You are on page 1of 29

Classi V B amministrativo e V L grafico

Con il contributo di:


La rivoluzione di Franco
Basaglia
La società, per dirsi civile, dovrebbe
accettare tanto la ragione quanto la
follia…
F. Basaglia: la storia di un uomo

 Nasce l’11 marzo 1924 a Venezia dove


passa un’infanzia molto felice
 Nel 1949 si laurea in medicina e
chirurgia
 Nel 1953 si specializza in malattie
nervose e mentali
 Nel 1961 diventa direttore
dell’ospedale psichiatrico di Gorizia
 Negli anni ‘70 si occupa del manicomio
“San Giovanni” di Trieste
 Nel 1979 è nominato coordinatore dei
servizi psichiatrici della Regione
Lazio; lascia Trieste per Roma
 Muore a Venezia nel 1980 dopo una
lunga malattia
scrittori e intellettuali hanno detto:
 “La legge 180 non proclama che i malati mentali sono guariti o non esistono, bensì
semplicemente che essi sono cittadini da tutelare al pari di tutti gli altri. Si tratta di una
fondamentale conquista civile che estende il riconoscimento della dignità umana a una
categoria di persone a cui si tendeva negarla.”
(Carlo Magris, scrittore)

 “Ciò che si è fatto a Trieste è in realtà molto semplice, anche se non è stato molto
facile: si è dimostrato concretamente che con un uso non assolutizzante della
tecniche disponibili si possono prevenire e comunque ridurre le crisi e curare il
malato.”
(M. Zanetti)

 “Basaglia non ha mai negato la realtà clinica della malattia mentale e non ha mai
ridotto e non l’ha mai ridotta a mero effetto dell’emarginazione sociale. Ha solo detto che
la situazione esistenziale, sociale, affettiva di un malato mentale incide sulla sua
condizione. Il che non significa affatto sottovalutare la scienza medica.”
(Carlo Magris, scrittore)
I vecchi manicomi…
Un’idea sbagliata
Un malato di mente entra in
un manicomio come una
persona per diventare una
cosa.
Esposti, per lo meno in alcuni
ospedali, anche a condizioni
innominabili e a violenze, i
malati erano spesso esclusi
dalla pietà, dalla considerazione,
quasi non appartenessero alla
società umana di cui ogni uomo,
fino alla morte, fa parte.
Come sono migliorati
i manicomi ?
La rivoluzione dei manicomi
Nel 1971, Basaglia diventò direttore
del manicomio “San Giovanni” di
Trieste. Rivoluzionò l’ospedale
psichiatrico avviando laboratori di
pittura e di teatro. Venne formata
anche una cooperativa di pazienti
che iniziarono a svolgere lavori
riconosciuti e retribuiti.
Nel 1973 Trieste venne designata
“Zona Pilota” per l’Italia nella
ricerca dell’Oms sui servizi di salute
mentale. Ancora oggi i servizi di
Trieste propongono come slogan
il motto:
“LA LIBERTA’ E’ TERAPEUTICA”.
La legge 180
Nel 1978 venne promulgata la legge 180 che riconosceva
finalmente i malati mentali come persone a pieno titolo,
persone in difficoltà, anche assai gravi, ma nella pienezza
della dignità umana.
Questa legge non dichiara la guarigione o la non
esistenza dei malati mentali, bensì semplicemente il fatto
che essi devono essere tutelati al pari di tutti gli altri.
Estratti della legge 180
 Articolo 1: Gli accertamenti e i trattamenti sanitari sono volontari.
Possono essere disposti dall’autorità sanitaria accertamenti e
trattamenti sanitari obbligatori nel rispetto della dignità della persona e
dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione, compreso per
quanto possibile il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura.

 Articolo 6: Gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione relativi alle


malattie mentali sono attuati di norma dai servizi e presidi psichiatrici
extra ospedalieri.

 Articolo 7: E’ in ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici,


utilizzare quelli attualmente esistenti come divisioni specialistiche
psichiatriche di ospedali generali o sezioni psichiatriche e utilizzare
come tale divisioni neurologiche o neuropsichiatriche.

 Articolo 10: il codice civile è stato modificato come segue:


- Nella rubrica del libro III, titolo I, capo I, sezione III, paragrafo 6 del
Codice Penale sono soppresse le parole: di alienati di mente;
-Nella rubrica dell’articolo 716 del Codice Penale sono soppresse le
parole: di infermi di mente.
La nostra esperienza
Non sappiamo bene per quale motivo, ma prima di questi
incontri credevamo che il disagio psichico fosse una malattia
che potesse riguardare solo gli adulti, con i loro problemi e le
loro gioie.
Solo ora, grazie a questi incontri, riusciamo a capire quanto
questa idea fosse sbagliata: basta un equilibrio infranto, un
rapporto distrutto, una forte delusione per creare dentro ad
ognuno di noi le reazioni più imprevedibili come ansia,
depressione e schizofrenia.
Per questo motivo abbiamo capito che anche gli adolescenti
possono essere soggetti a queste “malattie”.
A beautiful mind
Nel 1949, John Nash entra nella prestigiosa
Università di Princeton con una borsa di studio
per il dottorato. Refrattario ad instaurare
rapporti sociali, Nash ha solo due amici:
Charles, il suo compagno di stanza, e le
formule matematiche. Ossessionato dal
pensiero di trovare un'idea originale a cui
applicare le sue formule, John riesce nel suo
obiettivo. Le sue idee gli procurano fama ma in
piena "guerra fredda" viene contattato
dall'esercito per la sua incredibile capacità di
decodificatore. Entra così in contatto con
William Parcher, oscuro personaggio del
governo che lo assolda per una missione top
secret. Contemporaneamente John trova
anche l'amore di Alicia, una giovane
studentessa di fisica, che diventa sua moglie.
La vita di John viene, a questo punto,
sconvolta da una terribile scoperta. Charles, la
sua nipotina e lo stesso Parcher sono in realtà
solo proiezioni della mente malata di John,
affetto da una grave forma di schizofrenia.
Benny & Joon
Joon Pearl è una malata di mente che vive
assieme al fratello Benny. Costui,
continuamente in apprensione per la
sorella, assume una dopo l'altra diverse
governanti che si prendano cura di lei e
della casa, ma Joon fa sempre in modo di
allontanarle con il proprio comportamento.
Una sera Benny porta Joon con sé ad una
partita di poker; mentre lui è via la sorella
gioca al suo posto perdendo la partita ed è
costretta a portare a casa Sam, lo strano
cugino del vincitore. Sam si rivela piuttosto
stravagante ed eccentrico. Il cugino,
frustrato dal suo mutismo e dal suo
continuo fare il mimo, lo scarica volentieri
ai Pearls. Qui Sam inizia a prendersi cura
della casa e a cucinare e diventa ben voluto
da Benny e Joon nonostante la sua
bizzarria. Tra Sam e Joon nasce presto una
relazione che Benny è molto riluttante ad
accettare.
La seconda ombra
« Quando medici e infermieri con la scusa di
curarmi, mi torturavano, io mi rifugiavo nella
mia seconda ombra, e non sentivo più niente »

Sotto la veste di fattorino, quello che sarà il


nuovo direttore del manicomio di Gorizia si
rende conto delle condizioni in cui vivono i
pazienti del manicomio.
Tra elettroshock, lobotomie, camicie di forza,
percosse e clausura i malati mentali vivono in
una raccapricciante situazione. Diventato
direttore, riesce a modificare il ruolo di operare
dei medici e degli infermieri e migliorare le
condizioni di vita dei pazienti. Sfrutterà l'ampio
giardino dell'ospedale, prima interdetto ai
pazienti per passeggiate e pranzi all'aperto.
Arriverà a proporre l'abbattimento del muro che
divide i malati dal resto della società e così
avverrà.
C’era una volta la città dei matti…
Italia, primi anni 60. Franco Basaglia è un
giovane psichiatra che per i suoi continui
scontri con il mondo accademico viene
mandato a dirigere il manicomio di Gorizia.
Lì non trova un luogo di cura ma di
segregazione, dove i malati vengono legati
ai letti di contenzione, immobilizzati con le
camicie di forza, sottoposti ad elettroschock.
Tra questi c’è Margherita che, rinchiusa in
manicomio dalla madre per il suo carattere
istintivo ed esuberante, è diventata una
creatura ribelle ed ingovernabile.
Sotto la direzione di Basaglia nel manicomio
viene eliminata ogni forma di costrizione
fisica dei malati. I pazienti possono finalmente
passeggiare nel parco dell’istituto,
riappropriandosi di quegli spazi indispensabili
per guarire. Grazie al nuovo corso,
Margherita, Boris e altri degenti si riaffacciano
alla vita. L’attività di Basaglia fa il giro del
mondo e il suo sogno di chiudere, in Italia, i
manicomi tradizionali, si trasforma in una
legge: la 180.
Manifesti realizzati
hanno collaborato:
Progettazione grafica 5 L Redazione testi 5 B

Paolo Barbieri Stefano Panizzolo Milella Federica


Fulvio Berto Roberto Perrucci Jessica Valsecchi
Antonio Bisceglie Eleonora Piovan
Davide Bozzato Giorgio Pruni
Emanuele Cabboi Alessia Radaelli con la supervisione di:
Francesca Figini Laura Ricucci
Maria Pia Cardamone
Giade Galimberti Mattia Sarcina
Alessandro Cigno
Marco Gianpaolo Luana Serra
Eugenio Spreggiaro
Veronica Maida Michela Speranza
Veronica paladino Camilla Suarez
Valentina Palazzo Emanuela Valente
Classe VBeVL

You might also like