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DON CORRADO GINAMI Superiore Generale della Pia Societ di don Nicola Mazza
n un contesto storico in cui sembra prevalere il cosiddetto pensiero debole e nel quale sono evidenti una certa mancanza di valori, offerte educative carenti, fragilit generalizzate, limpegno educativo della Pia Societ di Don Nicola Mazza acquista significato e valore nuovi, nella conferma della particolare attenzione ai giovani pi poveri, capaci e meritevoli con un fondamentale atteggiamento di fiducia nei loro confronti. I giovani sono la nostra speranza, il nostro futuro si dice abitualmente; anche in virt di questo dobbiamo loro accostarci con simpatia, con positivit, per evitare una chiusura determinata da senso di naturale difesa, di timore conservativo, di desiderio di fuga. Questa fiducia noi educatori mazziani tentiamo di coniugarla con un aiuto, una proposta di valori e un quadro di riferimento precisi, affinch essi riescano a realizzare le loro potenzialit in una prospettiva di futuro e perch se ne facciano carico in prima persona, assumano cio atteggiamenti di
servizio, di attenzione agli altri, in ambito professionale e con apertura umana. Potendo scegliere uno slogan per i nostri educandi, la formula sii come devi essere, dove quel devi essere indica lobbedienza a un disegno specifico, un progetto per ogni uomo nel rispetto della libert e della dignit di ciascuna creatura, mi sembra la pi adatta anche a sottolineare che il diventare uno scoprire e un lasciarsi aiutare a scoprire. C una componente etica in questa sottolineatura, la stessa che in tempi pi antichi gli educatori mazziani indicavano con lessere utili alla societ e alla Chiesa. Lessere davvero preparati in qualsiasi campo professionale e lo svolgere con dedizione, onest, preparazione sempre aggiornata e amore il proprio ruolo la santit cui il mazziano chiamato. Ma questi obiettivi saranno realmente raggiunti solo quando leducato sapr farsi a sua volta educatore, conservando lo stile di sobriet, rigore e libert che ha informato il suo cammino di crescita intellettuale e spirituale. Una prima problematica che urge affrontare in ambito universitario quella di trovare il significato profondo e nuovo delle povert di oggi, confermandole comunque come scelta di vita e cardine del nostro stile educativo, sia in quanto stile delle attivit educative, sia in quanto educazione al valore della sobriet
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e del non sprecare. Si tratta quindi di individuare le nuove forme di povert, perch a quella economica si sommano quelle di valori, di relazioni, di cultura. Una seconda consiste nel ribadire che il Collegio, sullo sfondo della trasformazione dellUniversit, ha il compito di precisare i criteri per la valutazione di una formazione globale di alto profilo. Un fatto senzaltro accademico, che implica il raggiungimento di un certo livello di capacit e conoscenze, ma anche pertinente ad altri valori, come la maturazione di atteggiamenti di servizio, di accoglienza, di mondialit. Nei prossimi anni, in tempi di mobilit universitaria e per levoluzione determinata dalla riforma,
Il monumento a san Daniele Comboni (1831-81), allievo di don Nicola Mazza, innalzato a Verona nel 1957 a centanni dalla prima missione mazziana in Africa.
occorrer mettere meglio a fuoco con corsi di formazione adeguati la presenza di studenti di altri paesi, specie quelli con gravi problemi economici e politici, e contemporaneamente lesperienza allestero dei nostri studenti. Secondo la logica del Fondatore che, come recita la nostra preghiera quotidiana, donava gratuitamente ai destinatari delle sue cure la parola, cio la possibilit di esprimere compiutamente se stessi.
lavvio in corso Umberto 10, nel palazzo Arrigoni degli Oddi dei Conti Ruffo di Calabria. Nellestate 1952 a Bressanone il Collegio fu presente ai corsi estivi dellUniversit di Padova. Due anni pi tardi, con Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre n. 1308, lIstituto venne riconosciuto come Ente Morale di Cultura e Assistenza, ottenendo, nello stesso anno, lassegnazione della nuova sede di via dei Savonarola. Nel 1957 fu acquisita la nuova Residenza collinare di Costagrande, a nord di Verona, destinata ad attivit di formazione. Solennemente inaugurata nel 1959 la sede centrale di via Savonarola, don Tosi cominci a cercare nuovi spazi per far fronte alle sempre maggiori richieste, fino allipotesi della cittadella G. Tovini. Alla nascita nel 1965 dellUniversit di Verona, egli firm le convenzioni con i due Istituti mazziani di via San Carlo e delle Suore mazziane di via Nicola Mazza per due nuove Residenze universitarie nella medesima citt. Contemporaneamente, in pieno accordo con il
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DON LUIGI PRETTO Consigliere di amministrazione, gi Direttore della Residenza maschile di Padova
l sacerdote veronese don Nicola Mazza (17901865) fond a Verona, nel 1818, un Collegio femminile per orfane, un Collegio per studenti poveri e meritevoli che avvi nel 1833 e diede inizio nel 1857 ad una iniziativa missionaria, abbandonata dopo la sua morte, ma ripresa e continuata da San Daniele Comboni, fondatore dellistituto delle Missioni per lAfrica Centrale sparso oggi provvidenzialmente per tutto il mondo. LIstituto maschile per studenti poveri e meritevoli era destinato a raccogliere giovani dotati di intelligenza e buona volont ma privi di mezzi, per promuovere la loro educazione superiore fino alla laurea. Dal 1833 al 1865 il Collegio di Verona visse un periodo molto fecondo fino a raggiungere la presenza di duecento studenti. Dopo la morte del Mazza, per difficolt economiche e per lo scarso numero dei collaboratori, il Collegio conobbe un periodo di difficolt. Dal 1915, per merito di don Emilio Crestani, quarto successore del Mazza, e del Direttore don Pietro Albrigi, listituto vero-
Superiore mons. Pietro Albrigi, don Tosi progett e port a compimento un ampio programma di rinnovamento edilizio dellIstituto veronese nella sede storica attorno alla chiesa di San Carlo che ospita la tomba di don Nicola Mazza. Tale programma si realizz nella fiducia nella Provvidenza di Dio, dapprima nellaudacia delliniziativa poi con una inattesa grossa eredit, da parte della contessa Clara Ferrari dalle Spade, che sanava una drammatica situazione debitoria da fallimento. Don Tosi raggiunse tali risultati con la strategia dei contatti personali con uomini di governo, come i ministri Guido Gonella e Luigi Gui, per arrivare a provvedimenti di legge che si sono sperimentati fecondi non solo per il nostro Collegio, e con dirigenti di Istituti di Credito e professori universitari come Alberto Trabucchi per acquisire al Collegio il credito necessario. Nellambito ecclesiastico don Tosi coltiv contatti con ecclesiastici di primo piano come Giovanni Battista Montini, Girolamo Bortignon, Primo Mazzolari, Giulio Bevilacqua e Luigi Pepe. Un riscontro di tali contatti sono i successivi riconoscimenti civili ed ecclesiastici: del Ministero di Grazia e Giustizia con Medaglia
dOro, il 30.4.59, per meriti di Redenzione sociale e del Ministero della Pubblica Istruzione con Medaglia dOro nel 1970 per i benemeriti della Scuola, della Cultura e dellArte, e per lambito ecclesiastico il titolo di Cappellano di Sua Santit. Don Tosi stato un protagonista che pensava e progettava in grande: affettuoso nelle relazioni, attento alle vicende della vita di tutti coloro che incontrava, convinto delle idee del Mazza, stratega delle amicizie alte per la realizzazione delle idee mazziane, educatore che infondeva fiducia ed incoraggiamento, prete generoso, credente sensibile, uomo riconoscente, innamorato di Cristo e leale con la Chiesa. Egli ha coltivato relazioni dirette e scritte, anche mediante le sue encicliche. Ma suo capolavoro stato e rimane il Collegio universitario Don Nicola Mazza, pensato e voluto come facilitazione economica che offriva opportunit ai giovani che ne fossero sprovvisti o ne avessero di meno, come ambiente che facilita la frequenza delle lezioni universitarie e stimola allo studio personale, come clima sereno di vita giovanile che aiuta a crescere in relazioni e nella condivisione dei valori.
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nese cominci la sua rinascita che, a partire dalla fine della guerra, lo riport alla pienezza della sua vitalit. Una prima concretizzazione della presenza educativa a livello universitario si realizz gi al tempo del Fondatore che allo scopo apr a Padova un Collegino in contrada Ognissanti, guidato da alcuni suoi collaboratori. Con alterne vicende, a causa della prima e della seconda guerra di Indipendenza, quella prima fondazione visse una ventina di anni, dopodich lIstituto di Verona continu ad assistere in maniera occasionale, e nel limite del possibile, gli studenti che concludevano il corso inferiore degli studi appoggiandoli presso qualche famiglia. Dopo la ripresa dellistituto veronese, gi prima degli anni Trenta del Novecento, don Pietro Albrigi e i suoi collaboratori cominciarono a pensare da un lato alla preparazione dei sacerdoti che avrebbero dovuto continuare lopera, dallaltro al proseguimento degli studi da parte dei giovani che terminavano il corso liceale. Liniziativa veniva messa in atto nei confronti dei singoli appoggiandoli presso istituzioni milanesi o padovane. Decine e decine di professionisti, che si fecero onore nella professione a Verona ed altrove e che rimasero sempre profondamente legati allIstituto, si laurearono in quel periodo a Milano, Padova e
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Pavia. Tra essi personalit di primo piano nella cultura, nella scuola, nonch nella Chiesa veronese. Liniziativa trov una migliore strutturazione con la fondazione della Cassa scolastica. Alimentata dai contributi degli ex allievi e di istituzioni benefiche veronesi, la Cassa era destinata ad aiutare gli allievi durante il periodo universitario con limpegno a reintegrare il prestito a laurea ottenuta. Contemporaneamente il Collegio a Verona si apriva allospitalit di alcuni studenti universitari che trovassero comodo risiedervi per frequentare lUniversit a Milano, Padova o Pavia. Questa situazione dur fino alla seconda guerra mondiale. A guerra conclusa, si cominci a riflettere pi sistematicamente sul problema. Dopo qualche anno di tentativi e di preparativi, un sacerdote della Pia Societ di don Mazza, don Giuseppe Tosi, con un gruppo di giovani che arrivavano allora allUniversit o che egli raccolse dalla dis-
persione e delle interruzioni degli anni precedenti (difficile immaginare quel periodo per chi non lo ha vissuto), apr a Padova in corso Umberto il Collegio universitario Don Nicola Mazza. Il grande merito di don Tosi, dovuto al suo carattere, alla sua intraprendenza, e reso possibile dalle opportunit che maturavano in quegli anni, stato pensare che quello, gli anni immediatamente successivi alla guerra (1945-48), era il momento giusto per dare consistenza, e un certo spessore, allaspirazione del Mazza. Egli immaginava un Collegio universitario sempre pi grande, aperto e ampio, fino a diventare una sorta di cittadella universitaria capace di accogliere cinquecento studenti. E che fosse il momento favorevole lo testimonia il fatto che, proprio in quei giorni, la Costituzione italiana in formazione, con coincidenza di varie ideologie, proponeva larticolo in cui si sanciva il diritto allo studio anche per i bisognosi, purch meritevoli e capaci (art. III).
Fu una grande intuizione. Don Tosi aveva capito che lIstituto sarebbe stato propositivo se listituzione fosse stata grande, che la sua presenza avrebbe avuto significato se fosse risultata anche numericamente consistente; e intorno a questa idea riusc a raccogliere lappoggio delle forze politiche che si accordavano con il suo obiettivo: egli poteva contare sullamicizia di uomini politici di grande prestigio a Padova, Roma e Verona. Era quasi riuscito a far passare alla Camera una proposta di legge, poi bloccata, che riconosceva il diritto dellIstituto allassistenza da parte dello Stato. Fu cos impostata la base istituzionale del Collegio, fondata sul rapporto esistente tra don Tosi, promotore e fondatore dellistituto, il dottor Puppi, rappresentante del Ministero, e il superiore della Pia Societ, mons. Albrigi. In un secondo tempo fu costituito il Consiglio di Amministrazione, con la presenza del responsabile dellOpera, don Tosi appunto, di un rappresentante della Pia
Societ di don Mazza, di un rappresentante del Ministero, e inoltre di un rappresentante del Vescovo locale e di uno dellUniversit di Padova. Fu ottenuto dal Ministero il riconoscimento legale stabilita la sede a Padova in via Savonarola. Lo Statuto fu firmato dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, e da allora si approfond sempre di pi la collaborazione con la Chiesa e lUniversit. Collaborazione che si rivela realmente importante, quando permette allistituto di confrontare le proprie prospettive e finalit con altri punti di vista. Il Collegio, infatti, richiede per prima cosa un confronto sulle idee portanti della fondazione, sul loro valore oggettivo, dichiarato e riconoscibile, cio laiuto agli studenti economicamente e socialmente meno favoriti e la richiesta del conseguimento di ottimi risultati, perch i giovani siano sempre spronati a dare il meglio di se stessi, con la prospettiva di fornire alla societ persone che si inseriscano appor-
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tando contributi adeguati, positivi, significativi. La collaborazione con lUniversit di Padova si svolge a diversi livelli: il Rettore dellUniversit nomina il suo rappresentante nel Consiglio di amministrazione e la sua voce ha peso non soltanto numerico, in quanto importante per lIstituzione tener presente degli orientamenti e della realt universitaria. In secondo luogo il Collegio sceglie tra i suoi ex allievi o tra gli amici dellOpera il Presidente della Commissione universitaria, il cui compito di esaminare i concorrenti allammissione e, ogni anno, la situazione accademica di ciascuno. La collaborazione data dallapporto del Presidente e di circa un centinaio di docenti universitari, ex allievi ed amici, che partecipano in modo diverso a questa Commissione. Inoltre, da molti anni e con lapprovazione del Ministero, presente nel Consiglio di amministrazione anche un rappresentante degli studenti, da loro eletto e dotato di voto deliberativo, oltre a un secondo studente eletto con voto consultivo. In questo modo anche coloro che usufruiscono del Collegio possono portare la loro voce ai livelli della massima responsabilit. Ci troviamo oggi in un contesto storico e sociale alquanto differente dal 1954: allora vi era chi non poteva studiare e don Tosi ha accolto e offerto possibilit a molti che avevano combattuto in guerra, che erano stati deportati nei campi di concentramento. Oggi da noi giungono anche giovani che potrebbero proseguire la loro formazione con altri mezzi. C da chiedersi: il Collegio ha ancora ragione di esistere? La risposta affermativa, se esso continua a costituire e a garantire una possibilit di maturazione culturale e umana significativa. E soprattutto il Collegio costituisce con la sua storia e la sua presenza laffermazione tangibile del diritto di tutti a realizzarsi nella maniera pi piena in corrispondenza dei doni ricevuti da Dio e dellimpegno profuso per metterli a profitto, indipendentemente dalle situazioni economiche e sociali della propria provenienza familiare.
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Collegio ed ex allievi
DON FRANCESCO MASSAGRANDE Direttore Generale del Collegio universitario Don Nicola Mazza
n questi oltre cinquantanni Collegio ha portato pi di tremila giovani alla laurea, e quasi sempre i primi laureati della loro famiglia, contribuendo alla loro globale maturazione intellettuale, umana, spirituale, e continua tuttoggi a produrre allievi. Lex allievo chi ? colui che rimane in Collegio per lintero corso degli studi, ma anche colui che per i motivi pi vari ha dovuto interrompere gli studi ed intraprendere unaltra via. Ex allievo dunque chiunque stato, per un tratto pi o meno lungo del suo percorso universitario, allievo del Collegio. Quanto poi allaggettivo mazziano, si applica per la vita: si diventa mazziani e non si cessa pi di esserlo, nella misura in cui se ne condivide lo spirito. Ci sono gli ex allievi mazziani, non gli ex mazziani a meno che un ex allievo rinneghi esplicitamente gli ideali mazziani. Il quale spirito diventa stile di vita nel lavoro, nella famiglia, nella partecipazione sociale e politica. I mazziani si riconoscono per il loro modo di essere e di relazionarsi, pi
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che per il fatto di dichiararsi tali. Pur essendo forte il senso di appartenenza, i mazziani non hanno mai formato una lobby: troppo forte il senso di libert individuale per rinunciarvi in un partito e troppo radicata la coscienza della professione come servizio soprattutto ai pi svantaggiati e non come occasione di potere a proprio vantaggio. Se numerosi e stimati sono i professionisti nei vari ordini provinciali o settori di lavoro, il loro favorire i colleghi mazziani non motivato dalla comune provenienza o appartenenza, ma dalla competenza riconosciuta ed esigita, cos come per gli studenti mazziani il logo del Collegio esibito sulla polo non assicura negli esami domande pi facili quanto piuttosto pi impegnative. Se lessere conosciuti come mazziani spesso un titolo di preferenza nellinserimento lavorativo ci avviene perch oltre alla preparazione accurata chi proviene da una intensa esperienza comunitaria porta con s una apprezzata capacit di relazione e di collaborazione. Gli ex allievi, insieme con gli attuali allievi, sono la migliore promozione di conoscenza e di stima del Collegio, e su questa promozione il Collegio conta molto come pubblicit gratuita e credibile per garantire allo stesso candidati che rientrano nelle caratteristiche mazziane. Ma gli ex allievi possono
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collaborare anche nelloffrire possibilit di tirocini nelle aziende in cui lavorano o che conoscono. I segni di appartenenza al Collegio da parte degli ex allievi sono molteplici e di varia intensit, e vanno dal partecipare agli incontri annuali, al comunicare i cambi di indirizzo, dal trasmettere notizie di famiglia per Note mazziane e Pianeta Universit allabbonamento alla rivista, dalle visite fisiche nelle Residenze o informatiche sullo web alladesione ai vari progetti mazziani. Da collegamento interno funge lUnione degli Allievi di don Nicola Mazza, associazione riconosciuta con atto notarile del gennaio 1982, che convoca un paio di assemblee lanno e promuove attivit culturali. Per statuto vi appartengono tutti coloro sono stati allievi delle Opere di don Nicola Mazza (convitti, semiconvitti, scuole, Collegi universitari) e si propone di diffondere la conoscenza della figura e delle opere di don Mazza, di collaborare con i continuatori dellOpera nellazione formativa, di divulgare le idee e i programmi del Fondatore, attraverso la partecipazione a iniziative culturali e religiose e il sostegno concreto allOpera mazziana. Un senso di coesione radicato sul carisma del Fondatore che fa di ogni allievo un mazziano per sempre.
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DON SANDRO CORAZZA Responsabile progetti missionari in Brasile gia Direttore Generale del Collegio universitario Don Nicola Mazza
partire dagli anni Ottanta il Collegio ha avviato scambi culturali con alcune Universit europee, con lo scopo di facilitare un migliore apprendimento o il perfezionamento della conoscenza delle lingue straniere in previsione dellutilizzo per il lavoro di tesi o per ricerche specialistiche, e non ultimo nella prospettiva di fornire pi opportunit di sbocchi occupazionali. Anche a livello personale lo studio delle lingue sempre parso unottima palestra in cui lo studente pu rafforzare la propria apertura al mondo e orientare la personalit in unottica dialogica, indispensabile per entrare in contatto con realt umane e culturali diverse e complesse. Gi alla fine degli anni Settanta, si concretizz lo scambio con lUniversit di Warwich (Coventry) in Inghilterra; dal decennio successivo divennero per frequenti quelli con il Polytechnic of Central London, in cui pi allievi si sono recati per il periodo di circa un mese, e con la University of Sussex
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tutti, uno a uno, almeno un paio di volte lanno. Mi sono ben chiari lattesa e il bisogno degli studenti, riscontrati sul piano psicologico, di essere ascoltati non solo in assemblea, ma anche e soprattutto personalmente. Al Collegio i ragazzi giungono in et giovane ma per molti aspetti gi matura, e ci costituisce una possibilit enorme di scambio, conoscenza, ricchezza umana, incontro. Cos sono nate speciali forme di amicizia continuate oltre la conclusione degli studi universitari, anche al di fuori dei momenti di ritrovo ufficiali. Ma i rapporti e le relazioni del Collegio comprendono prima di tutto i membri della Direzione, che si incontrano periodicamente per condividere le modalit di conduzione dellistituzione e lorganizzazione delle varie attivit; quelli poi con lamministrazione, con il personale, gli altri Collegi e la Chiesa locale, la societ civile, lUniversit, gli ex allievi Il Direttore coadiuvato da collaboratori e altri responsabili, per lo pi sacerdoti della Pia Societ Don Mazza, per condividere con loro le responsabilit, anche attraverso i momenti decisionali che si concretizzano
nelle riunioni periodiche. La Direzione tiene anche costanti rapporti con il Consiglio di amministrazione e con tutto il personale per garantire il buon funzionamento dellintera struttura. Le visioni possono essere unilaterali, perci il dialogo risulta fondamentale per rispondere in maniera equa alle attese degli studenti e alla missione dellistituzione. Per il personale sono previsti momenti di incontro precisi in cui si rinsalda la conoscenza reciproca con iniziative di festa e occasioni formative. Si creano in tal modo rapporti significativi e si condividono le finalit. Gli stessi docenti della Commissione Universitaria sono disponibili a collaborare non solo nei momenti istituzionali del concorso e della revisione, ma anche nella promozione delle varie attivit culturali. cos che il Collegio diventa presenza significativa e propositiva per la societ civile tutta. Lo riconobbe anche lallora sindaco di Padova nelle parole rivolte in occasione del quarantesimo anniversario dellapertura della Residenza patavina, definendo la nostra istituzione una straordinaria offerta di momenti culturali e formativi per lintera citt.
(Brighton), da cui giungeva un ospite che si fermava per un anno in Italia, mentre tre studenti italiani vi si recavano per un trimestre di permanenza ciascuno. In Germania le relazioni con lUniversit di Augsburg prevedevano lospitalit ad uno studente tedesco per sei mesi, mentre cinque italiani vi soggiornavano per un mese. Lo scambio culturale con studenti stranieri diventava un incentivo per i ragazzi, che, altrimenti e senza aiuti, non avrebbero potuto recarsi allestero: in Collegio frequentavano corsi di lingua, al termine dei quali la Direzione svolgeva una piccola selezione e cos ogni anno, per la sola Inghilterra ad esempio, partivano una dozzina di studenti. Con la Francia gli scambi, a carattere specificatamente culturale, avvenivano con le residenze universitarie di Angers: per una decina di giorni, a gruppi, si ospitava e si veniva ospitati seguendo un itinerario culturale composto da incontri e brevi conferenze con docenti universitari, che riguardavano anche il cursus universitario e le prospettive professionali. Con lavvio del Progetto Erasmus da parte delle Universit, lo studio della lingua straniera divenuto obbligatorio, e pi frequenti si sono rivelate le occasioni per compiere stages o svolgere tesi di laurea alle-
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stero. Lantica struttura dunque venuta meno e il Collegio Don Mazza stato coinvolto nel progetto accademico affinch continuasse a garantire servizi logistici e attivit culturali. Fu stipulata una convenzione con lUniversit per la gestione dellospitalit a Padova, come appoggio logistico allufficio Erasmus patavino. Venne a questo scopo ristrutturata la palazzina di via Collegio San Marco, destinata alla convivenza tra studenti stranieri e allievi del Don Mazza, allospitalit di ragazzi e docenti stranieri anche per brevi periodi, e in cui si svolgevano corsi di lingua straniera e convegni organizzati con lapporto dei docenti stranieri sullo stesso progetto Erasmus. Il Collegio ha per continuato a mantenere le sue iniziative, quali le convenzioni con le associazioni di figli di emigranti italiani, che si ospitavano per consentire la frequenza a corsi culturali di perfezionamento, e lospitalit agli studenti stranieri, soprattutto dei Paesi del sud del mondo, indicati dai missionari per i loro meriti. Negli anni si regolamentato lingresso di questi studenti nel Collegio con la richiesta formalizzata di un supporto esterno in Italia, di una famiglia cio che garantisse per il ragazzo e rispondesse di eventuali problemi disciplinari o di salute. Con lapertura dellEuropa verso est, sono giunti molti allievi anche da queste aree e dalla fine degli anni Novanta, grazie ai rapporti con la Diocesi, studenti di teologia ortodossi. Ma linternazionalit del Collegio si esplica anche nel servizio civile internazionale, scelto da alcuni allievi in alternativa al servizio militare, e nellambito del volontariato, con la collaborazione con i missionari Comboniani, con i gruppi Tenda, con lorganizzazione non governativa Cuamm e con il Movimento Laici America Latina. E ora in Brasile, dove dal 1978 la Pia Societ opera nel campo socio-educativo con bambini e adolescenti, sono in atto il progetto Casa Melotto per lo scambio con studenti dellUniversit Federale di Recife, e a Joo pessoa il progetto Beira da Linha.
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FRANCESCO GASPARI Segretario Generale del Collegio universitario Don Nicola Mazza
l Reale Decreto 31 agosto 1933 n. 1592 (Testo unico dellistruzione superiore) stabiliva allarticolo 191 che le Opere e le fondazioni che hanno per fine lincremento degli studi superiori e lassistenza nelle sue varie forme agli studi nelle Universit e negli Istituti di Istruzione Superiore, sono sottoposte alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione. Tale norma costituiva il fondamento giuridico del riconoscimento dellesistenza di alcune istituzioni, anche private, che, per statuto, si proponevano il fine di ampliare laccesso agli studi superiori e di assistere gli studenti nel corso degli studi universitari. Proprio in virt di queste finalit istituzionali, tali soggetti venivano sottoposti alla vigilanza del Ministero. Il Collegio Don Mazza stata una delle prime di queste istituzioni ad ottenere il riconoscimento del Ministero come Ente legalmente riconosciuto. A seguito del grande impegno profuso da Giuseppe Tosi il Collegio universitario, costituito con atto pubblico del 3.05.1954 n. 16953 di repertorio del dottor Gregorio Todeschini, notaio
in Padova, viene eretto in Ente morale di Cultura e Assistenza con D.P.R. n. 1308 del 26.10.1954 e quindi posto sotto vigilanza del Miur ai sensi dellarticolo 191 del testo unico 1592/1933 delle leggi sullistruzione superiore. Allarticolo 1 dello Statuto si definiscono gli scopi dellopera, quelli cio di accogliere gli studenti universitari delle
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classi pi povere, dotati di eccellenti capacit intellettuali e morali, offrendo vitto, alloggio, nonch assistenza culturale e religiosa e di integrare gli studi universitari mediante corsi interni, di storia religiosa delloriente cristiano, di storia della Chiesa, di filosofia della religione, e di sviluppare nel modo pi completo la conoscenza delle lingue straniere. La Direzione del Collegio affidata a un Direttore (art. IV) nominato dal Superiore dellOpera Don Nicola Mazza di Verona, mentre lamministrazione affidata a un Consiglio di Amministrazione che comprende un membro designato dal Ministero della Pubblica Istruzione; un membro designato dallordinario diocesano di Padova tra i continuatori dellopera; il magnifico Rettore dellUniversit di Padova o un membro del corpo accademico dellUniversit da lui designato; un membro designato dal Superiore Generale della Pia Societ Don Mazza; il Direttore del Collegio; un rappresentante degli studenti del Collegio con voto deliberativo e uno con voto consultivo, eletti a scrutinio segreto da almeno 2/3 degli studenti residenti in Collegio. I posti gratuiti presso le Residenze sono conferiti in seguito a concorso (art. VIII) e, accertate le condizioni disagiate del richie-
dente, questi ammesso a uno speciale esame/colloquio a carattere generale. Le commissioni giudicatrici, composte da docenti universitari, attraverso lesame dei risultati scolastici e il colloquio, formulano un giudizio sulle doti intellettuali dellaspirante (art. IX). Lattivit culturale e lassistenza morale e religiosa che vengono svolte allinterno del Collegio, sono svolte in modo tale che lo studente abbia sempre di mira i seguenti princpi: consideri unessenziale attivit lo studio accademico eseguito con il massimo impegno; partecipi ai corsi interni di perfezionamento culturale, con particolare riguardo alle lingue straniere, per prepararsi anche ai corsi di perfezionamento allestero; completi e perfezioni la propria cultura e formazione religiosa per adeguarla a quella professionale (art. XI); prosegua lopera di perfezionamento della sua formazione orientandola alle particolari esigenze della vita universitaria e ai problemi della futura vita professionale. Nel 1997 i Collegi universitari legalmente riconosciuti decisero di costituire un organo che li rappresentasse allesterno e che svolgesse funzioni di coordinamento e di promozione di azioni comuni. Nacque cos la Conferenza permanente dei Collegi universitari legalmente riconosciuti (C.C.U.).
Il D.M. 9 maggio 2001, volto a definire i criteri di riparto del contributo ai Collegi universitari, nelle sue premesse riconosce lespletamento di un servizio di pubblico interesse da parte di tali istituzioni. A ulteriore conferma dellalto valore formativo dei Collegi universitari legalmente riconosciuti, il 15 maggio 2002 stato firmato il protocollo dintesa tra la C.R.U.I. e la C.C.U., per il riconoscimento in crediti formativi universitari delle conoscenze acquisite dagli studenti anche allesterno degli Atenei e, in particolare, di alcune delle attivit formative offerte dai Collegi, ritenute qualificate e idonee a soddisfare le crescenti e differenziate esigenze degli studenti universitari. Se, dunque, dallesercizio della loro autonomia statutaria estrapolabile un minimo comune denominatore tra i Collegi universitari legalmente riconosciuti, questo senzaltro lesistenza di un preciso progetto formativo personalizzato, fondato su un chiaro presupposto: la libera adesione dello studente a un impegnativo programma di formazione intellettuale, sia sul piano universitario che umano, anche mediante lutilizzo di servizi di orientamento e di tutorato. I Collegi universitari legalmente riconosciuti sono cos chiamati a svolgere attivit di carattere culturale e didattico in collaborazione con i sin-
goli Atenei: in tal senso il Don Mazza, in questi due ultimi anni accademici, ha promosso tre propri corsi di studio accreditati dalle Universit di Padova e Verona. La Fondazione nasce quale espressione dellesperienza maturata dal Collegio universitario, in continuit con le attivit culturali, formative ed educative svolte, quale strumento di promozione sul territorio di percorsi formativo/culturali legati alla crescita personale e professionale della persona. La Fondazione ha il fine di promuovere iniziative ed attivit di interesse culturale, sociale, civile e religioso, indirizzate alla formazione culturale, umana e professionale dei giovani, in particolare di quelli residenti nella regione Veneto o che vi soggiornano per motivi di studio o di lavoro (art. III dello Statuto). Per il raggiungimento dei suoi scopi la Fondazione assume i compiti di progettare e realizzare iniziative (corsi, conferenze, seminari, eventi, ecc.) di interesse culturale, educativo, professionale; promuovere incontri di studiosi italiani e stranieri anche allo scopo di favorire lo scambio tra aree culturali e sociali diverse, con particolare riferimento a docenti e studenti dei paesi in via di sviluppo operanti nella regione Veneto; progettare e realizzare attivit di formazione per lo sviluppo delle competenze dei giovani e degli operatori di
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imprese, di enti pubblici e privati, favorendo lo sviluppo della cultura imprenditoriale (art. IV dello Statuto). La Fondazione stata eretta con atto pubblico del 9.07.2002 n. 26187 del repertorio del dottor Franco Cardarelli, notaio del collegio di Padova. retta da un Consiglio di amministrazione, composto dal presidente del Collegio universitario don Nicola Mazza (che lo presiede); dal Superiore generale della Pia Societ Don Nicola Mazza; dal Direttore del Collegio universitario di Padova; dal Presidente della Unione Allievi Don Nicola Mazza; da un consigliere nominato dal Consiglio di amministrazione del Collegio Universitario.
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costante espansione dei Collegi, i cui contenuti educativi hanno sollecitato linteresse del legislatore nei vari progetti sulla riforma universitaria. Sia nei testi legislativi divenuti operanti, sia nei progetti di legge emerge un costante apprezzamento per la loro attivit e per la formula in generale. Levoluzione della politica del diritto allo studio che ha visto prevalere negli anni Settanta il concetto di servizio su quello di assistenza ha favorito il riconoscimento del ruolo dei Collegi universitari per la loro funzione poliedrica e di elevata qualit. con la legge 31 ottobre 1966, n. 942, relativa al finanziamento del piano di sviluppo delle scuole per il quinquennio 1966/1970, che si manifesta il processo evolutivo a favore dei Collegi universitari, allorch, allarticolo 33, si prevede la ripartizione di somme stanziate ad hoc tra le varie forme di attivit e di assistenza delle singole opere universitarie, nonch tra i Collegi legalmente riconosciuti. Questo finanziamento alla gestione effettuato ogni anno, con proprio decreto, dal Ministero della Pubblica Istruzione, sentito il Comitato Nazionale delle Opere Universitarie. Ancora importanti riconoscimenti sono contenuti nella legge 28 luglio 1967, n. 641, relativa al piano di edilizia scolastica e universitaria per il quinquennio 1967/1971. Larticolo 33 e larticolo 38 definiscono i fruitori dei contributi e lentit di questi, e larticolo 42 precisa che le istituzioni ammesse a godere dei contributi sono, tra le altre, i Collegi universitari. Le successive leggi, la n. 331 del 25 giugno 1985 (Provvedimenti urgenti per ledilizia universitaria), la n. 449 del 27 dicembre 1997 e, da ultima, la legge n. 350 del 24 dicembre 2003 hanno ancora previsto a favore dei Collegi universitari legalmente riconosciuti la riserva di una aliquota in materia di interventi per alloggi e residenze per gli studenti universitari. Questa breve disamina della legislazione vigente costituisce la premessa per poter affermare il costante impegno e la notevole attuazione che nel tempo hanno ispirato lattivit governativa in materia di offerta formativa universitaria. Recentemente il Ministro Letizia Moratti, nel convegno tenutosi a Roma il 18 febbraio 2004 su Il ruolo dei Collegi nella formazione universitaria, ha dichiarato la volont del Governo di rafforzare limpegno per migliorare la qualit dellofferta formativa universitaria e ha individuato i Collegi legalmente riconosciuti dal MIUR quali istituzioni che esercitano funzioni di interesse pubblico, il cui obiettivo principale quello di valorizzare lo studente come persona () capace di costruire consapevolmente il proprio curriculum aprendosi ad una cultura interdisciplinare che sviluppi le sue potenzialit per una vita sociale di relazione nella complessa societ di oggi. Lo stesso Ministro ha inoltre evidenziato come le attivit didattiche, scientifiche, di orientamento e di tutorato svolte dai Collegi dintesa con la Conferenza dei Rettori delle Universit Italiane e con le singole Universit siano coerenti con gli indirizzi programmatici del Ministero e ha confermato lintenzione del MIUR di garantire con ogni possibile iniziativa leffettivo perseguimento degli obiettivi posti alla base di tali istituzioni. Gli impegni e traguardi dellevolversi della cultura, sempre pi tesa ad allargare i propri orizzonti per una efficace integrazione europea, danno la misura dello sforzo cui chiamato chi responsabilmente preposto allattuazione del dettato costituzionale di cui allarticolo 34.
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za, docente alla facolt di iscrizione del candidato, i colleghi si configuravano una sua immagine, ne capivano la figura ed esprimevano il proprio giudizio, giudizio che era quasi da padre di famiglia. Cera, insieme con la seriet che caratterizzava lesame dei risultati, molta comprensione per la realt umana dello studente. Don Tosi interveniva personalmente per esporre problemi che avessero afflitto la persona o la famiglia, eventuali difficolt di salute, un passato difficile: alla vivace intelligenza quellilluminato sacerdote univa unappassionata, profonda conoscenza dello spirito dei giovani. Tra gli allievi di quei tempi vi sono stati anche uomini provati da esperienze di guerra combattuta, i quali hanno potuto ricostruirsi una prospettiva di vita, oltre che accendere una speranza di affermazione intellettuale e professionale. Se per caso avveniva qualche incidente di percorso, un esame non superato, la media dei voti abbassata, il ragazzo del Don Mazza veniva soccorso, eventualit certo non ammessa dai regolamenti di altre istituzioni pubbliche di assistenza agli studenti. Nel Collegio si sono cos ottenuti anche sorprendenti recuperi, perch le persone in situazioni tribolate venivano sorrette con comprensione pari alla fermezza, tenuto
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conto della storia di ciascuno, nello spirito delloriginaria preoccupazione del grande Fondatore dellopera. Oggi i ragazzi scelgono il Collegio per vivere insieme, costruire qualcosa di gratificante, far parte di un complesso di persone destinato a dare sempre il meglio di s alla societ; nei primi tempi, e questa la notevole differenza, era evidente lurgenza di dover salvare lavvenire di giovani meritevoli, cristianamente formati, non abbienti e, con ci, risorse di intelligenza e di sicuro impegno, che altrimenti si sarebbero perdute. Con la crisi del Sessantotto e gli strascichi degli anni Settanta, modificatosi
alquanto lassetto delle civili relazioni, la Commissione universitaria ravvis altre esigenze a mano a mano che aumentavano gli aspiranti allingresso in Collegio, e dovette ripartire in pi gruppi: umanistico, scientifico s.l., medico ecc. Questo ha comportato ovviamente il sacrificio dellomogeneit del giudizio sia allentrata sia in seguito e ha reso sempre pi importanti i colloqui del candidato con il Direttore e con Commissioni interne opportunamente istituite. Si sempre mantenuta, per, la possibilit di intervenire in seconda istanza: se lo studente incontrava difficolt nell iter universitario, per il tramite del Direttore, egli poteva prendere contatto con un professore della Commissione, che si assumeva un compito di guida e che lo consigliava sul da farsi. Nessun professore si mai rifiutato di prestare il proprio aiuto. Negli anni della contestazione, i ragazzi vissero animatamente la tensione del momento e la Commissione, guidata dal Presidente Professor Antonio Servadei in provvidenziale concordanza di vedute con lAvvocato Carlo Fornal, Presidente del Consiglio di amministrazione, si sobbarc un compito difficile quanto delicato. Occorreva pazienza non meno che saldezza e lungimiranza per intervenire efficacemente e chiedere agli studenti un comportamento serio, ricordar loro il compito di non sciupare i propri talenti, mantenerli coscienti di essere stati scelti in quanto meritevoli e dotati di una particolare formazione spirituale. Il momento sociale sorresse la convinzione che si potesse attenuare entro certi limiti limperativo di eccellenza per conseguire un fine di conveniente sostegno anche morale dei giovani coinvolti in una temperie mai da nessuno prima sperimentata. Superato da tempo il periodo dellinquietu-
dine e immersa ormai la giovent in solide preoccupazioni per la futura sistemazione nel campo del lavoro, i livelli di rendimento negli studi si sono nuovamente elevati. Lattivit della Commissione negli ultimi ventanni, sotto i residui contraccolpi degli eventi trascorsi e nella previsione di un nuovo possibile adeguarsi dellistruzione universitaria alla realt delloccupazione e dei rapporti sociali, ha ritenuto essere suo compito assicurare una continuit di comprensione degli ideali che ispirano lopera mazziana nel susseguirsi dei numerosi docenti impegnati a valutare le attitudini e il rendimento negli studi dei giovani, senza interferire nellattivit formativa del Collegio. Laver goduto per tale lungo periodo del privilegio di partecipare allopera compiuta con appassionata dedizione da tanti professori e di conoscere tanti aspetti dellimpegno studentesco nelle varie facolt dellAteneo, ha concesso di seguire lo svol-
gersi della vita universitaria in una rara visione complessiva delle sue manifestazioni di maggior interesse culturale e umano. A partire dagli anni Ottanta si avvertita la necessit di istituire altri momenti di controllo dellattivit degli studenti, che in generale dimostravano una crescente esigenza di essere sostenuti nellaffrontare il processo dellapprendimento. Chi in passato veniva dallesperienza della povert e della guerra e aveva sperimentato tante asprezze della vita era capace di superare autonomamente varie difficolt; i ragazzi delle generazioni successive hanno dimostrato di dover essere seguiti pi da vicino. La Commissione si gradualmente adeguata alle istanze giovanili, senza nulla perdere della scrupolosa seriet richiesta nella valutazione del rendimento degli studi. Con lavvio della semestralizzazione si cos optato per unulteriore fase di verifica a met dellanno accademico, in marzo. Ci ha
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reso, tra laltro, pi stretti i rapporti tra studenti e singoli docenti della Commissione; molti di questi ultimi hanno diversificato il loro impegno, con la partecipazione a varie attivit culturali promosse dal Collegio. Il nuovo ordinamento degli studi universitari ha prospettato un ventaglio di formazione, oltre che di istruzione, quanto mai ampio: perci gli studenti, incalzati dal nuovo ritmo, hanno pi che mai bisogno di essere sostenuti nella scelta e nello svolgimento del loro curriculum. Si cos fatto pi complesso il lavoro della Commissione; non pochi docenti hanno da tempo assunto le funzioni di autentici tutor e alcuni addirittura prestano lodevolmente la loro competenza per arricchire la preparazione degli studenti interni tenendo anche corsi integrativi. Ci si augura che questo possa essere lavvio di uno sviluppo didattico-formativo tale da assicurare al Collegio una posizione di avanguardia nelloffrire agli studenti una base culturale ed etica allaltezza di quanto tra poco la societ chieder a ciascuno di coloro che concorrono a reggerla operando in disparati settori della funzione pubblica e della libera professione.
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durante il corso degli studi si necessita di strumenti pi sofisticati per acquisire le conoscenze di base. Nella fase iniziale i giovani mostrano di avere bisogno di essere introdotti ai linguaggi delle singole scienze, per inquadrarle e poter proseguire adeguatamente. Il Collegio potrebbe allora pensare
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allorganizzazione di cose semplici, come scrivere un curriculum vitae o un paper, iniziative che serviranno per linserimento lavorativo e la vita concreta. Corsi, insomma, di sostegno per abilit specifiche. Esso potrebbe inoltre potenziare alcune sue abituali proposte: accentuare i rapporti con lUniversit sugli stages attraverso unaccurata azione di orientamento, coinvolgendo esperti. Cos diventerebbe riferimento per lUniversit tutta, non solo per gli allievi residenti. In una prospettiva, anche di carriera scolastica, sempre pi aperta allEuropa, la formazione dovr ripensarsi in base al profilo medio dello studente universitario europeo;
anche il Don Mazza dovrebbe riflettere e compararsi con una formazione allargata allUnione. Contemporaneamente diventa fondamentale leducazione allinterculturalit, anche per gli studenti di materie scientifiche: pensiamo quanto possa tornar utile ai futuri medici, per esempio, conoscere le culture altre per avvicinarsi ai pazienti di origine straniera nella maniera pi adeguata e rispettosa. un altro caso in cui lazione del Collegio potrebbe risultare essenziale. Questo il ruolo importante che esso pu giocare, di fronte alle attuali difficolt: sostegno e interpretazione di ci che lUniversit svolge.
o conosciuto il Collegio Don Mazza una decina di anni fa. Ricordo bene loccasione: fu per una conferenza rivolta ai genitori e agli allievi delle due Residenze veronesi. In seguito ho iniziato a collaborare con la Commissione Docenti, con lo scopo di vigilare sulla carriera degli studenti e di coordinare le attivit culturali dellIstituto. Unentrata in scena arricchente, perch vi ho trovato un ambiente stimolante e la possibilit di incontrare gli studenti in maniera diretta, in un contesto alquanto diverso da quello accademico. Il numero di docenti e professori dellAteneo disponibili a collaborare con il Collegio, che vede rappresentate nel gruppo un po tutte le facolt, parlano chiaro sulla stima e sulla simpatia che esso riscuote: anche i momenti conviviali ottengono sempre un buon successo. I meriti principali sono da attribuirsi alla Direzione, allindefessa attivit di suor Germana: negli ultimi anni ho assistito allintensificazione delle proposte del Collegio, in sintonia con lorientamento della riforma universitaria che tende a integrare il mondo esterno, attraverso gli eventi culturali, allattivit didattica accademica. In sostanza non solo abbiamo assistito a un processo di avvicinamento
dellUniversit al Collegio grazie alle molte iniziative, ai corsi e ai convegni organizzati allinterno del Collegio con la presenza ufficiale dellUniversit, ma anche a quello inverso che ha visto il Collegio in veste di ente promotore di iniziative di alto prestigio svolte entro le mura universitarie. Ci ha comportato una progressiva apertura del Collegio verso la totalit del mondo studentesco universitario. Un Collegio, insomma, sempre meno chiuso, autoreferenziale, ma vivo in un contesto pi ampio, che d il suo contributo allelevazione del livello culturale della vita universitaria nel suo complesso. Nellattuale contesto di lavoro, in cui la
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riforma risulta attuata in forma stabile e definitiva solo per il triennio, il Collegio, in quanto servizio aperto anche agli studenti non residenti, si pone come modello per realizzarla al meglio. Tra la rassegna degli eventi desidero ricordare le conferenze, su temi di alto profilo e con la presenza di relatori di chiara fama, che si tengono in autunno nelle aule universitarie; incontri frequentati da studenti, docenti e semplici cittadini che in tutte le edizioni hanno dato luogo a intensi dibattiti. Unaltra iniziativa di elevatissimo livello stata lorganizzazione di un corso di bioetica riconosciuto dallUniversit, svolto invece allinterno del Collegio femminile, che ha visto la partecipazione costante di numerosi studenti, segno non solo dellattrattiva dellargomento ma anche del bisogno di confronto, tra coetanei e con esperti, su argomenti di attualit. Il coordinamento delle iniziative formative coinvolge i direttori delle Residenze, lo Studio Teologico San Zeno, docenti universitari, ma si tratta di attivit finalizzate sia al Collegio, sia allUniversit, sia agli stessi coordinatori; il Collegio favorisce dunque la crescita non solo dei suoi membri, ma anche del mondo che vi ruota intorno. Un po come se la mission iniziale dellIstituto si fosse allargata alla citt, alla promozione della cultura per tutti. La finalit del Collegio risulta cio ripensata sulla base delle esigenze di una cultura che non si realizza pi soltanto allinterno dellUniversit, ma in un contesto pi ampio perch molto pi ampio e complesso lo stesso scenario culturale e sociale. Un cambiamento votato allapertura verso il mondo.
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a funzione del Collegio universitario oggi forse pi necessaria, o utile, se si vuole, di quanto lo sia stata fino a ieri. Come ieri, con la Residenza in sede universitaria il Collegio consente allo studente non solo la possibilit della frequenza assidua alle lezioni, ai seminari, ai laboratori, alle biblioteche, ma anche il confronto quotidiano con coetanei impegnati nello stesso percorso e quindi alle prese con gli stessi o analoghi problemi. In minimis, ci pu costituire una facilitazione nellaccesso al mondo nuovo che lUniversit, un mondo neppur esso privo di tagliole burocratiche e non. In una considerazione di pi ampio respiro, quel confronto favorisce di per s lacquisizione di esperienze scientifiche e umane necessarie alla crescita di ognuno: unacquisizione, del resto, che il Collegio per parte sua incrementa con le iniziative (corsi di lezioni, incontri e cos via) che ritiene opportune o necessarie. Fondamentale, naturalmente, la figura del responsabile della struttura a cui il ruolo istituzionale consente di diventare anche sul piano umano un costante, affidabile punto di riferimento. Particolarmente privilegiato lo studente del Collegio universitario
di Roma perch, non occorre ricordarlo, Roma offre un ventaglio amplissimo di sedi e di iniziative non solo culturali, che possono stimolare, ampliare e consolidare la sua formazione. Oggi pi di ieri importante questa funzione del Collegio perch, per motivi che sono sotto gli occhi di tutti, il periodo universitario, il periodo in cui un ragazzo diventa uomo, oggi nei giovani pi inquieto di quanto fosse nei tempi passati. Perci, pi importante di ieri lopportunit, che il Collegio pu favorire, anche di rapporti interpersonali capaci di dare serenit e sicurezza. Si aggiunga la crisi profonda in cui, come del resto lintero sistema dellistruzione, versa listituzione universitaria: per quanto concerne nellimmediato lo studente, si tenga presente che la recente riforma universitaria, che qui non importa giudicare, privilegiando la didattica a scapito della ricerca, ha posto lo studente davanti a una didattica estesa oltre ogni dire, generalmente parcellizzata e non di rado dequalificata. Cosicch il Collegio ha davanti a s nuovi compiti di orientamento e di supplenza.
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o incontrato per la prima volta il nome di don Nicola Mazza, e dellOpera da lui voluta, pi di cinquantanni fa. In modi riflessi, quasi mitici. Dalle parole di un amico dinfanzia, che aveva avuto la fortuna di essere accolto fra gli allievi della casa di via San Carlo. I suoi racconti mi dipingevano una realt comunitaria fatta di studio intenso, di apertura ai problemi sociali, di fruttuose discussioni sulla religione e su modi nuovi di viverla. Leffetto Don Mazza si riverberava cos sulla mia formazione di adolescente, anche se le mie esperienze spirituali e di impegno sociale erano ritmate dal lento fluire del tempo in un paese di provincia, dallesperienza, a volte deludente, nellassociazionismo cattolico, nel movimento aclista, nelle prime adesioni al partito di ispirazione cristiana. E, sempre di riflesso, ebbi la buona sorte di conoscere la vita studentesca del Collegio universitario Mazziano di Padova. Ancora attraverso il filtro, certamente ottimista, dellamico avviato a una brillante esperienza accademica nel luminoso universo degli studi letterari. Solo nel 1966, quando iniziai la mia carriera universitaria come esercitatore volontario presso la facolt di Economia e Commercio - allora unica iniziativa accademica a Verona
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-, cominciai a conoscere pi direttamente la realt educativa mazziana attraverso lincontro con sacerdoti, religiose, ma soprattutto con docenti formati nel Collegio maschile di Padova. Da quel momento, ebbe inizio una collaborazione ininterrotta che, spero, non si chiuder a causa del mio nuovo assorbente impegno amministrativo, ma continuer nel tempo, con lo stesso spirito, in modi altrettanto fruttuosi. Parlare di Don Mazza, a Veronetta, vuol dire evocare la storia dellevoluzione degli studi universitari, del proliferare delle Facolt, del vorticoso aumento del numero degli studenti, delle innumerevoli iniziative svolte in perfetta sintonia con i docenti, con apprezzamento reciproco e positivi risultati formativi. I miei primi esitanti passi nellinsegnamento superiore, li mossi proprio in casa di Don Mazza, nei locali di via Campofiore, presi in locazione per ospitare il fiorente corso di laurea in Lingue e Letterature Straniere
della facolt di Economia e Commercio. Migrai poi, con tutto il corso, a Palazzo Giuliari per approdare infine nella nuova sede di via San Francesco. In tutti quei passaggi, si affacci nella mia vita, e nella vita di molti studenti e docenti, una persona di un dinamismo travolgente che, con modi accattivanti, ci leg poco a poco, ma definitivamente, allesperienza mazziana. Penso che, chi mi legge, abbia capito chi voglio evocare. Si tratta, certo, di suor Germana Canteri, educatrice inarrivabile, dotata di un coinvolgente entusiasmo ottimista, vulcanica ideatrice di molteplici iniziative in campo culturale, che, recentemente, ha avuto lonore di ricevere dal Capo dello Stato un meritato riconoscimento pubblico per la sua preziosa opera formativa. Come docente, come preside, come Rettore venni coinvolto a vario titolo nelle attivit mazziane. Nelle prove di ammissione delle studentesse nel Collegio femminile, nelle
conferenze, nellorganizzazione di servizi di assistenza, nella celebrazione di momenti di religiosit comunitaria, in felici incontri conviviali. Ho davanti a me, sulla mia scrivania, i programmi dei vari cicli di conferenze e i volumi che hanno raccolto, in modo sistematico, le riflessioni e i dibattiti su argomenti scelti con oculatezza da Commissioni composte equilibratamente da docenti, studenti ed educatori mazziani. I titoli si dipanano davanti ai miei occhi e mi riportano con la memoria a quei fortunati incontri, ritmati nel tempo, senza mai scadere in una stanca ritualit, ma mantenendo una freschezza e una attualit valoriale di grande pregio. I partecipanti venivano sempre invitati ad approfondire i problemi presentati si trattasse delleredit del XX secolo, dei paradigmi di una societ aperta, del limite come risorsa, della cultura della responsabilit - per meglio orientarsi in un mondo in vorticosa mutazione e per seguire un arduo
cammino di virt e conoscenza. con profonda nostalgia e con un pizzico di comprensibile tristezza che scorro le pagine degli Atti dei tanti cicli di conferenze. Una vita dedicata allUniversit e allinsegnamento non si pu cancellare con un tratto di penna. Resto, nellintimo, un professore dellUniversit di Verona, cui ho dedicato con autentica passione gli anni migliori della mia vita. Anche se altri problemi mi chiamano con urgenza, il mio cuore e il mio sguardo restano puntati sulla nostra Universit, su tanti educatori che con il loro impegno diuturno assicurano seriet ed efficacia allazione didattica, alla ricerca scientifica, allattivit organizzativa. Un caloroso grazie rivolgo al Collegio universitario Don Nicola Mazza nelle sue varie Residenze che, con una partecipazione esemplare, assicura la diffusione, fra gli studenti, i docenti e la popolazione di un messaggio culturale alla luce vivificante dellinterpretazione cristiana.
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Se nel passare degli anni la finalit dellistituzione pu considerarsi invariata, con studenti che vi entrano dopo aver superato un Concorso e la richiesta, da parte della Direzione e della Commissione universitaria, di dare sempre il massimo durante liter di studi, quello che appare ora mutato il concetto di povert. La maggior parte dei nostri studenti appartiene al ceto sociale medio e medio-basso, ma oggi, ben oltre il significato meramente economico di povert, diventa impellente tener conto anche della situazione familiare della persona, dellassenza dei genitori, della provenienza da famiglie disunite; si accolgono poi ragazzi che giungono da paesi svantaggiati: molti sono gli albanesi e i brasiliani, per esempio, che si rivolgono a noi. Fare la carit ai ricchi - diceva don Mazza - cosa da pazzi. I miei istituti sono per i poveri. Oggi, con la disponibilit di aiuti e sovvenzioni da parte dello Stato, cosa che certo non avveniva allinizio dellOpera, i poveri occorre cercarli. Ecco perch lazione degli ex allievi, che forniscono informazioni dirette sul loro paese di residenza e sul circondario segnalando persone meritevoli, si rivela uno strumento importante. Lo stile della vita nella Residenza quello della partecipazione attiva e della responsabilizzazione: un gruppo di allievi partecipa
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alla selezione dei nuovi candidati durante il concorso di ammissione e alla verifica nei lavori di revisione, attraverso una Commissione studentesca che decide insieme con la Direzione. Anche nel Consiglio di Amministrazione gli studenti hanno parte attiva: sono due, di cui uno con diritto di voto. Essi partecipano alle attivit interne del Collegio nelle varie iniziative delle Commissioni, elette dallAssemblea degli studenti, e/o nei gruppi di adesione spontanea. Sono nati cos la Commissione musica, quella sportiva, quella del giornalino, quella informatica, quella liturgica E il gruppo liturgico, il gruppo del coro, quello ad gentes che si occupa di aspetti missionari e di volontariato, il gruppo del Mazzurro che organizza uno spettacolo annuale, il gruppo ciclistico che cura pellegrinaggi in bicicletta. In gruppi di anno, poi, i ragazzi seguono due incontri di formazione, con carattere residenziale, in cui approfondiscono temi mazziani. Gli studenti del primo anno si ritrovano a Verona per conoscere il prete don Mazza nei suoi luoghi, i suoi metodi e il tema a lui caro della libert; quelli del secondo approfondiscono la povert, e negli anni successivi la cultura, la spiritualit, la mondialit e la missione; per i laureandi si pensato al tema dellimpegno dei laici mazziani per la societ e la Chiesa. Il risultato di questo fermento di proposte e di aggregazione un clima positivo, di cui gli studenti apprezzano i rapporti, lambiente, le amicizie: la festa dei piani, allinizio dellanno, quella delle matricole, le feste di laurea sono momenti in cui si respira tutto il calore umano che caratterizza la vita che qui scorre.
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Il volto femminile per una societ migliore: la formazione della Residenza Campofiore
della maternit. La questione femminile non ha ancora trovato soluzioni chiare e definitive, ma siamo convinte che sia compito particolare della giovane generazione
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farsi carico del progresso umano e cristiano con la riflessione e lassunzione di responsabilit. Abbiamo sempre operato affinch queste riflessioni non rimanessero solo a livello intellettuale, ma fossero di stimolo per tendere costantemente e concretamente a uno stile caratterizzato da ci che connota la donna a partire dal quotidiano, dai rapporti interpersonali, dal prendersi cura dellaltro, dal promuovere la vita in tutte le sue espressioni. un compito importante e urgente che cerchiamo di assumere per essere di aiuto alla formazione di donne che possano offrire una presenza significativa e indicare il cammino verso un femminismo nuovo di ispirazione cristiana. La Residenza, per la sua configurazione logistica, offre molte occasioni quotidiane di incontrare tutta la Comunit delle suore, tra le quali ci sono anche le suore anziane: un fatto positivo, sia per le giovani sia per le religiose, per il rapporto semplice, informale, di reciproco interessamento e di scambievole aiuto. Grazie alla consolidata collaborazione con lUniversit e il suo consiglio degli studenti, con lESU, con lo Studio Teologico San Zeno, con il Centro di Pastorale universitaria, la Residenza organizza corsi accreditati di carattere culturale che coinvolgono attivamente un buon numero di persone, studenti, docenti e cittadini interessati alle tematiche proposte; si tengono allUniversit, sono presieduti dal Rettore o da un suo rappresentante, con relatori di notevole preparazione e competenza. La Residenza ha inoltre attivato il servizio di consulenza psicologica mediante una convenzione con lESU e con lEnte Collegio universitario Don Mazza: un servizio gratuito, svolto da uno psicologo e psicoterapeuta allinterno delle facolt umanistiche dellUniversit, aperto a tutti gli studenti dellUniversit. di importanza fondamentale per una Residenza universitaria stare dentro il sistema coltivando costantemente relazioni, anche informali, con studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo, Rettore e partecipando alla vita dellUniversit, ai momenti significativi come pure ai momenti pi semplici che favoriscono lincontro con le persone e il rinsaldarsi dei rapporti personali e di collaborazione. anche questo il modo con cui la Residenza Campofiore contribuisce allidentit e alla storia del Collegio universitario Don Nicola Mazza.
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Lo spirito di don Mazza nei suoi luoghi storici: il San Carlo di Verona
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cosa da noi coltivata, e soprattutto, nel nostro contesto, di una cultura accessibile a tutti. La nostra Residenza si distingue dalle altre per il numero ridotto di studenti ospitati, che sono una cinquantina, provenienti dal Veneto, dalle province di Trento e Mantova, pi qualche presenza internazionale. Nella maniera pi naturale si instaura allora un clima sereno di amicizia tra i ragazzi, che collaborano facilmente tra loro e con la Direzione; sono poche le difficolt di relazione e, qualora sorgessero, la struttura di tipo familiare, facilita subito i chiarimenti, lapertura e la disposizione al dialogo. Il trovarci nei luoghi e negli ambienti in cui vissuto don Mazza favorisce ulteriormente questo spirito comunitario di amicizia e fraternit. Una conquista ottenuta una decina di anni fa, dopo un periodo di sospensione, stata la possibilit di trovarsi tutti insieme per la cena: i ragazzi, che frequentano facolt diverse, presi da mille impegni, a volte non riescono a vedersi mai, a causa di orari sfasati. La cena diventa per noi il momento del ritrovo, dellaggregazione e della socialit, in cui finalmente ci si ferma e si condivide. Il Collegio si sempre proposto di rispondere alle esigenze di ospitalit, offrendo
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vitto, alloggio, sostegno per lo studio, ma ci stato anche arricchito dallorganizzazione di attivit formative, incontri culturali, iniziative che favorissero ulteriormente la crescita della persona nella sua interezza. Le Commissioni, le Assemblee, le conferenze culturali e formative interne danno un volto nuovo al Collegio, quello di piccolo laboratorio. Siamo cresciuti in questo senso: lo attestano le testimonianze dei ragazzi che, dopo unesperienza presso altri Collegi o in appartamento, preferiscono inserirsi qui. E qui rimangono fino alla conclusione degli studi.
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Sette anni di Collegio femminile a Padova: il percorso della Residenza Isabella Scopoli
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comportano dei passi in pi da compiere nella ricerca di un reciproco equilibrio e peculiarit distinte. Se da una parte i ragazzi si trovano a confrontarsi con una realt diversa dalla loro, per esigenze e stili comportamentali differenti, le ragazze devono trovare la giusta dimensione della loro storia, lequa distanza dal modello maschile, una certa autonomia nel rispetto reciproco. In una tradizione storicamente consolidata, una grande sfida il camminare cos! I primi anni, in cui le ospiti ammontavano a una ventina, sono stati preziosi per il senso di collegialit e dello spirito comunitario. Inoltre si sono consolidati alcuni strumenti di partecipazione ereditati dalla sede maschile, quali lAssemblea, le Commissioni, cos come la spinta alla responsabilizzazione personale e del proprio tempo con la consegna delle chiavi, che permettono di rientrare a qualsiasi orario: il nostro attualmente lunico Collegio femminile a Padova che lo permette. Il confronto con la Residenza Tosi, con il suo bagaglio storico ed il grande patrimonio di conquiste, ci ha stimolato e pungolato per adeguarci da un lato al suo livello qualitativo, e dallaltro per scoprire ed affermare una specifica identit ed autonomia. Scelta questa obbligata, data la differenza di inter-
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Una risposta agli studenti del Sud Italia: la nuova Residenza nella capitale
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locutori che, nel nostro caso, sono appunto ragazze e studentesse universitarie. Se continuiamo ad organizzare insieme, Residenza maschile e Residenza femminile, su tematiche di interesse comune i cicli di conferenze che annualmente proponiamo attraverso le rispettive Commissioni Cultura, gli approfondimenti del percorso culturale li pensiamo invece su argomenti legati allidentit di genere delle due Residenze. Recentemente, per esempio, per rispondere a esigenze interne espresse dalle allieve, si svolto un corso sullalimentazione e laspetto nutrizionale dal titolo Apparire pi che essere, che si a lungo soffermato sulle implicazioni psicologiche del rapporto con il cibo ed i connessi disturbi alimentari. Attualmente le ragazze sono una ottantina,
per la maggior parte provenienti dal Triveneto, ma anche dallItalia meridionale: venti, a volte trenta, si trattengono in Collegio nei fine settimana. Teniamo molto alla specificit femminile del Collegio, per creare consapevolezza della propria identit, non in termini rivendicativi ma di accoglienza, e nel rispetto globale della persona. La verifica annuale che le allieve compiono con la Direzione si basa sui passi compiuti nella crescita intellettuale, ma soprattutto umana. La nostra attenzione di educatori non fa solo riferimento ai risultati accademici: ci si augura che lesperienza residenziale si riveli realmente formativa per tutte le allieve, unopportunit di consapevolezza di quello che sono e di quello che faranno, quale che sia la scelta di vita che compiranno, nellottica del servizio.
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campanello di via SantAmbrogio 3/a. La Residenza si distinse subito per il suo aspetto comunitario, favorito anche dallesiguit del numero di studenti allora accolti: dieci, dodici al massimo. Si viveva assieme nella condivisione di compiti, responsabilit, incarichi. I ragazzi, provenienti dal centrosud Italia, si fermavano a Roma per lunghi periodi, mesi interi, prima di fare ritorno a casa. La stanzialit dei residenti divenne presto una sua caratteristica, recuperando in qualche modo lo stile originario del Collegio. Aspetti questi che, adattati a una realt di oltre sessanta persone, sono rimasti sostanzialmente immutati anche dopo il trasloco nella nuova sede di via Trasone. Con la fine degli anni Novanta, infatti, il Collegio ha consolidato la propria presenza di Roma, giungendo cos grazie allapporto dei finanziamenti ministeriali allacquisto e alla risistemazione delledificio che ospitava lambasciata della Germania dellEst, nelle vicinanze del parco di Villa Ada. La nuova sede ha visto lingresso dei primi ventidue studenti nellottobre del 2001: ora i ragazzi sono pi di sessanta. La Direzione, poi, per la prima volta nella storia dellistituzione, stata affidata a un exallievo laico. La Pia Societ ha ritenuto di scindere la figura del responsabile educativo da quella del padre spirituale della Residenza, incarico attualmente ricoperto da don Ugo Ghini. Ma sono soprattutto lapertura al mondo, con la presenza di molti studenti stranieri, e la possibilit di essere vicini ai bisogni del sud Italia la vera chiave mazziana per cogliere appieno loccasione di una sede del Collegio a Roma.
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Esperienze
VITTORINO ANDREOLI
Psichiatra
uestinvito a fare memoria mi riporta agli anni di vita universitaria, quando ero un mazziano e studiavo a Padova, proprio nellepoca in cui quellUniversit era rivestita per me di un alone persino mitico. Provo nostalgia: questa memoria dei sentimenti si differenzia dalla memoria della cronaca, dei fatti, perch linsieme di particolari, di sguardi, di rapporti di solidariet che qualche volta silenzioso. Il Collegio Don Mazza stato, per me e per molti, un luogo della sfida: eravamo poveri. Sapeste con quale entusiasmo oggi uso questa parola, perch so quanto povera sia la ricchezza. Era una povert che si doveva sfidare. Per molti di noi lUniversit era una follia. Per molti di noi arrivarci per poter ottenere una laurea era una piccola rivoluzione nella propria storia familiare. Il Collegio stato importante perch ci ha permesso di entrare nel gioco della sfida sociale. Ricordo esattamente quali fossero le difficolt allinizio degli anni Cinquanta, quando arrivavamo al Collegio: da soli non ce lavremmo fatta a sostenere un curriculum universitario, che aveva degli impegni particolari proprio dal punto di vista economico. Quando io studiavo, il Collegio non era solo una scelta di dove andare, ma era lunica possibilit di portare
a termine il proprio progetto, che era quello di raggiungere una laurea e farlo con una forza e una dignit tali che cancellassero il limite iniziale. Il Collegio ci aiutava, ci era necessario. Spingeva ciascuno di noi, persone non abbienti ma desiderose di mostrare che luomo esiste al di fuori dei simboli della ricchezza e della povert. E innescavamo una gara con noi stessi, con quello che poteva essere il nostro io ideale rispetto allio attuale, cio quello delle condizioni in cui ci trovavamo. Frequentare un corso di laurea significava cercare di raggiungere degli obiettivi da cui prima sembravamo esclusi.
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La comunit delleccellenza
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l Collegio Don Mazza lo conosco bene: vi sono stato allievo interno, ci sono ritornato. Eravamo nei primi anni del secondo dopoguerra, nel momento di pi intensa mobilit sociale che lItalia abbia conosciuto negli ultimi secoli. Ed era, non casualmente, il periodo di pi grande e rapido progresso. LUniversit stato lo strumento, il luogo in cui questa mobilit maturata. Occorrevano posti gratuiti per raccogliere i migliori che non avevano mezzi. Parecchi di questi, se non ci fosse stato il Collegio, semplicemente non avrebbero fatto lUniversit. Al Collegio Don Mazza arrivavano liceali da ogni parte di Italia, tutti ammessi per concorso, cio per merito. Si rimaneva dentro se la media era alta e se si facevano gli esami prescritti; se no, pur con una certa tolleranza, si usciva.
I Collegi sono sempre stati, in tutta la storia dellUniversit, pensionati e/o luoghi di eccellenza, fino a diventare e rimanere, specie nel mondo anglosassone, centri universitari tout court. Pensionati e/o luoghi di eccellenza Il Mazza luna e laltra cosa: si ha un tetto, si vive a Padova, ma nello stesso tempo si sta insieme con i migliori della tua e delle altre facolt. Io sono stato al Mazza in un momento particolarmente felice. Era finita la fase pionieristica, i durissimi primi anni del dopoguerra; il miracolo economico italiano scoppiava in quel periodo, il 68 era ancora di l da venire, con tutti i suoi radicalismi, le sue improvvisazioni. I problemi, le idee erano per gi sul tappeto: si discuteva, si discuteva di tutto. Le discussioni tra di noi erano importanti come le lezioni allUniversit, se non di pi. E vi
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era una giusta emulazione. A pranzo e a cena il Direttore chiamava al tavolo chi aveva preso trenta o trenta e lode nelle varie discipline: in tempo di sessione di esame le chiamate erano frequenti. Quando ti chiamava, gli altri ti spernacchiavano, ma ti invidiavano. E poi studiavano. Adesso per un Collegio molto pi difficile essere luogo di eccellenza nel modo semplice e spontaneo del Mazza dei miei tempi. molto pi difficile la selezione perch assai diminuito il bisogno ed di molto aumentato lindividualismo; in pi sta svanendo la funzione di mobilit sociale dellUniversit. Dobbiamo disperare sulla sorte dei Collegi e quindi dellUniversit? No. Tutti i nuovi prestigiosi luoghi di eccellenza sono, ora come allora, luoghi comunitari. Iniziare il proprio percorso formativo post secondario da unesperienza comunitaria, in unepoca in cui i luoghi di aggregazione giovanile tendono a farsi alienanti e non formativi, significa partire col piede giusto. E se i Collegi ci sanno fare, significa inserirsi in una comunit che non si dissolve con il diploma, ma pu rimanere come una grande, preziosa fonte di esperienze e di confronto per tutta la vita.
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FLAVIO RODEGHIERO Deputato al Parlamento, membro della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione
estate precedente linizio dellUniversit avevo deciso di lavorare per contribuire economicamente al proseguimento dei miei studi: trovai un posto come cameriere presso alcune strutture alberghiere sulle Dolomiti. Prima dellestate mi ero comunque orientato a chiedere di entrare al Collegio Don Mazza: alcuni amici mi avevano riferito che l avrei potuto continuare a studiare. Gi la selezione sulla base dei risultati scolastici mi aveva dato lidea di una realt in cui
ciascuno si sentiva impegnato a dare il meglio di s. Ma fu grande la mia sorpresa quando, durante quellestate, il Direttore ed alcuni altri sacerdoti del Collegio, che avevo nel frattempo conosciuti, si fermarono per salutarmi mentre in bicicletta attraversavano le Dolomiti. Un bel gesto di attenzione alla persona che mi convinse definitivamente della bont della mia scelta. Una volta entrato, ci che pi mi sorprese fu la consegna della chiave dellingresso principale:
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quel senso di libert e contemporaneamente la promozione alla responsabilit nella gestione del tempo furono per me fondamentali. Lofferta culturale del Collegio si rivelata fondante nella mia esperienza per almeno tre aspetti: lessere seguiti nei primi passi dai compagni pi anziani, contributo importante per affrontare con serenit il primo impatto con lUniversit e le difficolt negli studi; la vita di comunit, con il suo coinvolgimento diretto e costante che facilita lintegrazione; la relazione continua con i compagni di altre facolt, che favorisce larricchimento umano e la cultura personale. Il rapporto con il Collegio dura nel tempo, perch gli ex allievi possono partecipare alle attivit e proposte odierne, con senso di responsabilit per chi viene dopo, perch anche ad altri sia garantita la continuit di questa opportunit formativa. Impegno che mi sento di dover offrire personalmente sia per il ruolo istituzionale che rivesto, sia per assicurare lalto fine di promozione sociale, ancor oggi validissimo e attualissimo, intuito quasi duecento anni fa da don Nicola Mazza e solennemente sancito dalla nostra Costituzione, con il suo assicurarla anche ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi.
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arecchi studenti lo scoprono dopo, il Collegio. Quando si arriva nella citt scelta per frequentare lUniversit, citt nuova e qualche volta lontana da quella di residenza, per prima cosa si cerca il posto in cui andare a dormire. Alcuni conoscono gi la struttura, magari perch qualche parente o amico lha frequentata in precedenza. Io al Collegio Don Mazza sono arrivato per caso: avevo deciso di iscrivermi alla facolt di Ingegneria a Padova, e cercando tra le possibilit di alloggio sono venuto a conoscere questo Collegio, che mi pareva simile a
quello di Pavia. Poi, una volta diventati allievi interni, dipende dagli studenti stessi il partecipare in modo attivo e gioioso alle diverse iniziative proposte per un ulteriore arricchimento della propria formazione. Sono davvero innumerevoli i corsi e le conferenze organizzati; alcuni, come quelli di informatica e di inglese, sono anche riconosciuti. Questanno abbiamo ripreso le proiezioni di film a tema, seguiti dalla lettura critica e da dibattito, una sera a settimana aperte anche alla citt. Stimoli che si uniscono agli altri, quelli che derivano dal frequentare gli allievi del
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Collegio: in genere la media dei voti dei compagni pi alta di quella dei colleghi di facolt, e questo sprona a migliorarsi sempre, ad aiutare chi indietro o in difficolt. Non sarei nel giusto se poi non aggiungessi che un aspetto di questa esperienza rivelatosi fondamentale quello relazionale e legato alla crescita umana favorita dalla convivenza, con i compagni di stanza che diventano la nostra nuova famiglia. E anche il Direttore ci ascolta e ha instaurato un buon rapporto con noi. Come Presidente dellAssemblea Studentesca, in particolare, mi trovo a lavorare in stretta collaborazione con gli altri studenti, e ho sperimentato quanto sia essenziale e arricchente il confronto: c sempre chi la pensa in un modo e chi in un altro, ma la voglia di dialogo, il desiderio di aprirsi alla fine prevalgono. Sono diventato
Presidente grazie a un intervento fatto durante la prima assemblea cui ho partecipato da matricola, che deve aver fatto rilevare il mio interesse verso ci di cui si stava dibattendo e la partecipazione studentesca in generale. Mi stato proposto di candidarmi, sono stato votato, poi confermato lanno successivo per il lavoro svolto. di sollievo per noi tutti sapere che il cinquanta per cento della Commissione esaminatrice composta da studenti, che decidono per lammissione degli altri. Credo sia proprio questo ci che mi rimarr di questi anni trascorsi al Don Mazza: lamicizia con le persone e questa esperienza da Presidente che, dal punto di vista umano e delle relazioni, mi ha dato tantissimo. Rapportarsi con il Rettore, con il Sindaco, non cosa da poco, e neppure facile, alla mia et. Gi so che mi mancher.
uando due anni fa, la mia amica ed io siamo entrate in Collegio, cercavamo una sistemazione ideale che ci consentisse di concentrarci sullo studio, senza distrazioni. Inizialmente eravamo orientate alla ricerca di un appartamento, ma poi abbiamo preso in considerazione lipotesi del Collegio Don Mazza. Non stata scelta derivante da una ricerca: la facolt di Economia si trova proprio di fronte alla Residenza, quindi abbiamo provato. Ovviamente il nostro desiderio di entrare era grandissimo, ma ci rendevamo conto che, essendo gi avanti con gli studi e abitando in provincia di Verona, le possibilit di essere ammesse non erano tante. Per avevamo delle valide motivazioni e dimostrando di portare tutta la nostra buona volont, determinate a concludere presto gli studi, abbiamo avuto la fortuna di ottenere una stanza. Questo stato
un grande regalo per me, e per questo mi sono sempre impegnata, fin dal primo giorno, a dare qualcosa. Avrei voluto passarci pi tempo, entrare sin dal primo anno: ma chiss, magari avrei approfittato dellopportunit in modo diverso, non con la maturit e lentusiasmo di questi due anni da anziana dellUniversit. Il Collegio mi ha dato tanto. Vi ho trascorso momenti e vissuto esperienze molto importanti, conoscendo tante realt diverse dalla mia, imparando ad adattarmi, a dare agli altri e per il Collegio, fino a capire che sentivo questa struttura proprio come una casa, non un semplice edificio in cui dormivo e mi veniva dato da mangiare insieme a persone che non conoscevo. Mi sono confrontata con le altre studentesse, ho imparato da loro, dalle suore, da me. Alcune ragazze sono veramente straordina-
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rie, delle vere amiche. Ovviamente non sempre e con tutti cos: qualcuna vive male le regole date e non mostra grande interesse per le attivit proposte. Io, in questi due anni, mi sono ritrovata impegnata in mille iniziative, cercando sempre di coinvolgere le altre. ovvio che il mio impegno principale rimasto lo studio: infatti tra poco mi laureo Ma ci che per me stato inaspettato proprio il coinvolgimento che ho sentito dentro per la vita in Collegio: mai avrei pensato che sarebbe stato cos entusiasmante! Essere poi la rappresentante delle altre ragazze, in qualit di Presidente dellAssemblea, significa tanto, soprattutto se si riveste questa carica coscientemente e attivamente. Gi il primo anno mi sentivo parte attiva del Collegio, cos questanno venuto quasi naturale propormi allAssemblea, insieme alla mia compagna di stanza. Rivestire questa carica stato delicato e non sempre facile, ma mi sono adoperata per coinvolgere tutte, senza creare gruppetti e a prescindere dalla facolt di appartenenza e dallet. Anzi, per le matricole mi sono sentita ancora pi responsabile: avevo un occhio di riguardo per loro perch il mio compito era anche quello di far amare il Collegio. In questa mia esperienza ho apprezzato molto le iniziative intercollegiali. Ritengo siano decisamente da promuovere perch permettono di conoscere le realt delle altre sedi e questo contribuisce a creare e tenere vivo lo spirito di appartenenza alla comunit del Mazza. E credo sia molto importante anche il conoscere la vita di don Nicola Mazza. Io, che sento in modo molto forte il suo carisma, ho voluto leggere la sua biografia: trovo giusto che tutti i mazziani ne abbiano una copia, per approfondire meglio il legame con il Fondatore del nostro Collegio.
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nuovi amici mi parso interessante, coinvolgente, utile a me stesso e agli altri. Il partecipare alle Commissioni, il lavorare insieme per dare forma alle proprie idee e aspirazioni si rivelato molto bello. Vedere la buona riuscita del canto della Stella, che nella sede veronese ormai appuntamento storico, riempie il cuore ben oltre i piccoli sforzi che si fanno per organizzarlo. stato proprio linsieme dei piccoli sforzi profusi da studenti e Direzione che ha contraddistinto la mia crescita allinterno del Collegio, perch gli stessi si sono tramutati in tante occasioni da cogliere al volo. Molte volte la diffidenza e la pigrizia di rendersi disponibili e, soprattutto, responsabili allontana da queste possibilit facendo pensare che, forse, meglio siano gli altri a mettersi in gioco: personalmente, grazie anche a qualche energica spintarella, credo perlomeno di averci provato, avendone in cambio unesperienza molto intensa, fatta di arrabbiature, sfoghi, risate e soddisfazioni pi intime che apparenti. Il partecipare alla vita del Collegio, anzi il far vivere il Collegio, la grande opportunit che questa istituzione mi ha offerto per crescere. In questi anni ho scalato le vette istituzionali del Collegio di Verona, da Presidente della Commissione cucina a Presidente (dittatore) dellAssemblea degli studenti. Ironia
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ELENA CASANOVA Gi Segretaria dellAssemblea studentesca della Residenza femminile di Padova ELISABETTA FREGONESE Gi Segretaria dellAssemblea studentesca della Residenza femminile di Padova
a scelta del tarti, a consigliarti, Collegio universia dipanare il filo di tario, e del Collegio quella matassa un Don Mazza in partipo nebulosa che colare, stata deterla vita da matricominata dal vissuto le Stare tra tante dei nostri rispettivi persone, coetanee o fratelli, che qualche di poco pi grandi, anno prima avevano a volte anche obblicompiuto lo stesso gatoriamente a percorso e ne erano causa dellaspetto rimasti soddisfatti. comunitario della Anche il pensiero di struttura, permette convivere con pi di aprirsi. Si persone, rispetto incontrano tanti stialle solite quattromoli, le proposte cinque con cui geneallettano e spingono ralmente si divide un a svolgere attivit appartamento, ha che altrimenti non si Lapide nella Residenza maschile di Verona inciso sulla decisione, farebbero, e cos si scalfendo la paura dellambientazione in una riescono a conciliare studio, frequenza alle nuova citt, tra persone non conosciute. lezioni, nuoto, inglese, organizzazioni di Laccoglienza da parte delle ragazze gi feste molto forte tra noi il senso di ospiti, lapertura e la disponibilit con cui da appartenenza, lo spirito di gruppo, lentusubito si rivolgono alle nuove colpiscono e siasmo, la voglia di creare. sorprendono. netta dal principio la sensaDal punto di vista della crescita umana, poi, zione che si in Collegio, non in appartasi arriva in Collegio che si appena uscite mento e sole: c qualcuno pronto ad aiudal periodo delladolescenza, per lo pi timi-
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a parte, questultima possibilit mi ha permesso di dialogare con gli studenti delle altre Residenze e di conoscere realt diverse e aspetti nuovi dellIstituzione mazziana. Mi sono scontrato con i lati pi burocratici dellEnte e in alcuni casi mi sono sentito un po il politico che cerca di difendere gli interessi della propria sede: di certo mi sono ritrovato a fare cose che quattro anni prima non mi avrebbero nemmeno sfiorato
la mente e per cui non mi sarei certamente sentito adatto. S, credo di essere cresciuto. Il Collegio Mazza per me una sorta di grande laboratorio dove coltivare le proprie idee e in cui non si soli, ma circondati da amici pronti a mettersi in gioco per gli altri con quella humilitas che don Nicola Mazza ci ha insegnato: le porte delle stanze sono sempre aperte.
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de, chiuse: trovarsi qui aiuta a crescere, a uscire dal guscio. Aiuta a prendere posizione, a non temere di rivendicare ci che non piace. Si a contatto con studentesse di tutte le facolt universitarie e questo consente un confronto quotidiano, un arricchimento di prospettive continuo. In questo senso anche partecipare alle attivit dellAssemblea aiuta: permette di venire a conoscenza di informazioni di prima mano, di avvicinarsi maggiormente sia alla Direzione sia alle ragazze, e di vedere la realt da entrambe le prospettive. Ci si rende conto di poter fare qualcosa, anche se non si possono stravolgere le situazioni; ci si pu contrapporre allAssemblea o alla Direzione e si riesce a dare la giusta dimensione alle cose del Collegio. questo rapporto profondo con le persone, le compagne, la Direzione, che rester nel tempo: come dire che, del periodo dellUniversit, il ricordo del Collegio sar quello che porteremo con noi.
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oma nei primissimi giorni di settembre una citt stupenda. Lo fu anche quella volta nellautunno del 2001. In verit non potevo immaginare che lo fosse al punto tale da rimanere in silenzio, insieme ai mille accenti che, danzando sulle parole, colorano le musiche-parlate del centro-sud: gustavo la inebriante fragranza di una nuova vita. Nel difficile compito di offrire una testimonianza per i cinquantanni dal riconoscimento del Collegio, mi sembra giusto tessere la trama e lordito del vissuto, cominciando dal senso immediato di quotidianit, di sconvolgimento, di stupore e curiosit, elementi che non hanno mai tradito lesperienza mazziana dal suo esordio. Per noi, infatti, primi studenti mazziani della sede di Roma, vivere la realt residenziale significava costruire, tracciare un solco, porre le basi per instaurare una tradizione, che muoveva i primi passi raccogliendo dalle molteplici esperienze umane, territoriali, interiori. In verit la prima volta che entrai al numero 56 di via di Trasone, la fisionomia del Collegio era da completare anche da un punto di vista architettonico e strutturale. Le scale e i terrazzi erano imbrigliati in impalcature, che risuonavano dei caricaturali schiamazzi dei muratori, i quali sedevano tuttavia con noi a sera, per vedere e soprat-
tutto commentare le partite della squadra del cuore nella sala TV, al cui allestimento partecipai in prima persona con la scelta e il trasporto dello stesso televisore. In questo dinamismo nacque anche la prima Assemblea della sede di Roma, di cui fui eletto Presidente. Percepita da ognuno di noi come importante opportunit e non opprimente vincolo, divenuta subito sintesi della fucina del nuovo e ferventissimo processo di allestimento e organizzazione delle idee e delle personalit. La mia preoccupazione fu di scavare e pescare in questo divenire in modo da creare una casa umana, fatta per fratelli, uomini, amici, che cooperano per uno stesso fine: il compito non fu facile. Sembravo e sembravamo tutti cos pieni di statiche certezze, o meglio avevamo la necessit di ostentare certezze, specie quando arrideva il successo accademico; atteggiamenti magari volti a nascondere dubbi, insicurezze pi profonde, che si riteneva poco decoroso e rigoroso fare emergere. Ben presto per la necessit di gestire spazi comuni, o la voglia di crearne di nuovi non solo fisici, fece nascere spontaneamente Commissioni, che si riunivano nelle stanze e discutevano fino a notte fonda fra un caff ed un maritozzo, fra il ricordo di una ragazza e la chiarezza e competenza di un
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docente, circa le scelte pi giuste. Nacque finanche una Commissione festeggiamenti, per dare un giusto risalto ai compleanni di ognuno e per preparare di volta in volta una sorpresa al festeggiato. Sotterranea, ambiziosa, mi colp la forza con cui io e gli altri pochi amici residenti acquisivamo o portavamo a migliore sviluppo il gusto, larte anche un po perversa del dialogo, della discussione, del dubbio costante prima di tutto in noi stessi, con noi stessi. Era fondamentale percepire limportanza del rimettersi in gioco, tenuti fermi alcuni importanti essenziali principi, quelli del progetto educativo mazziano. Oggi, dopo tre anni, vivo e godo i frutti di
quei primi passi compiuti insieme: ogni giorno che varco la soglia del Collegio per andare in facolt, in corsia, so di poter attingere ad una sorgente di esperienze, sensibilit, conoscenze, capacit relazionali del tutto mie, peculiari; un quid la cui caratura ed importanza, che costituir senso vivo della vocazione genitoriale e dellesercizio della professione medica, maturata e maturer in maniera direttamente proporzionale alla volont di rischiare, di credere, di affidarsi. Il fascino di vivere il Collegio sta forse proprio nel mutare e nella coscienza del mutamento e dellessere diversi da s, non di meno di quanto lo si dagli altri, con cui pure tanti elementi ci rendono a prima vista simili.
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