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Locus
Posizione fisica di un determinata sequenza di DNA sul cromosoma
Polimorfismo
Presenza, in individui diversi, di sequenze di DNA differenti in un determinato locus
Allele
Una delle possibili varianti alternative con cui un polimorfismo si presenta nella popolazione
Genotipo
Combinazione di alleli paterni e materni presenti ad un determinato locus in cromosomi omologhi
Omozigote / Eterozigote
Soggetto con genotipo caratterizzato da alleli paterni e materni identici / diversi
Fenotipo
Espressione visibile dell’azione di un gene; il quadro clinico di una malattia genetica
Mutazione
Cambiamento permanente in una sequenza di DNA, indotto da errori nel processo di replicazione del DNA; se
interessa le cellule germinali, la mutazione verrà ereditata dalla progenie
Test genetico
“Analisi di specifici geni, dei loro prodotti o della loro funzione, nonché ogni altro tipo di indagine del DNA o dei
cromosomi, finalizzate ad individuare o a escludere modificazioni del DNA verosimilmente associate a patologie
genetiche” Comitato nazionale di Bioetica, 1999
Le malattie ereditarie e i loro meccanismi molecolari
Anomalie cromosomiche
- numero anomalo o anomalia strutturale dei cromosomi (“mutazioni genomiche”)
Malattie monofattoriali
- causate da mutazioni in singoli geni
mutazioni puntiformi:
• missense GAG (glu) > AAG (lys)
• nonsense CAG (gln) > UAG (stop!) beta talassemia β39
• nel promotore
• alterazione dello splicing del mRNA
• inserzioni o delezioni puntiformi che alterano la cornice di lettura del DNA
delezioni
inserzioni
duplicazioni
espansioni …CAGCAGCAGCAG > …CAGCAGCAGCAG Corea di Huntington
Anomalie cromosomiche
Singolarmente sono patologie rare, ma nel loro insieme colpiscono circa lo 0.5% di neonati. Si manifestano in
prevalenza in età pediatrica (il 5-10% dei bambini ospedalizzati lo sono per una malattia genetica), solo il 10%
diventa clinicamente evidente dopo la pubertà.
Possiamo distinguere queste malattie in base alla posizione del gene affetto sul cromosoma:
autosomiche
legate a cromosomi sessuali (X-linked)
eterogeneità: fenotipi simili possono essere causati da difetti diversi dello stesso gene o da mutazioni in geni
diversi;
penetranza incompleta: il genotipo patologico non si esprime costantemente in fenotipo;
espressività: il genotipo patologico si esprime in fenotipi di gravità variabile;
variabilità nell’età di comparsa: non tutte le malattie genetiche sono congenite (manifeste clinicamente alla
nascita);
effetto del sesso: vi sono malattie genetiche autosomiche che si manifestano esclusivamente, o con più alta
frequenza, in un determinato sesso;
anticipazione e instabilità: tendenza della malattia genetica a manifestarsi in successive generazioni ad una
età sempre più precoce e con sintomi sempre più gravi
Malattie autosomiche dominanti
Spesso il paziente affetto ha una fitness ridotta, con diminuita capacità di riprodursi. La malattia è quindi mantenuta
nella popolazione per la comparsa di mutazioni ex novo (figli affetti con genitori sani).
Gli omozigoti sono rarissimi se non in presenza di matrimonio assortartivo (acondroplasia) o per consanguineità e
hanno in genere una sintomatologia più severa rispetto all’eterozigote.
I genitori sono solitamente eterozigoti (portatori sani), con il 25% di rischio di generare un figlio omozigote.
Classicamente il pedigree mostra solo un membro della famiglia affetto o, al massimo, fratelli affetti.
Beta-talassemia: in Sardegna il 12% degli individui è portatore sano; lo screening ha consentito di ridurre ad un
terzo il numero di bambini affetti nati ogni anno.
La più comune malattia AR in Europa è la fibrosi cistica (1/2000 neonati affetti; circa il 5% degli individui portatori
sani).
Difetto del trasporto di ioni attraverso la membrana cellulare di ghiandole esocrine (polmoni, pancreas, ghiandole
sudoripare) con insufficienza pancreatica ed infezioni polmonari croniche.
Eterogeneità con numerose varianti alleliche che determinano il difetto della proteina (in Italia il 45% dei casi
sono dovuti ad una specifica mutazione “ΔF508”: perdita di 3 basi con conseguente mancanza di una fenilalanina
nella catena aminoacidica della proteina);
Conseguente difficoltà ad impostare uno screening degli eterozigoti;
Possibilità di screening neonatale.
Fibrosi cistica
Diagnosi prenatale
coppie con familiarità
coppie con figlio affetto
Diagnosi preimpianto
! l’infertilità può essere il solo sintomo evidente in soggetti affetti portatori
di varianti allelica clinicamente “blande” (screening per CF preimpianto o
alla donazione del seme?)
Screening neonatale
In Italia è previsto per legge (n° 104 del 1992) lo screening per fibrosi
cistica, ipotiroidismo, fenilchetonuria, e -in alcuni regioni- galattosemia;
in toscana screening per altre 40 malattie metaboliche
• patologie clinicamente ben definite, ad alta frequenza nella popolazione,
possibilità di effettuare un trattamento terapeutico “curativo” (terapia
ormonale/dietetica) o migliorativo grazie alla diagnosi precoce
• disponibilità di test diagnostici semplici, rapidi, poco costosi, con pochi
falsi positivi e falsi negativi (metodi biochimici)
• il test è effettuato su una minima quantità di sangue prelevata dal tallone
del neonato
MalattieX-linked
Scopo:
scelta informata riguardo alla possibilità di avere un figlio affetto
rassicurazione delle coppie a rischio (riduzione dell’ansietà, possibilità comunque di iniziare una gravidanza)
Indicazioni:
rischio di avere un figlio affetto pari al rischio di aborto insito nell’esame
età avanzata della madre
un precedente figlio con anomalia cromosomica (donne con <30aa con un figlio Down hanno 1% probabilità che
il secondo figlio sia malato, in confronto allo 0.1% della popolazione generale)
presenza di un’anomalia strutturale di un cromosoma in uno dei genitori
storia familiare di malattia genetica monofattoriale (per la quale sia disponibile un test genetico o biochimico
diagnostico)
storia familiare di malattia genetica X-linked (identificazione del sesso fetale)
L’accertamento della paternità biologica è una ragione sufficiente per la diagnosi prenatale?
“La richiesta, da parte di uno dei genitori, di un test genetico sul feto al fine di accertare una condizione non
patologica non deve essere accolta, a meno che la condizione non sia connessa con un aumentato rischio di
malattia per il feto”. Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie – linee guida per test genetici,
1998
Diagnosi preimpianto
Il materiale cellulare prelevato dagli oociti o dall’embrione coltivato in vitro è esaminato in relazione ad una
determinata anomalia genetica. Dopo la diagnosi gli embrioni non affetti (ma non sempre…) sono selezionati e
trasferiti nell’utero.
1990 prima applicazione per determinazione del sesso in malattie X-linked
1992 prima nascita di un embrione selezionato (fibrosi cistica)
Fecondazione in vitro (FIV)
stimolazione ormonale delle ovaie
raccolta degli oociti mediante aspirazione tranvaginale
iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo
Biopsia dell’embrione
allo stadio di divisione di 8-12 cellule (3° giorno) una o due
cellule possono essere prelevate senza arrecare danno
all’embrione
dopo la diagnosi, gli embrioni selezionati possono essere
trasferiti in utero
in alternativa biopsia allo stadio di blastocisti (300 cellule
circa, 4°-5 giorno), ma è difficile coltivare in vitro l’embrione
sino a questo stadio
Diagnosi preimpianto
Malattie monofattoriali
! Possibilità di selezionare per l’impianto embrioni affetti (acondroplasia, sordità genetiche)
Malattie X-linked
! Lo spinoso caso dell’Incontinentia Pigmenti ed altre malattie X-linked dominanti
Selezione del HLA per fare del nascituro un potenziale donatore di tessuti o organi
! 2001 in una coppia portatrice del difetto genetico per l’Anemia di Fanconi il secondo nato è stato ottenuto mediante
fecondazione in vitro e diagnosi preimpianto, allo scopo di selezionare un embrione sano e con compatibilità
tissutale HLA per consentire trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale a favore del primogenito malato
! 2002 una coppia normalmente fertile si sottopone a FIV con diagnosi preimpianto al solo scopo di selezionare un
embrione HLA compatibile con il primogenito, affetto da leucemia
Test biomolecolari
> 190.000 test eseguiti
10% test prenatali (71% nel Lazio: laboratori Test Citogenetici
privati che “offrono insistentemente” test per CF,
DMD, X fragile, sordità genetica a coppie senza
alcun rischio famigliare)
altri comuni test prenatali riguardano la diagnosi
molecolare di aneuploidie, beta-talassemia,
acondroplasia
test postnatali più comuni:
•trombofilia 25%
•CF 23% (soprattutto in casi di infertilità)
• HLA 9% (studi di associazione)
tutti i parenti di primo grado di un soggetto in cui è identificata la mutazione hanno il 50% di probabilità di
essere anch’essi portatori (right not to know)
i maschi, oltre che trasmettere la mutazione alla progenie, hanno rischio lievemente aumentato di k prostatico
(BRCA1) e mammario (BRCA2)
sottoporsi a profilassi chirurgica con mastectomia bilaterale od ooforectomia bilaterale (in genere dopo la
maternità, visto che il rischio di k ovarico non aumenta prima dei 40aa)
! Penetranza incompleta: non tutti i soggetti portatori di mutazione sono destinati a sviluppare il tumore
hanno lo stesso rischio della popolazione generale di sviluppare un tumore mammario od ovarico
“Deve essere adottata grande cautela da chi gestisce la fase consultoriale che precede il test nell'individuare
situazioni di conflitto tra la decisione di una persona a sottoporsi ad un test genetico che può rivelare l'elevato
rischio di malattia anche in un familiare, e la volontà di quest’ultimo di non sapere, o di non far sapere, tale
informazione. Nel caso che si verifichi una situazione del genere deve essere fatto ogni possibile tentativo di
comporre il conflitto tra le due diverse posizioni. Se ciò risultasse impossibile, il prevalere dell'una decisione
sull'altra dovrà essere valutato nel singolo caso, tenendo conto della gravità delle conseguenze prevedibili nei due
casi. Nel caso in cui ogni tentativo sia vano, prevale il diritto al test di chi l'ha richiesto, se la rinuncia ad esso
comporta la omissione di trattamenti che prevengono o curano la malattia o l'adozione di strategie che prevengono
il concepimento o la nascita di figli ammalati.”
Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie – Linee guida per test genetici, 1998
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