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anno XXXIV - n.

1 - gennaio 2001
Sped. in A.P. - art. 2 - comma 20/C - Legge 662/96 - Vicenza Ferrovia

Integrazione problema aperto


Le polemiche sollevate dalle dichiarazioni dellarcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Biffi, sugli immigrati islamici, se non altro hanno avuto il merito di porre allattenzione di una opinione pubblica, spesso distratta e svogliata, un problema di fondamentale importanza. Fino a che punto possibile laccoglienza nei confronti dell altro, senza che questo comporti la rinuncia a valori storicamente consolidati nella nostra cultura e tradizione? Il problema, come si pu intuire, non di facile soluzione. Esso implica un profondo ripensamento della societ in una prospettiva pluralista, nella quale le differenze non diventino occasioni per nuove separazioni, ma al contrario diventino autentici spunti per accettare l altro con quel tanto di assimilazione che necessaria per creare integrazione. Troppo spesso finora nei confronti dell altro si sono assunti atteggiamenti caritatevoli, che ignorano i principi della reciprocit, della libert, della convivenza di culture diverse. Lapertura senza limiti dell altro, laccoglienza senza contropartite, laccettazione silenziosa dellestraneo carit. Ma la carit non pu essere che individuale e volontaria. Non pu essere invece imposta ad una societ complessa e pluralista. C dunque bisogno di ripensare ai valori fondanti della civilt europea, primo tra tutti, ce lo ricordava gi il laico Benedetto Croce, lessere cristiani. E da qui costruire una cultura dellintegrazione nella quale ogni cittadino sia tenuto, a fronte della fruizione di beni diritti soggettivi, a impegnarsi per contribuire alla loro produzione. Ma per far questo occorre innanzitutto che gli integrandi considerino accettabile lintegrazione. Rinunciando a richiedere un surplus di diritti in funzione dellappartenenza a una minoranza. Federico M. Fiorin
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SANTUARIO DI PANISACCO S. MARIA

Carissimi, siamo allinizio dellanno nuovo e, secondo gli esperti, solo con lo scoccare del 2001 che siamo entrati sicuramente nel terzo millennio e nel secolo ventunesimo. Auguri allora di ogni bene e che il Signore vegli sempre sulla vostra vita, lunga o breve che sia. Il giorno dellEpifania terminato il Giubileo, che tanto entusiasmo ha suscitato, dando a tutti la possibilit di fare unesperienza eccezionale della misericordia e del perdono di Dio, Padre infinitamente buono e premuroso verso tutti i suoi figli. Ma non deve finire, ovviamente, il nostro cammino di conversione, il nostro pellegrinaggio penitenziale che dura tutta la vita. Il cristiano sempre allerta, vigila, pronto ad incontrare il Signore che viene. La penitenza deve diventare un modo di vivere del cristiano, che chiede continuamente a Dio di perdonare i suoi peccati e la sua fragilit. Ricordiamoci che sempre possibile lucrare lindulgenza plenaria, anche fuori dagli anni giubilari. Per esempio, percorrendo devotamente la Via Crucis nella propria chiesa parrocchiale, e compiendo quanto richiesto (confessio3

ne e comunione, preghiera per il Papa, recita del Credo ecc. ), si acquista lindulgenza plenaria. Approfittiamone santamente, perch abbiamo sempre qualcosa che ci macchia lanima e dobbiamo purificarci. Una vita davvero penitente (nel senso pi spirituale e profondo del termine) gi purgatorio, per cui, dopo la nostra morte, potremmo evitare di fare anticamera per il paradiso. E poi, perch non pensare ai nostri cari defunti, applicando loro i tesori di grazie che la Chiesa ci elargisce a piene mani? Preghiamo ancora per il nostro caro Don Alfonso, la cui salma, il prossimo 11 marzo, verr trasferita (traslata) a S. Maria, comera suo vivo desiderio. Lui, che tanto ha amato la Vergine di Panisacco e tanto ha fatto per abbellire il suo santuario, attender la risurrezione su quel colle benedetto, alla fine dei tempi. Si pu dire che solo lass riposer in pace. Saluti cari a tutti. gli amici di S. Maria

Maria: un progetto di Dio


Contempliamo Maria nella luce di Dio Mentre ci accostiamo alla figura di Maria e ne ammiriamo la grandezza, noi ci ritroviamo in lei, splendida immagine della nuova umanit redenta. Dio, che stato grande in lei, vuole esserlo in ciascuno di noi. Contemplare il volto di Maria contemplare il nostro volto di redenti. Ges Cristo la realt essenziale dellannuncio cristiano: solo alla luce di Cristo noi possiamo cogliere e capire il ruolo e il valore di Maria nel mistero della salvezza. Dio la Sapienza (Prv 8,22-31). Questa ricchezza divina si rivela pienamente quando il Verbo, Sapienza di Dio, si fa carne in Cristo Ges. Maria diventa il vaso della Sapienza, il luogo in cui diviene presente la Sapienza di Dio. Il mistero di Dio (somma Sapienza che si rivela in Cristo) ha il suo segno privilegiato in Maria e in ogni battezzato (che reso partecipe della divina Sapienza). Pi ci accostiamo alla Vergine, pi cresce in noi il culto, ladorazione di Dio. Maria il sacramento (segno) del Trascendente. Lei licona, limmagine di Dio, perch ha attuato completamente il suo progetto. Ci accostiamo a Maria per lodare lamore di Dio. Il culto a Maria genuino, autentico, quando ci porta a lodare il Padre. Quando celebriamo le grandezze di Maria, cantiamo le meraviglie del Padre. Atteggiamenti interiori per contemplare Maria Accostarsi a Maria con profondo senso del mistero. Vuol dire un atteggiamento di adorazione. Non possiamo capire Maria servendoci unicamente delle scienze umane. Dobbiamo prostrarci davanti al Trascendente (allEssere Superiore che Dio). In Oriente non tutti potevano dipingere le icone, ma solo colui che aveva ricevuto una particolare benedizione di Dio. Non comprendiamo Maria se non siamo alunni del Trascendente, colmi dellAssoluto. Allora soltanto Maria ci appare come lepifania di Dio (la sua manifestazione). 5

Orario Ss. Messe


Domenica ore 16 Mercoled ore 7 4

to il capolavoro che Maria. Anche in noi il Signore opera delle meraviglie. Accostarci a Maria con il senso della gratitudine. Guardando la Vergine, comprendiamo che anche noi, con tutte le nostre miserie, possiamo diventare il capolavoro di Dio. Maria larca della nuova alleanza (foederis arca). Come larca dellantica alleanza fu costruita su progetto di Dio, che fu mostrato a Mos, cos Maria, la nuova arca, stata progettata da Dio. Maria un meraviglioso progetto di Dio. Come Dio ha fatto cose grandi in Maria, cos le fa in noi, ci plasma, ci rende oggetto di doni, ci ricolma di benevolenza. Dobbiamo ringraziare Dio per Maria, per averci dato Maria, per aver creato Maria. La signoria e libert di Dio nellesistenza di Maria Dobbiamo accostarci a Maria anche in un clima di trascendenza. Possiamo cio accostarci a Maria solo se siamo profondamente convinti della signoria di Dio sulla storia e se la accogliamo nella nostra esistenza. Noi vorremmo spesso dettare legge davanti a Dio: Dio deve agire cos e cos. . . Non possibile che agisca diversamente . Contemplando la Madonna, vediamo che Dio compie anche cose impossibili. Dio libero, non nel senso che sconvolge le leggi naturali, ma nel senso che libero di sopraelevare le leggi naturali. Per esempio: nellEucaristia il pane e il vino conservano il loro gusto, il loro sapore, la loro qualit, ma Dio li rende Corpo e Sangue suoi. Cos Dio non distrugge lumanit di Maria, ma la eleva su un piano superiore e agisce nella libert assoluta. Cos vuole agire in ciascuno di noi. La libert di Dio vuol dire rendere possibile limpossibile. Dio pu costruire unautostrada anche in un vicolo chiuso. Ma occorre la fede e la speranza di Maria. Per una vera devozione, allora sono questi gli atteggiamenti: CREDERE: avere fede in un Dio sommamente libero. Non rattristiamoci per quello che ci cpita, anche se triste e doloroso. Se a Dio nulla impossibile, sapr rendere belli e preziosi anche questi momenti. 7

Accostarci a Maria con il senso della meraviglia. Dio agisce soprattutto in Maria, e quando Dio agisce sempre meraviglioso. Maria un segno particolare della meraviglie di Dio. E se Maria il luogo delle meraviglie di Dio, la lode per il Dio delle meraviglie. La lode va allartista, cio a Dio che ha crea6

CANTARE: anche nei momenti in cui vorremmo ribellarci a Dio, perch soffriamo, cantiamo il Magnificat. Dio sa fare meraviglie, sa scrivere diritto anche su righe storte. SPERARE: speriamo, come Maria, nella liberazione che Cristo ci porta. Adoriamo soprattutto la sua volont. Se abbiamo questi sentimenti, allora anche la recita del Rosario non diventa qualcosa di monotono, ma le 50 Ave Marie sono colpi di scalpello dello Spirito che ci fa diventare degli alunni del Risorto, come Maria. Il culto a Maria ci chiama a vera conversione. P. Flavio Toniolo

Invito al deserto

Carissimo p. Pierluigi . . . vivo in me il ricordo del nostro incontro, alleremo. Ho ricevuto i suoi libri. Li sto leggendo e lassicuro che ho provato momenti di autentica commozione . . . nello scoprire il risorgere di idee che ho sempre sognato dentro di me. E lei vuol fermarsi? lei un contemplativo itinerante tra Gerusalemme e Gerico. Stia saldo a quel deserto, ove lei si trova come a casa sua . . ., e aspetti lanonimo ferito dai ladri del pensiero odierno . . . che passer. Sono convinto con lei che nel prossimo futuro, la fede . . . passer per il deserto di Giuda . . . dopo che i ladri lavranno saccheggiato . . . E mi creda . . . s sar proprio la contemplazione a salvarci . . . P. Bartolomeo Sorge S.J. dir. de La civilt cattolica

giunta lora della partenza. Per non rimanere contaminati dalle cose e corrosi dalla leggerezza. Si rischia di rimanere affogati dagli affanni, dalle preoccupazioni, dalle apparenze. Impoveriti nellanima. Senza certezze. Si rischia il gelo dellegoismo. Bisogna tentare lo spazio di Dio: il silenzio. Bisogna bussare umilmente al mistero della Sua presenza e attendere . . . Bisogna chinare la testa e pensare sperando la luce dallalto. Dal tuo io viene solo la tenebra e la paura. Se cerchi solo te stesso pi appresso ti vien quel che tu sei, ombra e mistero (Lessing). Langolo che ci siamo costruiti troppo comodo . . . siamo tentati di pigrizia . . . di fermarci, quando sappiamo che la vita non si fermer mai pi, quando sappiamo che siamo assediati da Dio, malati di eternit. Siamo nomadi tra le stelle. Bisogna uscire da casa, dalla parentela, dalla menzogna e dallapparenza di ogni giorno, dalle solite esperienze. Bisogna tentare il sentiero solitario verso lAssoluto. Il resto nulla. Niente. Un istante . . . come un filo di aria illuminato dal sole. Eppure quel filo di luce riflessa sono io . . . una persona . . . una grandezza irrepetibile . P. Pierluigi 9

Per il Signore non ci sono scarti


Ma chi ha detto che nella societ di oggi devono contare solo e sempre i forti, i potenti, i pi belli, i pi ricchi? E che i poveri, i pi deboli, i malati, i portatori di handicap siano da scartare o da eliminare? Una splendida risposta stata data a Roma 3 dicembre al Giubileo dei disabili. Non abbiamo visto gloriosi muscoli di atleti, n faccie primaverili di giovani esuberanti, n quelle soddisfatte dei politici, ma uomini e donne, ragazzi e ragazze segnati dalla debolezza e dallimmobilit. Volti accarezzati dal Papa, e dai familiari e da mani affettuose. Una porzione eletta della Chiesa li ha definiti il Papa. Abbiamo letto su giornali seri alcuni titoli in quei giorni: Disabili, talento nascosto - Preziosa risorsa per la Chiesa - Maestri di vita in carrozzina ecc. . Nessun uomo, nessuna donna sono da scartare, perch per il Signore non ci sono scarti . Tutti sono di grande valore, anche se qualcuno immobile ed ha il viso spento. Anche le braccia e i piedi di Ges, immobilizzato dai chiodi sulla croce, hanno grande valore. I disabili sono uomini a titolo pieno, tutti, e sono tutti amati da Dio, perch Suoi figli. Disabile, vero handicappato, non chi manca degli occhi o chi non cammina . . ., ma chi senza cuore, senza amore. Una civilt si riconosce da come tratta i disabili. bene ricordare che a Torino, la casa del Cottolengo stata scelta dalla Chiesa come luogo giubilare tanto quanto la contemplazione della Sindone. Il Cottolengo chiamava perle gli ospiti di quella sua casa, proprio perch queste persone che il mondo vorrebbe nascondere o dimenticare possiedono una ricchezza interiore immensa che trasmettono a chi li accoglie e li ama. Una ricchezza fatta di gesti di tenerezza, grida, sguardi che ci riempiono la vita pi delle parole che mai potranno pronunciare. 10

Felice Canton - Il volto di Cristo nellAddolorata.

Lo scrittore francese Emmanuel Mounier ha visto in Francesca, sua figlia primogenita, colpita a 7 anni da encefalite irreversibile, il volto silenzioso di Dio. Scrisse di lei, quel pap: Franoise caduta in un grande silenzio, il suo bel volto aperto da mattina a sera su un mistero che Dio solo conosce, mistero che non pu essere altro che mistero di bont. Franoise come unostia vivente in mezzo a noi, silenziosa, splendente, da custodire e da venerare . Come ogni pap e mamma amano di preferenza i figli meno fortunati, cos, chiediamo a S. Maria di Panisacco di saper amare e venerare i nostri disabili come Lei li ama e maternamente li accarezza. don Lino Sette 11

I SETTE DOLORI DI MARIA P. Flavio Toniolo

Quarto dolore di Maria


(Maria incontra Ges sulla via del Calvario)

Il racconto della Passione non dice niente di un incontro di Maria e di Ges sulla via del Calvario. Ma chi stava presso la croce di Ges, come Maria, doveva averlo accompagnato lungo la via crucis almeno segretamente. La Madre dovette assistere, non possiamo immaginare con quale animo, alle cadute di Ges, agli scherni coi quali veniva insultato, alle percosse dei soldati, alla sua fatica perch privo di forze dopo la flagellazione e la coronazione di spine. Come Maria ha incontrato suo Figlio durante il suo doloroso cammino verso la croce, cos deve fare anche la Chiesa, cos dobbiamo fare noi credenti. Dobbiamo abbracciarlo con la sua croce, la croce che egli porta attraverso la nostra storia.
La profezia di Simeone Fuga in Egitto

Con generosit Maria sopporta il suo dolore per amore di Ges: perch il suo popolo non ha mai creduto nel Salvatore; perch essi, istigati dai capi politici e religiosi, hanno voluto la sua morte e ora vogliono assistere alla sua crocifissione; perch non hanno riconosciuto in lui la salvezza di Dio n il tempo di grazia di cui Dio li ha visitati. Per tutti noi, quindi, Maria intraprende questo doloroso cammino. Lei completa nella sua vita, in questa sua personale via crucis , ci che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che la Chiesa (Col. 1,24). Lei accetta il dolore per tutti quelli che lo provocano; crede per quelli che non credono; ringrazia per quelli che rifiutano, dedizione al Padre e al suo diletto Figlio che essi respingono. La Madonna espia quello che altri commettono. Tutti questi comportamenti di Maria sono compiti assegnati a noi, che dobbiamo diventare suoi imitatori, se vogliamo davvero dirci cristiani.
Ges smarrito a Gerusalemme Maria incontra Ges

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I fioretti di S. Maria

Ruggero Dal Pezzo e Francesco Fontana

Le campane di S. Maria
Oggi, luned 25 dicembre dellanno 2000 abbiamo voluto riascoltare le campane del santuario che il 19 luglio del 1980 mons. Alfonso Zecchin volle registrare suonate da lui, quasi un messaggio lasciato per il futuro: voci che si ripetono da secoli, voci inconfondibili che accoglieranno l11 marzo il ritorno delle spoglie mortali di don Alfonso sotto il pavimento della chiesa accanto a quelle di don Anselmo Maule nellattesa della resurrezione. Con questa registrazione don Alfonso precorreva i tempi come spesso avvenuto per tante sue geniali intuizioni, come quando dopo la seconda guerra mondiale istitu una scuola per dare una istruzione qualificata ai ragazzi, proprio a quelli che non amavano troppo il latino o la letteratura e gir lItalia per farsi donare delle macchine perch potessero addestrarsi manualmente. Cos egli volle dimostrare la sua particolare attenzione al suono delle campane, per i problemi del loro particolare significato nel suono, per il modo di suonarle, per il loro valore artistico ed iconografico. Un discorso che negli anni successivi apparve sempre pi importante con il diffondersi della musica 14

ambientale e con lo studio sempre pi approfondito dei problemi della diffusione e della riproduzione del suono. Dopo otto anni faceva il suo ingresso a Vicenza il Vescovo, mons. Pietro Nonis, professore dellUniversit di Padova. Il Presule ha per le campane un particolare interesse, tanto da metter insieme una straordinaria raccolta di campane e da arrivare sulle pendici dellHimalaia per raccogliere i reperti pi antichi dellarte campanaria. Nella diocesi di Vicenza stato tutto un fiorire di iniziative per riscoprire limportanza di suonare le campane come in antico tirando le corde, e sono state istituite scuole di campanari. Nel capoluogo si riscopr che la citt era stata terra di fonditori e di suonatori gi nel 1400 e che il momento pi atroce della sua storia fu l8 settembre del 1943 quando il comando tedesco ordin che tutte le campane fossero bloccate: uniche voci rimasero il sibilo delle bombe, il fragore delle esplosioni, il lamento delle sirene . . . Oggi non vi sono pi a Vicenza, come un secolo fa, trentaquattro torri campanarie in funzione ma vi una scuola di campanaro per i ragazzi tra i 10 e i 13 anni. Le ragazze condividono anche loro lallegria di suonare le campane e leggono gli antichi spartiti manoscritti tramandati dagli avi per i concerti di campane. Si sono completati i concerti di campane a S. Marco con 14 campane in si bemolle, ai Filippini con 13 in sol, a S. Lorenzo con 10 in do, a Monte Berico con 10 in si naturale e altre campane hanno sostituito quelle pi antiche. Quella del Duomo dedicata alla Madonna Annunciata, come la piccola di S. Maria, stata sostituita con unaltra e decorata con immagini tratte dal paramento Civran appena restaurato. Il Vescovo lha benedetta nel maggio del 1997. Mons. Alfonso si accontentato delle tre presenti a Panisacco, le ascoltava, le suonava, saliva accanto a loro per leggere quanto vi era scritto, ne traeva spunti di meditazione e di preghiera, incitamenti alla Fede ed alla Speranza. Le campane hanno in genere una voce inconfondibile e sempre diversa e quando risentiamo i loro rintocchi fanno riaffiorare con intensit struggente il nostro passato. (continua) Valdagno, S. Natale del 2000 15

Preghiera
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Ors dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Ges, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce vergine Maria.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

LA VOCE DI SANTA MARIA


36074 MAGLIO DI SOPRA (VICENZA) - C.C.P. 13274360 anno XXXIV - n. 1 - gennaio 2001
Periodico senza pubblicit - Spedizione in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C - Legge 662/96 - Vicenza Ferrovia - Dir. resp.: Federico Fiorin - Autorizzazione del Trib. di Vicenza n. 238 data 28-3-1969 Bertoncello Artigrafiche, Cittadella (PD)

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