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Grammatica greco-latina:
Sostantivo + aggettivo = nome
collettivi
astratti maschile
femminile
comuni concreti
persone
propri
cose
animali
genere
significato
Nome-sostantivo
Radice+desinenza
struttura numero
singolare
primitivi
radice+desi plurale
derivati
nenza
alterati
variabili
composti
(prefisso)+radice+(suffisso)+desinenza
invariabili
diminutivo,accrescitivo,vezzeggiativo, difettivi
dispregiativo
regolari
Sovrab-
bondanti
Caratteristiche:
1. Parte del discorso FLESSIBILE
2. Categorie di flessione:
GENERE
NUMERO
(CASO) - inesistente in italiano e nelle
lingue romanze moderne tranne il rumeno
(DECLINAZIONE) inesistente nelle lingue
romanze moderne
Classi:
Dal punto di vista della designazione di categoria:
1. Nomi propri
- si riferiscono a singola persona, a singolo animale, a
singola cosa e si scrivono con liniziale maiuscola
(Giovanni, Fido, Firenze, Cervino)
- a nomi di enti, istituti ecc.
- a nomi etnici quando si riferiscono al popolo preso
nel suo complesso: i Greci, gli Eschimesi, i Toscani
2. Nomi comuni
- si riferiscono a intere classi di persone, animali, o
cose
Classi:
Dal punto di vista della natura del
referente espresso:
1. Nomi concreti
- usati per indicare elementi tangibili
percepibili mediante i sensi:
casa, profumo
2. Nomi astratti
- usati per definire elementi o concetti
immateriali: logica, felicit, paura
Classi:
Dal punto di vista del numero del
referente espresso:
1. Nomi individuali
- usati per identificare singoli individui o
entit (persone, animali, cose, concetti)
indicandoli con la denominazione propria
o comune: tazza, donna, fiume
2. Nomi collettivi
- designano insiemi di individui, animali o
cose: gente, mandria, stormo
Classi:
Dal punto di vista della forma del significante:
-o cambiano in -a (maestro/maestra)
Eccezioni:
dio/dea
re/regina
strega/stregone
Casi particolari nella formazione del
femminile
1. Nomi di genere comune riferiti a persone
nomi di animali
hanno una forma comune per i maschi e le femmine
per specificare si aggiunge il termine maschio o femmina
il serpente (maschio/femmina)
la mosca
la volpe
Casi particolari nella formazione del
femminile
3. Per i nomi stranieri indicanti professioni o titoli in genere:
si usa l'articolo per indicare il femminile: la manager, la designer
alcune professioni sono nomi o maschili o femminili come steward (m.) o
hostess (f.)
4) Molti nomi in -ista e -cida che si riferiscono a persone, hanno una forma
al plurale per il maschile e una per il femminile:
il / la barista - i baristi, le bariste; il / la matricida - i matricidi, le matricide
La formazione del plurale
5) Generalmente il suono tende a conservarsi, cos i suoni velari /k/, /g/
richiedono una "h" al plurale sia per i nomi maschili che per i nomi femminili
che hanno l'accento sulla penultima sillaba: sulla penultima sillaba: parco /
parchi
Eccezioni: amico / amici, nemico / nemici, greco / greci, porco / porci
I nomi maschili in -co e -go con l'accento sulla terzultima sillaba al plurale
terminano in -ci / -gi: il medico / i medici, lo psicologo / gli psicologi
Eccezioni: abaco/ abachi, apologo / apologhi, carico / carichi, catalogo /
cataloghi, decalogo / decaloghi, dialogo / dialoghi, epilogo / epiloghi, incarico /
incarichi, monologo / monologhi, obbligo / obblighi, pizzico / pizzichi, prologo /
prologhi, rammarico / rammarichi, scarico / scarichi, solletico / solletichi,
stomaco / stomachi, strascico / strascichi, valico / valichi
7) I nomi che terminano con una "i" accentata prendono due "i":
il brulichio / i brulichii, l'oblio / gli oblii, lo zio / gli zii
Eccezione: il dio / gli dei
8) I nomi che terminano con una "i" senza accento prendono una sola "i":
bacio / baci, occhio / occhi
i nomi che finiscono in i: la tesi / le tesi, la crisi / le crisi, lalibi / gli alibi
boa
boia
lama
vaglia
gorilla
messia
paria