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Oratoria

La civilt greca era la civilt della parola per leccellenza, e la parola ha tanto pi rilievo in quanto si sviluppa in una societ fondata sulla prevalenza della voce e del discorso. Come afferma Gorgia, la parola una potente signora che pur invisibile e piccolissima, compie le azioni pi divine. Durante la prima parte del secolo V a.C, leloquenza nacque come tecnica puramente di persuasione che loratore doveva conoscere prima di misurarsi con un uditorio: questa prese il nome di retorica. Essa si and delineando sotto la spinta di necessit sociali e politiche, soprattutto nelle citt democratiche in cui la tecnica del convincimento era ormai strumento essenziale nella lotta politica. Concretamente, la retorica nasce per un motivo puramente pratico: cacciati i trenta tiranni da Siracusa, soprattutto Trasibulo, i cittadini dovevano intentare un processo per ottenere i beni confiscati dia tiranni. In questo modo si allenarono a tenere discorsi aiutati da Tirsia e Corace, due maestri siciliani. Questa situazione si giustifica con il fatto che secondo le regole del tribunale greco, doveva essere limputato a sostenere il discorso senza lausilio di un avvocato. Nel 427 a.C Gorgia giunse ad Atene portando con s questarte che si collegava alla sofistica e divenne propriamente la capacit di convincere luditorio. Furono appunto i sofisti a fare progredire le forme della retorica, con la loro pretesa di insegnare la tecn di convincere luditorio indipendentemente dal contenuto che poteva essere considerato morale o meno. Gli Ateniesi imparano che grazie alla parole di ottiene persuasione e potere. In una societ agonistica per definizione, democratica su base egualitaria, dove tutti possono prendere parola, labilit della parola un requisito fondamentale, tant che luomo politico retor perch si d per scontato che la sua vittoria dipenda dalla sua capacit di persuasione. Tipi di oratoria: Gli antichi distinguevano tre forme di oratoria: lepidittica, che ha come modello Isocrate, destinata alla trattazione di temi generali, prassi inaugurata dai sofisti: si eseguivano in un esibizione di bravura davanti ad un uditorio di amici o di allievi, esibizione attraverso cui di misurava il talento di un oratore e per il quale la sua fama si diffondeva nel vasto pubblico. loratoria politica, di cui lesponente era Demostene, prevedeva che loratore politico parlasse di fronte allassemblea dei cittadini, allo scopo di orientarla con lefficacia della sua parola verso una determinata azione politica. Poich la base del potere sta nel controllo dellassemblea, il politico ateniese necessariamente un oratore: infatti, il termine retor assume il valore di uomo politico. loratoria giudiziaria, a cui fa capo Lisia, si attuava di fronte a giurie giudiziarie che non avevano una conoscenza approfondita del diritto ed erano quindi facilmente influenzabili da discorsi persuasivi; per questo motivo, unargomentazione ben costruita e verosimile risulta pi efficace delle testimonianza che uno poteva produrre.

Il sistema democratico ateniese era fondato sulla parresia, la libert di parola che aliment unesplosione di conflittualit giudiziaria, dal momento che ognuno,

allenandosi ad assimilare la tecn retorica, avrebbe potuto vincere una causa. Ancora una volta, la tradizione ateniese contribu a cancellare le altre, imponendosi come unico paradigma.

LISIA
Naque ad Atene nel 445 a.C, suo padre era Cefalo, proprietario della casa in cui ambientata la Repubblica di Platone. Dopo la caduta di Atene e listaurazione del regime oligarchico dei Trenta tiranni, la famiglia di Lisia perse il suo patrimonio e dopo un esilio a Megara, Lisia torn ad Atene e fronteggi la rovina della famiglia. Fu per questo motivo che decise di mettere a profitto la sua educazione retorica, acquisita a contatto con i sofisti ( venne definito infatti sofista per esempio da Demostene ), intraprendendo la professione di logografo. Poich larringa doveva essere pronunciata dallinteressato, il compito del logografo era quello di presentare la causa secondo il punto di vista pi favorevole e far coincidere lo stile dellargomentazione con la personalit del cliente, secondo il principio noto agli antichi come ephopoia. Lisia eccellente in entrambi i campi, maestro nellaccentuare certi particolari della vicenda per valorizzare le ragioni del cliente. Conosce alla perfezione il suo pubblico, sa che deve fare appello a ragioni morali forti, richiamandosi ai valori civici condivisi dalluditorio, e anche alla comprensione e alla piet, ma senza cedere a toni lamentosi o compassionevoli. Lo stile di Lisia un modello di prosa attica, un greco molto chiaro, limpido da dove si possa comprendere il realismo della vita quotidiana perch doveva rendere veri i personaggi per cui scrivere discorsi. Questo perch lo scopo era quello di persuadere i 500 ateniesi che erano chiamati a giudicare, e dal momento che non avevano competenze giuridiche in quando semplici cittadini, si contava solo sulla capacit di convincere luditorio. Quasi tutte le opere prevenuteci di Lisia sono discorsi giudiziari, fatta eccezione per lorazione Olimpica tenuta in occasione dei giochi olimpici, e lEpitafio che celebra i caduti nella guerra di Corinto; tuttavia questultima si pensa sia stata scritta per esercizio poich sembra improbabile che labbia tenuta poich era un meteco e non aveva cittadinanza greca.

ISOCRATE Intorno al 390 a.C Isocrate fond una scuola di retorica mettendo a frutto gli insegnamenti dei sofisti; da essa uscirono alcuni tra gli uomini pi valenti dell'epoca. L'educazione all'interna di questa scuola era improntata sull'arte della parola, alternativa rispetto a quella platonica. Il corpus isocrateo molto vasto, ma sono solo quattordici le orazioni epidittiche che rimangono: esse non furono mai pronunciate ma concepite per la lettura e messe in circolazione per iscritto. Tale fatto risultava strano per un'oratore dell'epoca ed infatti Iscorate stesso sent la necessit di giustificarsi chiamando in cause la debolezza della voce e l'eccesiva timidezza del carattere. Alcuni studiosi suggeriscono che ormai Isocrate fosse molto vicino a concepire la propria opera nei termini del "libro" scritto, fenomeno che per giunger a maturazione solo in et ellenistica. Il programma della scuola di Isocrate si muoveva principalmente in opposizione a quello dei sofisti: la sua paideia consiste in una preparazione essenzialmente retorica ma non finalizzata soltanto alla disputa o all'agone, bens voleva essere una "filosofia" intesa come educazione della giovent a valori morali quali la giustizia e la virt, ritenuti trasmissibili attraverso il logos, la parola che convince e seduce. Filosofia e retorica diventarono dunque i canali privilegiati attraverso i quali era possibile completare la propria formazione e far crescere la propria personalit. Entrambe facevano appello al logos: Isocrate credeva che per creare un buon cittadino valente bastasse la capacit di dare espressione opportuna alle proprie idee e che attraverso un discorso ben organizzato il maestro possa trasmettere alla giovent quei valori che costituiscono la base della vita civile e della cultura.

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