera diretta e automatica: il giovane, per essere competitivo, deve conoscere il contesto di riferimento per avanzare lui stesso proposte in grado di essere raccolte. Il terreno produttivo bresciano conta una forte presenza della componente artigiana e della piccola imprenditoria: purtroppo, a cimentarsi, sono coloro i quali hanno studiato meno, mentre sarebbe auspicabile che chi dispone di maggiori strumenti si mettesse in gioco sul mercato. Un consiglio, da padre, a un ragazzo in cerca doccupazione Fai quello che ti piace, che ti gratifica. Resta giovane a lungo esercitando la tua dose di provocazione nel mondo adulto, restando cos una vera risorsa portatrice di novit e diversit. Alessandra Tonizzo
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Come stato il tuo percorso scolastico? Piuttosto travagliato. Ho ottenuto il diploma di geometra nel 2005 allistituto San Francesco dopo le esperienze al Tartaglia e al Galileo. Descrivici il tuo post diploma. Un anno e tre mesi da impiegato, poi un anno in unimpresa edile ricoprendo pi o meno lo stesso ruolo, finch ho iniziato a fare il geometra: due mesi in una ditta di Gavardo, 10 mesi in A2A nel settore asfalti e un anno in una multinazionale petrolifera. Da qualche mese ho deciso di mettermi in proprio. Avevo un posto fisso e un buon contratto, ma se non rischi a 25 anni quando lo fai? Adesso faccio il broker, mi occupo di mediazione del credito in ambito edilizio. Il tuo presente rispecchia le aspettative che avevi sui banchi di scuola? Lentamente sto trovando la mia strada. Voglio diventare un professionista del settore edilizio. Penso che questa esperienza sia indispensabile per formarmi a 360 gradi. Se tornassi indietro faresti scelte diverse? La facolt di architettura sempre stata un mio pallino, ma stato meglio cos. Credo che valgano pi 15 anni di esperienza in cantiere che tante nozioni imparate sui libri. Oggi so che tutto dipende solo da me. il bello di essere un libero professionista. Nel mio settore si possono guadagnare anche 10.000 euro al mese. Cosa vedi nel tuo futuro? Unimpresa edile tutta mia.
Qual stato il tuo percorso scolastico? Ho fatto il biennio al Don Bosco (indirizzo elettronico), ma il mio intento era specializzarmi in elettrotecnica, quindi per il triennio conclusivo mi sono trasferito al Galvani. Volevo seguire le orme di mio padre entrando a far parte dellazienda di famiglia, che si occupa di riavvolgimenti di motori elettrici, revisioni e rivendita. Devo ammettere che se dopo la terza media avessi iniziato subito a lavorare avrei imparato molto di pi che sui banchi di scuola. Se tornassi indietro faresti scelte diverse? No, perch questo lavoro era nel mio destino. Fin da bambino andavo in officina con mio pap e davo libero sfogo alla curiosit. Lui ha dovuto portare avanti lazienda per forza di cose, vista la prematura scomparsa del nonno, altrimenti avrebbe voluto diventare un medico. Per me stato diverso, ma non c stata nessuna forzatura. Un domani mostrer a mio figlio la bellezza di questo mestiere. Poi star a lui scegliere in piena libert il suo avvenire. La tua condizione attuale ti soddisfa? S, sto facendo tutta la trafila e sono partito dalle basi per apprendere tutte le sfaccettature di questo lavoro. In futuro dovr conoscere lazienda a memoria. Cosa rende affascinante il tuo lavoro e cosa ostico? Laspetto pi bello sicuramente la variet. Il pi duro il fatto di dover sacrificare i mesi estivi e le vacanze natalizie, perch quando acciaierie e fonderie chiudono il lavoro cresce a dismisura. Qual il tuo sogno nel cassetto? Estendere il raggio dazione dellazienda sullintero territorio nazionale e magari anche allestero.
Com stato il tuo debutto nel mondo del lavoro? Dopo circa 5-6 mesi dal conseguimento della maturit, sono stata chiamata per un colloquio dallo studio di consulenza aziendale per il quale attualmente lavoro. Avendo da subito trovato un ottimo ambiente, non ho pi inoltrato altre domande di assunzione. Il lavoro che fai risponde alle tue aspettative? Direi proprio di s. La scelta della scuola secondaria, infatti, era anche finalizzata ad avere la possibilit di entrare immediatamente nel mondo del lavoro una volta ultimati gli studi e ci avvenuto puntualmente. Per il percorso di studi intrapreso credo di trovarmi nel posto giusto. Se tornasi indietro rifaresti la stessa scelta? S. Il lavoro che svolgo mi piace, mi soddisfa e mi appaga, e gli argomenti che giornalmente tratto sono molto interessanti ed avvincenti. Contratto e stipendio ti soddisfano? Dopo aver fatto i primi 2 anni di apprendista previsti dalla legge, sono stata assunta come impiegata con un regolare contratto. Economicamente mi ritengo soddisfatta, in particolar modo in questo periodo di crisi globale e difficolt economica generalizzata. Penso di essere fortunata. Come speri per il tuo futuro lavorativo? Spero tanto continui come il presente: cerco sempre di fare il mio dovere nel miglior modo possibile imparando sempre pi e mettendo a disposizione degli altri le mie capacit e conoscenze.
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LAUREATI
NchIESta
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Dalla scuola al lavoro. Descrivi il tuo percorso. Dopo aver conseguito il diploma ed essermi iscritto alla facolt di Ingegneria Civile presso lUniversit degli Studi di Brescia ho deciso di ritornare in Valle Camonica per iniziare linserimento nel settore edilizio come tecnico. Tale scelta era legata anche allesigenza di effettuare i due anni di praticantato necessari per conseguire labilitazione alla libera professione. Dopo essermi iscritto allAlbo dei geometri della provincia di Brescia, ho intrapreso la strada della libera professione costituendo un mio studio tecnico e, attualmente, collaboro anche con vari professionisti e imprese del settore. Il tuo presente rispecchia le aspettative che avevi sui banchi di scuola? Per il momento mi sento soddisfatto di ci che sto costruendo, tuttavia miro ad ampliare sempre pi le mie conoscenze al fine di continuare a realizzarmi professionalmente. Se tornassi indietro faresti scelte diverse? Rifarei le medesime scelte, caso mai cercherei di portar a termine luniversit nel minor tempo possibile in quanto lavorando i tempi si dilatano. Il compenso economico ti soddisfa? Considerato il breve curriculum e data la giovane et, mi ritengo discretamente soddisfatto essendo pienamente consapevole che un periodo di gavetta necessario per ricoprire un determinato ruolo. Cosa vedi nel tuo futuro professionale? Sto lavorando per potere ampliare il mio studio tecnico arrivando cos a coordinare varie professionalit che possano ricoprire tutti gli aspetti del settore edile.
Coshai fatto una volta ottenuto lagognato pezzo di carta? In mancanza di contatti in Brescia, avendo studiato a Milano, mi sono affidato allInformagiovani e alle agenzie per il lavoro. Per un po ho fatto il restauratore di vecchie insegne, limbianchino, lartigiano, ho lavorato di notte alle Poste e mi sono persino sperimentato come combat stuntman purtroppo erano sempre lavori occasionali ed a progetto. Ora sono guardia di sala in Santa Giulia. Come hai trovato questultima occupazione? Grazie al passaparola. In passato avevo preso parte a vari corsi su come sostenere un colloquio di lavoro dai quali ho imparato: come dare la mano, il darsi disponibili 24 ore su 24, non chiedere mai nulla delleventuale stipendio, ma soprattutto assicurare dessere in buona salute pur non praticando sport rischiosi. A quanto pare servito
La scelta di Ingegneria stata funzionale alla possibilit di trovare lavoro? In parte s, specialmente considerando il tessuto economico bresciano. Io, laureatomi ad ottobre, a gennaio gi lavoravo: mi sono affidato ad internet, ho inviato i curricola direttamente alle aziende (evitando le agenzie viste le pessime esperienze di alcuni amici) e, quasi subito, mi sono stati proposti dei colloqui. Consiglieresti dunque questa facolt? Indubbiamente, anche se la riforma ha abbassato notevolmente gli standard di preparazione. Una minore selezione nei primi anni, inoltre, fa s che ora siano moltissimi gli ingegneri a laurearsi ogni anno: non deve stupire che questo, congiuntamente alla crisi, comporti unaccresciuta difficolt occupazionale
Per info: Ufficio Placement Cedisu-Universit degli Studi di Brescia - Viale Europa, 39 - Tel. 030.2016086 e 093 e-mail: placement@amm.unibs.it
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ESPERIENZE ALLESTERO
NchIESta
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Al momento delliscrizione a questambita facolt ti sei posta il problema della successiva occupazione? Assolutamente no. Mi sono fatta guidare dalla passione, tenendo sempre a mente che impegno e spirito dadattamento sono fondamentali e che, naturalmente, non ci si pu esimere dalla giusta gavetta. Se uno vuole, anche appena laureato pu cominciare a percepire i primi stipendi lavorando come medico fiscale, guardia turistica o sportiva, facendo supplenze, basta adattarsi ed essere motivati. importante mantenere il numero chiuso? A mio avviso preferibile una buona selezione iniziale (in modo che chi davvero motivato possa al massimo ritentare lanno seguente) piuttosto che portare alla laurea pi persone di quante sapranno poi affrontare con successo gli esami di Stato o le difficolt della vita lavorativa.
Lesperienza di questa facolt stata come te laspettavi? Per niente. Ho sempre amato il diritto ma ho dovuto fare i conti con un ambiente universitario per nulla stimolante. Vedendo cosa stanno sopportando i miei colleghi per il praticantato (dato anche laltissimo numero di laureati in legge), ho deciso dabbandonare lidea della carriera forense e mi sono impiegata in banca. Cosa ti ha trattenuta in particolare? Le lungaggini, il servilismo, le difficolt nel mantenermi per il tempo del tirocinio e una certa qual delusione per un mondo che, da idealista, ritenevo pi integro.
Cosa ti ha spinto a partire? La voglia di conoscere nuove realt internazionali. Ho colto al volo le occasioni che luniversit mi ha offerto per entrare in contatto diretto con quanto appreso sui libri. Descrivi brevemente le tue esperienze. Bilancio positivo? Assolutamente s. In Inghilterra ho partecipato al programma Erasmus frequentando la facolt di Lingue ed Economia dellUniversit di Coventry. Alloggiavo in un appartamento vicino al campus che condividevo con una ragazza indiana, due ragazzi spagnoli e uno francese. In Spagna, invece, ho partecipato al programma La.t.e. (Language Training Experience) frequentando un istituto linguistico a Madrid e vivendo con una famiglia locale. Sono state esperienze intense, delle quali serbo ricordi bellissimi. Consiglieresti unesperienza allestero ad altri giovani? S, aiuta a responsabilizzarsi, fonte di nuovi stimoli e permette di vivere a stretto contatto con culture e realt diverse. Tutto questo importante, soprattutto alla luce dei profondi cambiamenti sociali in atto oggi nel nostro Paese. Di che cosa ti occupi attualmente? Sono impiegata nellufficio export di unazienda metalmeccanica in provincia di Brescia. Contratto e stipendio mi soddisfano. Desidero continuare a lavorare in questo ambito anche in futuro.
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eZIO CArLettI 27 anni, disoccupato eLeNA mOrANDINI 28 anni, disoccupata
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Cosa ti ha spinto a partire? Tra le mie esperienze mancava un periodo di totale autonomia. Ho scelto la Nuova Zelanda per linglese, la posizione climatica favorevole e le condizioni sociali tranquille. Sono stato l quattro mesi. Descrivi brevemente la tua esperienza. Bilancio positivo? Ho lavorato come bracciante al fianco di molta gente che ha studiato ma che si adattava a fare lavori duri con una paga ridicola affrontando ostacoli di vario genere. La paga era di 12 euro al giorno. Il guaio del lavoro da bracciante che non sai quando e per quanto lavori. Non esistono garanzie, ma aiuta a crescere. Finito il lavoro ho fatto il cicloturista su e gi per la nazione portando a casa bellissimi ricordi: natura, gente e fatica. Cose che restano nel cuore ed insegnano molto. Consiglieresti unesperienza allestero ad altri giovani? Assolutamente s. Credo che tutti i giovani dovrebbero fare delle esperienze di questo tipo. Ho capito come ci si sente a vivere da immigrati e contadini. Di che cosa ti occupi attualmente? Faccio parte di quel mondo di neo-laureati che si arrangiano in qualche modo, fanno molto volontariato e tengono aperte diverse strade professionali. Sono educatore ambientale e accompagnatore turistico, spero di riuscire a trovare occupazione in questi ambiti. In Nuova Zelanda ho visto cose che potrebbero essere applicate anche in Italia se solo ci fosse una migliore politica del turismo, della cultura e dellambiente.
Cosa ti ha spinta a partire? Credo di essere nata con un forte desiderio di mettermi alla prova, per questo motivo appena ho potuto mi sono allontanata da casa. Levento che pi mi ha influenzata, per, stato laver trascorso 5 mesi in Spagna, qualche anno fa, con il progetto Erasmus. Puoi trarre un bilancio positivo dalla tua esperienza? Si, sicuramente, unesperienza allestero fonte di arricchimento personale molto pi di unesperienza dello stesso tipo nel Paese dorigine; gli stimoli si moltiplicano in modo impressionante e si rivolgono a tutti gli aspetti della vita. Di che cosa ti occupi attualmente? Contratto e stipendio ti soddisfano? Da gennaio 2010 ho lavorato in una Ong valenciana (Acsud Las Segovias Pas Valenci) con una borsa di lavoro dellUnione Europea. Si tratta di lavoro/formazione, pertanto non ha senso parlare n di contratto n tanto meno di stipendio. La borsa concessa permette di mantenersi allestero, allo stesso tempo per rappresenta unopportunit vantaggiosa se si considera come i giovani laureati italiani siano sfruttati per mesi e mesi con stage poco o per nulla retribuiti e spesso, purtroppo, anche poco professionalizzanti. Cosa vedi nel tuo futuro professionale? In questo momento di forte crisi economica chi pu dirlo?! Ho la certezza di aver svolto un tirocinio qualificato e certificato, che spero sia valutato positivamente dai futuri datori di lavoro, magari allestero
Cosa ti ha spinto a partire? Motivi professionali, curiosit. Consiglieresti unesperienza allestero ad altri giovani? S, il mio consiglio di effettuarne una non appena si presenta loccasione. Ritengo che sia molto formativo aderire a programmi di mobilit internazionale poich si tratta di esperienze che aiutano a capire quanto spirito di adattamento e flessibilit si debba avere in vista di un eventuale lavoro. Inoltre, studiare/ lavorare allestero obbliga a imparare altre lingue per lovvia esigenza di dover comunicare con gli altri; di fatto, oggi, ogni lingua conosciuta rappresenta un enorme valore aggiunto: praticamente una laurea in pi. Di che cosa ti occupi attualmente? Lavoro nel settore dellOil & Gas, per unazienda che opera prevalentemente allestero. I paesi nei quali ho soggiornato per motivi di lavoro, per periodi medio-lunghi, sono stati Medio Oriente, Estremo Oriente, Stati Uniti, Europa. Attualmente mi trovo in Francia. Contratto e stipendio ti soddisfano? Al momento s. Facendo un paragone con colleghi di altre aziende italiane (a parit di anzianit e professionalit), la mia retribuzione rientra nella media. Cosa vedi nel tuo futuro professionale? Mi piacerebbe avere la possibilit di crescere nellazienda presso cui oggi lavoro. Se ci non dovesse accadere, opterei per lavorare in una societ meno grande di quella attuale, possibilmente con sede nella nostra provincia. Credo che lesperienza maturata finora, anche allestero, potrebbe essere utile anche in una realt meno delocalizzata come quella bresciana.
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IovaNI E lavoRo
PrOfESSIONE
Due giovani bresciani ci raccontano la loro esperienza di lavoro, in giro per lItalia, tra stand, camper e promozioni.
OrGANIZZATOrI DI EVENTI
Luca, 31 anni, laurea in Scienze delleducazione negli eventi da 10 anni. Andrea, 28 anni, perito elettronico, ex poliziotto, negli eventi da 4 anni.
romoter, allestitore, autista, PR, tour leader, direttore di produzione: sono questi i tanti ruoli in cui un ragazzo intraprendente pu giocarsi una carriera varia e ben remunerata, ma anche difficile da reggere a lungo. Ne parliamo con Luca e Andrea, curatori di quegli eventi itinerari che spesso vediamo nelle nostre citt per la presentazione di un prodotto o la promozione di un nuovo brand. Quali sono e come si differenziano le professionalit in questo ambiente?
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di SERGIO mASINI
Fare lallestitore richiede una certa pratica, perch bisogna saper montare e smontare gli stand; il promoter vive il contatto diretto con la gente e quindi deve sapersi relazionare con tutti ed avere una grande pazienza: poi ci sono i tour leaders e i direttori di produzione come noi, che facciamo un po di tutto alloccorrenza: montiamo, serviamo, risolviamo i problemi, abbiamo la responsabilit del funzionamento dellevento e siamo comunque sempre sul campo, niente pause, nessuna vacanza. Infine, ci sono hostess e stewarts, spesso selezionati di volta in volta sul posto per lavorare il week-end.
Quanto dura mediamente un incarico di lavoro? Dalla singola fiera che occupa per qualche giorno a svariati mesi consecutivi, tappa dopo tappa. Volendo possibile proporsi per unattivit ininterrotta, passando da un evento allaltro, tuttavia, alcuni tour (si pensi a quelli al seguito di manifestazioni sportive come il Giro dItalia) richiedono di essere seguiti tutti i giorni per periodi anche molto lunghi, senza mai una sosta o una tregua, qualsiasi siano le condizioni climatiche. In questi casi, a evento finito, pensi soltanto a tornare a casa, rivedere i tuoi e prenderti una lunga, ritemprante vacanza. Come vi siete avvicinati a questo ambiente? Spesso tutto nasce dal passaparola, dal contatto diretto. Se poi uno si dimostra capace e degno di fiducia, le agenzie che selezionano e offrono personale a questo tipo di promozioni ti tengono in considerazione proponendoti e facendo il tuo nome. Quando la tua professionalit cresciuta pu iniziare con queste una collaborazione stabile. Esiste un corso di preparazione? Assolutamente no, purtroppo, un lavoro che devi apprendere per imitazione ed iniziativa personale. Evento dopo evento devi saper far tesoro delle linee di promozione che un cliente desidera mettere in pratica. Devi comprendere
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perch e come un prodotto necessiti di un impatto fashion e scanzonato e un altro di un approccio acqua e sapone. Con un po di prospettiva puoi imparare come proporti, come venderti e relazionarti con il pubblico. Se per esempio devi proporre un nuovo brand alcolico per le serate in discoteca o un marchio di jeans, dovrai essere in grado di relazionarti con i giovani, essere pi trasgressivo, alla moda, avere la battuta pronta e saperti muovere a tuo agio in certi ambienti. Se daltro canto ti propongono la promozione delle brioche per la prima colazione o un modello dautomobile per famiglia, doveroso essere cortesi, avere un aspetto rassicurante, niente barba incolta, abiti stravaganti, piercing o tatuaggi. Devi saper sostenere una conversazione frizzante ed educata con un bambino come con un anziano. Chi volesse promuovere un proprio prodotto cosa dovrebbe fare? Ogni azienda ha un suo ufficio marketing, che studia il lancio del prodotto o lo fa creare in appalto ad esterni. Quindi subentrano le agenzie di comunicazione (che sono per lo pi concentrate a Milano) per la messa a punto della promozione in s. Il settore commerciale studier i costi e le metodologie da applicare, quello operativo si premunir di contattare i professionisti loro dipendenti o collaboratori e si prendono accordi nelle citt previste dal tour per il supporto di hostess, stewarts e permessi vari. Non infrequente che per le risorse umane occasionali o variabili venga anche contattata unagenzia ad hoc. Si procurano quindi i furgoni, si fanno realizzare gli stand, i gadget, sorganizza il calendario (sempre passibile, in corso dope-
ra, di modifiche e correzioni) e infine si parte. Come si svolge una vostra giornata tipo? Se arriviamo in una nuova citt nel pomeriggio, spesso si fa sera a montare e tutti, chi pi chi meno, danno una mano. Si dorme in albergo e ci si alza presto la mattina seguente. Alcuni si occuperanno di spostarsi con i furgoni al continuo rifornimento dei prodotti di cui necessario avere sempre un piccolo magazzino viaggiante. Gli altri, vestiti e preparati, aprono lo stand, controllano le hostess (anche in giro per la citt se necessario), verificano che tutto sia a posto. Si sta a contatto con la gente fino alla pausa pranzo, si stacca e si ricomincia poco dopo con il pomeriggio, magari modificando ed adattando lofferta. La sera, sempre che levento non preveda altro, ci si riposa o, se sono passati i due o tre giorni di sosta previsti, si sbaracca per trasferirsi altrove, dove rimontare il tutto e ricominciare da capo. Quali sono le cose pi stravaganti che vi sono capitate? Avremo percorso lItalia, finora, una cinquantina di volte avanti e indietro. successo di ritrovarci con i furgoni a terra in posti sperduti, incastrarci con un camion a pieno carico sotto la Reggia di Salerno, un po di tutto Non raro lavere a che fare con pazzi o alcolizzati, per non parlare degli scrocconi di professione. Soprattutto capita spesso che i creativi progettino stand meravigliosi, con luci, effetti speciali, perfino una ruota panoramica. Poi, sul posto, ci dobbiamo sorbire noi perdite, sovraccarichi, rotture, come quella volta a Siena: i geni del tecnigrafo non avevano pen-
sato che alcune piazze italiane sono in discesa: abbiamo rischiato di ruzzolare rovinosamente con dieci metri quadrati di struttura. Lo consigliereste come lavoro? Sono lavori spesso precari e non garantiti, sempre a contatto col pubblico e gomito a gomito tutti i giorni con colleghi di et, trascorsi e formazione diverse. Per gli uomini sono necessarie la maggiore et e la patente, per le ragazze la bella presenza. Bisogna avere la fortuna di collaborare con agenzie non improvvisate, con un occhio sempre attento alla forma dei contratti. Non c tempo di ammalarsi e, naturalmente, di aver una famiglia. I vantaggi sono senza dubbio la possibilit di vivere le piazze pi belle dItalia, i grandi eventi in diretta, guadagnare anche da 50 a 150 al giorno pi vitto e alloggio. Inoltre, nonostante
la crisi, un settore dove il lavoro non manca. Limportante avere una prospettiva: non si pu immaginare di fare questo lavoro a vita, bisogna trarne una crescita di carriera o saperne sfruttare lesperienza per fare altro.
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INtERlaND
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GUSSAGO
ussago, luogo di amene villeggiature estive, si diceva un tempo. E proprio il primo giorno destate abbiamo messo piede su questa terra che in passato regalava vini eccellenti, tanto legname ed alberi da frutto. una comunit densamente popolata, Gussago, i suoi 16.5000 abitati vivono a un passo dalla citt nella zona collinare della Franciacorta, che conserva ancora la divisione territoriale delle tipiche contrade (Navezze, Piedeldosso, Casaglio, Piazza). Leconomia agricola che, fino a qualche anno fa, impegnava molte persone in boschi, vigne, frutteti,
uliveti ed allevamenti ora si ridotta ad alcuni appezzamenti per la coltura di vite e ulivo. Entrare in paese fa tirare il fiato, riposare le orecchie dallinfaticabile traffico che accompagna tutti i 10 km che lo separano da Brescia, tra tir, furgoni e automobilisti impazienti. Giusto il tempo di schivare sotto il solleone qualche ciclista impavido, buttare un occhio ai cigli ombrosi della strada dove si riparano venditori ambulanti di ciliegie, polacchi con icone e uova di legno, commercianti danfore assopiti nellafa, cullati dal ronzio dellasfalto e si gi sovrastati dalle colline, incuneati tra muretti di cinta. Trovato, a fatica, un parcheggio, entro nel circolo Acli che affianca la chiesa, uno stanzone gremito di anziani raggruppati attorno a tavolini precari, sovrastati da mezze
tazze di vino, mazzi di carte, posacenere vuoti e matite smozzicate per segnare i punti di partite interminabili. Qualche secondo di silenzio, gli occhi buoni di decine di vecchietti mi scrutano, sento lo stesso odore dei bar che frequentava mio nonno: sudore, concitazione ed acquavite. Chiedo loro di raccontarmi qualcosa, qualcuno allunga una sedia, offrono da bere, ma la mia curiosit un po li spaventa, presto tornano ai loro discorsi, lo sguardo puntato sulla briscola di bastoni. Camminare tra i viottoli di Gussago un saliscendi che ti fa imbattere in botteghe lunghe e strette, tra mura umide e percezioni distanti dalla realt che, fuori, continua ad esistere uguale a s stessa. Mi perdo ad osservare un giovane calzolaio mentre ripara un paio di tacchi, la musica
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accesa, le mani sporche di lucido e alle pareti le foto di unidentit in trasformazione, fatta di muscoli, lustrini e calze a rete. Credo di non essere mai stata pi vicina alla collisione tra passato e futuro. Mi avvio alla clinica geriatrica che fiancheggia il viale principale. Qualcuno fa footing con li-pod nelle orecchie mentre i parenti dei degenti vagolano verso lingresso, le borsine di plastica lungo i fianchi contenenti ciabatte, riviste, maglieria, qualcosa di consolatorio avvolto nella stagnola: profumo di casa da scartare allora di cena. Sorrido loro, li seguo sulla ghiaia, li lascio raggiungere braccia impazienti, mi siedo ai bordi della fontana esterna. Resto un po qui con i miei ricordi, in questo primo giorno destate, cercando di capire Gussago, dimmaginarmela per un istante al tempo delle amene villeggiature.
Alcuni scorci di Gussago.
CI RACCONTANO GUSSAGO
DON ADRIANO DABELLANI (PREVOSTO DI SANTA mARIA ASSUNTA) Come vivono i ragazzi di Gussago? La Parrocchia un ambiente ancora vissuto dai giovani? Circa leducazione cristiana della giovent ci sono seri motivi di preoccupazione, ma anche qualche decisiva prospettiva di speranza. Non sono n pessimista, n ottimista. I nostri ragazzi da sempre sono al centro di numerose attenzioni, non sempre benefiche e disinteressate. Sono cresciuti in famiglie spesso in crisi, assediati dalla fragilit psicologica e dalla debolezza morale; tuttavia ci sono ancora giovani che desiderano crescere in sapienza e grazia. Loratorio molto frequentato da bambini e ragazzi, poco dai giovani. Diretto da un ottimo sacerdote, don Giorgio Rosina, giovane ed entusiasta, loratorio ben organizzato (numerose le proposte di catechesi, ricreative e ludiche che coinvolgono bambini, ragazzi e giovani con le loro famiglie) e al suo interno operano gruppi ed associazioni di vario interesse.
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Come si delinea la percentuale degli stranieri? C conflittualit, convivenza o sopportazione? Gli stranieri residenti e/o lavoratori non sono molti. Non esiste conflittualit: la convivenza tranquilla, anche se si dovrebbe essere pi attenti alla loro presenza, vivere con loro un confronto sereno, finalizzato al reciproco arricchimento culturale. Secondo lei, quali sono, oggi, le necessit primarie dei gussaghesi? Vanno aiutati a non ricercare in modo ossessivo il piacere, a saper vivere il benessere, perch un benessere che non riesce a proporre ideali nobili, grandi e moralmente buoni si trasforma in malessere, in noia esistenziale. Questa
gente aiutata a non ridurre le famiglie a un albergo dove si comunica ad ore, ad impegnarsi maggiormente sul piano culturale, politico e sociale valorizzando la ricchezza delle tradizioni locali, a partecipare con pi entusiasmo la vita di fede e di preghiera. ELENA BARZANI (mACELLERIA DA GENNARO) Via D. Alighieri soddisfatta dei servizi offerti dal suo comune? Abito qui da sempre, da 53 anni, e lavoro in macelleria da ben 25: non mi posso proprio lamentare. Gussago offre tutto o si deve spostare frequentemente per le sue esigenze? Personalmente, ho poco tempo libero, quindi cerco di concentrare le mie spese il pi vicino possibile, in paese. Certi negozi mancano, ma le cose essenziali ci sono tutte. Fare una famiglia a Gussago possibile con tranquillit? Ha toccato un tasto dolente: per i giovani, oggi, vivere in paese non d alcuna garanzia di tutela rispetto alla citt, anzi, qui pericoli come la droga sono palpabili. Diverse famiglie sono in seria difficolt, per questo.
Elena Barzani.
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CLAUDIO fERRARI (BAR STAZIONE) Via Bazzani cambiata molto questa zona, nel tempo? Abito qui da 30 anni e lavoro al bar da 15: in questo tempo ho visto il paese cambiare la sua fisionomia, ingrandendosi con diverse costruzioni. Vive e lavora qui: perch? Ho raggiunto qui mia moglie, nativa di
Sud, non posso lamentarmi. Da 3 anni gestisco il negozio, vivo bene. Tornerebbe a vivere e lavorare qui? Mi trovo bene in paese, non colgo punti negativi, per questo le rispondo s. ALBERTO CODELUPPI (LA VECChIA fATTORIA, ARTICOLI PER GLI ANImALI E PER LORTO) P.za San Lorenzo Come descriverebbe Gussago, con un aggettivo? Direi che una piccola citt. Cosa la rende fiero del paese? Non ho dubbi: le sue splendide colline. Cosa invece cambierebbe o migliorerebbe? Per il futuro mi limiterei a costruire il meno possibile, in paese. E poi guarderei a chi ha difficolt economiche ed avrebbe bisogno di una casa.
stato un bene, nella difficolt. Che aria tira a Gussago? un bel paese, con diversi servizi, abbastanza vivo. Tornerei a lavorare qui, nonostante abiti altrove, perch pur essendo allinizio, con il mio mestiere, sento che ci sono delle belle premesse.
. VOce AI PASSANTI
Simone, 18 anni Di solito noi ragazzi ci troviamo vicino alla chiesa, poi la sera raggiungiamo la compagnia dove capita. Alberto, 16 anni Se mi piace vivere a Gussago? Ci sto poco, mi sposto per andare a scuola, poi a Gussago ho poche amicizie: i miei compagni di classe sono quasi tutti di altri paesi, o di Brescia Qui per ci sono nato. Elena, 54 anni Cosa mi preoccupa, oggi? Tenere lontani dai pericoli i ragazzi, che anche in una realt piccola come questa non sono protetti abbastanza.
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Claudio ferrari.
Gussago, ma mi trovo davvero bene, rifarei tutto. Il paese bello, ha un ottimo clima ed in una posizione invidiabile. Pro e contro di Gussago? La zona, lambiente sono ottimi, la gente poi allegra e affabile Trovare qualcosa che non va mi mette in difficolt! DOmENICO TORChIA (BOTTEGA DEI SAPORI, fRUTTA E VERDURA) P.za San Lorenzo Il suo cliente tipo? L80% della clientela femminile. Qui vengono prevalentemente mamme e nonne, di ragazze se ne vedono poche. Come lavora a Gussago? Dal momento che mi sono trasferito qui dalla Calabria per la penuria di lavoro al
Alberto Cadeluppi.
DIEGO TOmmASI (STAmPA DIGITALE) P.za San Lorenzo Da quanto tempo lavora qui? Da 3 anni: sto ancora ingranando. Ha avvertito la crisi? Io e la crisi siamo partiti insieme, ed
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IN EVIDENZA
acque e degli ambienti connessi. In una visione compiuta del bene-acqua e della necessit di tutelarlo e valorizzarlo, rientrano, infatti, anche tematiche riguardanti lassetto idrogeologico delle nostre valli, autentico serbatoio e sorgente per tutta la provincia. Il Consiglio dAmministrazione dellAutorit dAmbito ha stabilito, a partire dal 2008, i criteri di ripartizione di questo fondo, che raccoglie annualmente dalla tariffa un milione di euro, tra le cinque Comunit Montane presenti sul territorio provinciale. Un fondo dunque non occasionale ma permanente, tanto che le Comunit possono far conto su questo introito e impostare, in base ad esso, anche progetti e impegni di spesa pluriennali. Le somme vengono assegnate a seguito dellapprovazione da parte del Consiglio dAmministrazione dellAATO di progetti promossi dalle Comunit Montane per interventi infrastrutturali inquadrabili nellambito della difesa dellassetto idrogeologico ovvero della tutela, salvaguardia e razionalizzazione della risorsa idrica. Proprio perch alimentato da una quota tariffaria possono beneficiare di questo contributo solo le Comunit Montane dove il Servizio Idrico Integrato ha preso avvio. A partire dal 2007 ne hanno beneficiato la Comunit Montana di Valle Trompia, quella di Valle Sabbia e quella dellAlto Garda, cui si aggiunta nel 2008 la Comunit Montana del Sebino Bresciano. Ne invece tuttora esclusa la Comunit Montana di Valle Camonica, dove le resi-
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stenze dei Comuni allavvio del nuovo sistema organizzativo e gestionale dellAATO hanno impedito fino ad oggi di beneficiare delle somme ad essa destinate. Ma quali sono i criteri di ripartizione di questo fondo annuale fra le cinque Comunit montane del Bresciano? Si tratta di criteri fissi, non soggetti a variazioni (se non, nel medio periodo, per la parte riguardante la popolazione residente). Dunque: la met della somma annua complessiva, 500.000 euro, viene suddivisa in parti uguali fra le cinque Comunit a cui pertanto spettano 100.000 euro ciascuna. Altri 250.000 euro sono attribuiti proporzionalmente al numero complessivo di abitanti dove ai residenti desunti dallultimo censimento ufficiale Istat sono sommate le presenze saltuarie sulla base dei dati delle presenze turistiche in provincia di Brescia. C poi una quota di 125.000 euro suddivisa in proporzione al numero di Comuni appartenenti a ciascuna Comunit Montana. Infine, c una quota di altri 125.000 euro attribuiti proporzionalmente alla superficie complessiva del territorio della Comunit Montana. Si arriva cos, come evidenziato nella tabella, a cifre significative soprattutto se messe in relazione alla modesta quota tariffaria richiesta in bolletta ai singoli utenti, poco pi di otto millesimi di euro ogni 1.000 litri di acqua consumata. Il meccanismo solidale che consente di convogliare questa quota di tariffa pagata da tutti gli utenti della provincia unicamente verso i territori montani spiega come le somme messe a disposizione delle Comunit Montane siano di norma quattro, cinque volte superiori a quanto pagato complessivamente dai cittadini residenti nel territorio delle Comunit Montane. Qualche esempio? La Comunit Montana dellAlto Garda Bresciano ha diritto a percepire ogni anno
170.000 euro a fronte di un esborso tariffario dei suoi cittadini di circa 38.000 euro, la Valle Sabbia 197.000 euro, contro i 41.000 euro pagati, la Valle Trompia 209.000 euro, contro gli 84.000 euro pagati. E gli impieghi di queste somme? Come detto lAATO ha permesso che si tramutassero in interventi sul territorio approvando i progetti che le Comunit Montane hanno via via presentato. La Comunit Montana del Parco Alto Garda Bresciano ha impegnato le annualit 2007, 2008 e 2009 per interventi di assestamento idrogeologico in localit Prato della Fame in Comune di Tignale e per la progettazione e messa in sicurezza della S.S. 45 bis nel tratto Limone-confine Trentino, la Comunit Montana di Valle Sabbia ha differenziato lutilizzo delle annualit dal 2007 al 2010 tra il cofinanziamento di opere di collettamento e la redazione di studi geologici, di piani di individuazione del reticolo idrico minore e di piani di emergenza. La Comunit Montana di Valle Trompia ha invece concentrato lutilizzo delle annualit dal 2007 al 2010 nelle opere di sistemazione e messa
COmUNIT mONTANA Alto Garda Sebino Valle Camonica Valle Sabbia Valle Trompia TOTALE Quota fissa Quota abitanti Quota ncomuni Quota superficie TOTALI
125.000 1.000.000
in sicurezza di movimenti franosi (localit Gel, localit Pezzeda, localit Val Bertone, ecc.) e infine la Comunit Montana del Sebino Bresciano ha utilizzato il contributo relativo allanno 2008 per la sistemazione idraulica del canale Baravalle e Val Bandera in Comune di Marone. Ancora una volta lAATO ha dimostrato di saper impiegare con razionalit e flessibilit le risorse economiche che derivano da una gestione sovracomunale dei servizi idrici e come si possa concretamente operare per la riqualificazione dei territori e la salvaguardia del bene-acqua nella sua accezione pi ampia.
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TrADIZIONE INDUSTrIALE
Il fervido sviluppo economico degli anni passati e le bellezze paesaggistiche sono due punti fermi attorno ai quali ruotano i progetti per il futuro della Valle Sabbia.
di SERGIO mASINI
E POTENZIALIT TUrISTICA
la seconda valle bresciana per dimensioni, mediamente benestante grazie alla presenza dellindustria siderurgica, vive il difficile momento di passaggio tra il vecchio e il nuovo. Alle spalle un turismo straniero non troppo riuscito e uneconomia montana non valorizzata, oggi la Valle Sabbia sta scoprendo che alcune generazioni hanno abbandonato troppo presto i mestieri dei padri, per darsi forse con troppa fiMESI 12SETTEmBRE 2010
ducia al lavoro della fabbrica e, bench in valle le potenzialit attrattive siano ancora oggi concrete, complice la crisi, lauspicato processo di riconversione permane nel breve periodo inapplicabile. Unintera generazione dovrebbe disertare gli altiforni e i torni per fare dei boschi, delle rocche, del lago e dei prodotti tipici nuovi strumenti di benessere. Le bellezze paesaggistiche certo non mancano e, grazie allimpegno di molte associazioni e alla buona volont delle amministrazioni, molti tesori storico-artistici sono stati sottratti allincuria inevitabile del dopoguerra. Ma ci sono
ancora troppe malghe, fienili e pascoli abbandonati, mentre lindustria (specialmente quella piccola o media) stenta a riprendersi e il commercio, nonostante la nuova e a lungo attesa tangenziale, manca di dare i suoi frutti. Il turismo pu forse rappresentare una risposta alle necessit di lavoro dei giovani, magari figli neo-laureati di operai? Molto probabilmente no, perch il turismo non pu essere la panacea per tutto il territorio bresciano e italiano in generale. Forse tutta la valle dovrebbe fare cerchio e stringersi intorno alle attivit che in questi anni hanno retto agli scossoni del mercato e ai contraccolpi dellindecisione, prendere una strada e avere il coraggio di percorrerla fino in fondo. Per ora appare impacciata, guarda con condiscendenza ai molti giovani
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che dalla valle si spostano per studiare per poi, comunque, tornare a ristabilirvisi. Ragazzi che accettano le poche distrazioni che la zona offre e che, dopo gli anni delle feste della birra e delle scorribande in discoteche lontane, sembrano riscoprire la passione per le sagre di paese, il trekking, la natura e una vita a misura duomo. Resta da vedere se questa passione rurale di ritorno metter davvero radici. Ufficialmente la Valle Sabbia comincia con Serle, dove prosegue nel territorio di Gavardo, sino ai Tormini di Ro Volciano, ma dal punto di vista geografico la vera valle inizia con Vobarno (sede della Fondital), prosegue a Sabbio Chiese, da qualche anno vero centro e cuore pulsante della valle, sale a ovest verso Odolo, da sempre legato a filo
doppio alloperosit dei molti laminatoi, per poi ridiscendere e proseguire, seguendo il fiume Chiese, verso Vestone, dove sono concentrati i servizi, tra cui un polo ambulatoriale, che fa da ponte con il pi lontano ospedale di Gavardo. Nel suo territorio sono ancora visibili gli scheletri industriali dellAve e di alcune ferriere, oggi in attesa di trasformazione. Nel contempo, verso il lago dIdro, addossato allunica strada provinciale, sta prendendo forma il nuovo quartiere industriale: un filare di capannoni che stride con la vocazione turistica dellalta valle. Tra Idro e Ponte Caffaro si stende il lago, oggetto negli ultimi anni di alcune polemiche, a causa delle politiche irrigue ed idroelettriche, ma che questanno sembra avere ritrovato un equilibrio
dopo i fenomeni di eutrofizzazione. Con lui tirano il fiato i molti campeggi e villaggi di un turismo che anela a crescere. Il battello, da poco regolarmente in funzione, desta dubbi tra la popolazione sul suo reale vantaggio. Pi a nord, Bagolino punta deciso sui suoi prodotti caseari, sullindustria dellacqua Maniva e sui servizi di assistenza agli anziani. Consapevole forse che anche il turismo di tipo popolare, fatto di famiglie operaie bresciane, ma anche lombarde ed emiliane, che negli anni passati animava le sue contrade stato colpito dalla crisi. Il popolo valsabbino osserva tutto questo al suo interno, fa congetture e lancia progetti, si dimostra malleabile per il futuro, in un quotidiano, segnato da crisi e indecisioni, da cui necessario partire per interrogarsi sul da fare.
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In che percentuale sono presenti? Sono circa 1/3 o 1/4 della popolazione. BARBARA BRESCIANI (BAR POLI) Via D. Carli Che genere di paese Odolo? un paese industriale che gode della vicinanza di Brescia e Sal. Oggi molte aziende sono ferme a causa della crisi, per nessuna ha chiuso. Come si trovano i giovani in paese? Credo si trovino bene. Qui ce ne sono parecchi che credono fortemente nelle potenzialit del paese. Non le mai venuta voglia di andarsene? No, io sono cresciuta qui e ci sto bene. LISA RODOLfI (PROfUmERIA ELISIR) Via Mazzini Ha mai pensato di andare a vivere in citt o sul lago? In citt s, ci ho pensato. Mi hanno bloccato le finanze Secondo lei il giovane che vive lontano dalla citt e non ha molto per cui divertirsi, cerca lebbrezza nellalcool? Non dipende dal posto o dalle feste, lalcool lo si cerca comunque: in molti, in
CI HANNO DETTO...
a cura di ALESSANDRA CASCIO e ALESSANDRA TONIZZO
ODOLO
mIChELA SERENA (ABBIGLIAmENTO mODA mICKY) Via D. Carli Cosa offre Odolo ai giovani? Non molto. C qualche bar carino, ma la sera ci spostiamo verso il lago o verso Brescia. C una fuga dal paese da parte dei giovani? Non direi, anche perch qui non si vive male. Sicuramente dopo i 18 anni ci si sposta di pi per lo svago. Quanto bisogna spostarsi per trovare
qualcosa? Circa 20 km: bisogna andare a Idro o a Sal. Gli extracomunitari sono integrati nel tessuto sociale del paese? Non molto.
michela Serena.
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e movimento. vero che ci sarebbe stata pi concorrenza, ma noi piccoli commercianti svolgiamo un servizio diverso. POZZI fRANCESCO (fABBRO ARTIGIANO) Loc. Fondi State lavorando, ma sentite la crisi? S, la gente fatica a pagare. Noi per stiamo intraprendendo delle nuove iniziative perch credo che le prospettive diano segnali di miglioramento. Che genere di iniziative? Innanzitutto sto avviando in azienda una scuola bottega, poi faremo delle sculture a Padenghe, Limone, Sal. Lobiettivo di portare avanti il discorso degli antichi mestieri del ferro battuto, dei restauri, della cultura del ferro. Chetipodibeneficipotrebbeportarela valorizzazione del turismo dei magli? Odolo da sempre un paese improntato sul lavoro del ferro, questattivit per si sta spostando sempre pi a livello industriale, anche se nel futuro il lavoro che sar pi richiesto sar quello artigianale, manuale ed artistico. Ci sono sbocchi professionali nel suo settore? S, cos come nel settore della falegnameria. I nostri giovani per cercano un posto di lavoro pulito, non faticoso e dove non si sudi. Il contrario del mio mestiere Io ho molta passione e sto investendo perch credo in ci che faccio. Purtroppo i giovani queste cose non le apprezzano, ma forse con la scuola bottega cambieranno opinione. BRUNORI RUGGERO (fERRIERA VALSABBIA SPA) Come sta andando il vostro settore? Male, c una domanda debolissima. Le aziende faticano a investire e la situazione non delle pi rosee.
Lisa Rodolfi.
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. VOce AI PASSANTI
mirko, 17 anni Odolo un bel paesino, manca un po di movimento. Ci starebbe bene un pub, avrebbe un buon giro perch in zona non ce ne sono molti. Valentina, 17 anni Odolo non offre molto ai giovani, c loratorio e qualche bar. Dovrebbero aprire qualche locale adatto a noi. fiorenza, 59 anni Sono 40 anni che sono sposata qui e mi sono trovata da subito benissimo. La solidariet e il volontariato funzionano al 100%, mentre per quanto riguarda i servizi c molto da ridire, manca tanto. Siete riusciti ad arginare gli effetti negativi della crisi? Stiamo lavorando con un contratto di solidariet per permettere a tutti, anche se a turni ridotti, di lavorare. Prima avevamo 21 turni, oggi si sono ridotti a un terzo. Da quanti anni siete attivi nella zona? Siamo in zona dal 1954, questo per non ci ha permesso di prevenire gli effetti sfavorevoli della crisi economica. Com cambiato Odolo nel tempo? sempre stato un paese con la vocazione della lavorazione dellacciaio. Odolo si evoluto molto negli anni del boom economico, ma dopo il 1994 ha subito dei ridimensionamenti. La capacit produttiva, invece, si sempre attestata su buoni livelli, anche se oggi risente fortemente della crisi. Quanti stranieri occupa la sua azienda? Non molti, saranno una decina su 350 addetti. Per, la nostra forza lavoro composta da molti giovani del posto, professionali e motivati.
particolar modo il sabato sera, escono e fanno tardi, bevono e si divertono. Leconomia gira di pi in settimana o nel week-end? Durante la settimana si lavora. Il meglio si ha di marted, in concomitanza col mercato mattutino. Un pregio di Odolo? Ci si conosce tutti. E un difetto? Ci si conosce tutti e a volte si parla troppo. ADRIANO PUGNETTI (mACELLERIA) Via F.lli Scalvini
Adriano Pugnetti.
Il centro del paese identificabile con la zona industriale? Ne prova la manifestazione Acciaio e motori che raffigura la realt industriale di Odolo. La zona industriale parte di Odolo, la sua storia. Prima nata lindustria e poi si popolato il paese. tutto lindotto che fa lavorare il paese. Lindustria si sta decentrando verso altre zone? Non credo che sia il caso di Odolo: qui le aziende sono importanti e per spostarle ci sarebbero costi troppo elevati. Avete risentito della crisi? Sinceramente s, ci sono stati dei bei tagli. Ci sono centri commerciali qui vicino? S, nellarco di una decina di km a Vestone e a Vobarno. Personalmente li avrei preferiti pi vicini perch portano gente
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.FAUSTO cASSeTTI, SINDAcO DI ODOLO
Odolo paese di grande tradizione siderurgica, dove industria e centro abitato convivono in modo strettissimo. Cosa si sta facendo perch questo non incida in termini dinquinamento? Che 700 famiglie odolesi vivano oggi dellindustria e del suo indotto un fatto inoppugnabile quanto limpossibilit di chiudere le fabbriche. Tuttavia, col nuovo PGT promuoveremo, dove possibile, una futura distinzione tra le due zone, usando la strada statale come bisettrice. Siamo, dei soli 6 comuni in cui vengono rilevate le PM10, quello che ne registra il minor impatto, ma ciononostante abbiamo imposto un risoluto stop allaumento delle immissioni. Inoltre, di concerto con gli industriali, abbiamo deciso di avviare un programma dindagine ed abbattimento dellinquinamento che si avvalga delle pi recenti esperienze e strumenti tecnologici. Quali scelte state operando per migliorare lofferta culturale o ricreativa per i giovani? Offriamo quanto pi possibile in tema musicale, cinematografico, associativo e culturale in genere, perch una serata trascorsa in paese non debba essere per forza monotona o antiquata. Contiamo 32 associazioni e la nostra biblioteca molto frequentata ed attivissima nel promuovere iniziative tra le pi varie. E per laspetto commerciale? Vari sono i progetti in atto, ma il futuro ritengo sia solo nella sinergia. Con Preseglie ed Agnosine stiamo portano avanti un piano di stretta collaborazione che riproponga la Conca dOro: non vari comuni separati ma una realt pi ampia, diversificabile e trasversale. La Valsabbia potrebbe vivere di
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solo turismo? Sarebbe utopistico pensarlo. irrinunciabile per la valle la sua vocazione industriale che, ci tengo a dirlo, avr anche risentito della crisi, ma da questa ci sta facendo uscire. Accanto a questo si potrebbe pensare, proprio sulla storica strada delle ferrarezze, da Bagolino ad Odolo, ad un percorso ciclo-culturale. Lo sport e la storia accanto antica allarte del ferro, un modo per promuovere e riscoprire il passato ed essere fieri del nostro presente. Sergio Masini
VESTONE
Barbara Bacchetti.
Ci racconti Vestone. In passato Vestone era il punto di riferimento pi importante della Valle
Il nucleo centrale di Vestone.
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OBIETTIVO ECOLOGIA
LA NOSTRA STAMPA TUTTA RINNOVABILE
La Graca Sette s.r.l. unazienda che si occupa di stampa e fornisce servizi per la realizzazione di prodotti e pubblicazioni di grande prestigio. Da alcune settimane, presso la propria sede di Bagnolo Mella, terminata linstallazione dellimpianto fotovoltaico che permetter di coprire totalmente i consumi elettrici della produzione aziendale. Limpianto da 155 kWp occupa lintera copertura della struttura, che stata bonicata dallamianto, coibentata e ricoperta con 689 moduli in silicio policristallino, di cui 577 totalmente integrati nel nuovo tetto. Inoltre, Graca Sette, dopo la certicazione Qualit - UNI EN ISO 9001:2008, attivata nel 2003, ha ottenuto nel gennaio 2010 la certicazione Ambientale - UNI EN ISO 14001:2004, confermando quindi la propria losoa: limpegno a produrre in modo responsabile, rispettoso dellambiente, della salute e della sicurezza dei suoi addetti. Infatti, Graca Sette garantisce il rispetto delle prescrizioni di legge e gli aspetti ambientali collegati alle attivit, ai prodotti ed ai servizi forniti. Particolare attenzione viene posta per la scelta delle materie prime, come per esempio: carte prodotte con cellulose certicate FSC (Forest Stewardship Council), carte certicate ECOLABEL, carte riciclate, inchiostri e vernici a base acquosa a basso impatto ambientale. Inoltre Graca Sette incoraggia costantemente i propri fornitori ad una maggiore sensibilit verso le tematiche ambientali.
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Riccardo Rizzi.
. VOce AI PASSANTI
Giacomino, 62 anni Mi piace questa zona, bello pedalare lungo queste strade. Ci sono dei bei posti da vedere e visitare. vero la strada molto trafficata, anche se ultimamente per il traffico si un po allentato. maria, 73 anni Io qui ci sono nata e non farei cambio con nessunaltro posto al mondo. Mi rendo conto, per, che per un giovane diverso, sia per il problema della ricerca del lavoro, sia per la mancanza di divertimenti in zona. Luca, 19 anni Sono tanti anni che vengo qui vicino in villeggiatura e Vestone mi piace, anche se non c granch per divertirsi.
Sabbia: cerano la ferrovia, le scuole, gli uffici pi grossi e la stazione terminale. Cerano anche grosse fabbriche che pian piano se ne sono andate. Anche gli abitanti hanno preferito spostarsi sul lago di Garda e su quello dIdro. Investirebbe nel mattone qui? Investire oggi a Vestone non pi come una volta. Ci sono molti appartamenti nuovi, ma nessuno li compra perch non c alcun interesse a rimanere qui. Ci sono molti extracomunitari in zona? S, sono tanti e ben integrati. GIACOmO CAPPA (EDICOLA TABACChI) Cosa legge maggiormente la gente? Tra i mensili sicuramente le riviste specialistiche vanno per la maggiore; poi c sempre il gossip. A Vestone ci sono punti di ritrovo per il divertimento e il passatempo? Non ci sono locali serali, ce ne sono stati alcuni che hanno fatto il boom e poi hanno chiuso. Sono rimasti solo i bar della piazza, ma chiudono presto. Ultimamente sono cresciute le persone che tentano la fortuna con le lotterie e le scommesse? S, ma non detto che sia una conseguenza della crisi. Sicuramente il Gratta e vinci diventata la prima lotteria a livello nazionale, ma anche le scommesse sono in forte ascesa. mARCELLA TONOLI E RICCARDO RIZZI (fERRAmENTA E CASALINGhI) Che paese Vestone? un luogo di passaggio tra il lago dIdro e Madonna di Campiglio. Per ora c solo questa strada ed molto trafficata, poi ci sar la superstrada e si vedr.
Alcuni scorci del paese valsabbino.
Come vede il futuro della sua attivit? Sono pessimista. India, Cina e Brasile sono i paesi emergenti e noi finiremo per diventare le loro appendici. una realt molto grigia che mi fa rabbrividire. Non tanto per me, quanto per i miei figli. Che cambiamenti sta subendo il paese? Il paese si sta spopolando: le industrie e le grosse fabbriche storiche si stanno trasferendo; anche la banca Valsabbina, che era nata qui, ora ha la sede a Brescia. CINZIA (TRATTORIA CROCE BIANCA)
Com maturato il proposito di avviare questattivit? Pi di centanni fa qui sorgeva una stazione di posta e ristoro. Sette anni fa, abbiamo deciso di far rivivere il passato, cos la nostra croce sabauda campeggia ancora sulla piazza. Consiglierebbe ad un giovane di intraprendere la sua strada? una soluzione che oggi sconsiglio vivamente: una scelta importante e potenzialmente vincente, ma da ponderare con grande attenzione. Quali problemi ha incontrato in questi anni? Comunit Montana e Comune sono vicini ai commercianti, offrono corsi ed informazioni. Qualche problema labbiamo avuto con alcuni extracomunitari. Per il resto finch perdura il forte passaggio le cose non promettono male.
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IDRO
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. VOce AI PASSANTI
Guido, 54 anni Idro una realt tranquilla, adatta ad anziani e bambini, chi viene qui cerca pace, non sicuramente divertimento: lo sanno bene i nostri ragazzi. mario, 70 anni Vengo qui da 25 anni e ogni anno vedo sempre meno gente, anche nei camping. Poi, con la crisi, girano certi prezzi!
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ese per ragazzi! ora di sfatare il mito del giovane in perenne cerca dello sballo I nostri ragazzi, oggi, stanno riscoprendo il sapore della vita allaria aperta, della natura, per questo qui si trovano bene. Gino, 60 anni Il battello? Fatto un giro, la stessa storia. E poi che orari hanno le tratte? Se decidessi di lasciare a casa lauto per cenare sullaltra sponda, poi mi toccherebbe prenotare una stanza dalbergo per la notte! sua popolazione. Perch crede che vengano qui? Per respirare la nostra pace, per sentirsi coccolati meglio che in una spa. mARIO PELIZZARI (PIZZERIA CINZIA) Via Lungolago, Lemprato Come sta andando la stagione? Per ora, maluccio. Il tempo brutto, i mondiali di calcio, che tengono incollati alle poltrone di casa, e la solita crisi stanno incidendo tanto. Che tipo di turismo c qui? Vengono famiglie di stranieri e gli an-
Angelica milani.
Idro sufficientemente valorizzata, a livello turistico? Si pu fare molto di pi, in realt. Ad esempio, ampliare il progetto della Rocca porterebbe pi visitatori: un ottimo trampolino di lancio, occasione, per noi, di visibilit a livello europeo. Chi viene qui in vacanza? Italiani, olandesi, tedeschi Anche se il mio cliente tipo resta quello della zona. Cosa serve, in paese? Soprattutto per chi lavora, i servizi e gli aiuti non mancano certo. Per un servizio ospedaliero pi vicino non sarebbe davvero male: 30 minuti per raggiungere Gavardo e unora dauto da Brescia sono un po troppi, in caso demergenza.
Una veduta di Idro.
maria, 45 anni Non vero che Idro non un paGIULIANA mILANI (fORNERIA) Via Lungolago, Crone Idro viva? Certo: chi parla di declino, a mio parere, sbaglia. Idro un paese che sta emergendo nel turismo, cresce e si sviluppa pian piano. Migliorie da apportare? Essere pi attenti alle esigenze di chi qui ci abita. Che turismo il vostro? Quello delle seconde case e degli stranieri. Idro unisola felice che destate triplica la
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ziani. Il mio locale poi, nel tempo, diventato un classico raduno per motociclisti, forse perch hanno respirato indirettamente la mia passione per le moto... ping disseminati sul territorio. Sentieri percorribili in bicicletta, camminate e visite guidate sono gli intrattenimenti preferiti da queste persone, amanti della natura e della tranquillit. Dovesse fare un bilancio, sul turismo? Direi che c stato un calo a partire dagli anni 80, mentre oggi stabile. Certo, la crisi si sente: nei campeggi c meno gente e la stagione parte a rilento. Il battello sul lago: funziona? Questa uniniziativa sperimentale partita due anni fa che, la scorsa estate, ha contato ben 2.700 presenze in un solo mese.
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Idro, tappa dobbligo per molti motociclisti. Nelle altre foto alcuni scorci della localit turistica.
farci pensare, un capitolo aperto di cui aspettiamo lepilogo. PIZZONI LUCA (hOTEL ALPINO RESIDENCE VICO) Un hotel-ristorante storico e un Residence di 22 appartamenti, inaugurato solo quattro anni fa: qual il bilancio di due attivit ricettive cos diverse? Il Residence Vico ha superato le nostre aspettative: in questi anni andato crescendo e siamo gi in grado di fare una buona previsione anche per il 2010. Per quanto riguarda lalbergo e il ristorante, invece, risentiamo anche noi in modo pesante della crisi generale. Chi sono i clienti tipo del residence? La clientela straniera al 100% ed composta in prevalenza da olandesi (80%), tedeschi, inglesi e, da questanno, anche danesi e scandinavi. In media affittano un appartamento per due settimane, nel periodo di apertura che va da aprile e fine settembre. Gli italiani sono esclusi? Assolutamente no, anzi! che gli stranieri sono abituati a prenotare per tempo, e stanno gi pensando allanno prossimo. Un problema di Idro? Ogni anno si accorcia la stagione, ormai se va bene si lavora nei mesi di luglio e agosto. Cosa da fare o su cui puntare per il futuro? Valorizzare il nostro patrimonio naturale e artistico, tenendo pulite le nostre spiagge e puntando a far conoscere la Rocca dAnfo, che ha un potenziale di attrazione turistica molto importante.
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mario Pelizzari.
Cosa migliorerebbe? Potenzierei la manutenzione di panchine, prati, giardini e lago, aumenterei pulizia ed illuminazione: questa fetta di turismo non dobbiamo proprio perderla. Per i giovani, poi, farei tornare un po di quelle feste di una volta, che permettevano di stare insieme, svagarsi, perch per loro qui, ormai, c poco e niente. Cosa invece stato fatto di positivo? Il battello, la piscina, il depuratore per il lago: queste sono iniziative buone, che fanno crescere il paese. mILA ROVATTI (AGENZIA TURISTICA-PRO LOCO) Che turismo quello di Idro? Prevalentemente straniero, composto da tedeschi, olandesi e belgi che amano la natura e soggiornano nei 5 grandi cam-
mila Rovatti.
Cosaltro proponete ai vostri ospiti? La Comunit montana, insieme al Comune e alla Pro Loco, sta recuperando molti sentieri, ma propone anche eventi musicali e percorsi gastronomici. Non vi manca nulla? Per le esigenze pratiche, un supermercato grande e fornito non guasterebbe. Ma in realt la questione, ancora irrisolta, del livello delle acque di Idro a
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BAGOLINO
italiani. Chi viene qui di passaggio, a volte si ferma in qualche B&B, ma per lo pi di stanza nei camping di Anfo e Idro. La crisi la sentite? Nel nostro settore, a dire il vero, no: nettamente in crescita. Questo mi ha permesso di rinnovare anche il locale, annettendo una piccola enoteca. ANDREINO SCALVINI (ALImENTARI)
servizi come cinema, piscina, sauna, che i turisti si aspettano. I vostri prodotti tipici aiutano? Certamente il nostro ottimo Bagss, quello autentico con la classica marchiatura a stampo sul bordo esterno, non mente mai. Per esiste un altro prodotto caseario, la formaggella di capra, che meriterebbe una spinta: come la facciamo noi non la fa nessuno.
. VOce AI PASSANTI
Lorenzo, 23 anni Cosa manca in paese? Per le esigenze spicciole c tutto, solo ospedale e pronto soccorso sono lontani da raggiungere. Per ci vorrebbero pi manifestazioni, specialmente destate.
Andreino Scalvini.
Alberto fusi.
Cos che attira, a Bagolino? La tranquillit innanzitutto. Per noi giovani, per, snervante: dinverno la passione dello sport ci tiene impegnati, ma poi siamo costretti a spostarci. Che clienti e che turismo avete? Bene o male gli abitanti del paese comprano qui tutto lanno, poi dinverno e destate ci sono anche i turisti, quasi tutti
Com il polso del turismo? Batte lento, troppo! Da 5 anni Bagolino ha visto un calo: viviamo con la gente oriunda del paese, che rimpatria ad agosto. La stagione invernale, invece, ha risentito della chiusura del Gaver, causa valanghe speriamo questanno riaprano. Allora, leconomia? Beh, gi i soldi sono calati due anni fa Qui, a dirla tutta, abbiamo poco da offrire, tranne la nuda montagna: mancano
michele, 30 anni So che qualche ragazzo, se potesse, migrerebbe altrove. Io invece qui sto benissimo, ho messo su famiglia e non me ne andrei assolutamente. Nadia, 35 anni Per incentivare il turismo bisognerebbe rinnovare le strutture ricettive, che sono le stesse da ventanni. Gildo, 57 anni Se avessi la bacchetta magica? Farei una bella funivia che porta da Bagolino a Maniva, sai che spasso! Qui si vive in modo fin troppo tranquillo A volte guardo mio figlio e capisco che scalpita, vorrebbe divertirsi un po.
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E il rapporto con i turisti, com? Noi di Bagolino, pur essendo gente di montagna, siamo aperti e facciamo subito amicizia con tutti! Per, spesso, liniziativa lasciata a pochi: qui sono i bar ad attrezzarsi per intrattenere chi ci viene a trovare, con musica e limmancabile happy hour. ENRICO SBARBERI (AL TEmPO PERDUTO VINO CATTIVO)
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fulvio Zanetti.
No, si dovrebbe fare molto di pi, dato il patrimonio di cui disponiamo: splendide chiese, un centro storico bellissimo Ma, forse, il benessere di un paese con 2.700 abitanti (e ben tre banche) ci porta a nicchiare, a chiuderci. Cosa chiederebbe al sindaco? Di cose ne abbiamo chieste tante, dalle migliorie alla viabilit, alla manutenzione dei sentieri, alla costruzione di un centro per i giovani La risposta che mancano i fondi e, in momenti come questi, non resta che aspettare tempi migliori.
Adro Cortefranca Erbusco Rovato
Come va il turismo da voi? un periodo di crisi, checch se ne dica. Qui sopravvissuto il turismo mordi e fuggi: una boccata daria fresca, per ossigenare, e via. La zona valorizzata quanto basta?
Come sta andando la stagione turistica? Qui il turismo concentrato nel periodo dagosto: soprattutto la gente del paese a tornare, gli stranieri sono quasi tutti di passaggio. Come vive Bagolino? Come un paese in cui ci sta tutto il bello e il brutto della montagna, una realt che rimasta uguale a s stessa, e di questo fa il proprio punto di forza. La vostra unattivit a conduzione familiare E non pu che essere cos, in un paese in cui tradizioni e legami sono forti, e si sentono. A partire dal mitico Carnevale, momento topico dellanno in cui ci riabbracciamo tutti, anche chi manca o latita da tempo. fRANCESCA (BAR PANINERIA AmICI) Voi giovani a Bagolino avete poco con cui distrarvi Non vero: chi di qui ama il paese, difficilmente si sposta, gode delle feste e delle iniziative che ci sono. Il turismo come va? leggermente calato, ma durante il mese estivo ci riprendiamo. Cosa mi dici del vostro Carnevale? Voi ragazzi lo sentite? Non ho parole per descriverlo, davvero unesperienza unica, qui pieno di gente, consiglio di venire e viverlo.
Da tempo si parla della provocazione di passare al Trentino. Bagolino si sente abbandonata dalla Provincia? Bagolino promuove, con lAssociazione dei Comuni di Confine, le istanze di quelle realt che subiscono una sleale concorrenza da parte di territori a confine pi ricchi, perch dotati di maggior autonomia finanziaria. Le istituzioni sovra-comunali, quali Regione e Provincia, spesso faticano a comprendere la specificit di comuni come il nostro che , tra laltro, tra i pi vasti della Provincia. Luogo di tradizione e storia, Bagolino attira e incuriosisce da sempre chi lo visita. Cosa intende fare il Comune per migliorare lofferta turistica e ricettiva? Il Comune, con la Parrocchia e lassociazione Habitar in sta terra,ha partecipato a un bando della Fondazione Cariplo, ottenendo un finanziamento di 600.000 euro
per la riqualificazione dei beni monumentali di Bagolino capoluogo, dal quale ci aspettiamo positive ricadute anche in campo turistico ricettivo. Le montagne che circondano il paese si stanno spopolando, lindustria dellacqua e la produzione del Bagoss rappresentano il principale traino della vostra economia. Crede che per lo sviluppo futuro si debba puntare su nuove politiche commerciali e produttive? Le 25 malghe di Bagolino sono tutte utilizzate da aziende agricole locali e la nostra montagna, in realt, non ha subito labbandono comune ad altri centri proprio grazie alla produzione del Bagoss. Il patrimonio bovino di Bagolino (caso unico sullintero arco alpino) , negli ultimi anni, sostanzialmente stabile. Vi poi lindustria dellacqua: unazienda importante in termini occupazionali e in pi compatibile con il nostro particolare contesto ambientale. Stando ai dati, comunque, la prima azienda di Bagolino per numero di addetti ad oggi la Casa di Riposo. Credo dunque si possa dire che esiste gi un terziario di servizi avanzato e numericamente importante, anche perch occupa manodopera sostanzialmente locale. Sergio Masini
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IN EVIDENZA
APRE AL fOTOVOLTAICO
LAZIENDA DI TRAVAGLIATO, ATTIVA NELLA PROGETTAZIONE E INSTALLAZIONE DI ImPIANTI ELETTRICI, AUTOmAZIONE APERTURE, ImPIANTI DI SICUREZZA, DAL 2009 OffRE ALLA CLIENTELA ANChE IL fOTOVOLTAICO.
ELETTROLEADER
l fotovoltaico piace sempre le giuste informazioni, sia di costi sia di resa, degli impianti che vogliono installare di pi ed a confermalo sono i ed per questo che abbiamo puntato molto sulla trasparenza delle spiegazioni, dati ufficiali che dicono come su un servizio che va dalla consulenza, alla progettazione, allinstallazione. Il colBrescia si conferma la provin- laudo finale, invece, lo affidiamo per correttezza ad una societ esterna. Al cliente cia italiana con il maggior numero di offriamo inoltre unassicurazione sul furto, sui danni e per la mancata produzione impianti per produrre di energia degli impianti e svolgiamo anche tutte quelle pratiche energia attraverso il sole. burocratiche che spesso rappresentano un problema visti anche i Il numero di installaziolunghi tempi, da 8 a 12 mesi, che si devono attendere prima di conni, per, non dice tutto. cludere liter completo e iniziare a veder arrivare i primi rimborsi.. Di certo il segno della Gli operatori del mercato, anche in vista dei tagli agli incentivi al grande attenzione che fotovoltaico gi annunciati sul conto energia, si attendono per la privati ed aziende hanfine dellanno una corsa allinstallazione di nuovi pannelli. In molno rivolto al fotovoltaiti ci stanno chiedendo informazioni e preventivi continua Zanoni co ma se consideriamo anche perch se si inizia la pratica entro il 2010 si avranno ancora la potenza complessiva tutti gli attuali incentivi che rendono conveniente linstallazione dei prodotta dagli impianti pannelli solari. Anche in questo ambito c parecchia confusione: attivi, la nostra provincia un impianto di 10KW costa circa 40-45mila euro, ha una durata di si colloca al quarto posto Edoardo Zanoni. circa 20 anni e in questo periodo pu rendere anche 80mila euro, in Italia dopo Bolzano, con un rendimento decisamente concorrenziale rispetto ad altri Bari e Lecce. Sicuramente impor- investimenti. In 6-7 anni limpianto si ammortizza e considerando i bassi tassi di tante che si faccia ricorso a consulenti interesse richiesti dalle banche, in molti utilizzano la rata dellincentivo per pagapreparati per calibrare al meglio lim- re il finanziamento chiesto agli istituti di credito. E se il fotovoltaico ha buone pianto rispetto alle esigenze del clien- prospettive di sviluppo, laltro ramo di azienda della Elettroleader, limpiantistica te commenta Edoardo Zanoni della civile e industriale, vive le conseguenze della pesante crisi che stanno registrando Elettroleader Srl di Travagliato, instal- i settori delledilizia e della meccanica. La crisi si sentita conclude Edoardo latore, tra laltro, di pannelli solari e da Zanoni ma abbiamo continuato a puntare sulla professionalit e sulla formazio10 anni in possesso della certificazione ne continua. Come azienda esistiamo da oltre cinquantanni e abbiamo sempre di qualit 9001 e la 9001-2000 dallisti- puntato su un continuo miglioramento che ci ha portato a crescere e ad aprire, nel tuto CSQ . Come azienda ci siamo 2007, una nuova sede a Travagliato in via dellArtigianato. Un nuovo capannone accorti che non sempre i clienti hanno con un ufficio tecnico e uno commerciale a disposizione dei clienti.
oSt-It
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Pelo e
di IMMANU
EL
IL DILEmmA DI CONfINDUSTRIA
La situazione si fa dura, difficile, forse come non mai, in casa Confindustria. Lassociato numero uno,la Fiat, sbatte la porta e se ne va. Faremo da soli, dice in sostanza Marchionne, senza Federmeccanica e senza Confindustria, e scende il silenzio, nessuno parla pi, neanche di soldi veri, di provvedimenti veri, di crisi che finita, anzi no, anzi forse. Lamministratore delegato di Fiat ha scelto di fare il contratto aziendale, subito accettato, prima ancora di scriverlo, dalla Uil di Angeletti e subito contrastato da Guarguaglini, amministratore delegato di Finmeccanica, in un capovolgimento di posizioni in cui i lavoratori non sanno pi da chi sono tutelati. Marchionne, pressato da tutte le parti, alla fine ha detto che Pomigliano sar fuori da Confindustria da subito, e che per il resto decider fra due mesi. Come dire che anche Confindustria sperimenter sulla sua pelle il precariato nei prossimi due mesi, almeno per quanto concerne il rapporto con il suo principale associato. Ma cosa vuole davvero Marchionne? Difficile saperlo, luomo molto intelligente, determinato, ed anche imprevedibile. Finita la stagione dei proclami, dei recuperi, dei risanamenti, e finita
lepoca dei sostegni pubblici e delle rottamazioni, arrivato il momento dei conti, e la.d. di Fiat ha capito che bisognava dare una sterzata vera, che non aveva nulla da perdere e ha detto basta. Poi partito verso labbraccio con Obama, che gli ha affidato la Crysler, sulla quale limpegno di Marchionne sempre pi forte. Al suo ritorno far probabilmente come Minosse, attorciglier la coda pronunciando il suo verdetto, e comunque vada cadr in piedi. In Italia, a grattarsi la pelata, sono rimasti in molti. Bombassei, vice presidente di Confindustria, stato rispolverato dalla naftalina per rilasciare qualche esangue dichiarazione, per dovere dufficio, sembrato ai pi. Federmeccanica, dopo biblici silenzi, si ripresentata sulle scene per candidarsi per un negoziato che affronti i
problemi (ma non era suo compito da sempre?), le varie Confindustrie provinciali propongono incontri, sottolineano esigenze, smentiscono intenzioni, oppure e sono i pi tacciono, non sapendo che pesci pigliare, e forse fanno la cosa pi saggia. Rimane il dilemma per Confindustria. Che fare? Aprire lennesimo tavolo negoziale per tentare di seguire Marchionne, per evitare di perdere il socio numero uno, il simbolo stesso di Confindustria, il patrimonio storico, il principale contribuente? Ovviamente resterebbe limbarazzo per almeno due buone ragioni: primo, perch ancora fresco linchiostro del grande accordo del 2009 sulle nuove relazioni industriali, sono appena stati firmati i rinnovi contrattuali, compreso quello dei metalmeccanici, e confessare che
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sono ferri vecchi da buttare dura, per chi tiene allimmagine; secondo, perch la grande massa degli imprenditori piccoli e medi si domanderanno perch Marchionne s e loro no, come se i problemi di Fiat fossero lunico vero problema rilevante per Confindustria. Oppure, seconda opzione per Con-
findustria, lasciare andare via Marchionne, con la sua preannunciata Federazione dellauto, e dedicarsi agli altri 129.999 associati. Sul serio, per, perch i problemi seri ci sono anche per loro, la produttivit e necessaria per tutti, il monte ore e i distacchi pesano anche sulle piccole imprese,
le rigidit bloccano anche le piccole e medie imprese, e sarebbe ora, come sempre pi spesso si dice da ovest ad est, dal nord al sud. Perch senza interventi forti, seri e coerenti il rischio serio che tutti si scenda dallauto e si vada a piedi. O in bicicletta, chi potr, a pedalare.
Ferma opposizione di alcuni illuminati commercianti del centro di Brescia alle grigliate estive ed agli happy hour organizzati da sciagurati colleghi, per animare le serate estive in citt. Che sia forse un sano timore per laumento del colesterolo? O una nobile motivazione animalista? Certo che una manciata di serate gastronomiche allinsegna di viva il parroco sta scardinando le sane abitudini dei nostri concittadini
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UI E l
QUI & l
A PALAZZOLO LA BANDIERA FIUME PULITO2009
Loscorso6luglio,pressolasaladelConsigliodelPalazzo ComunalediPalazzolosullOglio,sitenutalacerimoniadi conferimentodellabandieraFiumePulito2009,daparte diLegambienteedelDipartimentoNazionaleProtezione Civile,aiComunidiPalazzolosullOglioediCanischio(To), comecomunimeritoriinItaliaperlamitigazionedelrischio idrogeologico.Grazieallattivitdimanutenzionedellesponde edelleoperedidifesaidraulica,aunpianodiemergenza aggiornato,aisistemidimonitoraggioediallertaealla presenzadellaProtezionecivile,Palazzolo,dunque,unodei duemiglioricomuniitalianinellaprevenzionedellefranee dellealluvioni. //news.002
a cura di ROLANDO
GIAmBELLI
TORNA FIORINSIEME
Dal3settembreal3ottobretornalamanifestazione, organizzatadallAssociazioneFlorovivaistiBresciani incollaborazioneconilComunediBrescia,che trasformerPiazzaPaoloVIinunparcoverdericcodi piante,alberiegiardinidellepibellespecieevariet. Labiodiversitiltemaaffrontatoperquestanuova edizioneilcuiprogettoprevedeottogiardinirealizzatida alcunetralepiaffermateaziendeassociatedicostruzione delverde.Sivedranno,adesempio,larealizzazione diunbiolagonaturale,chesenzalausiliodicloroo componentichimicisfruttailpotererigenerativodelle pianteacquatiche,unortourbano,ungiardinozeneun esempiodigiardinodidattico. //news.003
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VOGLIONO!
uandoilcalendariohainiziatoadepennarsidasolo, asputacchiarepost-iterifiutarescadenzeeimpegni ad oltranza, beh, abbiamo capiamo che era il momentodiandareinvacanza.Aricordarcelo,giustopernonsbagliare,ceranovicinedicasadallabbronzatura dorata,collegheinshortsinguinalieiclassici42allafermata cittadinadeltram.Cossiamopartiteanchenoi.Masolopertornarequiaraccontarvitutto
Conoscodonne,enonridete,chepassanolapropriaestateinmontagna,purodiandolacontuttoil cuore.Conoscevobenequestepazze,perlequaliladipelocalizzataelabucciadaranciavalgon beneperenniharakiriagostani.Hocambiatoariaquando,a2.613metri,togliendomilat-shirt,ho fortementetemutoperlamiaincolumit:cosacifacevol,iocheavreipotutosfoggiareunsuccinto bikini?Lestavoforseprendendoingiro,stavopercasosfidandoiloronerviinstabili,punzecchiando leloromentiprovate,intrappolatetramarmotteegenziane,anelantialtemareeetuffiaspruzzo? Allontanandomicautaeconsorrisoebetedallostrapiombo,hocapitochenoidonneriusciamoadincasinarciancheilperiododellannoincui,diregola,ognunofacichevuoleecio:levacanze. Permelavacanzacomeuncarnevale:totalesovvertimentodelleregoleedelleimposizioni cheilviverecivile,illavorosoprattutto,cimponeper350giornilanno.Dunque,almenoper 15miserigiornichediamine!lasciatemifaretuttoquellochevoglio.Mano,peril90% delgenerefemminilevacanzasinonimodistress.Chemondoallarovescia,il nostro!Apensarcibene,nonabbiamoaffattobisognodialtricarnevali,nelle nostrevite.Siamogicosaffezionateallequotidianemascherecheindossiamo concuradanonvolerceletoglierepi.Neancheper15miserigiorni.
ANDROLOGIA
Doppler del pene, piccoli interventi e terapie rivitalizzanti Incurvamento penieno, nuove frontiere terapeutiche Visite per allungamento e ingrossamento del pene Disfunzioni della sessualit
T E S T AVA N Z AT I
Test intolleranze alimentari-stress ossidativi rischio cardiovascolare Telecardiometria
LASERTERAPIA
Trattamento capillari con laser o mousse Laser depilazione corpo Laser trattamento couperose - macchie - angioma Radiofrequenza termage Laserterapia anticellulite
V I S O / M A N I / D E C O LT
Diagnostica morfologica Rivitalizzazione con vitamine ialuronico con aminoacidi Pulizia viso con peeling chimici e meccanici Trattamenti multi-rivitalizzation con veicolazione e botomask Trattamenti ad effetto immediato con fillers non permanenti Laser trattamento couperose - macchie - angioma Tattoo semipermanenti Radiofrequenza termage
DIETOLOGIA
Diagnostica morfologica Diete personalizzate - Terapie mediche di supporto di ultima generazione Test di intolleranza Tecniche di supporto comportamentale Dimagrimenti localizzati Galenica personalizzata
FLEBOLOGIA
Trattamento capillari con laser o mousse Diagnostica doppler e visita vene Trattamento vene varicose, ulcere, linfedemi e mesoterapia Piccoli interventi chirurgici ambulatori in anestesia locale
ENDOCRINOLOGIA
Disturbi legati alla menopausa Irsutismo - trattamento acne e alopecia Disfunzioni della tiroide Obesit
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C
Tempodivacanze.AlritmodiWakaWakacisiamo preparatealleconsuetetorturestagionali,chefanno dellestatelastagionepiamatamaanchelapi temuta.Incalzatedagiornalimodaioliedigossip, abbiamocostrettoinostricorpiadieteda7kgin7 giorni,praticatoilnuovosportchecipromettevadi coinvolgereetonificaremuscolichenonpensavano neanchediavere,snellitoilpuntovitariscoprendo lhulahoopecisiamosaziatediinsalatoneeyogurt magro.Ilrisultato?Siamoarrivateallagognatameta turisticaancorapistanchediquandosiamopartite. Inspiaggia,copertedapareidalledimensionidiun tovagliolinodicartaedauncostumecheindossato danoihaassuntodellesembianzediversedaquelle cheavevasulmanichino,abbiamospiatolerivali, nascostedietrolelentiaspecchiodegliocchialida sole.Cisiamoconsolate:laperfezionenondiquesto mondo,democratica!Eallora,esorcizzatalapaura diincontraredonneallaBelen,cisiamodatelotta sullanuancedellabbronzatura,ungendocidiolisolarierigirandocicomesogliolesullagriglia.Abbiamo sudato,resistitosottoilsolecocenteperore,rischiatolinsolazionee?Lasera,davantiallospecchio,ci siamoaccorteconunacertadosedisgomentoche, pichedorato,ilnostrocorposembravainfuocato: neanchegelecremedoposolehannopotutoimpedire latragediadellascottatura.Cambiatalapellecomei serpenti,siamotornatemestamenteacasa;abbiamo incontratounamicache,guardandolanostraslavatatintarella,cihachiestomanondoveviandarein vacanza?.Percarit,fatecitornareallavoro: menostressante.
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Lasfaltochesisciogliemestamente sottolenostresuoleciricordaches, cisiamo,lestatearrivata!Insiemearivoli disudoreesciamidizanzareportaconsuna rinnovatavogliadiliberteleggerezza,voglia dipotercorrereecamminareapiedinudisulla sabbia,didimenticareacasatrucchi,camicie econvenzioniedivestircigiornoenottediun pareoeunvelodisalsedine.Edeccolafatidica domanda:cosamettoinvaligia?Pocoimportala meta:blocknotessiriempionolisteinfinitedivestitiedaccessoridaportareconnoichenemmenolinterocatalogoprimavera/estatedellesfilate prt--porter,peraffrontarequalsiasicondizione climaticaeambientalepossibile.Guardiamo sconsolatelavaligiaaperta,immensavoragine neracheciscrutaminacciosa,percapirese riusciremodavveroamettereinostriamati tacchi12anchesuqueiripidisentierimostrati dalcatalogodellagenziadiviaggi.Piladatadi partenzasiavvicinaepilanecessitdicorrere acomprareunaltrosetdivaligiesifaimpellente,maabbiamopauracheaquestopuntononci lascerannomaisaliresullaereo senzapagarelequivalentedi trestipendidisovrattassa. Arrivateadestinazione,non appenainiziamoariempircile naricidelprofumodelmare, dipinoodellariapuradi montagna,lanciamoinun angoloilbaulechecisiamo trascinateappresso,ciinfiliamoleinfraditopicomodee finalmenteiniziamoagoderedella libertcheavevamosognatoper11 mesiemezzo.Itacchi12?Staranno benissimosuinostripiediabbronzatial ritornoincitt!
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FOUNDATION
ITALY
BRESCIA -TIBET
COS IL TCV?
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DOMANDE
a cura di ALESSANDRA CASCIO
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1. cosa rappresentano per te le vacanze? 2. Preferisci il mare o lamontagna? Il relax o il divertimento? 3. Questanno le tue vacanze saranno low-cost oppure non baderai a spese? 4. che abbigliamento prediligi in vacanza: comodo e fresco o ricercato e alla moda? 5. a cosa rinunci quando prepari le valigie? 6. Se dico paranoia pre-vacanziera a cosa pensi?
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In piccola palazzina del 1997 con ascensore, grazioso bilocale di 60 m ca. con travi a vista, pavimentazione in cotto e parquet. Ottimamente tenuto. Posto macchina privato. Tel. 030.305373
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CI SENTIAMO SU
Conoscere laltro, conoscere meglio chi gi si conosce o farsi conoscere?
di ChIARA DAffINI
fACEBOOK
per relazionarsi allaltro, bens anche per comunicare una precisa immagine di s, unimmagine costruibile ad hoc, che non sempre corrisponde a quello che si , ma moltospessoaquellochesivorrebbeessere. Resta uno scotto da pagare, di cui forse in pochi si rendono conto. Esiste un controllo sulla costruzione della propria immagine, ma, al contrario, totalmente evanescente e inarrestabile luso altrui di questa immagine. Una fotografia, per esempio, pu s essere tolta dal web o resa accessibile a pochi, ma chi ci dice che qualcuno non labbia nel frattempo salvata in una cartella personale? In questo caso, e al pari per altre tipologie di informazioni, il pericolo quello della decontestualizzazione: uno stesso dato, al di fuori della pagina facebook, potrebbe risultare alquanto sconveniente. evidente, pertanto, che facebook ha fatto da portabandiera a unevoluzione sociale ed economica ben pi profonda di un semplice fenomeno di costume. Un cambiamento che porta in seno le parole dordine del nuovo millennio: convergenza, mobilit, personalizzazione. E che poi il colore relazionale della vicenda sia la risposta allerosione delle istituzioni nucleari (la famiglia, la parrocchia, il circolo di partito) potrebbe essere unipotesi da non sottovalutare. Nuove tecnologie e mutate esigenze sociali, dunque: la miccia e il fuoco per il successo della rete. Che cosa aspettarci dal futuro? Che fioriscano i semi germinati da questa rivoluzione, con le relative conseguenze, positive e negative. Staremo a vedere.
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are che il ci vediamo da Mario debba essere sostituito con ci sentiamo su facebook. Al contrario di quanto annunciavano gli apocalittici del cyberspazio, internet non costituisce pi una dimensione virtuale isolata e isolante dal mondo reale. La rete parte della nostra vita, non una vita a parte. Lo dimostra il successo di un social network come facebook, in cui la maggioranza di amici sono persone conosciute al di fuori del web e con cui si intrattengono relazioni pi o meno quotidiane. Pi di 400 milioni gli utenti nel mondo attivi su facebook nel febbraio di questanno; 16,6 milioni gli italiani iscritti al social network in data 30 giugno 2010; 500 miliardi i minuti che le persone trascorrono ogni mese sulla piattaforma. Sono dati significativi, specialmente se si considera che il fenomeno investe la popolazione pi o meno trasversalmente, sia a livello di gender sia per quanto riguarda le fasce det. Se, infatti, prevalgono di poco gli uomini (anche perch pi inclini allutilizzo della rete), stupisce il boom di over-36 per quanto riguarda gli iscritti dellultimo anno. Nata in ambito universitario, la moda feisbucchiana ha ormai contagiato buona parte della popolazione mondiale. Conoscere laltro, conoscere meglio chi gi si conosce o farsi conoscere? Queste paiono le tre funzioni relazionali pi evidenti di facebook. infatti indub-
bio che lappeal del sito blu sia in primis la possibilit di spiare indisturbati le vite altrui: sfogliare lalbum delle vacanze di Giorgio Rossi ci consente, per esempio, di vedere se il nostro amico ha una nuova fidanzata, se ha cambiato taglio di capelli o ingrassato. Tale voyerismo vale ovviamente per contatti labili, ovvero persone che non abbiamo modo di conoscere a fondo nella vita di tutti i giorni. I famosi compagni delle elementari, per farla breve. Ma siamo sicuri che la finestra sullintimit altrui non sia in vetro smerigliato? La contraddizione macroscopica che facebook confonde i confini tra sfera pubblica e privata. Sul sito lintimit viene dichiarata e pi o meno condivisa: qui la relazione finita male tra Tizio e Caia comparir sulla home page di tutti i loro amici, qui ciascuno pu annunciare con beata ingenuit lintenzione di farsi una doccia. In teoria, ma solo in teoria, lutente a decidere il grado di pubblicit che vuole dare al suo profilo, ma in pratica sono pochi coloro che si prendono la briga di regolare le opzioni sulla privacy. Per questa ragione il 26 maggio 2010 Facebook Inc. ha annunciato limplementazione di nuovi e pi facili strumenti atti a garantire il controllo dei dati e le persone che accedono ad essi. C poi anche laltra met del bicchiere, ovvero i molti che vogliono che la loro privacy sia violata, smaniano perch gli amici e gli amici degli amici guardino e commentino i loro album fotografici. La spiegazione pi plausibile a questo fenomeno che facebook in fondo un modo non solo
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SUDAfrICA 2010
Casillas alla fidanzata-giornalista nellintervista post-trionfo. Sono ricordi che resteranno, al di l dei gol, delle vittorie e delle sconfitte, a dimostrazione che il calcio, se vissuto con passione, sa essere un pezzo luminoso del puzzle della nostra vita, capace di fare da collante tra i popoli superando ogni barriera, perfino quella della povert e delle differenze sociali. Lo abbiamo visto nei filmati catturati nelle township sudafricane, dove il pallone (che spesso ha la forma di una lattina o di un ammasso di panni sporchi) riesce ad essere sinonimo di speranza per unintera generazione. Quella che, ancora una volta, stata rinvigorita nello spirito dallinattesa comparsata di Nelson Mandela alla cerimonia di chiusura. stata una sfilata memorabile per la semplicit di Madiba e la grandezza del suo sorriso. Nessuna parola, ma in quegli occhi luccicanti qualcuno giura di aver letto una frase: its time for Africa.
squadra pi tifata dagli italiani sia diventata il Ghana, in una sorta di gemellaggio con una popolazione che sempre pi esempio di immigrazione e integrazione riuscita nel nostro Paese. Questo scenario, inoltre, fa da preludio allannuncio del nuovo ct Prandelli, pronto a dare una maglia ai nuovi italiani sullesempio di Francia e Olanda ieri, Germania e Svizzera oggi. Si tratta di svolte epocali che stanno prendendo forma, ma in attesa che il futuro bussi alla porta godiamoci il passato, scorrendo i fotogrammi pi belli del Mondiale. Quelli esilaranti come i pronostici del polpo Paul o linvasione di campo pro-Cassano di Mario Ferri, lunico italiano che ci ha fatti divertire. Oppure i momenti toccanti come il pianto sincero di Jong Tae-Se durante linno nazionale della sua Corea del Nord, per non parlare del messaggio esibito da Iniesta dopo il gol della vita in ricordo dellamico che non c pi o del bacio di
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Tremosine, sfumature dIdro. Correva lanno 1951, quando, il 16 e il 17 giugno, si corse la prima edizione dellAudax vespistico dei 1000 km, competizione di gran fondo del vespismo internazonale: su 273 concorrenti provenienti da mezza Europa, ne arrivarono 265, con un percorso che tocc Treviso, Trieste, Bologna, Parma e Milano. Seguirono altre tre edizioni di questa massacrante corsa: nel 53 si arriv a ben 440 iscritti, con una forte partecipazione bresciana sotto una pioggia torrenziale. Compatti in corsa i vespisti sulle strade battute dalle intemperie citava la quinta pagina del principale quotidiano cittadino di allora. Partenza e arrivo sempre dalla citt della Leonessa, che in quegli anni, in concomitanza con le pagine mitiche della 1000 miglia, veniva definita come La Mecca del motorismo internazionale e la gara manifestazione che onora la citt per il prestigio nazionale e internazionale che venuto acquistando nella sua pur breve vita. Il tracciato dellultima 1000 km, infine, tocc ben 16 province, raggiungendo il nord ovest fino a Torino: Di giorno, di notte, di giorno: 20 ore in sella sugli asfalti del nord. Insomma, pagine mitiche di sport e passione, che da qualche anno rivivono in un raduno non competitivo per riunire vespe dannata (da questanno rigorosamente tutte non automatiche) e rimettere in strada, in certi casi proprio per loccasione, vecchi bolidi dal fascino antico.
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LO SCIAME IMPAZZITO
Ben 154 le due ruote partecipanti, dalla pi vecchia (uno splendido esemplare di 125 GTR del 1951), alle inossidabili PX degli anni 80. Lorganizzazione dellevento, che ha compreso fra laltro nel pomeriggio di sabato 29 maggio, la rituale punzonatura delle vespe in Piazza Duomo e il conseguente giro strombazzante per le vie del centro, va detto, stata curata nei minimi dettagli, e ha compreso assistenza medica e meccanica, il supporto della polizia stradale per tutto il percorso e il gran lavoro dei ragazzi delle staffette. Gestire un evento di tale portata spiega Franco Papetti, presidente del Vespa Club Brescia richiede un anno di lavoro. Tenere sotto controllo 150 vespe e farle sfilare tutte insieme sulle nostre strade non semplice, per questo abbiamo voluto limitare il numero di partecipanti. Il movimento vespistico bresciano in salute, in 15 anni i soci sono cresciuti in modo quasi esponenziale, e oggi in tutta la provincia sono presenti ben 5 club. Solo quello di Brescia, a oggi, ne conta 521.
di SALVATORE SCANDURRA
ento Miglia Storica, ovvero rievocazione di un mito. Il Vespa Club di Brescia, lultimo week end di maggio, come tradizione ha organizzato quello che, per i molti appassionati di vespe storiche bresciane e non, senzaltro lappuntamento clou della stagione, quello da non mancare, tanto pi che decorre ogni due anni. La cento Miglia Vespistica, rievocazione della gloriosa 1000 km, arrivata all11 anno, senza perdere il suo fascino, anzi. 203 km percorsi, per una gara che gara non pi, bens una passeggiata, attraverso le strade pi suggestive del lago di Garda, con un pizzico del lago di Ledro, scorci di
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UBRIca
GENTILE FARMACISTA...
di fRANCESCO RASTRELLI
Presidente dellOrdine dei Farmacisti della Provincia di Brescia
RISPONDE
sensibilit della pelle al sole. La reazione fototossica pu apparire anche dopo qualche ora con eritema intenso, di colore violaceo, gonfiore e, nei casi pi gravi, portare alla comparsa di bolle e vesciche. I segni di questa reazione possono restare sulla cute, creando macchie indelebili. Alcune molecole farmacologiche, quali antinfiammatori, antidiabetici orali, antibiotici, contraccettivi orali, alcuni farmaci per lipertensione e per i disturbi del ritmo cardiaco, alcuni diuretici, sono i responsabili principali delle reazioni fototossiche e, poich non possibile sospenderli, va osservata la massima cautela, utilizzando sempre creme solari con schermi ad alta protezione. Va ricordato, inoltre, che rientrano tra le sostanze fotosensibilizzanti la maggior parte delle fragranze ed quindi bene ricordare di non esporsi al sole dopo aver utilizzato profumi. D // Per queste vacanze mi aspetta un lungo viaggio in automobile. Soffrendo io disturbi e fastidi legati al movimento del mezzo, cosa posso fare per intraprendere un viaggio sereno? Maria. r // Gli interventi terapeutici per questo tipo di disagio, possono essere farmacologici e non. Da un punto di vista non farmacologico, questi sono i consigli che le posso offrire: durante il viaggio, ridurre limput sensoriale, guardando verso lorizzonte o chiudendo gli occhi; evitare quindi di fissare oggetti vicini o dotati di un movimento proprio; fare uno spuntino leggero, facilmente digeribile, prima di iniziare il viaggio, per accelerare lo svuotamento gastrico; ottimizzare la posizione del proprio corpo, sicuramente rivolti verso il senso di marcia, evitando movimenti bruschi del capo; accertarsi che durante il viaggio la ventilazione sia corretta, che non faccia troppo caldo e che non vi siano odori provenienti da cibi troppo aromatizzati, grassi o fritti. Per quanto riguarda i farmaci, fra i pi utilizzati vi sono gli antistaminici e la scopolamina.
IL FARMACISTA
D // Ogni anno, mi compare su petto e braccia un fastidioso eritema. Cosa posso fare per evitare questo inconveniente? Loretta. r // L eritema si pu combattere anche prima di esporsi al sole, preparando la pelle attraverso lutilizzo di integratori alimentari. Una volta iniziata la vacanza, si consiglia di evitare lesposizione al sole nelle ore pi calde (11-16) e di utilizzare sempre e comunque una protezione solare adeguata al proprio fototipo. I raggi Uvb, principali responsabili delleritema solare, raggiungono, infatti, il loro picco nelle ore centrali della giornata, proprio quelle vietate per una sana esposizione al sole. bisogna poi ricordare che utilizzare uno schermo solare non significa non abbronzarsi, ma solo proteggersi per abbronzarsi meglio, facendo s che lagognata tintarella duri pi a lungo. Una volta raggiunto lobiettivo abbronzatura, bisogna continuare ad utilizzare una protezione, anche se bassa, per non rischiare di incorrere in un eritema di fine vacanza. ricordo inoltre di rinnovare lapplicazione della protezione solare allincirca ogni tre ore, soprattutto dopo i bagni o unabbondante sudorazione e di provvedere al suo utilizzo anche nei giorni con tempo nuvoloso, perch lazione dei raggi solari quasi identica e gran parte di essi filtrano attraverso le nuvole. Queste sono le giornate a maggior rischio di eritema, proprio perch la minor temperatura determinata dalla presenza delle nuvole, fa s che ci si esponga per un tempo maggiore, spesso trascurando di proteggersi adeguatamente. D // vero che vi sono farmaci per i quali si devono usare particolari precauzioni nellesposizione al sole? Pamela. r // Chi utilizza farmaci per uso topico o sistemico deve prestare molta attenzione a esporsi al sole. Infatti sempre bene ricordare che alcune sostanze hanno un potere fotosensibilizzante o fototossico ed aumentano la
Mandalatuadomandaa: francesco.rastrelli@dodicimesi.com
QUALCHE
PILLOLA
propria dipenden za, quella dellabb a tutti i costi, all ronzatura aperto o grazie ad apparecchi m abbronzatura ar oderni di tificiale. Questo quanto hanno sc i ricercatori: labi operto tudine allabbron zatura attiva infat stesse parti del ce ti le rvello coinvolte nello sviluppo di tossicodipenden una za.
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LIDrOCOLONTErAPIA
associated lymphoid tissue) che rappresenta la frazione pi cospicua dellintero tessuto linfatico associato alle mucose Malt (mucose associated lymphoid tissue): nel Galt sono infatti presenti tutti i diversi tipi cellulari coinvolti nei processi immunitari. Infine, lecosistema microbico, la cui composizione in qualit e quantit pu pesantemente influenzare lintegrit e funzionalit intestinale, sia nutrizionale che immunologico. In eubiosi, cio in condizione di equilibrio, vengono mantenute le normali funzioni metaboliche (sintesi vitamine, enzimi, digestione, decomposizione cellulosa, ecc.) e protettive (della mucosa intestinale ma anche urogenitale, con produzione di sostanze microbicide che inibiscono i germi patogeni), ma anche immunomodulanti (attivazione e mantenimento di un normale e funzionante sistema immunitario). In disbiosi possiamo quindi intuire cosa possa accadere nella mucosa, nel sistema endocrino ed immunitario! Possiamo perci dedurre che una buona funzionalit intestinale sia il presupposto fondamentale per lequilibrio fisiologico e la salute dellintero organismo. Diamo perci per scontato che per mantenere efficace questo complesso sistema sono importanti la corretta alimentazione e lequilibrio della flora batterica intestinale. In questo contesto lidrocolonterapia costituisce sicuramente un valido presidio per il mantenimento o il ripristino dello stato di salute intestinale ma anche in generale dellintero organismo. Lidrocolon non , infatti, una semplice pulizia dellintestino, cosa peraltro utile specialmente per i pazienti cronicamente stitici (noto infatti un recupero della fisiologica peristalsi dopo una serie di sedute di idrocolonterapia), ma purificando le mucose da residui digestivi, tossine, batteri, funghi e incrostazioni riporta le difese immunitarie legate al sistema galt alla normalit. Lidrocolon diventa quindi terapeutico in una serie di affezioni disbiotiche che interessano in parte il colon (stipsi, diarrea, colon irritabile, gonfiore, meteorismo, flatulenza) e altre pi generali (affezioni cutanee, candidosi vaginali, cistiti e prostatiti croniche).
a sempre lintestino visto come luogo ove avvengono la digestione, assimilazione ed espulsione delle scorie derivate dal cibo che mangiamo; le attuali conoscenze ci propongono, al contrario, un ruolo chiave dellintestino in numerosi fondamentali processi del nostro organismo, tanto che si parla di sistema intestinale, composto da una componente certo digestiva, ma anche neurologica, endocrina, immunitaria. La componente neurologica forma il secondo cervello, formato da una fitta rete nervosa parietale (circa 100 milioni di neuroni), in gran parte indipendente dal cervello e pure dal sistema nervoso autonomo. Quella endocrina, connessa a quella neurologica, ha funzioni molto complesse di regolazione tra il lume intestinale e le cellule poste sotto la mucosa, attraverso particolari sostanze chiamate amine e neuro peptidi. Molto importante anche la componente immunitaria, composta da un tessuto linfatico intestinale chiamato Galt (gut
LESPERTORISPONDE
D // Mi stato consigliato di fare una cura con fermenti lattici per un insopportabile gonfiore addominale, ma ho ottenuto uno scarso risultato. Mi pu essere di aiuto lidrocolonterapia? r // Certamente: per le ragioni sopradescritte vi una corrispondenza tra idrocolonterapia e miglioramento del disturbo di cui soffri. se hai gi effettuato con il tuo medico curante tutte le indagini per escludere patologie organiche e hanno iniziato a somministrarti ansiolitici e
@dodicimesi.com
La crisi ti minaccia?
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VIDEOTECA
a cura di ELIZABETh BERTOLI
EMPo lIBERo
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INVICTUS LINVINCIBILE
regia: Clint Eastwood Cast: Matt Damon, Morgan Freeman, Langley Kirkwood, Robert Hobbs, Tony Kgoroge Genere: drammatico Durata: 134 minuti Produzione: USA 2009 Uscita nelle sale: 26 febbraio 2010 A noleggio: 8 giugno 2010 In vendita: 22 giugno 2010 trama: La vera storia di come Nelson Mandela e il capitano della squadra di rugby del Sud Africa, Francois Pienaar, unirono le loro forze per la pacificazione del loro Paese. Il neo eletto presidente Mandela consapevole che la sua nazione divisa dallapartheid e, sperando di poter riunire il suo popolo con il linguaggio universale dello sport, spinge la squadra di rugby del Sud Africa alla vittoria del Campionato del Mondo del 1995.
PROMOSSO
marta, 24 anni, studentessa: Stupendo, Clint Eastwood propone sempre delle storie molto semplici ma toccanti. Unico difetto: un po retorico. Nicola, 45 anni, commerciante: Molto bello, la regia ottima e anche gli attori. Andrea, 38 anni, impiegato: Solo lui poteva fare un bel film che tratta di sport e politica nello stesso momento. Giovanna, 29 anni, barista: Clint si supera ogni volta, un film semplice ma ricco di significato, la sceneggiatura splendida. Carlo, 51 anni, infermiere: Carino, mi aspettavo un capolavoro ma comunque piacevole. Gessica, 27 anni, commessa: Non sapevo fosse una storia vera, Matt Damon bravissimo. Paola, 42 anni, casalinga: Un bel film, poetico e istruttivo. Attori e regista bravissimi. Claudio, 27 anni, bancario: Mi piaciuto, come tutti i film di Clint!.
PROMOSSO
Corrado, 35 anni, consulente: Carino, simpatico e fa anche riflettere. Paolo, 26 anni, studente: Non male, anche se un po superficiale, non analizza molto i personaggi. Paola, 42 anni, casalinga: Mi piaciuto, parla di un bellargomento in modo divertente. Sebastiano, 61 anni, pensionato: Piacevole, mi sembrato molto semplice ma sincero e gli attori sono molto bravi. Giorgio, 43 anni, libero professionista: Niente di speciale ma ho trascorso due ore in modo piacevole. Elena, 22 anni, disoccupata: Sempre la solita commedia italiana, anche un po volgare. Alessia, 38 anni, impiegata: Banale, troppe parolacce, non mi piaciuto. Angelo, 31 anni, imprenditore: Un luogo comune dopo laltro, i personaggi sembrano delle caricature. Giuseppe, 33 anni, operaio: Mediocre, non mi ha nemmeno fatto ridere. Gabriele, 27 anni, cameriere: Che brutto, istruzioni di cosa? Non ho mai visto gente cos, una banalit atroce.
MESI 12SETTEmBRE 2010
BOCCIATO
BOCCIATO
Anna, 31 anni, libera professionista: Mi sembrato un po povero, poco brillante Una delusione. Alessandro, 38 anni, impiegato: Un polpettone, mi sembrata una lezione di storia. Pensavo fosse pi incentrato sullo sport.
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SUccESSo
20 10
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hannover, italiano ucciso per una lite sui Mondiali. La vittimaunpizzaiolo,ferito gravementeunconnazionale. Laggressoreavevadiscusso conidue,unodeiqualiindossavaunamagliadegliAzzurri. Lomicidafuggito. //12.luglio
Francia, assemblea nazionale approva bando del velo integrale.Iltesto,volutodaSarkozy, vietaburqaeniqabintuttiglispazipubblici. Approvatocon335votiafavoreeunsolocontrario.Socialisti,comunistieverdi nonhannopartecipatoalvoto.
20 10
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Buenos aires: voto storico in argentina, s a matrimoni omosessuali. IlSenato,indiretta tv,approvalaleggeche autorizzaleunionitrapersonedellostessosesso. //21.luglio New York, fumo dal motore di un ascensore. Evacuata Statua della libert. Pauraallinternodel monumento,chestatosubitosgomberato.Lincidente, standoallenotizieriportatesuTwitter,statocausato dalsurriscaldamentodiunmotore.
20 10
20 10
successo...
MONDO
//22.luglio
In Romania lultimo mistero del regime: riesumate le salme dei ceausescu. Viaallesamedel Dna,mailgenero:Lhogiriconosciutodalmantello.Il processoperilcontrollodeicorpiavviatodaifiglichenel frattemposonopermorti.
MESI 12SETTEmBRE2010
20 10
//23.luglio
Mauritania, fallito blitz per liberare ostaggio francese. Seiterroristidi alQaedauccisinelloperazionealconfineconilMali. SupportodelleforzespecialidiParigi:NondannoproveinvitadiGermaneau.
20 10
Iran, il mondo si mobilita per Sakineh: rinviata la condanna alla lapidazione. Nobel, artisti,ongegovernisi sonomobilitatiperla liberazionedelladonna accusatadiadulterio, reaconfessadopoessere statafrustata.Raccolta difirmeon-line.
//15.luglio
20 10
//5.luglio
//13.luglio
//8.luglio
Usa, si dichiarano colpevoli le dieci spie russe. In cambio Mosca libera quattro detenuti. Sitrattadiunoscambio senzaprecedentidaitempi dellaguerrafredda.La cortefederalediNewYork decretalespulsionedei dieciagentisegreti.
//18.luglio attacco suicida a Bagdad almeno 43 morti e 41 feriti. Lattaccostatosferratocontrounamiliziaanti-alQaeda adalBalassim.Almomento dellesplosione,ceranocirca 85personeinfilaperricevere lapagasettimanale.
20 10
ganzer condannato a 14 anni per traffico di droga e peculato. Ilgenerale,attuale comandantedelRos,stato processatoperlacostituzione diassociazioneadelinquere finalizzataallavenditadi stupefacenti.
successo...
20 10
ITALIA
20 10
crociata di Fazio contro la cravatta: covo di batteri, via dagli ospedali. IlministrodellaSalute precisa:semprelastessa, sicambiamanon silavamai.InInghilterra lhannoabolita.
//15.luglio
20 10
//11.luglio
SUccESSo
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//21.luglio
Inulterioreaumento divorzi e separazioni: pi che raddoppiati intredici anni.Nellecancelleriedei tribunalicivili,nel2008 nesonostatiregistrati oltre54mila.Intestaalla classificailNord-Ovest. //12.luglio
Ercolano: museo inaugurato due volte, mai aperto. Scaviabbandonatialdegrado,unospazioespositivo prontodal78emaiavviato:4.000repertidimenticati incaveauemagazzini.EanchePompeiperdevisitatori. MentrelamagistraturaindagasullusodeifondiUe.
20 10
Inchiesta su falsi invalidi a cosenza. tredici medici agli arresti domiciliari. AncheilsindacodiSanFilicoinvoltonelloperazione cheriguardafunzionarieimpiegatideldistrettosanitario diRende.Unsistemachefornivafalsicertificati diinvaliditedimalattia. Inoltretimbravanoicartellinideicolleghiassenti.
//22.luglio
//20.luglio arrestato killer di due prostitute: trovati i corpi e larma, una balestra. RamonBerlosostatofermato nellanotteaUdineehaindicatoilluogodoveavevasepoltoicadaveri.Lacattura dopounagrandeoperazione nelbassoFriuli. //18.luglio
20 10
Sacerdoti gay, il vicariato di Roma: chi lo venga allo scoperto e lasci la tonaca. Duranota dellasegreteriadelcardinale AgostinoVallini,dopolinchiesta pubblicatadaunsettimanale:Sivuole screditarelaChiesa.Perseguiremoi comportamentiindegni.
//23.luglio
20 10
20 10
Firenze: genitori rapiscono la figlia ospitata dalle suore. Labambinahacinqueanni,era statatoltaalpadreeallamadre perchtossicodipendenti. Illoroavvocato:sonotuttietre tranquilli,sereniefelici.
20 10
//17.luglio
Palermo, solo in cento alla marcia per Borsellino: a via Damelio stata una strage di Stato.Poca genteallamanifestazionevolutadaSalvatoreBorsellino,il fratellodelgiudiceuccisodallamafia.
MESI 12SETTEmBRE2010
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SUccESSo
//7.luglio Brescia, guanti sul bus degli immigrati. cgil: Pericolo discriminazione. Liniziativadellamministrazionecomunaleedellaziendadeitrasportihacome obiettivoligieneelatutela dellasalutedeicittadini.Ma scoppialapolemica.
20 10
20 10
//20.luglio troppo garda ceduto al cemento. Per Legambienteinottoanni sonostatiurbanizzatialtri 600ettariditerritorioeil Gardarischiadisoffocare sottoilcemento.
20 10
20 10
//13.luglio
//15.luglio
autostrada valtrompia, lanas fa ricorso al consiglio di Stato. LEnteha presentatoricorsoperottenereunasospensivadella sentenzaconcuiilTardi Brescia,difatto,haimposto unostop(chesembrava definitivo)alprogetto.
20 10
20 10
MESI 12SETTEmBRE2010
Uccide la zia, ferisce la cugina e fugge.Emiliano Dolcetti,35enneconproblemi didroga,hainfieritocon unaccettasulleduedonne abitantiaPrevalle.stato arrestatodaiCarabinierisulla rivadelChiese.
successo...
BRESCIA
20 10
20 10
//17.luglio
Metrobus, fatto quasi l80% dei lavori. Alfatidico 1gennaio2013,giornoprevistoperlentratain funzionedelMetrobus,mancanoquasi900giornieper ilcompletamentodellametropolitanasifasemprepi impegnativoilrispettodiscadenzeprecise.
//19.luglio
//21.luglio
//22.luglio
Universit, arriva il collegio dei talenti. Prestoalvia uncollegiouniversitariodimerito,odeccellenza, pensatoperimiglioriallievidellUniversitdeglistudi diBrescia,conlobiettivodiformareunanuovaclasse dirigente.
20 10
Usura nel Bresciano, sette arresti. Treanni diindaginedellaGuardia difinanzahannoportato allarrestodisettepersone residentinelBresciano. Sonoaccusatediusura, inmanetteancheun dipendentedellaCameradi commercio.
//20.luglio auto blu, Brescia citt virtuosa. InItaliacircolanoben90milaautodi rappresentanza,checostanoallecassepubbliche oltre4miliardidieurolanno.Bresciaperregistra unutilizzonelrispettodelle funzioniistituzionali.