You are on page 1of 35

SEMINARIO

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTE FOTOVOLTAICA ED EOLICA


Palermo, 22 febbraio 2007 Spazio Ducrot Cantieri Culturali della Zisa

FONTI E COMPONENTI DI IMPIANTO PER IL FOTOVOLTAICO

DAL SOLE AL GENERATORE


Ing. Massimiliano Luna

DAL SOLE AL GENERATORE La conversione fotovoltaica


Se in un cristallo di semiconduttore puro (ad es. Silicio) vengono introdotte da un lato impurit di tipo P e dallaltro di tipo N, si ottiene una giunzione PN Essa viene utilizzata in elettronica per realizzare il diodo, ma costituisce anche una cella fotovoltaica, cio un dispositivo capace di convertire direttamente la radiazione solare in energia elettrica Lenergia associata ad una radiazione luminosa in grado di liberare un certo numero di coppie elettronelacuna se i fotoni hanno energia sufficiente

DAL SOLE AL GENERATORE La conversione fotovoltaica


Le coppie di cariche generate sono soggette al potenziale elettrico della zona di svuotamento della giunzione (positivo dal lato N e negativo dal lato P) Pertanto, gli elettroni generati nella zona P sono attirati verso la N, mentre le lacune generate nella zona N sono attirate verso la zona P La cella si comporta come un generatore elettrico con il polo positivo sulla zona P e quello negativo sulla zona N; la tensione e la corrente generate sono continue

DAL SOLE AL GENERATORE Prestazioni di una cella fotovoltaica


la tensione di una cella esposta al sole circa 0,5-0,7 V e non dipende dalla superficie della cella, mentre dipende poco dallintensit della radiazione solare
la corrente (e quindi la potenza, a pari tensione) proporzionale sia alla superficie della cella, sia allintensit della radiazione solare una cella produce circa 1,5 W di potenza in condizioni standard, cio quando si trova ad una temperatura di 25C ed sottoposta ad una radiazione pari a 1000 W/m2 la potenza in uscita in condizioni standard prende il nome di potenza di picco (Wp) e viene usata soltanto come riferimento: la produzione elettrica reale minore a causa delle temperature pi elevate e dei valori pi bassi della radiazione

DAL SOLE AL GENERATORE Prestazioni di una cella fotovoltaica

Sulla caratteristica di una cella fotovoltaica, il punto di lavoro ottimale quello per cui massima la potenza elettrica, cio il prodotto IV Il rapporto tra tale potenza e il prodotto ISCVOC (corrente di cortocircuito per tensione a vuoto) viene detto fill-factor o fattore di riempimento della cella Elevati valori di fill-factor solitamente indicano migliori prestazioni; usualmente esso si aggira intorno a 0,75-0,80 La corrente di cortocircuito ISC di poco superiore a quella corrispondente alla massima potenza IM; pertanto, non facile discriminare le due condizioni di funzionamento Lunico modo per evitare la presenza di tensione ai morsetti di un generatore fotovoltaico oscurarne totalmente la superficie

DAL SOLE AL GENERATORE Prestazioni di una cella fotovoltaica


La corrente erogata varia proporzionalmente alla radiazione incidente a parit di altre condizioni, mentre la tensione a vuoto ne influenzata in misura minore Allaumentare della temperatura diminuisce la tensione a vuoto ed aumenta la corrente di cortocircuito; i due fenomeni, bench di segno opposto, comportano una diminuzione della potenza resa al punto di massima potenza intorno al 6-7% per ogni aumento di 10C della temperatura delle celle

DAL SOLE AL GENERATORE Tipologie di celle


Silicio monocristallino

E ottenuto da un processo detto di melting: cristalli di silicio di elevata purezza vengono fusi e fatti solidificare a contatto con un seme di cristallo
Durante il raffreddamento il silicio gradualmente si solidifica nella forma di un lingotto cilindrico di monocristallo, che viene poi tagliato in fettine (wafers) I wafers hanno spessore di 250-350 mm per sfruttare il lingotto in modo ottimale, anche se il ridotto spessore comporta unestrema fragilit Rendimento di conversione 13%.

Silicio policristallino
Come conseguenza di una lavorazione meno accurata i cristalli si presentano ancora aggregati tra loro, ma con forme e orientamenti differenti Si ottengono celle di costo minore, ma con prestazioni elettriche solo di poco inferiori rispetto a quelle in silicio monocristallino Rendimento di conversione 11%.

DAL SOLE AL GENERATORE Tipologie di celle


Per entrambe le tipologie la connessione elettrica viene ottenuta per mezzo di due contatti metallici, uno sulla faccia esposta e laltro su quella opposta La metallizzazione posteriore copre tutta la faccia, mentre quella frontale ha una configurazione a griglia, per un buon compromesso fra trasparenza alla radiazione incidente e massima captazione di elettroni liberi Il passo finale della lavorazione la deposizione di uno strato antiriflettente di spessore non superiore a 1 mm (solitamente ossido di titanio evaporato sotto vuoto)

Film sottili
A differenza della tecnologia cristallina la materia attiva viene ottenuta in forma di gas pu essere depositata in strati spessi pochi micron su una grande variet di superfici di appoggio (anche non piane, es. tegole fotovoltaiche) Si richiedono materiali con caratteristiche fisico-chimiche particolari (spesso il silicio amorfo) e rimangono da verificare diversi aspetti tecnici (es. la stabilit delle prestazioni elettriche nel corso della vita utile) Rendimento di conversione 6,5%.

DAL SOLE AL GENERATORE Stringhe e moduli fotovoltaici


Le celle fotovoltaiche vengono collegate elettricamente in modo da formare dei moduli (es. moduli da 72 celle e da 150 W di potenza a 24 V, di dimensioni circa 80x170 cm2) A seconda della tensione necessaria, pi moduli possono essere collegati in serie per formare una stringa (es. 2 moduli per una stringa a 48 V, 300 W) La potenza elettrica richiesta determina il numero di stringhe da collegare in parallelo per realizzare un generatore fotovoltaico, detto anche campo fotovoltaico (es. 3 stringhe per un campo da 48 V, 900 W) Dal punto di vista meccanico, infine, i moduli sono raggruppati in pannelli

DAL SOLE AL GENERATORE Struttura dei moduli fotovoltaici


Per la maggior parte i moduli commerciali in silicio mono e policristallino sono costituiti da una struttura a sandwich Le celle vengono connesse in serie/parallelo mediante sottili nastri metallici elettrosaldati e incapsulate tra due sottili strati di vinil-acetato di etilene (EVA) trasparente LEVA contiene additivi che ne ritardano lingiallimento dovuto alla radiazione ultravioletta e il suo scopo triplice: evitare un contatto diretto tra celle e vetro; evitare la formazione di interstizi (la superficie delle celle non perfettamente liscia); isolare elettricamente la parte attiva dal resto del modulo

DAL SOLE AL GENERATORE Struttura dei moduli fotovoltaici


Sulla superficie esposta viene posta una lastra di vetro temperato, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica e trasmittanza Su quella inferiore si applica una lastra di vetro con caratteristiche meccaniche e trasmissive inferiori oppure un foglio di Tedlar, eventualmente rinforzato con fogli metallici e polimerici I moduli possono essere lasciati senza cornice oppure possono essere contornati da un profilo di alluminio, incollato con gomma siliconica, per facilitarne il montaggio Allesterno viene posta una morsettiera in una cassetta di terminazione stagna con passacavi Essa rende accessibili i collegamenti alle polarit + e - e contiene i diodi di by-pass

DAL SOLE AL GENERATORE Struttura dei moduli fotovoltaici


Per i moduli fotovoltaici a film sottile si ha maggiore scelta in termini di involucro e dimensioni in quanto le celle, non presentando problemi di fragilit, possono essere alloggiate su supporti sia rigidi che flessibili
A differenza dei moduli cristallini, manca lo strato di EVA superiore, in quanto le celle sono depositate direttamente sul substrato Sono molto gradevoli esteticamente e si vanno sperimentando soluzioni dedicate allintegrazione architettonica: lamiere grecate fotovoltaiche per solai, tegole fotovoltaiche, etc. Si cercano anche soluzioni efficaci per eliminare luso della classica antiestetica cassetta di terminazione

DAL SOLE AL GENERATORE Difetti dei moduli fotovoltaici


Nonostante il processo di costruzione (laminazione) sia poco complesso e la percentuale di scarti risulti contenuta (<2%), i moduli non sono esenti da difetti e non tutti sono rilevabili da unispezione visiva, seppure accurata

Il difetto pi tipico lingiallimento dellEVA dopo alcuni anni di vita operativa, che per non determina di per s uno scadimento significativo delle prestazioni
Il difetto pi problematico costituito dagli hot spot; in essi si ha in esercizio una temperatura superiore rispetto al resto del modulo, dovuta ad una elevata resistenza elettrica localizzata, in genere frutto di cattive saldature

Non sempre una cella rotta provoca un degrado delle prestazioni del modulo, specialmente se si tratta di sbeccature o se le celle rimangono legate tra loro, ad esempio tramite i contatti posteriori. Per non sono pi garantiti i limiti di degrado sul lungo termine (20 anni)

DAL SOLE AL GENERATORE Collegamenti elettrici


Le celle fotovoltaiche sono collegate in serie e alcuni costruttori rendono disponibili anche met serie, per cui i moduli hanno esternamente due o quattro terminali Essi hanno una curva caratteristica identica a quella delle celle che li compongono, ma con valori di tensione proporzionali al numero di celle in serie Poich le celle hanno la stessa struttura dei diodi semiconduttori, il loro collegamento in serie pu dare origine a due problemi: se una cella venisse oscurata totalmente funzionerebbe come un diodo polarizzato inversamente si bloccherebbe la corrente generata in tutto il modulo nel caso di oscurazione parziale di una cella la corrente erogata da tutto il modulo sarebbe pari a quella che tale cella produrrebbe presa singolarmente

E fondamentale fare in modo che durante il loro funzionamento i moduli fotovoltaici vengano ombreggiati (anche solo parzialmente) il meno possibile !

DAL SOLE AL GENERATORE Collegamenti elettrici


Se viene ombreggiata una cella di pi moduli collegati in serie e le terminazioni del campo sono mantenute in corto circuito o ad una tensione molto bassa, si pu verificare un fenomeno detto hot spot: la cella oscurata si trova polarizzata inversamente con una tensione quasi uguale alla tensione a vuoto di tutta la serie delle celle rimanenti e potrebbe entrare in conduzione inversa Essa dovrebbe dissipare la potenza generata dalle rimanenti celle del modulo, per cui si verificherebbe un aumento di temperatura localizzato Ci potrebbe portare, anche con modesti valori di radiazione solare, alla distruzione della cella per sovratemperatura Nella morsettiera dei moduli si montano dei diodi di by-pass per cortocircuitare e quindi isolare il singolo modulo in caso di malfunzionamento

DAL SOLE AL GENERATORE Collegamenti elettrici


Nello schema completo si hanno pi moduli, con i loro diodi di bypass in parallelo, collegati in serie a formare una stringa per raggiungere la tensione nominale Pi stringhe vengono poi collegate in parallelo per raggiungere la potenza desiderata Si utilizza anche un diodo di blocco in serie ad ogni stringa, per impedire che squilibri di tensione tra le stringhe provochino dei ricircoli di corrente verso quelle a tensione minore

DAL SOLE AL GENERATORE Tipologie elettriche dimpianto


Tra un generatore fotovoltaico e le utenze sono sempre interposti alcuni dispositivi elettrici, il complesso dei quali prende il nome di BOS (balance of system) Le loro funzioni dipendono dalla tipologia di impianto, che pu appartenere ad una delle seguenti macro-categorie: impianti isolati dalla rete (stand-alone o off-grid), che alimentano principalmente utenze isolate e necessitano di sistemi di accumulo impianti collegati alla rete elettrica (grid-connected), che iniettano in rete lenergia prodotta e non richiedono dispositivi di accumulo

Esempi di impianti stand-alone:


impianti in corrente continua di servizio (campeggio, telefonia) e di sollevamento acqua (di piccola potenza) o per utenze isolate in c.c. (piccole utenze domestiche) impianti in corrente alternata di pompaggio (di dimensioni medio-grandi) impianti per utenze isolate in c.a. (rifugi alpini, protezione civile) mini reti isolate in c.a., per elettrificazione di villaggi o piccole isole

DAL SOLE AL GENERATORE Tipologie elettriche dimpianto


Esempi di impianti grid-connected: generazione distribuita, con potenza di qualche chilowatt, che prevede lintegrazione dei moduli negli elementi di involucro degli edifici (tetti e facciate) centrali fotovoltaiche, con taglie di potenza modulari a passi di 500 kW, attualmente realizzate soltanto a fini di ricerca e dimostrativi (es. centrale ENEL di Serre (SA) con PN=3,3 MWp)

In alcuni casi gli impianti fotovoltaici possono interagire con altre fonti energetiche rinnovabili (es. eolico-fotovoltaico) e/o avvalersi di gruppi elettrogeni tradizionali (es. Diesel) sistemi ibridi

DAL SOLE AL GENERATORE Tipologie elettriche dimpianto

DAL SOLE AL GENERATORE Tipologie elettriche dimpianto


Rendimenti globali

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di accumulo


Finalit dei sistemi di accumulo consentire allimpianto di far fronte alla punte di carico senza dover sovradimensionare i generatori garantire la continuit del servizio elettrico anche in condizioni di basso o nullo irraggiamento e in caso di guasto temporaneo ottimizzare laccoppiamento tra il generatore fotovoltaico e il resto dellimpianto

Caratteristiche tecniche richieste alle batterie elevata efficienza (rapporto energia fornita / energia immagazzinata) lunga durata (numero di cicli di carica e scarica) buona resistenza alle escursioni termiche (per luso in impianti in quota)

bassa manutenzione (soprattutto per installazioni in localit remote)


ridotta autoscarica (soprattutto se limpianto resta inattivo per mesi) costo contenuto: sono i componenti di impianto pi costosi e occorre sostituirle al termine della loro vita utile (max 7-10 anni, meno della met di quella dei moduli FV)

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di accumulo


Tipologie di batterie Le batterie pi utilizzate sono quelle al piombo-acido, che derivano da quelle per auto, pur avendo caratteristiche costruttive e prestazioni diverse Presentano tutte le precedenti caratteristiche, grande affidabilit e buon rapporto qualit/prezzo, ma hanno unenergia specifica (Wh/kg e Wh/m3) relativamente bassa Risentono di numerosi fattori tra cui temperatura e modalit di gestione della carica/scarica: non possono essere scaricate per pi del 50% per evitare la stratificazione dellelettrolito al loro interno Le batterie al piombo-acido AGM o con elettrolito in gel, che consentono di evitare i rabbocchi, hanno costi maggiori e richiedono regolatori in grado di gestirne correttamente la carica Unalternativa sono le batterie al Ni-Cd (elevato n. di cicli ma contaminazione dellambiente ed effetto memoria); si cerca di sostituirle con quelle al NiMH e al Litio (elevata capacit, effetto memoria assente (Li) o ridotto (NiMH), vita utile intermedia) ma non per correnti elevate a causa dellelevata resistenza interna Infine si hanno soluzioni innovative come batterie a piastre tubolari VLA (vented lead acid) o VRLA (ermetiche), con elettrolito liquido o in gel (maggiore costo ma bassa autoscarica e lunga vita utile)

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di accumulo


Parametri significativi per la scelta e lutilizzo di un sistema di accumulo:
tensione nominale: solitamente 24 V, ma in altri casi fino a 800 V

tensione di carica: deve essere superiore alla tensione nominale e deve variare con la temperatura in modo da non superare la soglia di sviluppo dei gas
capacit: la quantit massima di energia erogabile e diminuisce con lintensit e la rapidit della scarica; convenzionalmente ci si riferisce a C 10 (a 25C in 10 ore di scarica con una tensione finale di 1,85 Vpc); funzione anche della densit dellelettrolito, della temperatura e dellet

resistenza interna: provoca il riscaldamento della batteria e labbassamento della tensione al variare del carico; inversamente proporzionale a C 10 e allo stato di carica
corrente di corto circuito: circa 810C10 per elementi di piccola taglia e fino a 20C10 in quelli di grossa taglia; la massima corrente di corto circuito I cc=V/Ri massima profondit di scarica o max DOD (depth of discharge): vale circa 50% per batterie derivate dal settore automotive e fino all80% per accumulatori a piastre tubolari stato di carica o SOC (state of charge), equivalente a 100%-DOD.

N.B. Non esiste alcun metodo attendibile per misurare lo stato di carica, per cui non si potr mai sfruttare appieno la capacit degli accumulatori

DAL SOLE AL GENERATORE I regolatori di carica


La funzione di un regolatore di carica proteggere laccumulatore da sovraccarichi e da scariche profonde, in modo da aumentarne la vita utile e da farlo lavorare in un intervallo di tensioni adeguato

Un buon regolatore deve avere affidabilit (basso tempo medio tra guasti e buona risposta al variare delle condizioni operative) e la semplicit costruttiva una caratteristica preferenziale

Teniche di regolazione della carica autoregolazione ON-OFF serie, parallelo o a gradini MPPT PWM

Autoregolazione: si collegano generatore e batteria mediante un diodo in serie per prevenire la scarica durante la notte; utilizzabile solo per piccolissimi sistemi (1 o 2 moduli fotovoltaici) e con batterie non ermetiche (gassificazione)
ON-OFF: si stacca il generatore fotovoltaico quando la carica supera una determinata soglia, per poi ripristinarlo al raggiungimento di un valore leggermente inferiore (isteresi); ci avviene mediante un contattore in serie, oppure mediante uno o pi contattori che collegano altrettante resistenze in parallelo

DAL SOLE AL GENERATORE I regolatori di carica


MPPT: tra il generatore FV e laccumulo interposto un circuito che fa lavorare il campo fotovoltaico nel suo punto di massima potenza; al posto dei contattori elettromeccanici, usa dispositivi a semiconduttore controllati mediante circuiti a microprocessore; luso limitato per la complessit circuitale PWM (pulse width modulation): sono simili ai regolatori a gradini, ma la regolazione ottenuta mediante un treno di impulsi di durata dipendente dal valore medio desiderato della corrente verso la batteria; anche essi fanno uso di dispositivi a semiconduttore Il mercato offre anche regolatori elettronici a microprocessore che permettono di utilizzare nuove logiche di gestione della carica, ad esempio la regolazione a tre stadi:
fase bulk: carica tradizionale a corrente costante, fintantoch la tensione della batteria inferiore alla tensione di piena carica fase absorption: si mantiene per un certo tempo la tensione a valori superiori a quella di piena carica fase float: si mantiene la tensione al valore raggiunto

Le reali condizioni operative possono variare anche di molto rispetto a quelle adottate nei test di laboratorio effettuati dal costruttore

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di conversione


I convertitori statici modificano i valori di alcune grandezze elettriche in ingresso (ad es. V e f) in modo da adattarli alle esigenze del carico; si hanno convertitori c.a./c.c. (raddrizzatori), convertitori c.c./c.c. (chopper) e convertitori c.c./c.a. (inverter)
I convertitori utilizzati nel FV sono gli inverter, che per differenze funzionali e costruttive possono essere suddivisi in due grandi famiglie:
inverter per applicazioni isolate (stand-alone) inverter per il funzionamento in parallelo alla rete (grid-connected)

Inverter per applicazioni isolate


La loro funzione erogare ai carichi energia elettrica con caratteristiche (V e f) quanto pi possibile simili a quelle della normale rete di distribuzione di b.t., che devono ricreare sono generatori di tensione Devono garantire continuit e affidabilit, tollerando transitori e sovraccarichi (es. per lavviamento di motori elettrici) e fornendo potenza reattiva ai carichi non rifasati Il contenuto di armoniche deve essere sufficientemente basso, per consentire il funzionamento delle apparecchiature elettroniche sensibili Non sono realizzati in modo speciale per le applicazioni fotovoltaiche; le potenze nominali partono da qualche centinaio di watt, per arrivare a diversi chilowatt

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di conversione


Inverter per impianti collegati alla rete
La loro finalit convertire lenergia elettrica da c.c. a c.a. ed iniettarla in rete nel modo pi efficiente possibile, sincronizzandosi con essa sono generatori di corrente Ricevono in ingresso la tensione del generatore FV variazioni di tensione ampie e necessit di un circuito inseguitore del punto di massima potenza (MPPT) sulla curva caratteristica I-V del generatore; il rapporto tra la tensione di ingresso minima e quella massima dellordine di 1:2 (es. 18 V32 V per VN=24 V) La tensione c.c. di ingresso arriva fino a 100 V per gli inverter di piccola taglia, a 400-600 V per le taglie medie e fino a 800-900 V per gli inverter di grande taglia; maggiore la V, minore il numero di stringhe per ottenere la stessa potenza e si hanno sezione, lunghezza e numero dei cablaggi inferiori Le potenze commerciali partono da 100 W per arrivare a circa 5 kW nel caso dei compatti inverter monofase; quelli con potenze maggiori, da circa 10 kW fino a centinaia di kilowatt, sono generalmente macchine trifasi che si presentano come armadi di tipo industriale Il contenuto di armoniche deve essere anche in questo caso sufficientemente basso, per non degradare la rete a cui ci si allaccia

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di conversione


Il ponte di conversione costituisce il cuore di un inverter e permette di passare dalla c.c. alla c.a. utilizzando dispositivi a semiconduttore (es. tiristori, MOSFET, IGBT) pilotati con opportune sequenze di impulsi di comando I dispositivi di potenza sono schematizzati con interruttori; chiudendo ed aprendo alternativamente le coppie I1-I4 e I2-I3 si ottiene la conversione da corrente continua in alternata

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di conversione


La commutazione del ponte pu avvenire alla frequenza di rete o a frequenza pi elevata (diversi kHz):
nel primo caso si ottiene in uscita unonda quadra a 50 Hz nel secondo si pu cercare di approssimare la forma donda ad una sinusoide con dei treni di impulsi a larghezza variabile (tecnica PWM)

Le caratteristiche del filtro presente alluscita del ponte dipendono dalla modalit di commutazione e dallampiezza massima delle armoniche che si disposti a tollerare
Commutando alla frequenza di rete, il contenuto di armoniche piuttosto elevato anche a valle della sezione di filtraggio, mentre con la tecnica PWM si ottengono risultati migliori

DAL SOLE AL GENERATORE I sistemi di conversione


Il ponte di conversione pu essere seguito o meno da un trasformatore, per svolgere le seguenti funzioni: adeguamento del livello di tensione di uscita del ponte di conversione al valore richiesto dal carico o al valore nominale della rete separazione galvanica tra generazione fotovoltaica e utenza/rete Nei casi in cui non sia richiesta la separazione galvanica, la presenza del trasformatore non strettamente indispensabile, in quanto linnalzamento o la diminuzione della tensione ai valori richiesti possono essere realizzati anche elettronicamente Sono spesso presenti i dispositivi di protezione da sovraccarico e corto circuito e, nel caso degli inverter grid-connected, anche le protezioni di interfaccia richieste dal gestore (max e min tensione e frequenza)

DAL SOLE AL GENERATORE Allacciamento alla rete


Lallacciamento regolamentato dalla Norma CEI 11-20 relativa alle reti di I e II categoria (bt e MT)

Ulteriori indicazioni nel documento tecnico ENEL DK5950 Criteri di allacciamento di tetti fotovoltaici alla rete b.t. di distribuzione
Gli impianti fotovoltaici vengono quasi sempre allacciati alle reti di bt o MT a causa della loro limitata potenza, non confrontabile con quella dei grossi impianti tradizionali; si contano soltanto poche eccezioni, tra cui la centrale ENEL a Serre (SA) con PN=3,3 MWp La tabella riporta i limiti tecnici imposti per le modalit di allacciamento alla rete di impianti con inverter

DAL SOLE AL GENERATORE Allacciamento alla rete


Per gli impianti allacciati alle reti b.t. e M.T. sono prescritti alcuni dispositivi di protezione che devono intervenire nel caso avvenga un guasto o un malfunzionamento: nella rete di distribuzione a cui limpianto collegato (dispositivo di interfaccia) nella rete eventualmente presente in isola (dispositivo generale)

direttamente a livello del generatore (dispositivo di generatore)

se la rete viene a mancare, anche solo per brevi periodi, linverter deve scollegarsi prontamente, per evitare di alimentare i carichi con valori di tensione e frequenza non idonei e di generare situazioni di pericolo per il personale chiamato ad operare sulla rete ENEL in caso di lavori

DAL SOLE AL GENERATORE Conversione centralizzata e distribuita


I nuovi impianti grid-connected con P>2 kW, invece di utilizzare un solo convertitore a cui fanno capo tutte le stringhe (conversione centralizzata), ne usano uno per ciascuna stringa del campo, da cui il nome di conversione di stringa o distribuita
Ci consente di standardizzare il prodotto e una riduzione di costi: con pochi prodotti di diversa taglia (0,7-1-1,5-3-5 kW) ma con componentistica di controllo identica, si riesce a coprire qualsiasi taglia di generatore fotovoltaico

Nei casi di diverso orientamento delle stringhe si aumenta lefficienza totale e in caso di guasto si mette fuori servizio soltanto una parte della potenza totale
Svantaggi: molti inverter significano minore affidabilit e minore rendimento di conversione

DAL SOLE AL GENERATORE Esempio di schema elettrico

Ing. Massimiliano Luna


email: luna@dream.unipa.it
Viale delle Scienze 90128 Palermo tel. +39 091 236111 web: http://www.dream.unipa.it

You might also like