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MESSICO!

CINEMA E RIVOLUZIONE

Beniamino Biondi

A RCIPELAGO EDIZIONI

Beniamino Biondi

MESSICO! CINEMA E RIVOLUZIONE

presentazione di

Stefano Tedeschi

Milano 2011

2011 Arcipelago Edizioni Via Carlo DAdda, 21 20143 Milano info@arcipelagoedizioni.com Prima edizione: luglio 2011 ISBN 978-88-7695-451-4 Tutti i diritti riservati Ristampe: 7 6 2018 2017

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vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata.

INDICE

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Fronte di Lotta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Manifesto del Fronte di Lotta (1975) . . . . . . . . . . Il cinema messicano del Fronte di Lotta . . . . . . . . I cineasti del Fronte di Lotta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Paul Leduc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ral Araiza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Felipe Cazals . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Jos Estrada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Jorge Fons . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Jaime Humberto Hermosillo . . . . . . . . . . . . . . . . . Alberto Isaac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gonzalo Martnez Ortega . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sergio Olhovich . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Julin Pastor. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Juan Manuel Torres . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Salomn Laiter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Maestri Complici Marginali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Alberto Bojrquez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Alfredo Joskowicz. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Arturo Ripstein . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Federico Weingartshofer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Jaime Casillas. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Jos Agustn. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gabriel Retes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Luis Alcoriza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Miguel Littn. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 anni dopo il Fronte di Lotta. Il cinema messicano oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . El violn . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . En el hoyo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La pasin de Mara Elena. . . . . . . . . . . . . . . . . . . La vida inmune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mezcal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sangre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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PRESENTAZIONE

Che in Italia il cinema messicano sia in larga misura sconosciuto pu sembrare unaffermazione ovvia, e dimostrabile con una lunga serie di prove: i film messicani distribuiti in Italia negli ultimi venti-trentanni sono in numero molto esiguo, e quasi sempre solo sullonda di qualche inatteso e sorprendente premio internazionale ( e a volte nemmeno questo riesce a smuovere la proverbiale pigrizia della distribuzione nazionale1); nei festival o nelle rassegne nostrane la cinematografia messicana non ha mai trovato grande spazio: a parte i festival specializzati si ricorda una rassegna di un certo rilievo solo al Festival di Torino Giovani del 1997, peraltro dedicata allet doro del cinema messicano, cronologicamente trascinata con una certa fatica fino agli anni sessanta; una rapida occhiata poi al mondo della Rete ci fornisce unulteriore dimostrazione: in lingua italiana sono pochi i film commentati, poche le recensioni, e molte volte discutibili, e di solito prive di qualsiasi profondit storica e di unadeguata conoscenza del mondo di riferimento. Daltronde se verifichiamo la presenza su mymovies.it dei registi analizzati da Beniamino Biondi in questo suo lavoro, possiamo scoprire che solo alcuni di essi vengono citati in quella che si considera la pi ampia banca dati italiana di cinema, e per molti si tratta oltretutto di una citazione solo per uno o due film, con notizie scarse e spesso errate.

1 Si pu vedere, come esempio lultimo film di Mara Novaro, Las buenas hierbas, premiato allultimo festival del cinema di Roma per la migliore interpretazione femminile, ma che non riuscito ad ottenere una distribuzione nel nostro paese.

Una tale dimenticanza, che si pu spiegare con la visione stereotipata del Messico che si andata costruendo in Italia nel corso degli anni e con la disattenzione del nostro cinema verso le cinematografie periferiche, non ha permesso dunque lincontro tra due realt che invece avrebbero avuto molti punti di contatto, come aveva intuito Mario Verdone in un pioneristico articolo del 1949 apparso su Bianco e Nero. Il possibile dialogo tra cinema dellepoca doro e il neorealismo, la presenza di un forte cinema di denuncia sociale e di inchiesta politica negli anni sessanta, la commedia di costume, la necessit di opporsi a modelli dominanti provenienti dal mondo anglosassone sarebbero stati tutti terreni di possibile incontro, che per non mai avvenuto, e lo spettatore italiano che volesse avere qualche notizia in pi su quella lontana (non solo geograficamente) produzione cinematografica deve ricorrere a strumenti personali in forma quasi artigianale2. In tale situazione il lavoro di Beniamino Biondi assume il valore di uno sforzo pioneristico, che fornisce al pubblico italiano, interessato al cinema, ma anche pi generalmente al mondo latinoamericano, uno strumento utile per orientarsi in una realt della quale pochissimi hanno una cognizione chiara. Se la situazione generale della conoscenza del cinema messicano quella che abbiamo presentato finora, ancora pi disastrosa risulta per il periodo che questo libro prende in esame: se qualche memoria esiste della filmografia degli anni quaranta (non fosse altro che per qualche attore, e attrice universalmente famosi, come Dolores del Ro, Mara Flix o Pedro Infante), e se qualche autore giovane riuscito ad imporsi negli ultimi anni (Arriaga, Iarritu, Reygadas), gli anni tra il 1960 e il 1990 sono avvolti da una nebbia quasi impenetrabi2 Il fatto che il Messico appartenga inoltre ad una regione diversa per quanto riguarda la produzione di DVD complica ulteriormente la questione, dato che tutto il materiale acquistabile in Messico o sui grandi portali internazionali risulta visibile in Italia solo su lettori multipiattaforma o sul lettore del computer, e ci di fatto limita anche la diffusione che potremmo definire individuale.

le. Se vero che ci dovuto ad una crisi oggettiva che ha colpito la cinematografia messicana in quegli anni, altrettanto vero che proprio l vanno cercate le radici di una rinascita che la propone oggi come una delle pi interessanti ed innovative, e non solo nel panorama latinoamericano. I giovani cineasti che nel 1975 firmarono il manifesto del Fronte di lotta rappresentano infatti il fenomeno di volontaria rottura con il passato che ha reso possibile gli sviluppi recenti. Dopo la grande stagione creativa degli anni Trenta e Quaranta, che fece del Messico uno dei centri pi vivaci del cinema mondiale, gli anni Cinquanta e Sessanta avevano di fatto riproposto stereotipi ormai stanchi, sempre uguali a s stessi, e le proposte innovative potevano contarsi sulle dita di una mano, come spiega Biondi nelle sue pagine. I giovani registi del Fronte si propongono allora come la generazione che vuole ricominciare da zero, sostenuta in ci da una realt culturale che sempre in quegli anni, dopo la rivolta studentesca del 68, iniziava a scuotersi da pesanti condizionamenti politici. Un tale atteggiamento radicale comporta il totale rifiuto del passato, come sempre avviene in questi casi, e le conseguenze non saranno del tutto positive: i notevoli valori estetici del cinema dellEt dOro verranno messi in discussione in base a criteri politico-sociologici del tutto estranei a unanalisi seria e non di parte, ma probabilmente questo il prezzo che era necessario pagare per iniziare un capitolo del tutto nuovo del cinema messicano. Osservando pi da vicino la puntuale e ricca filmografia che ci propone Beniamino Biondi nel suo lavoro, in effetti non emergono, nel periodo compreso tra il 1970 e il 1990, opere che possano essere considerate dei veri e propri capolavori (tranne forse Reed Mxico Insurgente di Paul Leduc e Rojo amanecer, di Jorge Fons, peraltro entrambi ai limiti del periodo in cui la poetica del Fronte di lotta maggiormente fa sentire la sua influenza), ma quello che colpisce la straordinaria coerenza nel perseguire gli obiettivi che erano stati stabiliti nel manifesto iniziale. Una tale fedelt permette un ampliamento

smisurato del campo espressivo: le storie che vengono narrate rifuggono totalmente dagli stereotipi nazionali e le ambientazioni evitano accuratamente qualsiasi esotismo di maniera. Il pubblico immaginato da questi cineasti quasi esclusivamente messicano, e una evidente preoccupazione didattica e di denuncia attraversa gran parte di questa produzione. In una certa misura tale preoccupazione pu risultare un ostacolo ad una compiuta realizzazione estetica dei film (e in molti casi oggi ci sembra francamente insopportabile) ma essa ha contribuito in maniera inestimabile a formare una nuova generazione di registi, di sceneggiatori e di attori che oggi apprezzata un po in tutto il mondo, e alla quale il libro accenna nella sezione finale, Maestri, complici, marginali e che meriterebbe di essere meglio conosciuta, nel suo insieme, anche dalle nostre parti. Una ultima notazione sembra dobbligo, e riguarda la stretta relazione che questo gruppo di registi mantiene con il mondo della letteratura: numerosissimi sono i film direttamente tratti da romanzi e racconti (e non solo messicani), e in molti di essi si pu apprezzare la diretta collaborazione degli autori come sceneggiatori o come autori dei soggetti originali: Jos Revueltas, Vicente Leero, Gabriel Garca Mrquez sono solo alcuni dei nomi che emergono, ma molti altri potrebbero essere ricordati. In questi anni dunque letteratura e cinema (e si potrebbe aggiungere anche la musica) collaborano per un cruciale, e irreversibile, mutamento dellimmaginario collettivo del (e sul) Messico, che consegna al nuovo millennio un paese totalmente differente da quello che purtroppo a volte ancora sopravvive nella fantasia europea o nei depliants delle agenzie turistiche. Il lavoro di Beniamino Biondi contribuisce in qualche modo alla necessaria opera di decostruzione di questi miti, cos difficili da smontare. STEFANO TEDESCHI
Docente in Lingua e Letterature Ispanoamericane Universit di Roma La Sapienza

IL FRONTE DI LOTTA

MANIFESTO

DEL

FRONTE (1975)

DI

LOTTA

Considerando: Che il cinema messicano stato sino a tempo fa uno dei supporti ideologici principali di un ordine sociale ingiusto e dipendente. Che stato un agente attivo del colonialismo culturale sfruttando lignoranza, lanalfabetismo e la fame del paese e del continente. Che impone attraverso prodotti alienanti, valori ideologici e modelli di condotta che nulla hanno a che vedere con lessenza stessa delluomo messicano e latino-americano. Che davanti allincapacit dello Stato di elaborare una politica cinematografica coerente alle necessit popolari, il cinema stato sistematicamente consegnato come bottino ai produttori privati che consapevolmente o inconsapevolmente hanno elaborato un prodotto cinematografico inconsistente distogliendo il popolo dalla sua vera problematica ed alienandolo dalla sua radice nazionale. Riconoscendo: Che negli ultimi sei anni iniziata una dinamica di cambiamenti che si manifesta principalmente nel fatto che lo Stato ha assunto la responsabilit integrale della produzione. Che lo Stato ha stabilito una associazione con i lavoratori attraverso un sistema denominato paquete che offre in prospettiva, la possibilit che il lavoratore partecipi agli utili, anche se in proporzioni minime, di ci che produce.

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Beniamino Biondi Messico! Cinema e rivoluzione

Che lo Stato ha favorito una apertura rispetto alla tematica. Che lo Stato ha manifestato la volont di un cambiamento con lingresso di una nuova generazione di registi e che questo atteggiamento, divenuto pi dinamico soprattutto negli ultimi tre anni, ci permette di caratterizzare il periodo attuale, come unepoca di transizione verso la creazione di unautentica arte cinematografica nazionale impegnata per il destino storico ed i bisogni della grande maggioranza. Ci rendiamo conto che affinch questi cambiamenti siano irreversibili necessario approfondirli e svilupparli. Per questo abbiamo deciso elaborare la costituzione di un Movimento Attivo simile a quello che in altre condizioni storiche hanno prodotto la musica classica, la pittura murale, il romanzo messicano della Rivoluzione e la danza moderna, tenendo conto che individuiamo in questi movimenti i veri creatori dellArte Nazionale. Dichiariamo pertanto quanto segue: 1. Non possiamo tralasciare che lAmerica Latina un continente dove c il 32% di analfabetismo, il 40% di mortalit infantile, la disoccupazione crescente e una sottomissione delle masse lavoratrici che rendono possibile la ricchezza che si concentra nelle mani di una minoranza di sfruttatori. Una altissima percentuale di denutrizione provocata dallo sfruttamento sistematico dei popoli da parte delle dittature appoggiate dallimperialismo nel nostro continente. 2. Che davanti a questa realt, il cinema non pu n deve restare estraneo e al contrario il nostro impegno, come cineasti e come individui, lottare per trasformare la societ creando un cinema messicano legato agli interessi del Terzo Mondo e dellAmerica Latina, cinema che sorger dalla ricerca e dallanalisi della realt continentale.

Il Fronte di Lotta (1975)

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3. Che siamo coscienti che per sviluppare questi postulati imprescindibile che lautore cinematografico abbia ingerenza diretta nelle decisioni relative agli aspetti economici, tematici e organizzativi dei film. 4. Che rifiutiamo tutti i meccanismi di censura che impediscano la libera espressione della creazione cinematografica, intendendo che questa censura pu essere esercitata non solo dalla Direzione Generale di Cinematografia ma in tutte le fasi successive che accompagnano ogni progetto, sia nei preventivi di finanziamento, produzione, distribuzione, promozione ed esibizione. 5. Che ci proponiamo di stringere i rapporti con le cinematografie affini del continente, ritenendo che sia un compito irrimediabile recuperare i milioni di spettatori di lingua spagnola che costituiscono il mercato naturale delle nostre cinematografie. 6. Che il cinema come attivit delluomo sociale non potr cambiare se non nella misura in cui la struttura sociale si modifica. Che i sottoscritti firmatari in conseguenza di quanto espresso, si costituiscono in un Fronte di Lotta per il consolidamento di una vera Arte Cinematografica Messicana, assumendo lavanguardia del Movimento ed invitando tutti i settori cinematografici del paese a manifestare il loro appoggio e solidariet combattiva a questi postulati.
Messico, 19 novembre 1975

Paul Leduc, Ral Araiza, Felipe Cazals, Jos Estrada, Jorge Fons, Jame Humberto Hermosillo, Alberto Isaac, Gonzalo Martnez Ortega, Sergio Olhovich, Julin Pastor, Juan Manuel Torres, Salomn Laiter.

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