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- I TIPI

EDILIZI -

La molteplicit dei fabbricati realizzati e quindi le diverse case particolari costruite, inducono luomo a generare fatti edili socialmente pi complessi; la presa di coscienza degli oggetti da lui stesso prodotti lo inducono ad estrarre dagli oggetti la base concettuale caratterizzante che li accomuna, a passare dalle singole case al tipo edilizio.

Il tipo edilizio pertanto inteso come estrazione concettuale dalla pluralit degli oggetti edilizi.

Luomo eschimese, per esempio, vede e vive solo abitazioni emisferiche fatte di una calotta di neve ghiacciata, nessuna identica all'altra ma tutte simili tra loro; egli matura cos quella idea di casa e il suo concetto tipologico della casa corrisponde all'igl che diviene il suo tipo edilizio. Il concetto diventa cos modello operativo per il costruttore che spontaneamente vede per fare e fa perch ha visto; il modello implica ogni fondamentale componente architettonica e diventa immagine risolutiva di ogni essenziale dubbio umano: forma sensibile, spazio abitativo, strutture realizzative, materiali costitutivi. Il tipo edilizio di un certo ambito civile e storico, dunque categoria di coscienza collettiva, categoria di giudizio e modello d'azione, anzi esso guida la nuova produzione proprio concettualizzando quella acquisita.

La legge tipologica comunque svincolata dalle diverse configurazioni che, in uno specifico ambiente e in un dato momento storico, le componenti della costruzione possono assumere nei singoli edifici. Il concetto di tipologia fa riferimento alla comune tipicit delle infinite versioni applicative delle singole componenti della costruzione che costituisce patrimonio comune costante anche nelle variazioni individuali.

Nel caso dell'igl l'elemento costruttivo tipico rappresentato dai blocchi opportunamente conformati di neve dura, materiale organico, pesante, resistente soprattutto a compressione. La loro connessione, mediante legante di neve interposto, genera una struttura-tipo a cupola emisferica, portante chiudente, omogenea, solidale, continua fin nella fondazione ad anello. Tale struttura definisca un tipico spazio interno polare, assolutamente determinato, unitario univoco e una figura architettonica tipica, un volume emisferico fortemente geometrizzato in senso unitario. Nelle realizzazioni si pu distinguere un certo margine di variazione cos che alla tipicit dellelemento costruttivo di base, alla tipicit della struttura, alla tipicit dello spazio interno nonch alla tipicit dellimmagine architettonica non corrisponderanno fabbricati uguali: la figura tipica dell'igl sar conservata anche quando nel costruirlo la singola individualit familiare vi imprimer le proprie connotazioni adottando per esempio diverse dimensioni dei blocchi, un diverso diametro, una diversa freccia, un diverso spessore della calotta, ecc.

Usiamo pertanto il termine tipo edilizio e non tipo architettonico in quanto la definizione tipologica si forma appunto astraendo dagli aspetti individualmente architettonici dei singoli prodotti, concentrandosi piuttosto sul confronto dei caratteri comuni a tutti.

Gli edifici sottesi da un preciso modello tipologico presenteranno un comune denominatore tecnico, funzionale e formale, che consente a tutti di far sistema in un tessuto edilizio.

Nel passato il tipo edilizio, particolarmente quello residenziale, era un fatto di coscienza collettiva, un concetto di casa ancorato al generale costume abitativo e quindi comune a tutti, ai committenti, ai costruttori ed ai fruitori, oltre che ai progettisti; era un patrimonio culturale-civile che da un lato derivava continuamente per astrazione concettuale dagli esempi costruiti, visibili e fruibili, e dall'altro fungeva da modello tecnico, funzionale e compositivo per ogni nuova realizzazione. Ogni nuovo edificio, in relazione alle esigenze della committenza, alle risorse disponibili, alla situazione ambientale ed alle attitudini dell'artefice, forniva in qualche misura una sua versione del concetto tipologico, realizzandolo con le variazioni necessarie ad adeguarlo alle specifiche circostanze particolari. Le variazioni potevano esaurire la loro influenza nel singolo edificio; ma variazioni di produzione, di inserzione o di risoluzione reiterate, potevano generalizzarsi fino ad arrivare un po' per volta alla modificazione del concetto tipologico stesso: e poich esso funzionava da modello di nuove costruzioni, la modificazione del tipo edilizio si esplicava a sua volta nelle nuove realizzazioni. Cos singole variazioni concrete potevano riscuotere un sempre pi generale consenso arrivando a modificare la coscienza collettiva del concetto stesso di casa che esternava detto cambiamento nella produzione edilizia.

Queste variazioni per arrivare ad incidere nella sempre resistentissima coscienza tipologico-edilizia collettiva dovevano rappresentare dei veri eventi della storia delle costruzioni che, filtrandole, recepiva fra esse solo quelle realmente incisive e determinanti sul suo sviluppo. Il tipo edilizio pertanto si forma e si trasforma solo conseguentemente a grandi vicende civili della societ (ideologico-culturali, economico-tecniche, politico-sociologiche, linguistiche); in un certo momento storico. E come un riassunto dello sviluppo civile avvenuto fino a quel momento, un fedele ritratto, in termini edili, della civilt in quel momento, del suo sistema di valori, delle generali attitudini umane (logiche, economiche, etiche ed estetiche). La permanenza tipologica pu essere di tale importanza ed assumere continuit storica tale da fissare uno specifico linguaggio architettonico che filtrer nuovi apporti e li tradurr in termini stilistici. Ma ancor pi che dal fattore stilistico e proprio per questa azione di filtro il linguaggio architettonico fondamentalmente rappresentato dalla tipologia edilizia, che funge da matrice.

Si esposto il concetto di tipo edilizio tramite l'esempio elementare dell'igl eschimese, altrettanto avremmo potuto fare con il nuraghe sardo, il trullo pugliese e i vari tipi di capanne omogenee di argilla, per esempio coniche nell'Africa equatoriale e cubiche nel Nuovo Messico; oppure con gli innumerevoli tipi di capanne di legno, di frasche, di paglia o di giunco, sparse in tutto il mondo non evoluto, fino al tipi degli Indios americani, a traliccio portante di legno e superfici chiudenti di pelli; ed anche i diffusissimi casi di tipologia tecnologico-strutturale mista, dai casoni della bassa pianura padana e veneta, ai tucul dell'altopiano etiopico.

Tutti questi tipi di abitazione, che per secoli sono stati il modello integrale di infinite costruzioni, continuano ad avere un pieno valore di tipo edilizio, esprimendo tuttoggi un concetto di casa a livello di coscienza spontanea che possiamo sinteticamente e generalmente definire con un nome (cio dagli infiniti oggetti individuati possiamo estrarre un concetto tipologico di casa). Invece quei semplici tipi di abitazione sono ben altrimenti importanti in quanto non solo rappresentano dei fatti architettonici reali, completi nella propria organicit di implicazioni costitutive, ma dichiarano, nella forma pi elementare ed essenziale, le loro singole componenti e la legge connettiva di organismo di esse. Essi rappresentano degli organismi indivisibili, poich qualunque cosa gli si tolga cessano di essere delle case, per ridursi ad un parziale assieme di componenti architettoniche o addirittura per annullarsi.

I tipi ricordati rappresentano delle case particolari, caratterizzate dall'avere uno spazio interno unico, un solo vano abitabile, cio una elementariet fruitiva che, a confronto con la pluralit funzionalespaziale delle abitazioni delle civilt anche minimamente evolute, pu apparire astratta e solo storicamente significativa e interessante. E evidente infatti che se dell'igl seppelliamo sotto la neve il volume-forma, o di neve ne riempiamo lo spazio interno, o ne dimezziamo la calotta emisferica, o addirittura ne sciogliamo i blocchi di neve costitutivi, se cio eliminiamo o snaturiamo una delle sue componenti-base, non avremo pi una casaigl ma solo la parziale intenzione di essa, rispettivamente senza risultante formale, o senza ragione funzionale, o senza consistenza strutturale, o addirittura senza base tecnologica.

Chiamiamo questi spazi elementari case Per queste ragioni la cellula edilizia rappresenta un monocellulari, poich rappresentano la cellula vero e proprio tipo edilizio. edilizia intesa come la pi elementare organizzazione unitaria dei fattori necessari e sufficienti a costituire un organismo completo.

I tipi edilizi pi complessi, delle civilt evolute di ieri e di oggi, non possono essersi formati che sulla base del tipo monocellulare, modello architettonico per una minima vita familiare. Conseguentemente allevolversi delle necessit esistenziali la cellula edilizia stata dapprima articolata al suo interno secondo le diverse funzioni domestiche e poi addizionata ad altre entit similari.

Lincremento dello spazio abitativo attraverso lunione di analoghe cellule edilizie ha progressivamente messo in crisi le cellule a pianta circolare con le quali era impossibile ottenere un volume compatto e organico essendo intrinsecamente autonome per forma, e sempre giustapposte e strutturalmente scollegate tra loro e con la cellula-madre.

Solo la cellula a pianta quadrangolare rese possibile il passaggio dai tipi monocellulari a quelli pluricellulari, in pianta e poi, conseguentemente alla messa a punto dei collegamenti verticali, anche in elevazione.

La cellula edilizia, unit compiuta, risulta poi elemento matrice della configurazione della citt.

Di tutti i tipi edilizi complessi la cellula edilizia rimasta come una sorta di minimo comune denominatore antropico; di misura relativamente costante nelle diverse epoche e nei diversi luoghi, quattro-sei metri di lato, la cellula-tipo a scala umana perch dall'uomo psicologicamente e funzionalmente vissuta con naturalezza; perch per l'uomo tettonicamente chiara e certa, grazie alla comprensibile essenzialit della sua consistenza tecnologico-strutturale; perch da parte dell'uomo visivamente apprendibile anche dall'esterno, grazie alla sua rappresentazione di facciata. La riconoscibilit della cellula edilizia non vanificata da eventuali suddivisioni che levoluzione dei costumi o ladeguamento funzionale possano aver indotto relativamente ad attivit che si svolgevano un tempo in un unico vano.

Una eventuale dilatazione dello spazio primigenio, sia in pianta (saloni), sia in altezza (doppia), sia in prospetto (ordine gigante) sono sempre riconducibili al vano tipo e con questo rapportabili.

Levoluzione tipologica degli edifici promossa dalle possibilit applicative di nuovi processi edilizi caratterizzati da uno specifico significato espressivo. Lassunzione di nuove forme ottenibile attraverso la corretta utilizzazione di nuove tecnologie, convenientemente impiegate e formalmente orientate in accordo con il cambiamento del gusto.

La ripetibilit aggregativa di una cellula edilizia a formare un tipo edilizio pluricellulare, considerando che la cellula di per s un tipo edilizio, induce a riconoscere le attitudini moltiplicative tecnicamente intrinseche al tipo edilizio urbano. Ammirando nelle citt antiche, la continuit, l'unit d'insieme di certe pareti stradali, pure composte da numerosi edifici singolarmente differenti per qualificazione storico-stilistica, inevitabile chiedersi come un lavorio formativo e trasformativo, protrattosi talvolta per secoli, possa aver portato ad un risultato tanto pi univoco e significante di quello a cui generalmente si perviene realizzando nellarco di poco tempo, una strada delle nostre periferie.

La continuit architettonica a scala edilizia e urbana deriva, pi specificatamente, dalla compatibilit aggregativa dei tipi edilizi costitutivi, dalla loro intrinseca dotazione di valenze associative che gli permettono di fare sistema con altri tipi affini cos da consentire ad una pluralit di edifici derivati dallo stesso concetto tipologico di dare origine ad una unit, ad una nuova realt qualitativa; per esempio, un certo numero di edifici lungo una strada in una parete stradale. Nasce cos il tessuto aggregativo edilizio (tessuto edilizio), un sistema che, a diversa scala e quindi con pi larghe implicazioni sociali, rappresenta una nuova entit sociologico-edilizia, assimilativa di pi individui architettonici tipizzati. Una lettura critico-edilizia di tante strade antiche ci chiarisce come la loro unit d'insieme stia innanzitutto nella costanza tipologica (strutturale, distributiva ed anche compositiva) di tutti gli individui architettonici che la compongono: ovvero nella permanenza storica del tipo edilizio che stato modello di essi e alla cui evoluzione storica risalgono le pi salienti differenziazioni tra gli edifici contigui.

Le leggi connettive di un edificio al contiguo non menomano l'autonomia del singolo individuo architettonico, ma, sollecitandone il rapporto col confinante, ne fanno un edificio urbano, un individuo sociale.

Nemmeno in un allineamento continuo di edifici contigui e tipologicamente affini lautonomia del singolo individuo viene meno: basti pensare che laggregazione , non avvenuta mediante un muro in comune, ma al massimo attraverso l'adiacenza di due muri distinti; talora con interposizione di un distacco pi o meno ampio (fino a risalire all'ambitus romano), che non spazio privato di una singola casa n propriamente uno spazio pubblico (spesso neppure uno spazio umanamente fruibile); frequentemente con l'interposizione, al centro della profondit, di un cortile interno (poi pozzo di luce, cavedio, chiostrina, ecc.) che, nella sua funzione di aereazione e illuminazione del centro della casa, si potenzia bens dell'accoppiamento con il cortile della casa adiacente, ma rimane completamente privato. Cos in un tessuto aggregativo continuo (e tanto pi ovviamente in un tessuto a blocchi) l'autonomia della scatola o gabbia strutturale di ciascun edificio si sommava a alla fondamentale indipendenza funzionale-abitativa che, ancora nel Settecento, era tenacemente perseguita attraverso l'individualit familiare dell'ingresso stradale e delle comunicazioni verticali.

Quando viene meno uno di questi fattori di autonomia della singola abitazione, passiamo dai tipi edilizi unifamiliari (dall'elemento di schiera a passo monocellulare, al palazzo patrizio con proprio autonomo spazio scoperto interno), ai tipi edilizi plurifamiliari, diversi a seconda della componente architettonica divenuta comune: la casa a schiera ottenuta dallaggregazione in serie lineare delle diverse unit abitative familiari; in questo caso salva l'indipendenza-abitativa ma manca l'autonomia strutturale avendo due unit contigue un muro in comune anzich due muri distinti e in qualche modo connessi; la casa a blocco (dalla palazzina al grattacielo) ottenuta dalla sommatoria in una nuova unit architettonica delle diverse unit familiari; in questo caso viene tralasciata l'indipendenza ingresso-scala, cio l'autonomia abitativa; la casa in linea ottenuta dalla somma dei due casi precedenti, cio accostando linearmente in una unit strutturale-architettonica, diverse unit abitative, plurifamiliari. Si ha quindi un unico edificio seriale a pi unit plurifamiliari.

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