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Capitolo 18: Agostino di Ippona 354-430. Studio della retorica a Cartagine: oratore.

. Filosofia sinnamora tramite lHortensius di Cicerone; a Roma apre una scuola di retorica. 387 battesimo a Milano. Cenobio a Tagaste di ritorno da Milano. Testi base: De Trinitate De doctrina christiana Confessioni, De immortalitate animae, Contra manicheos, De libero arbitrio, De vera religione, De civitate Dei, De gratia et de libero arbitrio, De praedestinatione. Formazione. Formazione di base sulla grammatica, e sulle tecniche pi elaborate della retorica e della dialettica. Introduzione alla filosofia tramite lOrtensio di Cicerone, una sapienza che dava risposta al grande problema che sentiva: il male e lo incitava alla vita. Diviene manicheo: il male elemento costitutivo della realt. Poi attraverso lo scetticismo accademico rifiuta il dualismo, cio che il male possa essere un principio come il bene, ovvero due essenze. A Milano si incendia per le Enneadi di Plotino, e del neoplatonismo: ma esso gi filtrato da Ambrogio e dal pensiero cristiano. Gli piace perch combatte il materialismo dei manichei, proponendo la trascendenza assoluta di Dio e una via per risolvere il problema del male. Ma soprattutto Plotino influisce sul concetto di conoscenza. Nei Soliloqui il tema del rapporto fede e ragione: crede ut intelligas e intellige ut credas: unit dei due momenti, 2 facce di un'unica RICERCA di DIO. La confutazione dello Scetticismo e la conoscenza e lilluminazione divina Oggetto: conoscenza della verit. Si parte dal dubbio scettico: il dubbio mostra un insieme di verit: la certezza del soggetto dubitante , la sua esistenza, la sua vita, il suo pensiero. La verit: non la conoscenza sensibile, come Platone e Plotino, bens la verit eterna, immutabile, infinita che non viene dai sensi n dalla mente delluomo che non capace di creare tale verit. Ora: Platone: le idee innate e lanima innata: verit reminescenza del mondo delle idee. Agostino Plotino: verit illuminazione di Dio, tramite il Verbo eterno delle regole eterne (principi universali del conoscere) sulla ratio superiore dellanima. Da ci io ho una conoscenza certa e vera (giudizi eterni e necessari): non interessa la conoscenza sensibile della ratio inferior che Agostino trascura (che attiva), bens la conoscenza vera e illuminata. Dove la mente (ratio superior) trova queste regole eterne? Nella sua memoria (che non reminescenza temporale) ma luogo metafisico innato dellanima dove il Verbo illumina le ragioni eterne e permette la conoscenza vera: giudizi eterni e necessari. Conoscere dunque ascesa a Dio, tramite il verbo illuminante (maestro interiore) tramite il pensiero, ma trascendendolo. La differenza col Platonismo che la conoscenza non memoria-reminescenza ma progressiva illuminazione (atto attivo di Dio).

Senza la ricerca della verit, dentro se se stessi, nella memoria-illuminazione, la Verit non verr mai ad abitare in noi. Verit trascendente, come principi universali e giudizi eterni e necessari. Filosofia e religione, ragione e fede. Credo ut intelligam, intelligo ut credam. Fede e ragione sono due facce di una medesima realt, che ha il suo fondamento in Dio e nella illuminazione; cos come la filosofia la sapienza cristiana vera: meditazione e intelligenza della Sacra Scrittura, per la ricerca e il godimento della Verit, che Dio stesso. Presupposto sempre la FEDE: partendo da essa, si interroga la Sacra Scrittura con la ragione (creata e illuminata da Dio): intelligere diviene tuttuno con il credere. Da ci: De doctrina christiana: lo studio delle arti liberali come presupposto necessario per una migliore intelligenza della fede, che lunica vera sapienza. Il cristianesimo lunica vera religionefilosofia, ovvero la sapienza. Ora: sapienza e ricerca, possesso, godimento della Verit, ovvero di Dio stesso. E un itinerario della mente. Da ci le arti sono ordinate e si riducono alla sacra scrittura, dunque tutto il resto, come le conoscenze legate al mondo sensibile, sono una inutile e dannosa curiositas che ci spingono verso il transitorio e il molteplice. Solo la sapienza cristiana ci spinge verso Dio, allunit. Dio e la Trinit. Accordo tra lEssere di Plotino e il Dio biblico: Dio esodo 3,14: io sono colui che sono: Dio lEssere, unico vero Essere (esse ipsum), verit che permette il nostro conoscere. Solo di Dio si pu dire che ESSENZA, ci che sempre : come Essere non ha limiti, immobile (non ha divenire) eterno, Essere reale, unica verit assoluta. Homo imago: da ci la Trinit. C unanalogia di proporzione tra la Trinit e lessenza dellanima umana creata a immagine: 3 persone, 3 parti funzioni dellanima (memoria, intelletto, volont-amore); 1 sostanza, 1 sola mente dellanima. Ecco che tutto lagostinismo medievale non potr accettare la teoria dellintelletto possibile unico e di tutte le composizioni della mente, perch non c distinzione tra lanima e le sue funzioni. Dio conoscibile, perch: 1) lui che si rivela alluomo che lo cerca-desidera; 2) perch luomo, creato a immagine della Trinit capace di cercarlo-conoscerlo, in virt dellanalogia di proporzione. Padre Figlio Spirito Santo Dio Padre - Essere La creazione e il tempo. Dio essere, intelligenza di s, amore di s: 3 persone eterne e fuori del tempo (atemporali). La creazione ex nihilo da parte del Dio eterno: tutte le cose sono vestigia di Dio, parlano di Dio. DIO Essere Intelligenza Amore UOMO Memoria Intelletto Volont - Amore

Tutto luniverso creato deriva direttamente da Dio mediante il LOGOS FIGLIO DI DIO. Nel logos ci sono le idee eterne platoniche, ma non come un Iperuranio, perch esse sono in Dio, sono la Sapienza-Intelletto di Dio. Il creato-luomo creato immediatamente o in germe come ragione seminale (che verranno alla luce a suo tempo sempre per volont di Dio): sono le ragioni seminali stoiche. Comunque sia, no intermediari, ma un ordine cosmico che in tutto retto dalla volont di Dio. La creazione finita e limitata: essa in essere, dunque bene; nellessere limitata, perch finita, c il male, che lassenza o il limite si un essere imperfetto. La creazione e il tempo sono coestesi (ok Platone Timeo). Tempo nella realt una successione di momenti, di punti uno esterno allaltro senza connessione necessaria. Il tempo invece nellanima percepito come durata: unit di passato (memoria), presente (attenzione), futuro (attesa). Confessioni (XI) Il tempo, come durata, extensio animae. Il male e la libert Dio Essere e bene; la creatura limitata: il male nel limite del suo essere limitato. Male morale: lanima allentandosi dallamore di Dio si volge con la concupiscenza alle cose mondane peccando: luomo intrinsecamente LIBERO. Siamo nella polemica animanichea: negando una relat ontologica al male, Agostino sviluppa la libert delluomo e la natura morale del male. Poi per arriva Pelagio. La polemica antipelagiana: Grazia e libert delluomo. Adamo e peccato originale. Pelagio la colpa di Adamo non si ripercuote sullumanit. Luomo continua ad essere capace di compiere i bene, e nel compierlo riceve la GRAZIA di Dio, che atto di Giustizia. Dunque sembra un razionalismo naturalistico stoico rivestito di moralismo cristiano: capacit naturale di compiere il bene con la grazia dovuta Agostino: dopo Adamo, la natura umana corrotta irrimediabilmente: lumanit una massa damnationis destinata allinferno: la libert annullata, non pu non peccare. Ecco la Grazia: imperscrutabile e libera scelta di Dio di salvare luomo, PREDESTINANDOLO alla salvezza. Quindi luomo non libero, non creato necessariamente, ma per volont libera di Dio, riacquisisce la sua libert (non pi totalmente malvagio e destinato solo al peccato), perch sanato dalla Grazia di Dio ottenuta tramite la redenzione operata da Cristo. Lincarnazione, morte e resurrezione rende possibile il bene alluomo: nuova e superiore libert, ovvero capacit di scegliere il bene e non pu non sceglierlo e salvarsi. Ma la grazia data solo ai predestinati, a coloro che Dio ha scelto di salvare: tale mistero di male e peccato, grazia e salvezza in conoscibile per luomo, perch non pu comprendere i disegni di Dio. Le due citt e la storia. 410. Roma cade sotto Alarico: grande trauma per Agostino e per laccusa rivolta ai cristiani di essere causa della rovina di Roma: scrive il De civitate Dei.

Grande rilettura della storia, secondo la tensione bene male, grazia peccato, riflesso di ci che in ogni uomo: amor di s amor di Dio. Da sempre ci sono due citt: la citt degli uomini e dei malvagi, la citt di Dio in contrasto, la citt del popolo di Dio. Tali due citt ci sono da sempre: gi in cielo, gli angeli ribelli fondano la citt cattiva (degli uomini). Sulla terra le due citt iniziano con Caino (citt degli uomini) e Abele (citt di Dio). Poi 6 epoche storiche delle due citt (6 giorni della creazione): da Adamo a No, da No ad Abramo, AbramoDaniele; Daniele-post esilio babilonese; esilio-incarnazione; da Pasqua alla fine dei tempi. La citt degli uomini visibile, quella di Dio invisibile e sempre esiste tra gli uomini, dediti al culto divino e parzialmente realizzata nella comunit cristiana. Questa prefigurazione della definitiva citt celeste. Storia, allora come attuazione e verifica storica della tensione peccato-grazia: la grazia si manifesta nella citt di Dio, che discende dal cielo. Ma le due citt riflettono la divisione antropologica e morale del peccato-grazia nelluomo, nellessere pro o contro Dio: pertanto le due citt non si identificato con istituzioni storiche, non con Stato-Chiesa, ma sono realt mistiche ovunque. Da qui: teologia della storia cristiana opposta a quella greca: sviluppo lineare di eventi unici e irripetibili (no circolarit e stoico eterno ritorno) sostenuto dalla grazia e guidato provvidenzialmente da Dio, linearmente dallinizio fino alla fine: il Regno di Dio.

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