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Nella penisola italiana, il termine nazione resta nel corso dell'Ottocento, almeno fino alla prima met, ma anche

oltre, una nozione generica. Innanzitutto essa non che ha come riferimento un unico potere politico su un'estensione territoriale concerne la 'nazione italiana' come la concepiamo oggi, cio come una entit sociale allargata che copre tutta la penisola. Quando si parlava di 'nazione italiana' non si intendeva che esisteva una entita unica che andava sotto quel nome piuttosto, che vi erano tante nazioni o Stati, o monarchie al suo interno che genericamente partecipavano di un territorio che andava sotto il medesimo nome. Il termine usato perlopi per indicare un gruppo di individui, - una serie di villaggi, di citt un re, o una figura che di fatto svolge le stesse funzioni. Il re, o il capo, estende la controllato da un corpo politico qualsivoglia e che comunque ha un capo legittimo, sua autorit e la sua protezione sopra un determinato territorio. Non c' da stupirsi

che la nazione possa rispondere a cose ben diverse anche da parte del medesimo autore. Sismondi usa il termine nazione per indicare gli italiani, i francesi, gli inglesi, ma anche per indicare una citt. Parlando della Firenze medioevale scrive:

La responsabilit de magistrati, la dignit de cittadini, lemulazione di tutte le classi della nazione, devono essere considerate come i veri principj della libert italiana, e le vere cagioni della prosperit degli stati repubblicani. Questo ci che veramente li distingue dagli

assoluti principati che esistevano contemporaneamente in Italia; ed infatti se si esaminano i necessarj risultamenti di questi principj, si vedr che devono produrre nelle repubbliche una gran massa di felicit e pi ancora una gran massa di virt. 1

'Tutte le classi della nazione' si riferisce alla 'citt', tant' che poi parla degli 'assoluti principati che esistevano contemporaneit in Italia' . Troviamo il termine nazione impiegato per definire non tanto un gruppo, ma un territorio e la sua

amministrazione in espressioni del tipo la 'nazione piemontese', oppure 'la nazione napoletana'. Il termine nazione pu indicare una parte dell'Europa politicamente divisa ma che ha condiviso un nome, a partire dalla sua storia antica. Quindi il

termine 'nazione italiana' oppure 'Italia' sono suscettibili di acquisire significati molto diversi a seconda del contesto in cui vengono impiegati. E' chiaro che i termini 'Italia' o 'nazione' usati da Giuseppe Mazzini avranno un senso molto diverso da quello usato da un qualche storico poco accorto, oppure da un quando Leopardi scrive la canzone 'All'Italia' egli pensi alla medesima cosa a cui negoziabile per alcuni poeti un valore che rimonta alla gloria di Roma antica e nazione modernamente intesa.
1 Sismondo Sismondi, Opinioni sulle cose italiane, Alla Libreria Maire-Nyon, Quai Conti, N. 13, Parigi 1846. - Quarta edizione, p.

sostenitore del ancien rgime, o da un qualche poeta. Sarebbe ingenuo pensare che pensa Mazzini quando fonda la 'Giovane Italia'. Anche il concetto di 'amor patrio' allude alla ricostituzione di una virt 'classica' che ha poco a che fare con la

La nazione non ha a che fare, non necessariamente e comunque spesso non lo ha,

con il concetto teorizzato con crescente consapevolezza a partire dalla seconda met dell'Ottocento in Europa soprattutto in Francia e Germania. La nazione non nemmeno legata al concetto del latino 'natio'. Il fatto che la Rivoluzione francese 'nazione' o 'popolo' , gi usati per secoli, cambino di senso. E ci nonostante tutta l'euforia politica del triennio giacobino. Prendiamo un esempio da uno degli storici pi influenti della Storia italiana del 800, lo svizzero Sismondi. Nel suo capitolo 'inventi' la sovranit nazionale del popolo, non significa che d'un tratto, i termini di

Opinioni sulle cose italiane egli esordisce scrivendo: NellItalia, non ve nha un solo il quale non contribuisca a provare ed i sorprendenti progressi fatti daglItaliani in tutte le arti della civilizzazione prima del quindicesimo secolo, ed il loro decadimento dopo questepoca. Veruna nazione eresse pi magnifici templi nelle citt, ne villaggi e perfino ne deserti; si giunge dallestremit dellEuropa per ammirarli; ma quando si confrontano col povero gregge che ora si aduna sotto la loro volta per esercitarvi un culto, ognuno forzato di chiedersi dove si troverebbero adesso le necessarie ricchezze per fabbricarli?2. L'assunto qui riprodotto diventa corrente nell'Ottocento italiano l'idea della crisi complessiva della penisola 'assodata' ed il presupposto su cui si fonda il Risorgimento. Vediamo che Sismondi usa il temine di 'nazione' e di 'italiani' come se si riferisse ad una civilt omogenea sorta sopra un territorio. Gli italiani sono gli abitatori di uno spazio fisico, i quali, pur non condividendo uno spazio politico comune, sono accomunabili sotto lo stesso nome. Quando poi Sismondi scrive 'veruna nazione eresse pi magnifici templi nelle citt, ne' villaggi e perfino nei deserti' allude ad un territorio in cui il cuore politico costituito dalle citt e villaggi, e al di fuori di questo spazio regolato dalla politica, vi il 'deserto', vale a dire un territorio abbandonato, incolto, senza nome deserto perch il suo abbandono non giustifica la presenza di alcuna amministrazione politica. Il deserto un territorio senza patria. Ecco gli abitatori della Penisola, appartenenti alle varie nazioni, hanno abbandonato quegli spazi che erano stati occupati e resi 'sociali' e politici, abbandonandoli.
La nazione moderna, dopo la Rivoluzione, un concetto eminentemente 'politico'. Vale a dire, la nazione diventa quel corpo immateriale da cui deriva la sovranit, il diritto di governare. Si governa per il bene della nazione ed in nome di essa e quindi

essa pu revocare quell'autorit. Nessuno al di sopra della nazione. L'idea di


2 Sismondo Sismondi, Opinioni sulle cose italiane, Alla Libreria Maire-Nyon, Quai Conti, N. 13, Parigi 1846. - Quarta edizione, p. 192.

nazione politica ed astratta e prevede l'esistenza di un corpo compatto, il popolo 'Omnia ad unum', come pone ad epigrafe del suo famoso saggio Melchiorre Gioia. Queste teorie influenzano i giacobini italiani, ma in genere tutti i repubblicani, che l'Italia un corpo compatto e omogeneo che costituisce la patria di tutti gli italiani,

cercano di promuovere questa equazione anche nella penisola. L'assunto che cio di chi abita e vive sul territorio, ed dunque una nazione. In quanto tale, essa ha il diritto di essere indipendente ed esprimere un governo che sia l'espressione di una sovranit nazionale. Educare il popolo diventa dunque un obiettivo primario. espresso in modo chiarissimo da Melchiorre Gioia: Uno dei primi passi sar la sacralizzazione della nazione. Questo concetto

Gli uomini non sono come gli animali che s possono signoreggiare, vendere, cedere, cambiare senza loro consentimento. I principi che vogliono restare salirono quando i popoli popolo ; una repubblica che si coalizza con un re per estenderne l'impero o difenderlo; una dicono loro scendete; un popolo che d mano ad un tiranno per stringere di catene un altro nazione che fa portare ad un'altra la pena de' delitti che commisero i tiranni , sono dei mostri

morali contro di cui ciascuno ha diritto d'armarsi e distruggerli. Nessuna ragione, nessun titolo potr mai giustificare degli atti che tendono a rovesciare la base della societ , i diritti sacri della natura e il grido di tanti popoli intima alla politica di piegare il ginocchio avanti la morale. S , diciamolo francamente : la giustizia fa in pezzi que' trattati che scrisse la spada Ateniesi , ma non giusto, convien dunque rigettarlo. Sotto qualunque nome si presentino

d'un conquistatore contro il consenso de' popoli. Il progetto utile , diceva Aristide agli le autorit costituite , esse non sono che i servi e i commissari della nazione , la quale non ha mai dato n potuto dare una potest che tenda alla sua o all'altrui ingiusta distruzione. Se mi de' popoli , e senza perdere il mio tempo a confatare i rancidi argomenti de' teologi , ripeter dite che le autorit vengono dal cielo, io rispondo che il segnale di questa venuta il consenso con Gordon , che se la peste avesse de' benefici da distribuire, delle pensioni da dare , facilmente dimostrerebbero i teologi che la peste di dritto divino. 3

Ma queste teorie sono ben lungi dal trovare semplice applicazione. In Italia i concetti di patria e nazione e di Italia sono confusi e si confondono tra loro. Ne consegue una doppia conclusione da una parte vi la necessit sempre di assodare cosa si intenda con i termini nazione, patria e Italia (e italiani). E questo si

pu fare solo indagando il contesto in cui sono usati. Dall'altra proprio la confusione terminologica che permette di costruire/inventare un'idea della cittadino romano, e l'Italia di duemila anni prima facilmente confusa con quella nazione. Quando l'Italiano di oggi chiamato con lo stesso nome dell' abitante del del XIX secolo, allora vi un territorio proficuo allo sviluppo di un'idea di nazione. E' sufficiente la presenza del nome 'Italia' a produrre questo effetto. E proprio come
3 Melchiorre Gioja, Quale dei governi liberi meglio convenga alla felicit dell'Italia in Opinioni sulle cose italiane, Parigi, 1846, pp. 11-12.

scrive Alfieri, una 'virt' si deve molto laudarla, lo insegnarla, amarla, sperarla, e volerla, la fanno pur essere4. L'idea di Italia profondamente legata all'Italia romana, ai confini stabiliti da Augusto, questi confini definiscono i popoli stranieri - quelli che si collocano al di esistente. L'idea di Italia l'idea di Roma, e quando vi la rinascita d'Italia, dopo il fuori di quei confini. A Roma antica si rif la rappresentazione dell'idea di Italia premille, questa la ripresa del cammino progressivo interrotto con la caduta medioevo un momento di spezzettamento e di decadenza dovuto all'odio reciproco. E quindi tutta la storia a partire dal medioevo la storia di una decadenza che ora, nel XIX secolo, destinata a concludersi col riscatto dell'antica nazione italiana.

dell'impero. A partire da questa idea, facile vedere nelle repubbliche italiane del

Quando si scrive d'Italia, anche quando la prospettiva quella dell'Italia del triennio giacobino, il destino della patria non pu che essere quello di legato agli episodi della storia romana. Vi un patrimonio di leggende romane, di aneddotica, di personaggi e di eventi ormai mitizzati della storia romana che fanno parte di qualunque italiano abbia avuto accesso a qualche forma di istruzione. Senza

questa rappresentazione, l'Italia non ha pi senso di essere, e di richiedere l'acquisizione di un'indipendenza politica e territoriale sancita da Roma. Anche per coloro che vedono Roma come un oppressore delle libert dei popoli, a partire dai latini, Roma resta un punto di scontro essenziale. Roma , per tutte le nazioni e i popoli, quello sfondo dietro il quale si dipana la storia europea, scrive Claude Nicolet. Per l'Italia, Roma molto di pi che lo sfondo: essa il paesaggio, le mura, le vestigia, il corpo decomposto che costituisce la memoria continua, o l'oblio continuo del passato. Ma pur essendo tutto questo, l'equazione Italia-Roma un'utopia. *** La genericit del termine nazione si ritrova facilmente:
Je dois dire et on conviendra sans peine qu'un pareil sujet toit susceptible d'un grand intrt, et digne d'exciter le zle de tout Italien jaloux de la gloire de son ancienne patrie et de son histoire nationale. 5

En effet, le rdacteur aurait pu dire simplement 'histoire' sans ajouter 'nationale' si le terme n'avait pas ce sens gnrique. Dire 'nationale' ou 'italien' tait en ce cas l, la mme chose car par Strabone et de Auguste. S'est a cause de cette approximation linguistique que les mots concernes 4 Vittorio Alfieri, Del principe e delle lettere, in Opere di Vittorio Alfieri, vol. 2, Italia, 1806, p. 250. 5 Micali, L'Italie avant la domination des romains, traduite et annote par M. Raoul-Rochette, Paris, 1824, pp. Viii, ix. 'Italie' on entendait le territoire de la rgion gographique connu sous le nom de ITALIA depuis de

acquirent un sens presque interchangeable.

C'est aussi le sentiment qui a produit le livre de M. Micali ; c'est celui qui l'anime, qui l'inspire d'un bout. l'autre Mais ce sentiment, si louable bien des gards, ce patriotisme, source d'motions si gnreuses , a peut-tre entran l'auteur au-del des bornes d'une critique claire. Son obstination ne voir, dans toute cette Italie qu'il idoltre , rien que de national

et d'indigne, en bandir toute influence trangre , presque comme une

usurpation ennemie , pourroit bien avoir suggr M. Micali un systme au fond plus

ingnieux que solide. Tout en applaudissant au zle vraiment patriotique qui lui fait rechercher avec le soin le plus minutieux les traces les plus foibles des moindres inventions dues au gnie des anciens habitants de l'Italie, nous craignons qu'il n'ait trop dissimul les preuves bien autrement dcisives , les tmoignages bien autrement imposants de l'influence que les Grecs exercrent sur la civilisation des Latins , des trusques , des Samnites et de quelques autres peuples de l'Italie infrieure. Nous ne voyons pas -d'ailleurs en quoi l'honneur de l'Italie ancienne ou moderne pourroit tre srieusement compromis , s'il toit une fois bien dmontr que des colonies grecques , fondues parmi sa population indigne y auroient apport ou dvelopp le germe des arts et des institutions sodales.6

6 Micali, L'Italie avant la domination des romains, traduite et annote par M. Raoul-Rochette, Paris, 1824, pp. Viii, ix.

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